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Analisi dei titoli di testa di The Age of Innocence (1993)

Nel documento Saul Bass: L'arte nei titoli di testa. (pagine 180-186)

3.4 La collaborazione con Martin Scorsese

3.4.2 Analisi dei titoli di testa di The Age of Innocence (1993)

The Age of Innocence (L'età dell'innocenza, 1993) è il terzo film che nasce

dalla collaborazione tra Scorsese e Saul e Elaine Bass. Ambientato alla fine dell'Ottocento, il film è tratto dall'omonimo romanzo di Edith Wharton. I suoi titoli di testa (fig. 93) nascono da una ricerca artistica molto vicina a quella

286Cfr. M. Fierro, Il corpo dissolve(nza)..., http://cav.unibg.it/elephant_castle/web/saggi/il-corpo- dissolve-nza-immersione-ed-emersione-d-immagini/22

287Cfr. B. Di Marino, Quando il cerchio si apre. L'attrazione strutturale tra incipit ed excipit, in V. Innocenti, V.C. Re (a cura di), Limina. Le soglie del film..., pp. 567-572.

288M. Garofalo, Cape Fear – Il promontorio della paura, in “Segno-Cinema”, anno XII, n.54, marzo- aprile 1992, p. 27.

operata per i titoli di Spartacus.

Dallo sfondo nero compaiono le prime menzioni scritte caratterizzate da un

lettering fine ed elegante. Le scritte bianche si susseguono accompagnate

dalla musica del Faust di Gounod: Columbia Pictures Presents, A Cappa/De Fina Production, A Martin Scorsese Picture. Le menzioni riguardanti i nomi degli attori compaiono mentre sullo sfondo nero appare una fitta calligrafia dal sapore ottocentesco, inizialmente sui toni del blu per poi virare al viola e, infine, al rosso. In sovrimpressione appare, al centro dello schermo e in primo piano, un bocciolo di rosa che lentamente si schiude sotto i nostri occhi: nel mentre compare il titolo del film, con lo stesso lettering delle scritte precedenti ma impreziosito da una cornice dalle curve eleganti. I fiori che sbocciano si susseguono uno dopo l'altro, come se nascessero uno dall'interno dell'altro, e nel mentre lo sfondo è cambiato: alle scritte ottocentesche si è sostituito il pizzo che fa da pattern allo sfondo e ai fiori. Mentre le scritte continuano, periferiche quelle riguardanti le maestranze minori e poi di nuovo centrate, i colori dei fiori cambiano sui toni del rosso e del giallo e aumenta anche la velocità con cui sbocciano l'uno di seguito all'altro. Un fiore rosso riempie

Fig. 93: Saul Bass, titoli di testa di The Age of Innocence (L'età dell'innocenza, Martin Scorsese, 1993) .

tutto lo schermo e cambia anche il tipo di pizzo che fa da pattern: ora è nero e più seducente. Il pizzo scompare e in dissolvenza emergono le fitte scritte viste in precedenza; sullo sfondo vediamo sempre un fiore, ma diverso dai precedenti, sembra quasi un “soffione” che si schiude mentre la menzione scritta ci informa nuovamente che quello che ci apprestiamo a vedere è un film di Martin Scorsese. Dopo una breve dissolvenza in nero, la prima inquadratura ci mostra una campo di fiori gialli visto dall'alto e la scritta New York City, the 1870's ci accoglie nella diegesi filmica.

Il film di Scorsese racconta la storia di un amore segreto, nascosto sotto la rigida etichetta dell'epoca vittoriana. È una storia d'amore, di rinunce e di sensualità repressa e possiamo intuire fin dai titoli di testa il significato ultimo del film. Saul Bass ha spiegato come i titoli possano essere letti attraverso tre livelli fondamentali:

- Un primo livello è rappresentato dai fiori, tipico simbolo inequivocabile del romanticismo e dell'innocenza dell'età vittoriana.

