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Niente di particolare. Ci sono le solite discussioni sul perché uno ha dato troppo o troppo poco… ma niente di che. Ci sono alcuni casi che stiamo analizzando ora perché probabilmente qualcosa non ha funzionato, però al momento attuale e tutto in fase di analisi e non si può parlarne molto. C’è qualche situazione un po’ così che dobbiamo valutare cosa fare del curatore. Sicuramente non hanno fatto niente in malafede, anche perché hanno molte curatele e quindi si può ipotizzare che per sbadataggine hanno dimenticato un determinato passaggio. Il problema però è serio quando viene creata una diminuzione di entrate al curatelato, questo è un po’ pesante. Ora bisogna valutare cosa si può fare.

Legato a questo aspetto c’è anche il problema che questi poveri curatori, per quanto siano buoni, non hanno un’assicurazione, un eventuale RC che possa coprire un loro eventuale sbaglio. Personalmente mi sono data molto da fare per chiedere a molti assicuratori ma proprio non esiste un’assicurazione attraverso la quale ci si può assicurare, per esempio, per centomila franchi così che se il curatore fa una perdita per il curatelato per dimenticanza o altro questa copra il danno fatto. Non esiste! Se si rompe un vetro copre la RC ma qui parlo di altro. Non mi sono mai interessata ma immagino che i curatori professionisti ne abbiano una, ma perché sono un ente, un ufficio. Anche noi ARP abbiamo un’assicurazione se dovessimo combinare qualcosa che c’è una perdita, siamo assicurati per diversi milioni. I curatori invece no.

Ho saputo da un curatore che tempo fa esisteva una piattaforma dove i curatori potevano confrontarsi sui propri problemi, una specie di intervisione ma online. Lei per caso ha qualche informazione a riguardo?

No, non ne ho. So che esiste perché un curatore me ne aveva parlato ma non abbiamo mai approfondito questa informazione. È una nostra mancanza visto che potrebbe essere utile.

Terza parte - possibili miglioramenti

13) Quali possibili miglioramenti si potrebbero attuare per migliorare la collaborazione con i curatori privati?

Un consiglio che io do sempre ai curatori e quello di frequentare i moduli che li aiutano parecchio, non tanto quelli finanziari anche se danno un’importante infarinatura generale, ma piuttosto quelli che spiegano come trattare con il curatelato, con un minorenne, ecc. Questi sono molto importanti.

Oltre a ciò potrebbe essere interessante proporre dei corsi, degli aggiornamenti fatti da chi gestisce la piattaforma di scambio tra i curatori, cosi da organizzare alcune serate con qualche psicologo, assistente sociale o rappresentante dell’ARP così da creare dei momenti di condivisione e confronto. Chiaramente ci sarebbero dei curatori che non parteciperebbero.

Tante volte si organizza tanto ma poi è deludente la partecipazione, ma questo non ci si può fare molto. Questi incontri potrebbero essere invece molto importanti. Dovrebbero essere gratuiti, sicuramente. Sarebbe un’ottima occasione per parlare con le persone con le quali sono coinvolte nello svolgimento del loro incarico, che sia un’assistente sociale del’UAP o altro. Si potrebbe creare un’altra entità, oltre l’ARP, alla quale rivolgersi per ricevere consigli. I curatori hanno bisogno un sostengo dietro di loro perché al momento attuale fare il curatore è difficile!

14) Quali possibili miglioramenti si potrebbero attuare per migliorare la collaborazione con gli assistenti sociali comunali?

È difficile parlare di miglioramenti. Io credo invece che sia necessario un bel incontro nel quale avere un confronto aperto tra l’ARP e le assistenti sociali così da poter spiegare l’un all’altro la propria posizione. Ognuno potrebbe portare le proprie informazioni e infine trovare una linea comune su come agire. L’assistente sociale comincia e fa a. b. e c. poi l’ARP fa d. e. f., poi se c’è la necessità si chiede nuovamente l’aiuto dell’assistente sociale, ecc. Parlare tra assistenti sociali e ARP aiuterebbe a stabilire fino a dove arriva l’intervento dell’ARP e dove arriva quello degli assistenti sociali. Ammetto che quando riusciamo a passare un incarto agli assistenti sociali, perché viene tolta la misura, poi noi non ce ne occupiamo più, lo archiviamo. Non abbiamo neanche il tempo per prenderlo di nuovo in mano. Poi, al limite, se sorgono nuovi problemi l’assistente sociale ci chiama e ci passa nuovamente il caso. La collaborazione con gli assistenti sociali è importantissima e quindi credo si possa trovare una soluzione anche perché quando si parla si possono risolvere molti problemi.

