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I lavori per il cinema

Nel documento Saul Bass: L'arte nei titoli di testa. (pagine 52-68)

La carriera di Saul Bass è un vero e proprio esempio di versatilità artistica. Durante i suoi intensi anni di lavoro egli si occupò dei diversi aspetti del

graphic design, dalla pubblicità alla corporate identity, dal packaging alla

televisione, dedicando ampio spazio al cinema: dalle campagne pubblicitarie per i film ai titoli di testa, fino alla creazione di cortometraggi e di un lungometraggio.

Non essendo possibile affrontare tutte insieme le aree del suo operato, questo paragrafo percorrerà la sua vita lavorativa analizzando i diversi aspetti della sua attività nel mondo del cinema.

Dopo aver seguito le lezioni con Kepes ed essersi fatto un nome importante nel mondo del design newyorkese, Saul Bass ritornò a lavorare per il cinema. Pur rimanendo sotto contratto della Blaine Thompson Company, iniziò, infatti, una collaborazione con la Warner Bros che lo portò a stringere una forte amicizia con il suo collega Paul Radin.

Radin, poco tempo dopo, venne assunto dalla Buchanan and Company per dirigere i nuovi uffici di Los Angeles. In quegli anni la Buchanan and Company era una delle più importanti agenzie pubblicitarie degli Stati Uniti, e in campo cinematografico collaborava sopratutto con la Paramount Pictures. Sotto raccomandazione di Radin, nel 1946 a Saul Bass fu offerto un posto come art director a Hollywood. Nonostante New York in quegli anni rappresentasse ancora il centro dell'industria pubblicitaria per il cinema, qualcosa nell'aria stava cambiando: la nascita di diverse case di produzione indipendenti stava creando molta concorrenza tra i giovani designers newyorkesi. Inoltre, Los Angeles e Hollywood, in questi anni, stavano diventando un luogo di incontro per numerosi artisti e uomini di talento. Bass decise che era giunto il momento di cambiare aria e accettò l'offerta di Paul

Radin.

Nel 1946, quando Saul Bass arrivò a Los Angeles, la città era «una Mecca per i giovani artisti e designer»95. L'espansione della vita progressista, creativa e

culturale era iniziata negli anni Venti quando Aline Barnsdall, Louise e Walter Arensberg e altri miliardari iniziarono a interessarsi all'arte, l'architettura e

design, finanziando artisti del calibro di Frank Lloyd Wright, Edward Weston

e Rockwell Kent. Inoltre, tra gli anni Trenta e i primi anni Quaranta, a causa del conflitto bellico emigrarono qui molti artisti europei: l'architetto Richard Neutra, numerosi registi come Josef von Sternberg, Billy Wilder e Oskar Fischinger, i compositori Igor Stravinsky e Arnold Schoenberg e gli scrittori Aldous Huxley e Christoper Isherwood. Alcune di queste personalità legate all'industria cinematografica, come per esempio Wilder e von Sternberg, si distinsero per l'interesse e la promozione dell'arte contemporanea e del design. All'inizio degli anni Quaranta la situazione dal punto di vista artistico migliorò ulteriormente: Man Ray nel 1940 espose le sue opere in una galleria sul Sunset Boulevard, e nel 1941 giunsero in California altre importanti personalità come Thomas Mann, Bertolt Brecht e Theodor Adorno. Numerosi designer, artisti e architetti si riunirono attorno alla rivista “Art & Architecture”, che ebbe una particolare influenza su Saul Bass e la sua generazione. Caratterizzata una grafica modernista, la rivista si occupava di promuovere tutto ciò che si presentava in maniera progressista nei diversi campi: arte, architettura, design, fotografia, cinema, musica, danza e persino politica.

95 P. Kirkham, J. Bass, Saul Bass..., p. 13. Fig. 15: Saul Bass, copertina realizzata per la rivista "Arts and Architecture", novembre 1948.

Saul ammirava molto il lavoro di questa rivista e l'attenzione che mostrava per diverse personalità da lui conosciute e apprezzate, dal suo maestro Kepes, a Moholy Nagy, da Hoffman a Mies van der Rohe. Nel 1948 venne riconosciuto anche il talento di Saul Bass, che iniziò a collaborare con la rivista, creando la copertina del mese di Novembre (fig. 15).

La promozione artistica e culturale a Los Angeles iniziava, in questi anni, a portare un'aria nuova anche nell'industria cinematografica.

