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Quello che mi dà difficoltà a volte è pensare a come fa una persona ad arrivare così. Non capire, non sapersi gestire. D’altronde io non sono una maga, e non posso migliorare queste persone. Mi accorgo oltretutto che queste persone avranno sempre bisogno di un aiuto, specialmente economico.

Io trovo che il nostro ruolo di curatore a livello sociale è importantissimo per tante ragioni, una è perché queste persone non vanno più nei debiti. Cioè se li hanno, restano lì, parlando di amministrativo. Però non vanno oltre, perché la cassa malati, l’affitto, la televisione, il telefonino, ecc. vengono pagati da me. Per la società siamo importanti perché quella persona non creerà più debiti. In un certo senso sarà sempre un debito, perché prenderà l’assistenza, o la disoccupazione, però, anche nel primo momento che si ingrana con un lavoro, questa persona sarà sempre seguita. Il curatore dovrà sempre seguirla in maniera che per la società non sia più un peso. Purtroppo queste persone con difficoltà si abituano a questa agevolazione perché è “bello, non pensare”. C’è chi ti fa le tasse, ecc. La vorrei anch’io una persona che pensa a tutto, no? E questo mi dà un po’ fastidio. Non ho ancora trovato una persona (ma sono pochi gli anni che faccio la curatrice) che mi dice “adesso posso camminare con le mie gambe”. Con le due persone anziane che seguo non sarà mai così, però con quelle altre due più giovani…non so se ci a arriveranno mai. Perché sono molto fragili.

Riprendendo un attimo quello che dicevo prima, non tutti i curatori amministrativi sono così. Perché io so di gente che ha venti casi da seguire. Io queste persone le vorrei incontrare un giorno e sapere come lavorano, con venti persone, venti curatelati. Non credo che lavorano come me. Se così fosse, tanto di cappello, lavorano 24h/24. Però non ci credo. Ecco, questo non dovrebbe essere possibile avere così tante curatele.

E un'altra cosa, se posso permettermi, bisogna valutare prima il curatore. Perché ci sono veramente dei curatori che hanno bisogno di un curatore! Magari con che hanno debiti. Questa quindi è un’osservazione rivolta all’ARP…

All’organizzazione, non so sei sia solo l’ARP che decida, però almeno valutare che il curatore potenziale non abbia già debiti. Perché se tu non sai gestire il tuo borsellino, non vedo come puoi gestire il borsellino degli altri. Secondo me sarebbe un pochino da renderlo più professionale questo aspetto.

Quali altre difficoltà vengono riscontrate nella collaborazione con gli assistenti sociali comunali?

No, ripeto, con queste tre persone ho sempre collaborato molto bene. L’unica difficoltà è appunto che sono presenti solo un giorno alla settimana.

14) Come valuterebbe la collaborazione con l’ARP rispetto a questi elementi su di una scala da 1 a 7 (1 = inesistente, 3 = scarsa, 5 = discreta, 7 = eccellente)? Può portare degli esempi a favore della sua risposta?

Passaggio di informazioni

Personalmente, il discorso è complesso. Perché se le dico che “l’ARP” è lunghissima è vero parzialmente. Faccio un esempio, per svuotare l’appartamento di una mia curatelata ho richiesto l’autorizzazione all’ARP. Quando però l’ho ricevuta io avevo già svuotato l’appartamento e la signora era già nella nuova sistemazione. Se l’avessi dovuta aspettare pagavo l’affitto ancora tre mesi o più. Le risposte sono lunghe. Quello che io ho bisogno a livello burocratico che venga scritto, è lunghissimo.

Adesso stanno facendo le chiusure (controllo del rendiconto finanziario e di quello morale) del 2015/2016, per esempio. Cosa che invece dovrebbero concludere dopo tre mesi. Chiaramente se mi chiamano e mi dicono “ma, questi 100 franchi, come mai sono stati messi di qui e non di qua?”, di un rendiconto del 2015, scusate, signori, se magari non mi ricordo e devo riprendere in mano tutto, venire là e capire. Adesso sembra che hanno degli aiuti esterni per fare le chiusure e stanno chiudendo tutto, si stanno mettendo in pari. Io ho ricevuto le chiusure 2015/2016 e alcune già del 2017. Spero che continuino a fare così e spero che migliori anche il livello domanda/risposta.

Io ripeto, prendo in mano il telefono, chiamo il signor Lurati a la signora Narduzzi, la segretaria e la risposta ce l’ho. Loro mi aiutano, mi hanno sempre risposto. Oppure vado, suono all’ARP, vado su e allora la risposta c’è. Però per iscritto…

Quindi mi sembra di capire che quando c’è una decisione che deve fare per forza l’ARP, in quel caso il passaggio di informazioni è un po’ più difficoltoso, mentre se possono rispondere così al telefono, quello invece funziona bene.

