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La formazione artistica

Nel documento Saul Bass: L'arte nei titoli di testa. (pagine 45-52)

Nel 1936 Saul Bass inizia i suoi studi alla Art Students League di Manhattan: frequenta il corso serale in Layout and Design for Industry tenuto da Howard Trafton, un artista specializzato in illustrazione, lettering e tipografia, il cui lavoro era stato molto influenzato dal Modernismo europeo.

«Durante i tre anni e mezzo in cui Saul studiò con Trafton, lui imparò molto non solo sull'arte contemporanea e il design ma anche riguardo gli artisti del passato»84. Per Trafton, infatti, era fondamentale spiegare ai suoi allievi le

qualità dell'arte come la forma, il colore, la prospettiva e la composizione, elementi alla base di ogni forma artistica. Inoltre, Trafton insisteva sul ruolo fondamentale che ha la tecnica del disegno nella preparazione del graphic

designer.

Tra i progetti portati avanti da Trafton vi era quello di far lavorare i suoi allievi utilizzando punti di vista estremi, prospettive distorte, oggetti in controluce, in

83 «...I couldn't believe you could make a living at art. I decided that was what I would like to do». Saul Bass in Ivi, p.5.

84 «During the three-and-a-half years Saul studied with Trafton, he learned a great deal not only about modern art but also about the artist of the past». P. Kirkham in P. Kirkham, J. Bass, Saul

modo da allenare l'occhio a vedere in maniera nuova il mondo che lo circonda. Un altro metodo di insegnamento, inoltre, consisteva nel far immergere totalmente gli studenti nell'analisi delle opere di un grande artista del passato. Bass scelse per questo progetto Pietr Paul Rubens, che studiò in modo approfondito attraverso numerose ricerche al Metropolitan e alla Morgan Library.

Saranno anni importanti per la formazione artistica di Bass, come testimoniano le sue stesse parole: «Ho imparato a conoscere Cézanne, Picasso e la cultura africana, così come i maestri del Rinascimento e mi sono cimentato con la prospettiva, la forma e lo spazio negativo. Egli (Trafton) mi rivelò i modelli ritmici che portano l'occhio da una zona di un disegno all'altro, l'arco di una mano, la curva di una nuvola. In breve, la classe di Trafton era esattamente quello che mi serviva in quel momento»85.

Una volta finite le lezioni serali con Trafton, Bass realizzò il suo portfolio da portare in tutte le agenzie pubblicitarie di New York alla ricerca di un lavoro. Venne assunto da un piccolo studio pubblicitario che realizzava annunci commerciali per la United Artists.

A quei tempi, il graphic design, spesso definito come “arte commerciale”, stava emergendo come un area specializzata del design. Non aveva però ancora un nome e un'importanza definita, come invece l'avevano l'industrial

design e l'interior design.

Inoltre, nonostante fossero stati fatti molti sforzi per far sì che le arti applicate e la grafica avessero lo stesso status delle altre arti visive – da parte del Bauhaus e del movimento Arts and Crafts in modo particolare – esisteva sempre una gerarchia, nella quale la pittura faceva da padrona assoluta. Questo

85 «I learned about Cezanne, Picasso and African culture as well as the Renaissance Masters and grappled with perspective, form and negative space. He revealed to me the rhythmic patterns that carry the eye from one area of a drawing to another by the arc of a hand, the curve of a cloud. In short, Trafton's class was exactly what I needed at the time». Saul Bass in Ibidem. (commento tra parentesi mio)

faceva sì però che la formazione nell'ambito del graphic design fosse molto libera e fluida e non necessariamente legata alla formazione universitaria, fortunatamente per Saul, che decise di non entrare al college.

«Saul descriveva se stesso come uno studioso metropolitano, che leggeva voracemente durante i viaggi in metropolitana di un'ora per il centro di Manhattan e si immergeva in una vasta gamma di immagini, dai libri di fumetti e film alle copertine delle riviste. James Montgomery Flagg, J.C. Leyendecker e Norman Rockwell erano fra gli illustratori americani che ammirava. Egli, inoltre, ricordava di aver visto meravigliosi manifesti di Lucian Bernhard, il famoso designer tedesco, in metropolitana. Il Bronx, un focolaio di radicalismo negli anni Trenta, fu la sua università»86.

Nel 1938 Saul Bass fece il suo primo ingresso nel mondo del cinema. Venne, infatti, assunto alla Warner Bros, dove aveva il compito di occuparsi del

layout dei manifesti pubblicitari dei film: disposizione delle immagini, lettering e aspetto grafico.