I cambiamenti di questi anni furono la conseguenza di un contesto storico molto movimentato. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale la lotta per i diritti civili si diffuse in tutti gli Stati Uniti: i nuovi temi dell'attualità vennero accolti all'interno della cinematografia hollywoodiana, mettendo in crisi il sistema dei generi del cinema classico. «Il romanticismo dell'era pre-guerra e il patriottismo ora lasciavano il posto a un nuovo naturalismo e alla volontà di affrontare problemi psicologici e sociali in un modo realistico e spesso cinico»96.

Il 1948, inoltre, fu l'anno che diede avvio al lento declino dello studio system. Attraverso un provvedimento antitrust si sancì la fine dell’oligopolio esercitato dalle majors hollywoodiane: poste di fronte a una scelta per limitare il proprio controllo sulle condizioni di mercato, le grandi case di produzione scelsero di perdere il diritto di possesso delle sale cinematografiche.

Fu così che anche le minors, a partire dagli anni Cinquanta, si fecero strada riuscendo ad entrare in possesso di sale più grandi e a produrre film con un budget elevato. Il numero di case di produzione indipendenti aumentò e si diffusero molti nomi di produttori e professionisti autonomi, persino alcune star iniziarono ad auto-produrre i propri film (vedi il caso di Spartacus a cui lavorerà Bass).

96 «The romanticism of the prewar era and the patriotism of the flag-waving days now gave way to a new naturalism and a willingness to face up to psychological and social issues in a realistic, often cynical way». E. Katz, The film Encyclopedia, Crowell, New York, 1979, p. 1176, citato in P. Kirkham, J. Bass, Saul Bass..., p. 16. (trad. mia)

Fu in questo contesto sociale ed economico che Saul Bass riuscì a far emergere le sue idee innovative nel settore della pubblicità per film: «La modernità dei contenuti di certi film aiutò l'accettazione di forme moderne di pubblicità, e non è una coincidenza che i più importanti lavori di Saul alla fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta furono o per produttori e direttori indipendenti o per film con argomenti di attualità – e spesso per entrambi»97.

Uno dei primi lavori di Bass a Los Angeles fu la campagna pubblicitaria per

Monsieur Verdoux (1947) di Charlie Chaplin ma purtroppo i suoi disegni

furono perduti. Si dedicò allora alla creazione di manifesti di diversi film prodotti da Stanley Kramer.

Attorno alla figura di Kramer si era creato un team di registi e professionisti che si occupavano di realizzare film dai temi sociali. In particolare si ricordano

The Men (Il corpo ti appartiene, Fred Zinnemann, 1950), Death of Salesman ( Morte di un commesso viaggiatore, Lázló Benedek, 1951) e sopratutto

97 «The modernity of the content of certain films helped the acceptance of modern forms in advertising, and it is no coincidence that Saul's most important work in the late 1940s and early 1950s was either for indipendent producers and directors or for films with topical subject matter – and often both», P. Kirkham in P. Kirkham, J. Bass, Saul Bass..., p. 16. (trad. mia)

Figg. 16, 17, 18: Saul Bass, poster pubblicitari realizzati per The Men (Il corpo ti appartiene, Fred Zinnemann, 1950), Champion (Il grande campione, Mark Robson, 1949) e Death of Salesman (Morte di un commesso viaggiatore, Lázló Benedek, 1951).

Champion (Il grande campione, Mark Robson, 1949) (figg. 16, 17, 18).

Nella locandina di Champion, in particolare, si possono notare alcune delle caratteristiche che ritroveremo nei lavori futuri di Bass: la scelta di pochi elementi simbolici, contrasti cromatici molto forti, il bianco e il nero illuminato da dettagli rossi e un lettering non regolare.

Dopo il successo di Champion, a Saul venne affidata la campagna pubblicitaria di Now Way

Out (Uomo bianco, tu vivrai!, Joseph

Mankiewicz, 1950), un film della Twentieth Century Fox che affrontava un tema difficile, quello del razzismo. Bisognava creare, quindi, un manifesto capace di attirare il pubblico senza suscitare ulteriori polemiche. Bass ideò una campagna che può essere considerata come il primo esempio di estetica modernista all'interno della pubblicità per film (fig. 19).

La locandina si caratterizza per una serie di grosse linee nere

orizzontali, intervallate da immagini dei protagonisti immortalati in alcune scene diegetiche. Le linee, inoltre, presentano delle frecce al loro interno che, insieme al simbolo delle manette aperte legate alla spalliera del letto (in basso a destra nella locandina), simboleggiano l'idea di fuga. Il titolo del film è utilizzato come un vero elemento grafico e si inserisce perfettamente nella composizione grafica dell'intera

Fig. 19: Saul Bass, poster pubblicitario del film Now Way

Out (Uomo bianco, tu vivrai!,

Joseph Mankiewicz, 1950).

