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NELL'INFORTUNISTICA DEL LAVORO

ANALISI DEI DATI

Con il presente lavoro si vogliono fornire spunti di riflessione ed elementi utili per un esame delle malattie professionali emergenti in Basilicata e per la valutazione delle pos-sibili relazioni con alcuni fattori di rischio fisici, chimici, biologici e psicofisici presenti nelle attività lavorative tipiche della regione, al fine di migliorare le condizioni di sicu-rezza dei lavoratori. Lo scenario delle malattie da lavoro in Basilicata, come nel resto d’Italia, oggi è decisamente, velocemente e radicalmente cambiato rispetto, non solo agli inizi del XX secolo, ma anche rispetto al panorama degli anni settanta, con muta-menti che hanno reso insignificanti diverse patologie un tempo temibili e la comparsa di nuove malattie. L’evoluzione tecnologica ed il notevole incremento sia del carico lavorativo che psicosociale hanno portato negli ultimi decenni al proliferare di piccole e medie aziende, al progressivo prevalere del settore terziario e delle aziende specializzate nelle nuove tecnologie e nei nuovi servizi, ed in alcuni casi al decentramento (anche all’estero) della produzione. Le mutate condizioni socio lavorative, i radicali cambia-menti del sistema produttivo e le sue costanti e rapide innovazioni, realizzano una

diversa e cangiante interfaccia tra lavoratori e ambiente lavorativo, dando vita, in defi-nitiva, a nuovi fattori di rischio, come quelli biomeccanici, biodinamici, ergonomici, quindi a nuove malattie (causate o correlate al lavoro) che richiedono un giusto ed opportuno approccio sotto il profilo diagnostico, preventivo ed assicurativo, anche in quelle realtà produttive dove vengono rispettate tutte le norme di sicurezza.

Il tessuto produttivo della Basilicata è caratterizzato, da oltre 60.000 imprese concen-trate per il 40% nell’agricoltura, per il 22% nell’artigianato e per il rimanente 38%

nell’Industria e Servizi. Oltre il 90% delle imprese presenti sul territorio sono aziende di piccole dimensioni (con meno di 10 addetti); nel settore manifatturiero, siderurgico e metalmeccanico sono presenti anche aziende di medie e grandi dimensioni. Nel com-parto industriale più della metà delle imprese presenti sul territorio sono a carattere edile. Nella provincia di Potenza oltre al settore edile ed all’industria manifatturiera hanno rilievo alcuni grandi gruppi nazionali del comparto siderurgico e metalmeccani-co (nell’area di Potenza, di Melfi e di Tito) e dell’abbigliamento. Nella provincia di Matera, invece, la struttura produttiva è ancora decisamente legata all’agricoltura ed all’edilizia, mentre il settore industriale risulta essenzialmente articolato nei comparti del mobile imbottito (lavorazione pelli, produzione fusti in legno, lavorazione poliure-tano espanso, produzione divani e poltrone) e nella filiera agroalimentare.

Dall’analisi dei dati forniti dalla Sovrintendenza Medica Regionale INAIL Basilicata sulle patologie di presunta origine professionale denunciate in regione nel triennio 2003-2005, e dal confronto con le informazioni tratte dall’archivio dei Pareri Tecnici emessi nello stesso periodo dalla CONTARP (Consulenza Tecnica per l’Accertamento dei Rischi e la Prevenzione) della Direzione Regionale Basilicata su pratiche di malattie professionali, infatti, è possibile delineare un approccio prevenzionistico alle nuove patologie lavorative emergenti in Basilicata.

TABELLA 1 - Malattie Professionali denunciate all’INAIL nell’Industria e Servizi

Dalla Tabella 1 (che riporta i dati ripresi dai Rapporti Annuali INAIL nazionali e regionali dell’ultimo decennio) si evince che il numero di Malattie Professionali denun-ciate all’INAIL nell’Industria e Servizi è sempre alto, nonostante la svolta introdotta dal D.Lgs. n. 626/94.

Dai dati riportati nella Tabella 1 si rileva, tuttavia, che il numero delle denunce è ten-denzialmente in diminuzione, anche se per la Basilicata (dove si è avuta un’impennata nel 2001) si hanno pur sempre valori al di sopra di quelli riscontrati nel periodo 1996-1998.

