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ANALISI DEL FENOMENO TECNOPATICO DA VIBRAZIONI

L. BINDI1, A. BRUSCO2, A. BUCCIARELLI2, S. CASINI3, M. CERVELLATI4,

M. CLEMENTE1, L. FRUSTERI5, D. MAGNANTE5, E. MARCHETTI6, M. MURATORE7, P. NATALETTI7, R. NITTI8, D. ORSINI9, P. PANARO5, N. PAPAPIETRO4, G. ROSCI9

Inail, Direzione generale, 1Sovrintendenza sanitaria centrale (Ssc) Inail, Direzione generale, 2Csa

Inail, 5Direzione generale, Contarp

Inail, Direzioni regionali, Contarp: 3Sicilia, 4Puglia, 7Friuli Venezia Giulia, 8Veneto, 9Lazio Inail, 6Dipartimento di medicina, edipemiologia, igiene del lavoro e ambientale, Dimeila

Seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp, Csa, Cit

Tipologia di vibrazione trasmessa 2012 2013 2014 2015 2016

al sistema mano-braccio 515 595 521 525 466 al corpo intero 1.123 1.265 1.513 1.665 1.346

Totale 1.638 1.860 2.034 2.190 1.812

elemento preliminare e fondamentale per lo studio dei rischi lavorativi in ottica sia preven-zionistica che assicurativo-previdenziale.

2. ANALISI DEL FENOMENO TECNOPATICO

Nel 2016 sono state oltre 60 mila le malattie professionali complessivamente denunciate all’Inail; di queste oltre un terzo accertate positive e la quota è destinata a superare il 40% a dati consolidati. Nel presente paragrafo sono descritte le caratteristiche di quelle riconosciu-te positivamenriconosciu-te da vibrazioni, che ammontano a circa 2 mila casi l’anno (a dato definitivo) e che incidono per circa il 10% sul complesso delle patologie. Poiché i valori del 2016 sono da ritenersi ancora provvisori e soggetti al consolidamento dovuto ai tempi tecnici di defini-zione della pratica, saranno descritti i fenomeni rispetto alla media del quinquennio osser-vato. I dati sono stati estratti dagli archivi statistici dell’Inail considerando tutte le gestioni assicurative, con anno di protocollazione 2012-2016 e rispetto all’agente causale vibrazioni.

Sono state escluse dalle analisi le malattie dell’orecchio e da rumore, pur contemplate nel dettaglio degli agenti causali da vibrazioni, per concentrare l’attenzione su quelle che insi-stono sul sistema mano-braccio e sul corpo intero.

Tabella 1 - Malattie professionali riconosciute per agente causale vibrazioni- Anni di protocollazione 2012-2016 (escluse malattie dell’orecchio e da rumore)

Fonte: archivi statistici Inail aggiornati al 31 ottobre 2017

Circa i tre quarti delle patologie sono determinate da vibrazioni trasmesse al corpo intero, con un’incidenza crescente nel corso del quinquennio di osservazione.

2.1 Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio

Annualmente sono oltre 500 le malattie da vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio, di cui oltre la metà sono rappresentate dalla sindrome del tunnel carpale, a seguire artrosi secondarie di altre articolazioni (15%) e sindromi di Raynaud (12%). Nel quinquennio, il 79% delle malattie sono tabellate ai sensi del d.m. 9 aprile 2008. La percentuale di tabellate risulta più elevata di quella riscontrata per il corpo intero (50%). Dal punto di vista dei postu-mi, il grado medio di menomazione permanente riconosciuto risulta pari a 5 punti percen-tuali, e per oltre il 60% dei casi i postumi rientrano nei gradi pari o inferiori a quello medio.