Fig. 20: Saul Bass, locandina realizzata per il film Decision Before

Dawn (I dannati, A.

locandina. Il tutto crea delle aspettative nel pubblico, senza anticipare nulla del film ma è chiaro che la storia sarà caratterizzata da un crescendo di tensione. Anche nella sua successiva campagna – quella per Decision Before Dawn (I

dannati, A. Litvak, 1951)- Bass starà molto attento gli aspetti modernisti

acquisiti durante le lezioni di Kepes. Si nota, inoltre, per questa locandina, una decisa influenza dal Bauhaus (fig. 20).

Nel 1950 Saul Bass si trasferì alla Foote, Cone & Belding, agenzia pubblicitaria che realizzava le campagne per i film della RKO. Qui si scontrò più volte con il ricco proprietario della casa di produzione, Howard Hughes, la cui idea di cinema e di promozione limitava la creatività di Bass. A causa di questi limiti imposti dall'alto, Saul decise di abbandonare l'agenzia e si mise in proprio, lavorando come freelance e aprendo il suo ufficio personale nel 1956. Gli anni Cinquanta possono essere considerati il decennio d'oro per la carriera di Bass: fu in questi anni che si affermò il suo stile più caratteristico che, pur con le differenze dovute ai diversi temi affrontati, rimarrà riconoscibile fino ai suoi ultimi lavori negli anni Novanta.

È in questi stessi anni, inoltre, che Saul Bass iniziò il suo lavoro nei titoli di testa. Otto Preminger, che già si era distinto per un'attenzione particolare alla sequenza d'apertura di alcuni suoi film – Where the Sidewalk Ends (Sui

marciapiedi, 1950) per esempio - nel 1954 decise di affidargli la campagna

pubblicitaria per il film Carmen Jones. Una volta ideato il logo pubblicitario del film (un rosa su una fiamma rossa) Bass e Preminger pensarono di animarlo e utilizzarlo anche per la sequenza dei titoli di testa. Seppur molto semplice, questa sequenza fu un primo passo importante per poter rinnovare un settore cinematografico che per anni era stato sottovalutato.

Nel 1955, per il suo film successivo, Otto Preminger diede a Saul il via libera per progettare un tipo di pubblicità innovativa. I manifesti, le locandine di vario formato, e tutto il materiale pubblicitario doveva avere un aspetto unitario e facilmente riconoscibile dal pubblico. Il risultato fu l'impressionante

campagna creata per The Man with the Golden Arm (L'uomo dal braccio d'oro, 1955), da cui nasceranno anche i titoli di testa del film.

La collaborazione tra Bass e Preminger si rivelerà essere molto fruttuosa e duratura, ma non ci soffermeremo su questo momento della sua carriera, in quanto sarà argomento di un paragrafo successivo.

Nel suo studio al 1778 della Highland Avenue di Hollywood, Bass, nonostante avesse un assistente, lavorava per lo più in solitaria, seguendo personalmente ogni aspetto dei suoi progetti. Le cose cambiarono nel 1956 quando conobbe Elaine Makatura, sua futura moglie e, sopratutto, sua più importante collaboratrice.

Nata a New York in una famiglia di origini ungheresi, Elaine sviluppò fin dall'infanzia una passione per le arti, in particolare la musica e il disegno. Dopo aver intrapreso una carriera nel mondo del canto a fianco delle sorelle, alla fine della Seconda Guerra Mondiale il gruppo – le Belmont Sisters – si sciolse e Elaine si trovò costretta a decidere del suo futuro. Iniziò, quindi, a lavorare come disegnatrice di modelli e stilista per una casa di moda a New York. Nel 1954 decise di trasferirsi a Los Angeles per intraprendere una carriera nel design. Venne assunta alla Capitol Records dove lavorò per circa due anni, fin quando non si accorse che aveva bisogno di un lavoro più stimolante, e qualcuno le consigliò di rivolgersi a Saul Bass, che a quel tempo stava cercando un assistente. Un anno prima Saul aveva realizzato i titoli di testa del film di Billy Wilder The Seven Year Itch (Quando la moglie è in

vacanza, 1955) e Elaine ne fu piacevolmente colpita.