«Un livello è formato da lussureggianti fiori che sbocciano in time-lapse e evocano il romanticismo del periodo vittoriano. Ognuno di essi parte come un bocciolo chiuso e lentamente e inesorabilmente esplode per riempire lo schermo. La serie continua di lunghe dissolvenze di fiore in fiore crea un rivestimento sensuale alla nozione di innocenza vittoriana. I primi fiori sbocciano lentamente, pacatamente. Come le dissolvenze avanzano, il tempo aumenta, risolvendosi in un intenso e compresso montaggio di aperture di fiori»290.

- Il secondo livello è il motivo del pizzo, altro ornamento vittoriano, simbolo di femminilità: bianco e delicato prima, simbolo dell'innocenza di May

290«One layer is of lush time-lapse blossoming flowers evoking the romanticism of the Victorian period. Each starts as a closed bud and slowly and inexorably explodes to fill the screen. The continuous series of long dissolves from flower to flower creates a sensuous overlay to the notion of Victorian innocence. The first flowers blossom slowly, sedately. As the dissolves progress, the tempo increases, resolving into an intense compressed montage of flower openings». Saul Bass in P. Kirkham, J. Bass, Saul Bass..., p. 277. (trad. mia)

Welland (Winona Ryder), nero e sensuale quello successivo, metafora della sensualità della contessa Ellen Olenska (Michelle Pfeiffer).

«I modelli di pizzo sovrapposti sono un altro livello. Quando i fiori sono chiusi, il pizzo è appena percettibile. Ma quando i fiori si aprono e riempiono lo schermo, le texture pizzo si rivelano completamente e diventano il filtro attraverso cui vediamo i fiori»291.

- Il terzo e ultimo livello è quello delle scritte blu con la calligrafia ottocentesca: utili a definire il contesto storico in cui è ambientato il film, le scritte hanno anche il compito di sottolineare l'origine letteraria del film.

Questi tre livelli, individuati dallo stesso Bass, collaborano e dialogano costantemente tra loro attraverso le manipolazioni grafiche.

Innanzitutto è giusto soffermarsi sull'aspetto cromatico della sequenza. All'interno dei titoli di testa compaiono quelli che sono i tre colori chiave del film: il rosso, il giallo e il bianco, ognuno appartenente ai tre personaggi principali del film.

Vediamo brevemente come i colori sono impiegati all'interno del film. Il rosso è il colore di Newland Archer (Daniel Day Lewis), della sua passione repressa e del suo dolore; compare per la prima volta in dissolvenza quando egli vede la contessa Olenska, e ricomparirà poi in alcuni abiti e nelle pareti della casa della donna. Strettamente legato al rosso è il giallo, associato all'indipendenza e alla sensualità della contessa; è il colore della vivacità e del dinamismo e, di conseguenza, anche dell'abbandono: gialle son le rose che Newland manda a Ellen e dorato è lo sfondo su cui vediamo la sagoma della donna sulla spiaggia osservata da lontano da Newland che aspetta un cenno d'amore che non ci sarà.

Infine, il bianco rappresenta May Welland, la sua eterna innocenza, la sua ingenuità, il suo adeguarsi al mondo aristocratico. La giovane moglie di

291«The superimposed lace patterns are another layer. When the flowers are closed, the lace is barely perceptible. But when the flowers open and fill the screen, the lace textures are fully revealed and become the filter through which we view the flowers». Ibidem. (trad. mia)

Newland veste sempre di bianco, e bianchi sono i mughetti che il marito le fa trovare in camera tutte le mattine. Il bianco «assorbe le due precedenti tonalità accentrando in sé tutte le caratteristiche della conformazione aristocratica e della sua ineluttabilità assoggettante. Nell’ambiguità del bianco, che può esprimersi come la somma di tutti i colori o come non-colore per antonomasia, il confine tra completezza e vuoto assoluto è assai labile»292. Alla fine il bianco

di May vince, assorbe i colori di Newland ed Ellen e li costringe a un destino già scritto.

Anche i titoli di testa rimandano a questo utilizzo significativo del colore. Le scritte informative, eleganti e delicate, sono bianche e indicano la controllata e raffinata vita dell'aristocrazia newyorkese. I fiori che nascono e sbocciano l'uno dentro l'altro, filmati attraverso la tecnica del time-lapse, virano tra le tonalità del rosso e del giallo, e rappresentano appunto la passione imprevista tra Newland e Ellen. Così come la loro storia d'amore è negata e soffocata dalle convenzioni sociali, nei titoli di testa la visione dei fiori è filtrata agli occhi dello spettatore dai pizzi e dai merletti, gli stessi che serviranno a intrappolare Newland al suo destino.

