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Non solo titoli di testa: le locandine

Nel documento Saul Bass: L'arte nei titoli di testa. (pagine 68-75)

Un discorso a parte meritano le tante locandine create da Saul Bass durante la sua lunga carriera: egli esordì nel mondo del cinema proprio lavorando a numerose campagne pubblicitarie e solo in seguito si dedicò alla creazione dei titoli di testa. Sarà Otto Preminger il primo regista a proporre a Bass di trasformare gli innovativi simboli grafici creati per le locandine in immagini in movimento. Gli esempi più famosi nati da questa collaborazione sono i lavori realizzati per The Man with the Golden Arm e Anatomy of a Murder (Anatomia di un omicidio, 1959), di cui ci occuperemo in seguito. Soffermiamoci ora su alcune locandine che molto spesso vengono dimenticate ma sono, invece, importanti esempi di grafica modernista.

Dalla collaborazione con Preminger nacquero dei lavori molto innovativi per l'epoca: sparirono i visi delle star protagoniste per essere sostituiti da simboli grafici in grado di riassumere con pochi elementi l'essenza del film.

Particolarmente esplicativa da questo punto di vista è la locandina realizzata per Saint

Joan (Santa Giovanna, Otto Preminger,

1957). La sagoma spezzata di un cavaliere con la sua spada al centro di un mosaico dai colori caldi che ricorda le vetrate delle cattedrali medievali (ancor di più quelle rivisitate da Theo Van Doesburg) è emblematica del tema del film (fig 25): una giovane donna che nella sua vita ha combattuto l'idea convenzionale di femminilità, andando contro l'istituzione della Chiesa e dello Stato118. Il riferimento alla chiesa e alla sacralità delle sue

vetrate rimanda, inoltre, alla santificazione della protagonista. Per Preminger Bass realizzerà numerose locandine efficaci e originali dal punto di vista grafico, basti pensare alla forza visiva di quelle realizzata per Exodus (Id., 1960) e per The Cardinal (Il cardinale, 1963).

Anche la collaborazione con Billy Wilder è ricca di campagne pubblicitarie di successo. Dopo aver realizzato i titoli di The Seven Year Itch, infatti, Bass si occupa di realizzare i manifesti e le locandine dei successivi film di Wilder:

Love in the Afternoon (Arianna, 1957), Some Like It Hot (A qualcuno piace caldo, 1959) e One, Two, Three (Uno, due, tre!, 1961).

118P. Kirkham, J. Bass, Saul Bass..., p. 125. Fig. 25: Saul Bass, locandina del film

Saint Joan (Santa Giovanna, Otto

Per Some Like It Hot Bass crea una serie di annunci commerciali per accompagnare la candidatura all'Oscar del film (fig. 27). Si tratta di dieci pubblicità che riprendono il tema del film in modo facilmente riconoscibile, anche se non vi è un solo simbolo ricorrente, come nelle campagne realizzate per Preminger. Ogni annuncio racconta una breve storia, mentre il testo si integra perfettamente nel disegno, formando parti di esso, e ci racconta un altro breve aneddoto legato alla candidatura all'Oscar.

I rimandi alla cultura pop ritornano nella locandina iniziale realizzata da Bass per One,

Two, Three: una mano che sventola una

bandiera stilizzata degli Stati Uniti esce da un'imponente bottiglia che ricorda quella della Coca-Cola (fig. 26). Un simbolo popolare, riconosciuto da tutti per riassumere quello che è il tema portante del film: l'imperialismo

Fig. 27: Saul Bass, alcuni dei poster pubblicitari realizzati per accompagnare la candidatura all'Oscar del film Some Like It Hot (A qualcuno piace caldo, Billy Wilder, 1959).

Fig. 26: Saul Bass, prima versione della locandina realizzata per One,

Two, Three (Uno, due, tre!, 1961),

culturale ed economico dell'America degli anni Sessanta. Questa locandina non fu poi utilizzata in quanto non solo causò varie controversie nella Germania dell'Ovest, ma l'azienda Coca-Cola minacciò di passare alle vie legali.

Un'altra locandina che rimanda alla formazione artistica bassiana e ha molti riferimenti all'arte delle avanguardie è quella creata per un film meno famoso rispetto ai precedenti citati: Storm Center (Al centro dell'uragano, Daniel Taradash, 1956), uno dei primi film anti-maccartismo girato a Hollywood. Sicuramente non presente tra i lavori più ricordati di Saul Bass, ritengo che questa locandina meriti una menzione in quanto riprende elementi molto importanti dell'arte contemporanea. In primo luogo, l'uso del collage: una pagina strappata di un libro copre la metà del viso stilizzato che ricorda alcuni ritratti di Paul Klee. L'occhio, però, ritengo abbia la stessa intensità di alcuni occhi di Picasso: la stessa iride piena e lo sguardo dritto in avanti (figg. 28- 29).