Una volta assunta nello studio di Bass, Elaine sviluppò interessi e abilità grafiche notevoli, tanto da iniziare fin da subito a collaborare alla realizzazione di alcuni progetti. Nel 1960 si sposarono e questo fu anche l'anno che segnò definitivamente la nascita del loro sodalizio professionale: Saul decise di affidarle la realizzazione dei titoli di testa di Spartacus (Id., Stanley Kubrick, 1960). A questo seguiranno moltissimi altri lavori: non solo

titoli di testa ma anche campagne pubblicitarie, corporate images, packaging e diversi cortometraggi. Come vedremo, sarà particolarmente importante il suo contributo nei titoli di testa realizzati per i film di Martin Scorsese negli anni Novanta.

Come fa notare la Kirkham parlando del loro sodalizio professionale98, è molto

difficile distinguere gli apporti di ciascuno nei loro progetti in quanto collaboravano sempre insieme, uniti da una forte intesa intellettuale e creativa. Si può affermare che Saul era il volto pubblico della coppia, mentre Elaine rimase per molti anni in disparte, ignorata da critici e storici dell'arte. In realtà la sua capacità nel disegno, il suo sguardo grafico e la sensibilità musicale sono stati elementi fondamentali per rendere la collaborazione con Saul Bass “veramente completa”, come lui stesso ha sempre sostenuto99.

Poco tempo dopo l'arrivo di Elaine, Saul, con l'aiuto dell'uomo d'affari Morrish Marsh, diede vita alla Saul Bass & Associates. Dopo collaborazioni saltuarie con diversi grafici, fotografi e architetti, nel 1960 assunse a tempo pieno Art Goodman, designer che lo aiutava nella definizione del concept dei vari progetti. Insieme al fotografo George Arakaki e alla manager Nancy von Lauderbach, Goodman rimarrà al servizio di Saul Bass per ben trent'anni. L'agenzia in questi anni ebbe una forte espansione e nel 1975 Bass trovò un nuovo socio, Herb Yager: un responsabile di marketing che aveva molta esperienza lavorativa nel campo della pubblicità.

L'agenzia cambiò il suo nome in Bass/Yager & Associates, ma Saul rimase il cardine di ogni progetto: nonostante avesse molta fiducia in Yager e nei suoi collaboratori, Bass preferiva assumersi tutta la responsabilità del design. Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, come abbiamo già accennato, Saul Bass collaborò con un altro regista molto importante a Hollywood, interessato all'arte e con una grande passione per il design: Billy

98 P. Kirkham, Looking for the Simple Idea, in “Sight and Sound”, vol. 4, n. 2, febbraio 1994, p. 17. 99 J. Supanick, Saul Bass: "…to hit the ground running…", in “Film Comment”, vol. 33, n. 2, marzo

Wilder. Il primo film di Wilder a cui lavora Bass è The Seven Year Itch (Quando la moglie è in vacanza, 1955), realizzando una sequenza dai titoli dall'aspetto decisamente modernista e legato alla cultura pop (fig. 21).

Il particolare font realizzato da Harold Adler – che aveva già collaborato con Bass per Carmen Jones e The Man with the Golden Arm100– si inserisce

all'interno di una serie di blocchi dai luminosi colori pop che a ritmo di musica scivolano sullo schermo nero, formando una scacchiera irregolare. Tutte le scritte sono bianche su fondo nero, mentre la menzione del regista è messa in risalto rispetto le altre comparendo su un quadrato bianco che salta fuori dagli altri blocchi con una molla. Prendendo spunto dalle sigle dei quiz televisivi (che in quegli anni iniziavano a diffondersi) e dai gesti degli illusionisti, Bass riuscì ad esprimere con questi titoli di testa l'animo giocoso e ottimista della

100B. Radatz, The Seven Years Itch (1955), http://www.artofthetitle.com/title/the-seven-year-itch/ Fig. 21: Saul Bass, fotogrammi tratti dai titoli di testa di The Seven Year Itch (Quando la

commedia101.

Sempre per Billy Wilder realizzò la campagna pubblicitaria per Love in the

Afternoon (Arianna, 1957), Some Like it Hot (A qualcuno piace caldo, 1959) e One, Two, Three (Uno, due, tre!, 1961).

Sul sodalizio tra Bass e Wilder si è soffermata in particolar modo Pat Kirkham, realizzando un'intervista doppia ai due artisti nel 1995102, in cui

conversano insieme sul cinema del passato e del presente, sulle loro maggiori influenze e le loro esperienze professionali.

