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Analisi dei dati

Trattandosi di una ricerca di tipo quantitativo, l’analisi dei dati non ha avuto come obiettivo la de inizione di nuovi concetti già presenti nelle domande, ma è servita a misurare le alcune variabili e trovare delle relazioni fra queste.

Le informazioni presenti all’interno dei questionari raccolti sono state ordinate in una matrice dati, in cui sono state misurate le frequenze di risposta per ciascuna delle singole domande, al ine di descrivere l’andamento dei fenomeni osservati. La matrice è stata costruita ordinando i questionari in colonne numerate in ordine crescente e le opzioni di risposta in righe, rapprensentanti le variabili di ricerca. In totale sono stati raccolti 202 questionari, dai quali è stata fatta una prima pulizia dei dati volta a correggere le risposte ritenute non valide per l’interpretazione dei dati. Sono stati eliminati cosı̀ cinque questionari perfettamente identici e raccolti consecutivamente, ipotizzando che ci potesse esser stato un errore di sistema. Nel corso dell’analisi dei dati sono state fatte altre correzioni, che hanno comportato l’annullamento di alcune risposte e delle riquali icazioni delle opzioni scelta. Le domande “Conoscevi la notizia citata?” e “Qual è stata la tua prima reazione alla notizia?” hanno raccolto il maggior numero di risposte non valide. In questo caso infatti, la risposta “No, per niente” alla prima domanda, comportava la scelta dell’opzione “Non conoscevo il caso” nella seconda. Le risposte annullate per questa ragione sono state circa una decina in tutto.

Ulteriori considerazioni sono state fatte nelle domande “Come reagisci solitamente alla richiesta di amicizia di uno sconosciuto?” e “Dopo quanto avvenuto, è cambiato il tuo modo di usare Facebook?”, in cui è stato rilevato un alto tasso di scelta dell’opzione “altro”. Le affermazioni fatte in questo caso sono state raccolte in un foglio a parte, con lo scopo di analizzare separatamente le tutte le valutazioni fatte dai rispondenti e interpretare in modo omogeneo i fenomeni trattati.

Dalla matrice dei dati aggiustati è stato realizzato il conteggio totale delle risposte date per ciascuna opzione, da cui è stato possibile calcolare le percentuali di scelta per ogni domanda, in base al numero di responsi ritenuti validi. Il calcolo delle

frequenze della matrice dei dati aggiustata ha permesso un primo studio della dispersione delle risposte date, con cui sono stati individuati i casi in cui il comportamento medio non è stato determinante nelle considerazioni successive, perchè non generalizzabile al campione considerato.

Dalla prima fase di analisi delle risposte raccolte dai questionari è stato possibile de inire cinque categorie di ricerca, corrispondenti a i fenomeni più signi icativi presi in considerazione dall’indagine, tra cui: ● la visibilità e il controllo delle informazioni condivise su Facebook; ● i sistemi di tutela dei dati caricati nella piattaforma; ● gli effetti del datagate Facebook e Cambridge Analytica; ● la presenza del privacy paradox nei comportamenti rilevati; ● l’esistenza di una brand loyalty a Facebook.

Tali concetti sono stati analizzati partendo dalla mera osservazione dei risultati raccolti dai dati primari, senza alcuna valutazione sulle possibili relazioni tra le variabili presenti. Quest’ultima fase è stata fatta invece in un secondo momento, dedicato alla veri ica delle ipotesi assunte in precedenza. Gli stessi concetti considerati per la de inizione delle categorie di analisi, sono stati infatti ripresi e valutati in modo più approfondito, con una comparazione diretta di alcune variabili. In questo modo è stato possibile veri icare la presenza delle ipotesi formulate prima della realizzazione dell’indagine, in base a quanto dedotto dalla letteratura riguardante la gestione delle informazioni e il privacy paradox.

Nello studio dei primi due concetti sono state prese in considerazione le variabili presenti nel modello di ricerca realizzato dallo studio di Young e Quan-Haase nel 2013. In questa prima dimensione del questionario è stata cosı̀ veri icata l’assenza di una possibile relazione tra le variabili relative alla tutela delle informazioni online e quelle riguardanti la loro esposizione agli altri utenti iscritti al social network. Una seconda analisi è stata fatta per individuare l’esistenza di due modelli comportamentali, relativi a una maggiore o minore propensione alla condivisione di informazioni personali online e al controllo della sicurezza dei dati messi in rete. In ine i risultati delle prime due categorie di ricerca sono stati comparati con quelli

ottenuti dall’indagine del 2013 allo scopo di individuare possibili analogie e differenze con quanto studiato cinque anni prima.

Il terzo concetto preso in considerazione è stato esaminato in base alle domande presenti nella seconda parte del questionario. Questo in quanto la categoria di ricerca relativa al caso Facebook e Cambridge Analytica, è stata trattata solo in quella sezione. Nella veri ica delle ultime due nozioni invece, è stata fatta una valutazione più ampia, che ha coinvolto in modo trasversale diverse dimensioni del questionario. Le risposte raccolte sono state dunque analizzate in modo omogeneo, al ine di ottenere un’osservazione complessiva del tema tratto.

Nel complesso l’indagine ha avuto lo scopo di veri icare alcuni concetti già trattati dalla letteratura considerata, de inendo il comportamento degli iscritti a Facebook dopo il datagate in cui è stato coinvolto e individuando gli elementi critici nel rapporto tra utenti e aziende nelle attività di data retention e data mining. L’analisi delle relazioni presenti tra le diverse variabili del questionario ha permesso di veri icare quanto considerato nella letteratura di riferimento. La ricerca costituisce dunque una panoramica completa sulle caratteristiche comportamentali dell’uso dei social media e della condivisione di dati personali in Facebook.

Capitolo 6