Fig. 28: Saul Bass, locandina del film Storm Center (Al centro

dell'uragano, Daniel Taradash,

1956).

Fig. 29: Pablo Picasso, Autoritratto, 1907, olio su tela, Národnì galerie, Praga.

Un rapporto con l'arte di Picasso la King119 lo ritrova anche nella locandina

creata da Bass per Spartacus, mai utilizzata perché giudicata troppo schierata politicamente, visti i suoi chiari riferimenti alla conquista della libertà. La King ritiene che Saul Bass per realizzare l'uomo che con la mano destra brandisce in alto la spada e alla sinistra porta i segni delle catene appena spezzate, abbia trovato in Guernica la sua fonte di ispirazione: secondo lei la figura del gladiatore rappresenta una «versione più ribelle della figura disarmata all'estrema sinistra della tela di Picasso»120 (figg. 30-31).

Nonostante questa locandina non sia stata poi usata, Kubrick probabilmente ne fu particolarmente colpito, visto che vent'anni dopo decise di affidare a Saul

119 Cfr. E. King, Taking Credit: Film Title Sequences, 1955-1965. Dissertation for the V&A/RCA

M.A.

Course in the History of Design, Royal College of Arts, Londra 1993.

http://www.typotheque.com/articles/taking_credit_film_title_sequences_19551965_6_musical_stat ues_spartacus_1960

120Ibidem.

Fig. 30: Pablo Picasso, dettaglio di Guernica, 1937, olio su tela, Museo Naçional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid.

Fig. 31: Saul Bass, locandina realizzata per il film Spartacus (Id., Stanley Kubrick, 1960), rimasta inutilizzata.

Bass la realizzazione della locandina di un altro suo film, The Shining (Shining, 1980): il viso terrorizzato di un uomo compare all'interno della grande “T” che sovrasta la scritta del titolo e lo sfondo rosso rimanda a uno dei colori portanti del film, il colore del sangue.

Tra gli ultimi lavori di Saul Bass degli anni Novanta vi sono le locandine realizzate per Schindler's List (Schindler's list – La lista di Schindler, Steven Spielberg, 1993). Anche per il film di Spielberg Bass realizza dei simboli stilizzati su uno sfondo uniforme che riprendono in maniera simbolica il tema del film. In entrambe le locandine è presente la “lista”: nella prima versione la troviamo mimetizzata sullo sfondo grigio su cui spicca un intenso occhio a cui sembrano aggrapparsi degli uomini come se fossero lacrime (fig. 32); nella seconda versione, invece, sempre su fondo grigio, vediamo un filo spinato su cui è rimasto conficcato un pezzo della “lista” (fig. 33). Attraverso pochi elementi Saul ricrea il contesto in cui è ambientata la storia – il filo spinato è

Fig. 33: Saul Bass, seconda versione della locandima realizzata per il film

Schindler's List (Schindler's list – La lista di Schindler, Steven Spielberg,

1993). Fig. 32: Saul Bass, prima versione

della locandima realizzata per il film

Schindler's List (Schindler's list – La lista di Schindler, Steven Spielberg,

un chiaro riferimento ai campi di concentramento – e la drammaticità della vicenda raccontata, ricreata anche attraverso l'uso del grigio e del nero, che riprendono il bianco e nero del film.

Dopo questa breve carrellata tra le più significative locandine di Saul Bass è possibile cogliere alcuni degli elementi ricorrenti all'interno di esse. Solitamente caratterizzate da pochi simboli – spesso solo uno - che si stagliano su uno sfondo uniforme, le locandine di Bass hanno sempre un impatto visivo molto forte, il cui significato non è sempre comprensibile al primo sguardo ma colpiscono lo spettatore e lo incuriosiscono. Ricorrono, inoltre, nella maggior parte delle locandine i soliti colori: il nero dei disegni contrapposto al rosso dello sfondo (con qualche eccezione significativa: in

Exodus, per esempio, è azzurro, uno dei colori della bandiera israeliana),

accompagnati spesso da scritte o dettagli bianchi.

Come vedremo, nella sua lunga carriera nei titoli di testa Bass partirà da uno stile proprio e facilmente riconoscibile per poi esplorare nuove tecniche, sempre adattandosi al tema principale del film, abbandonando spesso la

motion graphic per il live-action e per soluzioni originali e innovative, come i

titoli realizzati per Scorsese alla fine della sua carriera. Per le locandine questa ricerca di cambiamento non avviene, o meglio non allo stesso livello: Saul rimase sempre fedele al proprio stile grafico, rendendo così riconoscibili i suoi lavori in questo campo. Bass dimostra, sopratutto, di aver compreso le differenze tra la pubblicità per i film, che deve sì predisporre lo spettatore alla visione del film ma non è ancora parte di esso, è autonoma; e i titoli di testa, che son già film e devono essere funzionali ad esso, adattandosi al suo stile, più di quanto debbano fare le locandine.

Nel documento Saul Bass: L'arte nei titoli di testa. (pagine 68-75)