Quelle burocratiche, più amministrative, sono lunghissime. Perché c’è anche una procedura molto lunga. Non è una cosa che loro non vogliono, è che devono seguire tutto una prassi che poi diventa lunga.

Quindi che voto darebbe? Se dovesse mettere tutto insieme e dare un voto rispetto al passaggio di informazioni?

Definizione dei ruoli e responsabilità

Si…è chiaro, è distinto. Dopo sta sempre al curatore spingere nella risposta se ha un dubbio. Per quello dico che sta molto al curatore attivarsi. D’altronde loro hanno un sacco di lavoro. Io certe volte non vado di persona all’ARP perché mi vogliono dare nuovi casi. Allora vado dentro e dico “no, sapete che io non voglio più nessuno”. Perché hanno bisogno sempre di nuovi curatori.

Se hanno un curatore che ne ha venti, che magari manda una richiesta, che sai che può aspettare anche due mesi, perché già ci ha messo tre mesi lui a rispondere, capisci cosa intendo? Se invece ci sono io che rompo le scatole, che dico “no, guardate che io devo dare una risposta a x, devo sapere cosa fare”. Allora lì tutto diventa più veloce. Io so che loro hanno delle prassi da seguire lunghe però se vengono sollecitati si riceve una risposta. Non devi mollare. Cioè, tu mandi la mail, la richiesta…no. Devi essere un po’ rompiscatole. La definizione dei ruoli e responsabilità per essere definita è definita. Io so a chi devo rivolgermi e per cosa. Dando un valore direi, cinque.

Concertazione degli interventi d’autorità per l’utente

Con quella persona che ho menzionato prima, l’anno scorso, sono uscita dalle 70 ore della mia nomina. Ne ho fatte 122 o 132 di ore. E lì ho dovuto chiedere l’autorizzazione all’ARP e sono stata presa in causa, ho dovuto spiegare tutto. Sono stata lì un pomeriggio, ho fatto vedere tutto, perché e per come sono arrivata a 122 ore. Dunque si, la mia motivazione era importante ma loro l’hanno avuta e ascoltata. Non ho avuto ulteriori richieste di motivare. Anche lì son andata io prima dall’assistente sociale a Croglio. Ho presentato tutto, ho detto che non ci sarei stata dentro nelle 70 ore, difatti la segretaria dell’ARP aveva scritto all’assistente sociale che eravamo già d’accordo nel passare oltre. Perché 70 ore sono veramente poche quando un caso è così complesso. Avevo già messo al corrente sia il Comune che l’ARP, per cui se uno fa un po’ le cose come vengono richieste poi alla fine viene ascoltato. Certo che se arrivo semplicemente alla chiusura con 122 ore, mi dicono “ma se ne hai 70 da nomina, come mai arrivi adesso con così tante ore supplementari?”. Io ho cominciato ad agosto con questa curatela e la chiusura era a dicembre. Tra agosto e settembre io ho fatto tutto il mio rapporto, che ero già oltre, e che prevedevo che tra il cercare un’appartamento, ecc. sarei andata ulteriormente fuori dalle ore assegnate Ho richiesto l’accettazione che ho ottenuto sia dal comune di Croglio che dall’ARP, e quando io ho fatto la mia chiusura non ci sono stati problemi. Però io ho quattro casi. Non so come funziona poi con gli altri curatori che ne hanno di più. Dando un valore…sempre un cinque.

15) Rispetto al tempo stabilito dall’ARP per svolgere gli incarichi stabiliti nella sua nomina, ritiene di avere a disposizione abbastanza tempo per mantenere una collaborazione con l’assistente sociale?

Dipende dai casi. Le mie due persone anziane viaggiano sulle 35/40 ore all’anno. Perché il massimo è di 70. Però calcola che se è la signora anziana che è in casa anziani, e io le faccio tutti i pagamenti, e succede quella volta che devo andare dal medico perché mi chiama perché vuole farmi sapere come sta la signora, devo andare ma non sarebbe tra le mie mansioni. Però vado, più che volentieri. Mi dice le sue esigenze, cosa vuole fare, me le spiega. Al di là di quello, io rimango dentro nelle mie 35/40 ore a persona.

Ha tempo anche per collaborare con le assistenti sociali in quel tempo? L’assistente sociale per queste persone non ce n’è bisogno.

Quando ci sono problemi con le altre due persone l’impegno è molto di più. L’assistente sociale interviene quando c’è più un problema amministrativo, nel senso che non so proprio come far girare il bilancio. Richieste di assistenza, sostegni, queste cose qua.

Quindi sente che nel tempo che le viene dato, da mandato, c’è tempo anche per questa collaborazione?