Al di fuori delle collaborazioni importanti con Preminger e Wilder, in questi anni Bass lavora anche con altri registi. Di particolare importanza è il lavoro

101P. Kirkham, J. Bass, Saul Bass..., p. 154.

102P. Kirkham, Saul Bass and Billy Wilder: in conversation, in “Signt and Sound”, n. 6. giugno 1995, p. 18-21.

Fig. 22: Saul Bass, fotogrammi tratti dal cortometraggio animato realizzato per i titoli di coda del film Around the World in Eighty Days (Il giro del mondo in 80 giorni, Michael Anderson, 1956).

realizzato nel 1956 per Around the World in Eighty Days (Il giro del mondo in

80 giorni) di Michael Anderson, tratto dal romanzo omonimo di Jules Verne

(fig. 22).

Bass realizzò per questo film una sorta di epilogo che assume le vesti di titoli di coda, un vero e proprio cortometraggio animato che mette in scena il viaggio del protagonista Phileas Fogg. La sequenza si apre con una dichiarazione di intenti: leggiamo infatti le parole “chi si vede in quale scena e chi ha fatto cosa”, mettendo a nudo quella che è la funzione principale dei titoli di testa e di coda, la presentazione dei professionisti. Ciò che segue è un riassunto delle tre ore precedenti, una striscia animata che riflette lo stile grafico della fine degli anni Cinquanta: la pulizia della linea, l'uso del collage e del montaggio per la combinazione di illustrazioni d'epoca vittoriana e i disegni caricaturali, i blocchi di colori vivaci e i contorni nitidi sono tutti elementi che accompagnano il viaggio di uno strano omino con la testa a forma di orologio e della sua bicicletta, icone dei due personaggi principali, Phileas Fogg e il suo maggiordomo Passepartout.

Vedremo in maniera più approfondita nelle pagine successive come Bass per molti suoi lavori crei dei veri e propri ideogrammi, dei simboli che veicolano significati più profondi. Qui ci basti notare come l'omino stilizzato con la testa a forma di orologio possa essere considerato come emblema figurativo del tempo che scorre, essendo la temporalità uno dei temi portanti del film103 .

In un suo importante articolo sul grafico americano Gerard Blanchard si occupa proprio di analizzare questa sequenza di coda realizzata da Bass104.

Egli si sofferma in modo particolare sul ruolo che la sequenza dei titoli di coda assume, sottolineando le differenze con la sequenza d'apertura: mentre quest'ultima ha come obiettivo quello di preparare lo spettatore per l'entrata nella finzione, i titoli di coda hanno il compito di riaccompagnarlo fuori della

103J. Supanick, Saul Bass: "…to hit the ground running…", pp.72-77.

104G. Blanchard, Saul Bass: génériques et films, in “Communication et langages”, n. 40, quarto trimestre 1978, pp. 76-96

diegesi, farlo rientrare nella realtà senza troppi traumi. Nel caso di Around the

World in Eighty Days, inoltre, la sequenza animata finale permette l'uscita non

traumatica dalla finzione in modo giocoso e ironizzando sulla storia appena vista: se questa sequenza fosse stata un prologo al film, lo spettatore non avrebbe potuto comprendere tutti i riferimenti105.

Il 1958 fu l'anno che segnò l'inizio di un'altra collaborazione importante per Bass: venne, infatti, ingaggiato da Alfred Hitchcock per la realizzazione della campagna pubblicitaria e dei titoli di testa di Vertigo (La donna che visse due

volte, 1958). Il loro sodalizio durò per ben tre film – oltre a Vertigo, North by Northwest (Intrigo Internazionale, 1959) e Psycho (Psyco, 1960) - e segnò una

tappa fondamentale per la carriera di Saul Bass. Per la prima volta, con

Psycho, Bass non si occupò solo dei titoli di testa ma venne assunto con il

ruolo più ampio di visual consultant e gli venne affidata la creazione degli

storyboards di diverse scene del film (tra cui la tanto discussa “scena della

doccia”)106. Nello stesso anno, il 1960, Bass venne coinvolto da Kirk Douglas

per la realizzazione di Spartacus (id.), la cui regia venne affidata a Stanley Kubrick. Per questo film Bass realizzò i titoli di testa (i primi con la moglie Elaine) e si occupò di alcune sequenze importanti, come quella dedicata alla scuola dei gladiatori e quella fondamentale della battaglia finale107.

Iniziò, in questi anni, a dar vita a titoli di testa inusuali per il suo stile, girati in

Nel documento Saul Bass: L'arte nei titoli di testa. (pagine 52-68)