Quasi il 90% delle patologie afferisce al genere maschile e si concentra nella maggior parte dei casi nella classe di età 50-64 anni (64% del totale dei riconoscimenti). Le professioni (codificate a partire dal 2013 secondo la classificazione Istat-cp2011) principalmente colpi-te sono quelle degli artigiani, operai specializzati e agricoltori (73%), impiegati soprattutto nell’industria estrattiva, nell’edilizia e nelle coltivazioni. Il 76% delle patologie riguardano la gestione assicurativa dell’industria e servizi e la restante parte l’agricoltura. A livello di

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Classificazione ICD-X 2012 2013 2014 2015 2016

Sindrome del tunnel carpale 242 330 274 255 257

Artrosi secondaria di altre articolazioni 85 89 80 91 60

Sindrome di Raynaud 88 79 61 44 42

Sindrome della cuffia dei rotatori 24 29 31 41 27

Epicondilite mediale 17 18 21 25 18

Lesioni della spalla 12 13 11 26 24

Tendinite calcificante della spalla 14 2 9 8 10

Altro 33 35 34 35 28

Totale 515 595 521 525 466

Tabellate: 407 488 414 401 364

- Malattie causate da vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano-braccio 312 363 310 268 263

- Malattie da sovraccarico biomeccanico dell'arto/i superiore/i 95 125 104 133 101

settore lavorativo correlato sono coinvolti prevalentemente l’industria (40%), l’artigianato (28%) e l’agricoltura (24%); scendendo come livello di dettaglio ai sub-settori, prevalgono le costruzioni e la metalmeccanica e, per l’agricoltura, le coltivazioni di seminativi e non.

Per quanto riguarda il territorio, le malattie si concentrano per il 34% al centro e per il 32%

al sud, in particolare Abruzzo e Toscana che, da sole, assommano il 44% di riconoscimenti per il sistema mano-braccio.

Tabella 2 - Malattie professionali riconosciute da vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio, per classificazione ICD-X - Anni di protocollazione 2012-2016

2.2 Vibrazioni trasmesse al corpo intero

Le malattie professionali riconosciute da vibrazione al corpo intero (sostanzialmente patolo-gie della colonna vertebrale) sono cresciute costantemente tra il 2012 e il 2015 (il dato del 2016 come già detto è da considerarsi provvisorio), più significativamente di quelle mano-braccio: da 1.123 malattie del 2012 a 1.665 del 2015 (1.346 è il dato, non consolidato, del 2016). Mediamente, oltre il 50% dei riconoscimenti è tabellato (d.m. 9 aprile 2008) e dovu-to a ernia discale lombare. L’analisi per setdovu-tore e sub-setdovu-tore di attività correlati evidenzia come circa la metà delle malattie si concentri in agricoltura (soprattutto coltivazioni), servi-zi per il 27% (trasporti e comunicaservi-zioni) e industria-artigianato per il 24% (prevalentemen-te costruzioni). La regione con maggior numero di riconoscimenti nel quinquennio è la Sardegna (15%), seguita dalla Toscana (13%), al secondo posto anche per il sistema mano-braccio, e dal Lazio (10%); il sud concentra il 43% dei casi, davanti al centro (33%) e al nord (24%). Le donne rappresentano il 5% dei tecnopatici (contro il 10% per mano-braccio) e non si riscontrano sostanziali differenze di genere nella graduatoria delle patologie e nella distri-buzione per classe di età (il 60% ha tra 50 e 64 anni e il 28% tra 35 e 49 anni). Le profes-sioni principalmente colpite sono quelle degli artigiani, operai specializzati e agricoltori (51%), seguite da conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli (42%, valore di molto superiore al 14% riscontrato per il mano-braccio). Il grado medio di menomazione permanente riconosciuto, comune a tutti i tipi di patologia, è 8 punti percentuali con il 67% dei casi con grado uguale o inferiore.