Si, assolutamente sì. Poi nei casi eccezionali basta chiedere all’ARP più ore. Appoggiati e sostenuti dall’assistente sociale, che dice “si, effettivamente questo caso è fuori, non ce la facciamo”, allora funziona. E, ripeto, con anche i Comuni non ho avuto nessun problema.

16) Quali altre difficoltà vengono riscontrate nella collaborazione con l’ARP?

Nessuna. No, secondo me no. L’unica cosa è che consiglierei all’ARP di dare più un’occhiata ai curatori durante la loro scelta iniziale. Però so anche lì che non è facile perché i casi sono tantissimi e quindi la necessità di curatori e elevata. Capisco che se si propone qualcuno l’ARP lo accetta volentieri.

Terza parte – possibili miglioramenti

17) Quali possibili miglioramenti si potrebbero attuare per migliorare la collaborazione con gli assistenti sociali comunali?

Ripeto, secondo me è un mondo veramente vasto questo delle persone che hanno bisogno di un assistente sociale. Io non sono né contabile, né politico, né niente, però se ci si organizzasse meglio, magari con uno sportello per aiutare queste persone. Non necessariamente con un curatore amministrativo fisso, però qualcuno al quale una persona che ha problemi iniziali a gestire il suo capitale, possa rivolgersi per un aiuto. Questo potrebbe essere interessante. Cioè che l’assistente sociale sia più presente sul posto. Perché sono tante le persone che veramente hanno bisogno. Perché il curatore viene interpellato quando? Quando uno inizia già ad annegare. Invece prima di arrivare a quel punto… insomma se non fosse solo il lunedì (ad esempio), però ci fosse uno sportello, magari poche ore ma sempre aperto, una persona prima di arrivare ad annegare, magari richiederebbe aiuto e riuscirebbe a sopravvivere così. Perché ci sono queste persone che sono veramente fragili psicologicamente e non riescono a gestirsi i soldi.

Oppure creare un ufficio, nel comune, dove ci sono delle persone che fanno i pagamenti, fanno quelle cose basilari delle persone che hanno problemi, che sono in assistenza o in disoccupazione. Io mi accorgo che anche uno in disoccupazione, deve mettere i timbri, ma dopo sono persone, devi come fare la mamma. Purtroppo ci sono tante persone fragili. Giovani, non solo anziani. C’è l’anziano di turno, che non ha figli, o che non gliene frega niente della burocrazia. Pensa avere 85 anni e telefonare alla cassa malati. Capisco perché lascia perdere. Gli arrivano gli estratti della cassa malati ma non li guarda. Sarebbe bello se

ci fosse la possibilità che un anziano del genere quando gli arrivano gli estratti della cassa malati può andare da qualcuno che l’aiuti e la persona fa magari anche la telefonata. Io per mia mamma la faccio, però ho dovuto chiedere la procura per farmi dare le informazioni. Secondo me ci sono tante persone che hanno veramente bisogno di più, a livello sociale. Quindi a livello di prevenzione per avere meno casi che arrivino ad aver bisogno di un curatore.

18) Quali possibili miglioramenti si potrebbero attuare per migliorare la collaborazione con l’ARP?

Manca gente, il problema è quello. Manca gente, oppure organizzare in maniera che molte cose amministrative le facciano su a Bellinzona se hanno meno lavoro, ora non lo so come è organizzato il tutto. Ci vuole più gente, perché ci sono troppi curatelati, non è più proporzionale. Il numero di persone in difficoltà è enorme. Adesso è diminuita la percentuale di persone in disoccupazione ma è aumentata quella dell’assistenza. Cioè, quelli che erano in disoccupazione sono passati in assistenza. Non è che quelli che sono andati via dalla disoccupazione hanno trovato lavoro. Solo alcuni. Oppure c’é gente in AI, perché hanno fatto un burn out ma hanno 30 anni, non sto parlando di gente ”vecchia”. È una società di deboli. Noi siamo la via di mezzo che è andata un po’ a rovinare tutto…55 anni. E adesso i giovani si adagiano. Perché chi ha più problemi sono i giovani. È una società un po’ traballante. Se si vuole migliorare secondo me si deve prendere più gente a lavorare, però so che non è possibile. È partita bene, come una buona idea, però adesso è come una valanga, me lo diceva anche la segretaria dell’ARP. Tutti i giorni arrivano richieste e richieste e non è facile da gestire neanche per loro. Storie con minori, genitori che non sanno gestire i bambini. Hanno veramente un sacco di lavoro. Io punto il dito ma li rispetto anche. Hanno veramente tanto lavoro. E poi ripeto, secondo me gli altri uffici di assistenti sociali che svolgono un lavoro educativo…rimandano i problemi.

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