pubblici”, “ho cambiato le opzioni sulla privacy nel mio pro ilo”, “limito le informazioni personali condivise” e “ho limitato la visibilità del mio pro ilo a terzi” prevalgono infatti i voti 3 e 5. In “limito l’uso del tag” e “ho eliminato alcuni post” il trend prevalente è meno evidente, considerando l’ampia distribuzione delle risposte. In ine in “ho bloccato alcuni utenti” e “uso informazioni false per evitare un’eccessiva esposizione” sono le risposte che hanno ottenuto un valore medio più basso. Nell’ultima sezione in particolare, è stata registrata una forte concentrazione sul volto 1, che ha ottenuto l’84% delle risposte.
Nel complesso dalla matrice si evince come la maggioranza degli utenti preferisca agire preventivamente per ridurre la propria esposizione in Facebook, limitando le informazioni condivise nel proprio pro ilo personale e in quello dei propri amici. I valori maggiori sono stati riscontrati nelle voci “Limito le informazioni personali condivise” e “Limito l’uso dei tag”. La stessa matrice sarà ripresa anche per la valutazione della protezione della privacy all’interno del social network.
6.1.2
Protezione della privacy su Facebook
Nella seconda categoria di analisi è stata considerata la protezione della privacy su Facebook, intesa come le tecniche adottate dagli iscritti per evitare possibili accessi non autorizzati nel proprio pro ilo o l’uso ingiusti icato di dati personali svolto da altre società. Il tema già precedentemente annunciato, pone un confronto tra il grado di visibilità che gli utenti vogliono ottenere dal proprio pro ilo Facebook e il loro interesse a evitare situazioni rischiose per la propria privacy, quali ad esempio furti e usi impropri di dati personali o possibili cyber attacchi.
Le domande relative a questa tematica sono state stilate prendendo il modello elaborato dalla ricerca “Privacy protection strategies on Facebook” svolta nel 2013 da Young e Quan-Haase nel 2013. Il tema è stato trattato insieme alle domande sulla visibilità delle informazioni personali in Facebook, nella prima parte del
questionario, seguendo la logica della categoria analizzata precedentemente. I punti che riprendono l'argomento della privacy sono presenti nelle domande chiuse 7 e 11 e in parte delle griglie di valutazione delle domande 12 e 13.
Partendo dalle valutazioni dei risultati ottenuti delle domande 12 e 13, si evince come il normale comportamento dei soggetti coinvolti nella ricerca, rispecchi le caratteristiche di utilizzo dei social network, descritte dalla letteratura. Gli individui infatti, hanno dichiarato una loro piena volontà di condividere informazioni veritiere sulla loro identità all’interno della piattaforma, sapendo che quanto pubblicato ha un riscontro reale nella propria cerchia sociale. Per questo motivo l’84% del campione ha dichiarato di non aver mai utilizzato delle informazioni false per evitare un’eccessiva esposizione all’interno della piattaforma. Il comportamento tendenzialmente adottato dal campione è piuttosto caratterizzato dall’omissione delle informazioni sensibili nel proprio pro ilo social, al quale si somma la gestione delle impostazioni sulla privacy.
La stessa griglia di valutazione della domanda 13, ebbe degli esiti del tutto simili nel 2013, nella ricerca “Privacy protection strategies on Facebook”, usata come modello di base per il questionario. Anche in quel caso venne dimostrato come la maggioranza degli utenti tendesse a tutelare la propria privacy limitando la condivisione di informazioni nel proprio pro ilo personale e agendo sulle impostazioni di sicurezza offerte dal sito. Le sezioni “ho bloccato alcuni utenti” e “uso informazioni false per evitare un’eccessiva esposizione” ottennero delle votazioni medie di 2,91 e 1,66, registrando anche in quel caso, dei risultati minori rispetto a quanto registrato nelle altre sezioni.
Per quanto le impostazioni sulla privacy rappresentino uno dei mezzi per il controllo della propria sicurezza online, la gestione di questi strumenti non fornisce delle soluzioni realmente ef icaci per la tutela dei dati. Tale affermazione è veri icabile secondo quanto rilevato delle domande 7 e 11.