Nella Tabella 2 sono sintetizzati i risultati di uno studio condotto effettuando un moni-toraggio delle denunce di patologie di presunta origine professionale presentate presso le sedi INAIL della Basilicata dal 1° gennaio 2003 al 31 agosto 2005. Analizzando i dati forniti dalla Sovrintendenza Medica Regionale INAIL Basilicata si ha la conferma che il numero di patologie denunciate in regione nell’ultimo triennio è in costante calo: si è passati, infatti, da 184 MP denunciate nel 2003 a 163 nel 2004, ed il trend del 2005 tende ancora a diminuire.

TABELLA 2 - Patologie denunciate all'INAIL in Basilicata dal 01/01/2003 al 31/12/2005

Nella Tabella 3 sono riportati, suddivisi per tipologie, i Pareri Tecnici emessi dalla CONTARP della Direzione Regionale Basilicata dal 1° gennaio 2003 al 31 agosto 2005 su pratiche di malattie professionali, per venire incontro alle richieste dei Centri Medici Legali delle Sedi INAIL regionali.

TABELLA 3 - Pareri Tecnici su MP emessi dalla CONTARP Basilicata dal 01/01/2003 al 31/12/2005

Nelle Tabelle 4 e 5 sono evidenziate le patologie denunciate, le mansioni, i fattori di rischio e le Sede INAIL che hanno ricevuto le denunce.

TABELLA 4 - Analisi Pareri Tecnici su MP emessi dalla CONTARP Basilicata dal 01/01/2003 al 31/12/2005:

dettaglio tipologie patologie denunciate e relativi fattori di rischio

TABELLA 5 - Analisi Pareri Tecnici su MP emessi dalla CONTARP Basilicata dal 01/01/2003 al 31/12/2005:

dettaglio patologie, mansioni, fattori di rischio e Sede INAIL che ha ricevuto la denuncia

Si osserva che nell’ultimo triennio la CONTARP Basilicata, su richiesta specifica moti-vata dei Centri Medici Legali e della Sovrintendenza Medica Regionale (SMR), ha più che raddoppiato il numero di Pareri Tecnici emessi annualmente, ed il trend è tuttora in crescita.

L’esame delle pratiche pervenute alla CONTARP ha mostrato in modo inequivocabile una relazione certa fra alcune delle malattie o disturbi segnalati e l'esposizione a fattori di rischio professionale (rumore, polveri e sostanze chimiche, sforzo fisico, posture incongrue, vibrazioni, radiazioni, ecc.). In particolare si riscontra che una quota non alta, ma di forme gravi e indaginose nella ricostruzione eziopatogenetica (spesso a genesi multifattoriale), riguarda soprattutto i cancerogeni, come gli idrocarburi polici-clici aromatici (IPA), le ammine aromatiche, il cloruro di vinile monomero, le compo-nenti delle polveri di legno, ecc. Si osserva, inoltre, soprattutto per le morbilità sostenu-te dai disturbi muscolo-scheletrici a carico delle strutture ossostenu-teo-muscolo-neuro-sostenu-tendi- osteo-muscolo-neuro-tendi-nee e delle borse, correlate ad attività lavorative che si caratterizzano per la presenza di un costante impegno funzionale dei vari distretti dell’arto superiore (spalla, gomito, mano, polso) e di altri distretti corporei quali il rachide e le ginocchia, che in generale le aziende non forniscono la valutazione dei rischi specifici da movimentazione manuale dei carichi, da posture incongrue e movimenti ripetuti, e da vibrazioni al sistema mano braccio o al corpo intero. Emerge, infatti, che spesso i “datori di lavoro” (ed i loro

“consulenti” esterni) non effettuano tali valutazioni perché sottovalutano il rischio o non sono in grado di quantificarne il livello, non conoscendo i criteri tecnico-analitici (i metodi NIOSH 1993, Snook & Ciriello, MAPO, OCRA) e le norme (il D.Lgs. n.

277/91, il D.Lgs. n. 626/94, il D.Lgs. n. 25/2002, il D.Lgs. n. 187/2005, …, le Linee guida ISPESL, UNI, ..., le check lists N.I.A., O.S.H.A., ...) da adottare.