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Classificazione ICD-X 2012 2013 2014 2015 2016

Ernia di altro disco intervertebrale specificato 763 772 869 857 674 Disturbi di disco intervertebrale lombare e di altra sede associati a radicolopatia 250 336 421 495 383 Degenerazione di altro disco intervertebrale specificato 77 113 164 206 183

Altre spondilosi 21 26 47 94 92

Altro 12 18 12 13 14

Totale 1.123 1.265 1.513 1.665 1.346

di cui Tabellate: Ernia discale lombare 726 736 807 798 600

Figura 1 - Malattie professionali riconosciute da vibrazioni per le principali professioni - Quadriennio di protocol-lazione 2013-2016

Tabella 3 - Malattie professionali riconosciute da vibrazioni trasmesse al corpo intero, per classifica-zione ICD-X - Anni di protocollaclassifica-zione 2012-2016

3. VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE

La grandezza fisica utilizzata nella stima delle vibrazioni trasmesse dalle macchine agli orga-ni del corpo umano è l’accelerazione, espressa in m/s2. Il principale descrittore del rischio è l’esposizione giornaliera A(8) [m/s2], ovvero l’accelerazione equivalente ponderata in fre-quenza e riferita alle 8 ore della giornata lavorativa nominale.

Per le vibrazioni trasmesse al corpo intero, la A(8) si calcola a partire dalla componente assiale maggiore dell’accelerazione, maggiorando del 40% le componenti assiali su x e y. Il d.lgs. 81/2008 dispone che ogni lavoratore possa essere esposto a un valore limite di esposi-zione giornaliero A(8) pari a 1 m/s2 , e a un valore limite di acceleraesposi-zione r.m.s. di 1,5 m/s2 su periodi brevi (pochi minuti). Il valore d’azione di A(8), fissato in 0,5 m/s2, rappresenta una soglia oltre la quale il datore di lavoro è tenuto alla sorveglianza sanitaria e a una serie di adempimenti per il controllo e la riduzione dell’esposizione alle vibrazioni. In caso di vibrazioni dall’elevato contenuto impulsivo, quando la valutazione di base può sottostimare gli effetti, la norma UNI ISO 2631-1 prescrive l’utilizzo congiunto di un metodo addiziona-le, ad esempio quello del Vibration Dose Value che, integrando sulla quarta potenza l’acce-lerazione, evidenzia meglio le componenti di picco. Il decreto non richiede questo parame-tro, ma può essere confrontato con il valore di azione giornaliero fissato dalla Direttiva n.

Atti SEMINARIO_2018 15/10/18 08.33 Pagina 78

2002/44/CE, e pari a 9,1 m/s1,75. Il riferimento per la valutazione del rischio da vibrazioni impulsive è la norma ISO 2631-5.

Per le vibrazioni trasmesse al sistema mano braccio, la A(8) si calcola considerando l’acce-lerazione somma vettoriale delle tre componenti sugli assi cartesiani, secondo le definizioni della norma UNI EN ISO 5349-1. Il d.lgs. 81/08 fissa il valore d’azione per l’esposizione giornaliera a 2,5 m/s2 e il valore limite a 5 m/s2. Sui periodi brevi (pochi minuti) l’accele-razione r.m.s. non deve superare il valore di 20 m/s2 (valore limite sui periodi brevi).

Anche per le vibrazioni al corpo intero, è obbligatorio restare al di sotto dei valori limite; il superamento del valore d’azione impone la sorveglianza sanitaria e una serie di adempimenti a cura del datore di lavoro per il controllo e la riduzione dell’esposizione a vibrazioni. Le accelerazioni che necessitano al calcolo dell’esposizione giornaliera A(8) possono essere misurate direttamente, ricavate dalle informazioni fornite dal fabbricante delle apparecchia-ture o cercate nelle banche dati accreditate. Non si può prescindere da un’indagine diretta su ciclo produttivo, mansioni, postazioni di lavoro, apparecchiature utilizzate, e dalla ricerca di informazioni sui reali tempi di adibizione alle singole operazioni svolte, che consentano una corretta stima dei tempi di esposizione.

4. ASPETTI MEDICO-LEGALI

Il medico Inail deve procedere a un’attenta valutazione della storia clinica del soggetto, non potendosi escludere, nel caso concreto, l’efficienza causale di livelli di rischio inferiori alle soglie previste dalla normativa prevenzionistica, dovendo essere sempre considerata la variabilità della risposta individuale alle sollecitazioni dell’agente patogeno. Su tali aspetti si è più volte pronunciata la giurisprudenza di legittimità che, proprio per le patologie a gene-si multifattoriale tabellate, ha ribadito che deve essere onere dell’Inail fornire la prova con-traria, ovvero che la lavorazione cui il lavoratore è stato addetto, non ha avuto idoneità suf-ficiente a cagionare la malattia, provando anche l’intervento di un diverso fattore patogeno, il quale, da solo o in misura prevalente, ha cagionato o concorso a cagionare la malattia.