7. Quali impostazioni della privacy hai modificato negli ultimi due anni?
● Chi può vedere i tuoi post 151 77%
● Chi può vedere i post in cui sei taggato 114 58%
● Chi può vedere la lista dei tuoi amici 56 29% ● Chi può cercarti utilizzando l’indirizzo mail che hai fornito 83 42% ● Chi può cercarti utilizzando il numero di telefono che hai fornito 90 46%
● Nessuna delle precedenti 26 13%
● Altro 1 1%
11. Quali impostazioni di sicurezza hai attivato per tutelare il tuo profilo?
● Modifico spesso le password 28 14% ● Uso le autenticazioni a due fattori (password + codice da mobile) 28 14%
● Ricevo avvisi dagli accessi sconosciuti 108 55%
● Ho scelto degli amici da contattare nel caso non riuscissi ad
accedere al mio profilo 29 15%
● Nessuna delle precedenti 68 35%
● Altro 0 0%
Uno dei dati più signi icativi sulla tutela della privacy è rappresentato dalle frequenze calcolate per le risposte della domanda 11. Il 35% degli utenti coinvolti nella ricerca ha infatti dichiarato di non aver inserito alcuna impostazione per la sicurezza del proprio pro ilo. Gli individui dimostrano invece di aver iducia nel sistema di gestione delle informazioni del sito, per cui il 55% degli utenti ha dichiarato di far af idamento alla ricezione di avvisi in caso di accessi sconosciuti. Solo il 15% si af ida invece ai propri contatti nel caso ci fossero dei problemi di accesso al pro ilo, mentre il 14% si af ida rispettivamente alla modi ica delle password e all'autenticazione a due fattori.
In ine anche nella gestione della privacy per l’accesso e la gestione del proprio pro ilo personale, i contenuti pubblicati all’interno del diario, rappresentano gli elementi più importanti di gestione per gli individui coinvolti nel campione. Il 77% degli utenti ha infatti dichiarato di aver fatto delle modi iche recenti alla sola visibilità dei post condivisi, mentre il 58% si è concentrato sui tag caricati dagli altri nel suo pro ilo. Oltre il 40% dei rispondenti ha fatto delle modi iche relative all’esposizione di dati personali riguardanti altri mezzi di comunicazione potenzialmente accessibili da terzi, quali il numero di telefono e la mail. Tali strumenti rappresentano infatti dei dati sensibili per gli iscritti al social network,
che legano il pro ilo Facebook a un sistema identitario digitale più ampio, relativo alle scelte di utilizzo e consumo di servizi digitali della persona (es. operatore telefonico e di posta elettronica).
6.1.3
Impatto del caso Facebook e Cambridge Analytica
In base alla domanda di ricerca posta dall’indagine, nel questionario è stata inserita una sezione interamente dedicata al caso Facebook e Cambridge Analytica con l’obiettivo di analizzare gli effetti che la vicenda ha avuto sull’abituale uso del social. L’argomento è stato introdotto con una breve presentazione dei fatti, da cui sono state sviluppate cinque domande volte a individuare il punto di vista degli iscritti al sito e le loro prime reazioni. Il caso Facebook e Cambridge Analytica è stato considerato particolarmente signi icativo per lo studio del privacy paradox in quanto consiste nel più importante attacco realizzato inora, contro uno dei social network più diffusi al mondo. L’evento ha infatti palesato i rischi della condivisione di dati sensibili online, diffondendo un senso di incertezza anche verso i siti web. La raccolta dei dati primari è avvenuta tra maggio e giugno del 2018, dunque a solo un paio di mesi dalla diffusione della notizia e nel corso dell’entrata in vigore della nuovo regolamento europeo per la protezione dei dati (GDPR).
15. Conoscevi la notizia citata?
● Sì, ho letto qualche articolo 85 47%
● Sì, ne ho sentito parlare 92 51%
● No, per niente 5 3%
16. Qual è stata la tua prima reazione alla notizia?
● Interesse: ho cercato di approfondire la notizia 55 30%
● Stupore: mi ha colpito ma non ho approfondito l’argomento 94 52%
● Indifferenza: non credo che sia un fatto particolarmente importante 28 15%