Questi titoli si presentano a una prima visione molto differenti dai lavori precedenti di Bass, sia nel lettering – solitamente molto minimale e “rigido” - sia nell'uso del time-lapse. In realtà, però, sono presenti diversi elementi di continuità con la ricerca stilistica precedente: pensiamo all'importanza dell'aspetto cromatico che rimanda a Vertigo, ma sopratutto, pensiamo all'utilizzo della calligrafia ottocentesca per indicare il contesto storico e l'origine letteraria, un espediente grafico che i coniugi Bass avevano già utilizzato in Spartacus e in Nine hours to Rama (Nove ore per Rama, M. Robson, 1963).

Vicini a un'estetica preraffaellita per la loro aura delicata ma sofferta, ritengo

292G. Tomassacci, L'età dell'Innocenza. Una luce sotto il ghiaccio, http://www.offscreen.it/cult/etadellinnocenza.htm

che i titoli di testa di The Age of Innocence possano essere quelli dei coniugi Bass in cui è più visibile il lavoro di Elaine. Lo stesso Saul ammise che l'idea dei fiori fu della moglie, ed è ben visibile una parentela con i titoli realizzati insieme piuttosto che con quelli precedenti al loro sodalizio. Ma il motivo che ritengo più plausibile per questa mia ipotesi è dovuto alle scelte simboliche operate dai coniugi. Prima di tutto dobbiamo ricordare che Elaine Bass iniziò la sua carriera artistica nel mondo della moda e ritengo che questo momento della sua esperienza lavorativa sia stato fondamentale per la realizzazione di una sequenza introduttiva come questa che stiamo analizzando. I fiori e i pizzi utilizzati per questo film, più che alle arti visive e pittoriche del tempo, rimandano, infatti, alla moda e allo stile vittoriano. Epoca molto rigida dal punto di vista etico e morale: nell'età vittoriana i fiori, selezionati accuratamente, divennero un modo per comunicare segretamente sentimenti e passioni che non potevano essere manifestati altrimenti. Divennero un accessorio ornamentale negli abiti delle donne, adornavano le case e le tavole imbandite e divennero elemento decorativo di ceramiche e porcellane.

Elaine e Saul Bass riprendono questa forte simbologia e la trasferiscono nella sequenza iniziale, modificando con la loro impronta grafica gli elementi chiave dell'epoca vittoriana.

Un'altra idea di Elaine Bass fu quella di utilizzare come motivo musicale per i titoli il Faust di Gounod, la stessa musica diegetica che sentiamo nella prima scena ambientata a teatro. «L'ouverture in chiave minore fa eco alla bellezza prigioniera dei fiori, e aggiunge uno strato di passione e di oscuro presentimento che fornisce la perfetta transizione nella storia»293.

I titoli di testa di The Age of innocence sono simbolo di un'epoca che dietro la moda e le apparenze, sotto i fiori e i merletti nasconde forti pulsioni emotive e desideri celati dietro un forte conformismo. Come ammise Scorsese dopo aver

293«The minor-key overture echoes the captive beauty of the flowers, and adds a layer of passion and obscure foreboding that provides the perfect transition into the story». P. Kirkham in P. Kirkham, J. Bass, Saul Bass..., p.277. (trad. mia)

visto per la prima volta il lavoro dei coniugi Bass, il film è già tutto lì: «Essi raggiungono una certa bellezza che avevo sperato, e anche un certo disagio. C'è una qualità leggermente sinistra alla base dei titoli di testa, un senso di conflitto fin dall'inizio. Hanno l'essenza del film - il desiderio, la passione nascosta. Il pubblico vede un fiore, un po' di pizzo, e qualche manoscritto, ma si sente come se qualcosa stesse per accadere - e questo è molto delicato»294.

Nel documento Saul Bass: L'arte nei titoli di testa. (pagine 180-186)