Indispensabile quindi l’acquisizione degli elementi probatori del rischio lavorativo ed extra-lavorativo, l’attenta analisi del documento di valutazione dei rischi, con coinvolgimento della Contarp. Di rilievo sull’argomento sono state le indicazioni fornite nella nota dell’Istituto del 16/2/2006 “Criteri da seguire per l’accertamento dell’origine professionale delle malattie denunciate” che ha ribadito come i principi dell’ordinamento giuridico gene-rale, ex artt. 40 e 41 c.p., riguardo al concetto dell’equivalenza delle cause, risultino appli-cabili anche alla materia previdenziale dell’assicurazione contro infortuni sul lavoro e malat-tie professionali, ricordando che: “In particolare, in forza del principio di equivalenza, causa di un evento è ogni antecedente che abbia contribuito alla produzione dell’evento stesso, anche se di minore spessore quantitativo o qualitativo rispetto agli altri, salvo che sia dimo-strato l’intervento di un fattore causale da solo sufficiente a determinarlo. Ne consegue che, una volta che sia accertata l’esistenza di una concausa lavorativa nell’eziologia di una malat-tia, l’indennizzabilità della stessa non potrà essere negata sulla base di una valutazione di prevalenza qualitativa o quantitativa delle concause extralavorative nel determinismo della patologia”.

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RIASSUNTO

Il progetto promosso da Inail Direzione regionale per la Toscana e condiviso e sottoscritto da Regione Toscana, dall’Ufficio scolastico regionale del Miur e dal Dipartimento di scien-ze della terra dell’Università degli studi di Firenscien-ze è attivo dal 2013 ed ha visto il coinvol-gimento di 52 plessi scolastici di ogni ordine e grado distribuiti in tutto il territorio della Toscana. L’obiettivo è quello di valutare il grado di sicurezza geologica dell’edificio scola-stico, valutare le conoscenze e quindi la resilienza degli occupanti (docenti, personale ata e alunni) e creare i presupposti affinché siano integrati i documenti di valutazione dei rischi e i piani di emergenza con una valutazione dei rischi di natura geologica e le adeguate rispo-ste alle emergenze. La resilienza è considerata come la capacità che ogni comunità consape-vole di convivere con rischi ha di reagire in modo attivo alla presenza di un pericolo, predi-sponendo strategie di prevenzione integrate con le Autorità locali. In caso di rischi poten-zialmente molto lesivi e che possono coinvolgere la totalità delle persone presenti in un luogo di lavoro è di estrema importanza che la risposta alle emergenze sia pronta, adeguata e ben organizzata.

1. SCUOLE SELEZIONATE

Tramite i data base della Regione Toscana che censiscono gli edifici ad uso scolastico pre-senti sul territorio, incrociati con i dati cartografici sulla pericolosità sismica, idraulica e geo-morfologica, sono stati selezionati 52 plessi scolastici su tutta la Toscana che ricadono su aree a pericolosità geologica significativa e distribuiti nelle province in maniera uniforme.

Per ogni scuola è stata acquisita, tramite la propria direzione didattica e gli uffici tecnici degli enti proprietari, tutta la documentazione utile a inquadrare geologicamente il territorio su cui sorgono gli edifici, le caratteristiche planimetriche e costruttive degli edifici e la eventuale valutazione dei rischi geologici presente nei documenti di valutazione dei rischi DVR non-ché la risposta organizzata alle situazioni di emergenza a seguito di evento naturale.

2. INDAGINI

Per ogni plesso scolastico è stata svolta una indagine al fine di definire le condizioni di sicu-rezza geologica degli edifici. Questa viene valutata con un approccio multirischio, tenendo in

DIFFONDERE LA CONOSCENZA E LA CONSAPEVOLEZZA