Abbiamo provato a fare un incontro anche con i delegati comunali ma non ha funzionato. Cioè, è stato fatto ma i delegati comunali hanno capito tutto e niente. Il problema con loro è la privacy. Il delegato comunale fa molta fatica a mantenere la privacy dei curatelati. Lui non deve, nel modo più assoluto, informare il Comune o chi per esso, che la tal persona ha una misura di curatela. C’è una legge a riguardo molto chiara. Questo aspetto è difficile a farglielo capire anche perché i Comuni insistono che vogliono sapere quante misure di curatela ci sono nel Comune e chi ce l’ha. Loro invece non possono saperlo. Il delegato comunale può sapere tutto, può venire in ARP e guardare tutti i dossier dei curatelati del suo Comune, ma deve mantenere il totale riserbo. I Comuni mi chiedono spesso di sapere quante curatele ci sono e questo è un dato che possiamo fornire ma non possiamo dire chi sono gli interessati. Gli assistenti sociali invece sanno chi sono perché si è lavorato insieme per istituire la misura.

15) Ci sono altre considerazioni o riflessioni rispetto ai temi affrontati nell’intervista?

No non ci sono altre considerazioni.

8.3 Informazioni sui corsi offerti ai curatori dalI’Istituto della

Formazione Continua

Fonte: Mario Scalzi, email del 17.07.2018

Da quando tempo esistono i corsi di formazione per i curatori? Perché sono stati creati?

I corsi per curatori sono stati istituiti nel 2004, sulla base di un sondaggio commissionato della Sezione Enti Locali all'allora Ufficio di Vigilanza sulle Tutele, in collaborazione col delegato alla formazione per gli Enti Locali per gli allora tutori.

Il sondaggio è stato fatto coinvolgendo 250 tutori e curatori in carica. Ne sono sortiti vari bisogni di formazione in diverse materie.

Come sono strutturati i corsi?

I corsi sono strutturati su 3 livelli, composti ciascuno da moduli di 4, 8, o 12 unità didattiche:

1° livello: Assunzione del mandato 2° livello: Gestione e fine della curatela 3° livello: Moduli di approfondimento

La partecipazione è a discrezione dell'interessato/a, al termine di ogni singolo modulo viene rilasciato un attestato di partecipazione.

I contenuti dei moduli vertono sui due rami di competenza richieste ai curatori:

• la competenza dal punto di vista amministrativo (gestione della contabilità, allestimento dell'inventario, risanamento debiti, rete di riferimento, assicurazioni sociali, ecc.);

• la competenza dal punto di vista sociale relazionale, affinché si abbiano gli strumenti di base per instaurare un rapporto positivo col curatelato (comunicazione, mediazione, supervisione, gestione di casi, ecc.).

Ci sono mai state delle interruzioni nella loro organizzazione e erogazione? Se sì, perché?

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Come vengono pubblicizzati così da raggiungere curatori attuali o potenziali?

I corsi vengono pubblicizzati principalmente attraverso il sito web dell'IFC. Quando una nuova offerta viene pubblicata informiamo le singole ARP, gli sportelli Laps, e i partecipanti alla scorsa edizione dei corsi.

Ogni modulo quanto spesso viene organizzato in un anno?

Di regola l'offerta formativa per curatori viene proposta ogni nuovo anno scolastico. Considerando i riscontri dei partecipanti e dei docenti, oltre che le eventuali indicazioni degli enti preposti (Divisione della giustizia, Tribunale d'appello, ARP) facciamo in modo di mirare ed adattare i nostri corsi ai bisogni attuali.

Esistono delle statistiche riguardo alle partecipazioni ai moduli e al loro gradimento da parte dei partecipanti? Se sì ne potrei avere una copia?

Al termine di ogni modulo ogni partecipante riceve un link attraverso il quale può esprimere il suo grado di soddisfazione e portare delle proposte. Non possiamo trasmettere questi dati. Nel 2017-2018 ciascun modulo ha visto la partecipazione di una quindicina di persone, quasi tutti i moduli hanno dovuto essere replicati visto l'alto numero di iscrizioni pervenuteci.

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