comunque un ulteriore elemento negativo del sito, capace di incrementare un senso di s iducia verso i sistemi di tutela dei dati realizzati da Facebook..
6.1.4
Presenza del privacy paradox
Lo studio delle categorie di analisi è servito per veri icare la presenza del privacy paradox nell’uso di Facebook. L’analisi della gestione dei termini di visibilità e di privacy nel social network ha rilevato l’esistenza un effettivo interesse nel controllo delle informazioni personali online e nella valutazione dei rischi dati dalla condivisione delle informazioni. Alcuni dei dati primari considerati nello studio del privacy paradox sono stati ricavati dalla domanda 14, relativa alla conoscenza del nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati e dalle domande presenti nella prima parte del questionario, già precedentemente trattate nelle prime tre categorie di analisi.
14. Ritieni che il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR) possa migliorare il trattamento delle tue informazioni personali online?
● Credo possa migliorare il trattamento dei dati degli utenti 38 19% ● Credo non apporti alcuna modifica sostanziale a quanto già esistente 35 18% ● Credo rischi di essere un problema nell’uso della rete 5 3%
● Non conosco la norma citata 93 47%
● Non lo so 26 13%
● Altro 0 0%
In base a quanto esaminato dalle risposte della prima parte del questionario (6.1.1, 6.1.2), gli iscritti a Facebook sono consapevoli di quanto sia importante il controllo delle proprie informazioni online, tuttavia ciò realizzano nella realtà non corrisponde ai loro principi ideali. La maggioranza degli utenti coinvolti nel sondaggio ha dichiarato di non aver fatto alcuna modi ica nell’utilizzo del sito
internet dopo il caso Cambridge Analytica, talvolta affermando di aver già fatto in passato delle modi iche ai termini di privacy presenti nel sito (6.1.3). La notizia non ha comunque motivato la maggioranza degli iscritti a revisionare le funzioni di gestione e controllo dei dati personali, presenti nella piattaforma.
Tale inerzia era stata inizialmente giusti icata con l'ipotesi di un possibile senso di iducia, percepito dagli utenti per le garanzie date dall’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR). Nel corso della distribuzione dei questionari, avvenuta a maggio 2018, Facebook, Google, Whatsapp e altri siti internet hanno informato i propri utenti sulle nuove norme per il trattamento dei dati online. La notizia dell’entrata in vigore del regolamento è stata ampiamente diffusa tramite notiziari nazionali, comunicazioni di posta elettronica e l’organizzazione di eventi, promossi anche dall’Università Ca’ Foscari. Questo tuttavia, non ha impedito che il 47% del campione coinvolto, dichiarasse di non conoscere il nuovo regolamento europeo per la protezione dei dati (GDPR) negando l’ipotesi che l’immediata assenza di reazioni concrete al caso Cambridge Analytica, fosse dovuta a un senso di iducia verso il nuovo ordinamento.
In ine riprendendo alcune domande presenti nella prima parte del questionario si evince come esista un interesse maggiore al controllo della visibilità delle informazioni caricate nella piattaforma verso gli altri iscritti, piuttosto che alla gestione delle modalità di accesso al pro ilo stesso e dunque al tema della tutela della privacy. Nella domanda 11 ad esempio, il 35% dei rispondenti ha dichiarato di non aver inserito nessuna delle impostazioni di sicurezza offerte dal sito per tutelare il proprio pro ilo personale. Al contrario nelle domande 8 e 9 solo il 20% degli utenti ha dichiarato di non aver posto dei limiti verso altri pro ili o modi icato le impostazioni della visibilità dei tag e del diario, negli ultimi due anni.
Tale scarto percentuale, per quanto irrisorio, rappresenterebbe il segno di un maggiore interesse al controllo della propria immagine sociale all’interno del sito, piuttosto che della sicurezza dello stesso, confermando il trend rilevato nella ricerca “Privacy protection strategies on Facebook” di Young e Quan-Haase, usata come modello per la de inizione della prima parte del questionario. Nella ricerca di allora, la raccolta di dati primari era stata effettuata sia tramite la somministrazione di questionari, che con la realizzazione di circa una trentina di
interviste. Proprio quest’ultime hanno evidenziato come gli utenti fossero molto più attenti alla dimensione sociale della condivisione, piuttosto che a quella istituzionale, de inita dai sistemi sicurezza adottati a tutela delle loro informazioni. Anche in quel caso, gran parte degli intervistati affermò di proteggere la propria privacy, limitando la visibilità del pro ilo ai soli membri della propria cerchia sociale. La maggioranza degli studenti dichiarò inoltre, di non utilizzare altri altri sistemi di cyber security, volti a migliorare la tutela delle loro informazioni. L’indagine di Young e Quan-Haase rilevò infatti, che la principale preoccupazione dei soggetti coinvolti nel campione era costituita dall’accesso che i genitori potevano avere su foto e post da loro pubblicati. Per questa ragione, una delle strategie più usate dagli intervistati costituiva nell’eliminazione dei contenuti ritenuti meno opportuni per il loro contesto sociale di appartenenza.
Nonostante la raccolta di dati primari effettuata nel corso della ricerca, non abbia compreso la realizzazione di interviste, la questione della privacy è stata trattata con delle domande a risposta chiusa, che hanno determinato risultati analoghi, a conferma di quanto già analizzato dalla letteratura.
6.1.5
Brand loyalty a Facebook
La ricerca si è basata sull’analisi delle caratteristiche comportamentali degli utenti della rete, focalizzandosi in particolare sulla gestione dei propri dati personali all’interno di Facebook. Il social network ha avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione e negli esiti complessivi dello studio. Per questa ragione è stato necessario considerare l’esistenza di una possibile brand loyalty degli iscritti alla piattaforma. Tale circostanza, se confermata avrebbe infatti inciso nelle abitudini di utilizzo del sito e nella gestione delle informazioni online. La valutazione del grado di fedeltà degli iscritti alla piattaforma è stata fatta considerando le normali tempistiche di utilizzo del social network, tra cui il tempo trascorso dall’iscrizione al sito, la frequenza di accesso e la durata di permanenza.