Nel 1941 Saul Bass passò alla Twentieth Century Fox, in un periodo estremamente vitale per l'industria cinematografica. Inizialmente Bass fu contento di lavorare nel settore della pubblicità per il cinema, ma ben presto si accorse di come questo fosse estremamente orientato verso un approccio da lui poco apprezzato, quello che definiva l'approccio del See, see, see. L'intento di questo metodo di creazione era quello di realizzare manifesti pieni di immagini e impulsi visivi che colpissero il fruitore in mille modi possibili. Bass non condivideva questa idea di pubblicità, ritenendo più efficace quel tipo di approccio riduzionista, basato sull'“idea più semplice” che, come vedremo, vedrà la sua fortuna a partire dai lavori degli anni Cinquanta.

86 «Saul described himself as a subway scholar, reading voraciously during the hour-long subway journeys to and from midtown Manhattan and soaking up a wide array of imagery, from comic books and films to magazine covers. James Montgomery Flagg, J.C Leyendecker and Norman Rockwell were among the American illustrators he admired. He recalled seeing wonderful posters by Lucian Bernhard, the famous German designer, in the subway. The Bronx, a hotbed of

«Vedevo attorno a me cose eccitanti realizzate da Cassandre, Paul Rand, pochi anni più grandi di me, Alexey Brodovitch e altri, ma ero nella parte più bassa del settore. Ero abbastanza giovane, abbastanza ingenuo e abbastanza presuntoso da credere di poter elevare la pubblicità per i film allo standard fissato dalle rayografie di Man Ray e dai film e illustrazioni di Jean Cocteau»87.

Negli anni Quaranta, tuttavia, nonostante Bass cercasse di far valere le sue idee, i tempi non erano ancora maturi per cambiare le convenzioni del settore. Estremamente deluso da questo tipo di approccio, nel 1944 Saul lasciò lo studio, convinto di non volersi più occupare di campagne pubblicitarie per i film. Iniziò, quindi, a lavorare per la Blaine

Thompson Company, una promettente agenzia newyorkese.

Fu proprio durante gli anni di lavoro alla Blaine Thompson Company che Bass conobbe Gyorgy Kepes, artista ungherese, esponente del Modernismo europeo, che avrà un enorme influenza su di lui (fig. 13). Formatosi prima a Budapest e poi in Germania, Kepes, si interessò inizialmente alla pittura per poi focalizzare i suoi studi soprattutto verso il cinema e il design. A partire dal 1930 inizia la sua collaborazione con Laszlo Moholy Nagy, l'importante pittore e fotografo esponente del Bauhaus. Entrambe le personalità e i loro studi saranno

87 «I could see all around me exciting stuff by Cassandre, Paul Rand, just a few years older than me, Alexey Brodovitch and others, but i was in the ass-end of the industry. I was young enough, naive enough and sufficiently cocky to believe I could elevate movie advertising to the standard set by Man Ray's rayographs and Jean Cocteau films and illustrations». Saul Bass in Ibidem.

Fig. 13: Saul Bass, pubblicità per la Tylon Cold Wave, versione in bianco e nero pubblicata su una rivista di design nel 1945. Sono già messi in pratica, in questo lavoro, alcuni principi del Bauhaus, come la composizione e l'equilibrio delle forme.

di importanza vitale per la carriera artistica di Saul Bass, e per la definizione del suo stile.

Durante i suoi anni di insegnamento al Bauhaus, Moholy Nagy, nel 1925, aveva pubblicato il volume Pittura Fotografia Film, aprendo nuove aree di studio sopratutto in campo fotografico. In quest'opera egli si dichiara contrario alla pittura figurativa tradizionale, ricercando nuove aree di interesse che lui ritrova in particolare nella fotografia, tecnica capace di liberare «il pittore dalle pastoie dell'immaginazione naturalistica, lasciandolo così libero di creare pure composizioni di luce colore e forme»88. Moholy Nagy, inoltre, sottolinea come

sia necessario contribuire alla costruzione del nostro tempo con i mezzi attuali, come appunto la fotografia e il cinema. È un'idea, questa, che rientra molto nel concetto di “arte applicata”, proprio delle teorie del Bauhaus: «l’artista è un costruttore che, per raggiungere la società di massa e far circolare idee e immagini riproducibili e riprodotte, deve lavorare coi mezzi della contemporaneità»89.

Questo libro sarà di particolare importanza per lo sviluppo delle successive teorie di Kepes, che nel 1935 seguì Moholy Nagy negli Stati Uniti (lasciarono la Germania in seguito alla chiusura del Bauhaus imposta dal regime nazista) dove aprirono il New Bauhaus a Chicago. Qui Kepes si dedicò agli insegnamenti sulle teorie della luce e del colore; interessandosi in modo particolare alla mimetizzazione (in seguito a degli studi sulla divisa dell'esercito americano e il camouflage) e agli effetti di pattern luminosi sull'ambiente urbano. Da tutte queste ricerche e interessi nacque il suo libro più importante, Il linguaggio della visione, pubblicato nel 1944, due anni dopo aver iniziato ad insegnare al Brooklyn College, dove Bass seguì le sue lezioni.

88 B. Newhall, Presentazione, in L. Moholy Nagy, Pittura Fotografia Film, Giulio Einaudi Editore, Torino 1987, p. XI (ed. aggiornata Torino 2010).

89 E. Baruffaldi, Da Saul Bass a Game of Thrones. Il title design come nuova frontiera della

creatività contemporanea, Tesi di Laurea magistrale, Univesità Ca' Foscari Venezia, a.a. 2011-

Kepes adottò un nuovo approccio al design, altamente intellettuale. Credeva, infatti, che le combinazioni di determinati elementi visivi potessero creare delle tensioni alla base di un linguaggio universale, quello della visione (fig. 14). Riteneva, inoltre, che la progettazione grafica e le immagini in movimento avessero un ruolo importante nel cambiare il mondo, perché erano meno retrograde rispetto alla tradizione pittorica figurativa90. Non più la

pittura, bensì il cinema, la televisione e la fotografia sono «le basi su cui sviluppare il contemporaneo linguaggio visuale»91. Ritorna anche con Kepes,

quindi, un concetto di arte non fine a se stessa, ma utile al mondo contemporaneo: per lui la grafica aveva uno scopo principale, che non era solo quello di vendere, bensì quello di aiutare a vivere, aiutare l'occhio a sviluppare

la sensibilità visuale.

Le lezioni di Kepes contribuirono a trasformare il modo in cui Bass intendeva il design, aiutandolo a diventare non solo un semplice

designer di talento ma, sopratutto,

un importante esponente della grafica di stampo modernista. Come affermò lo stesso Bass, Kepes gli aprì la porta per un nuovo mondo, permettendogli di maturare tutte quelle conoscenze già apprese nel corso di Trafton, familiarizzando con la New

Typography e con la grafica del

Bauhaus, e approfondendo lo studio

90 Cfr. P. Kirkham, J. Bass, Saul Bass..., p. 9. 91 E. Baruffaldi, Da Saul Bass..., p.16.

Fig. 14: Gyorgy Kepes, The Two Faces of Juliet, 1935. Ritengo si possano trovare analogie tra questo lavoro di Kepes e alcune sequenza di

Vertigo (La donna che visse due volte, A.

dell'arte europea, dal Cubismo al Costruttivismo, passando per il Surrealismo e il De Stijl92.

«Kepes svolgerà un ruolo chiave nell'indirizzare Bass verso un'estetica e una sensibilità modernista, permettendogli di acquisire e rielaborare le riflessioni sui linguaggi visivi portate avanti, negli anni Venti, in una fitta rete di interscambi reciproci, da esperienze quali futurismo, neoplasticismo, dadaismo, astrattismo, costruttivismo, razionalismo, e lo stesso Bauhaus»93.

Bass comprese e iniziò a mettere in pratica in questi anni il concetto di equilibrio dinamico, secondo cui all'interno dell'immagine sono le forze spaziali di attrazione e repulsione a creare una tensione interna, grazie alla penetrazione di linee e piani e alla modulazione della luce. In questo modo i suoi lavori cambiarono notevolmente, diventando più dinamici e astratti, abbandonando ogni eccesso decorativo, avvicinandosi sempre più a quell'estetica modernista di cui abbiamo parlato fin'ora.

La vicinanza a Kepes gli permise, inoltre, non solo di ampliare le proprie conoscenze in campo artistico e teorico, ma anche di entrare a far parte della New York Art Directors Club e di stringere così amicizie importanti con i maggiori grafici che lavoravano a New York, da Alex Brodovitch a Paul Rand. Furono anni fondamentali per la formazione di Bass e le sue stesse parole esprimono il grande contributo che Kepes, in quanto uomo e artista, diede alla sua futura carriera: «Ha cambiato la mia vita. Lui mi ha trasformato e io sono diventato un designer per lui. Ha aperto per me la porta che mi ha fatto comprendere il design e l'arte in un altro modo. Lui è un insegnante davvero ispirato. È raro che un uomo possa essere sia un artista che un insegnante e svolgere superbamente entrambi i ruoli»94.

92 Cfr. P. Kirkham, J. Bass, Saul Bass..., p. 9. 93 V.C. Re, Ai margini del testo..., p. 87.

94 «He changed my life. He turned me around and I became a designer because of him. He opened the door for me that caused me to understand design and art in another way. He is a truly inspired teacher. It is rare that a man can be both an artist and a teacher and perform superbly as both». Saul Bass in Art Directors Club Archive, Hall Of Fame, György Kepes, http://adcglobal.org/hall-of-

Nel documento Saul Bass: L'arte nei titoli di testa. (pagine 45-52)