, Riguarda
come un nume
(il chenon
so,se in questi nostritempisi l’usseOmero
avvenuto, se egli s’avesse detto),sedel poeta, siccome io diceva egli cantò;Eo;^c(xevov S‘àvà àffrw 0sòv tÌTo^6^(ji,ilnostrolatinoOmero
allo ’n-controdissedell’oratore, stimatoe riveri-to dal^ popolo ancheammutinato
e solle-vato,talmentecheallasolavistadi quel-lolasciaitumultipone
giùl’ireesi que-ta:Tum
, pielategravem oc
meritis si fortevirum
tfueniConspexere, sileni ar»rectisqueauribus adstant.Udite poiilsuo impiegoilsuo potereilsuocredito lasua forza:Illeregitdictis
animos
etpecioni mulcet.£
qual poeta giunsemai a questo pregio di sedare la sollevazione d’un
po-polo? di calmare la tempesta e lafuria il’ima
moltitudine scatenata? digovernare> 3a
cuori d’ammollire petti? Pure l’oratore viglugne. Talché
non
senzaragionefuda PlatoneP
oratoriacome
parte della scien-zapolitica giudicata. Questanon
solore-gna
nel foro e nella pace,ma
nelcampo
enella miliziaancora:esuouficio èl’in^^ nanimare e l’incoraggiare i soldati alia battaglia,ealledure imprese diMarte e aifieripericoli della guerra spignerli vo-lonterosimercèdell’incanto poderosissimo,
dienell’aspre congiuntureinboccadi sa-vio capitano
hanno
le parole adattate altempo
econelorpicnte energia maneggia-te.Qic
, ser
elegie di Tirteoinspiranti l'amore della patria e il disprezzo della morte perlaconservazionee pel ben esse-rediquellapotevanotanto cantate asuon
di flauti gaerrieri e tantaecosigi-ande im-pressione facevanone’generosi cuori degli onorati cittadini diLacedemone,
ioperme
credo che per incalorire lapugna
epernon
temere dell’aspro combattimento va-lesse meglio una fi-ancae nobile diceria militare detta sulcampo
da qualcheloro cccellcote capUauo con quella sustaneiosaOìgitizedbyGoogl
33
•Ifrontà propria dell’ eloquenza spartana qualeappuntolacidescrive
Omero
nella personadiMenelao:IlxOpapìv, àiià>ahyi(U{}cioèpocobensì,
ma
buono,con
molta giustezza>spiegatoecon bella so- ' norità proferito.
Fu
ritrovata la poesia per dilettare}l’oratoria apersuadere fu natajanzi la necessitàdel
comun
vdveree delle cosecivililafenascere e la diè fuo-ribellaemagnificae maestosa proledel-l’umano
intelletto. Il nascimento perlo contrariodellapoesiavolete ivoi rintraccia-re colpensiero?Mirate. Ne’balli ne’ giuo-chi ne’ conviti nelle feste ella nacque e nelle pubbliche allegranze, nelle qualiil popolo stanco dagli affari suole divertirsi ericrearsi e per cosi dire rifarsi; epernon
sentire ancora tanto i travaglie i guai,ondela vitanostraèpienae circon-data, ricorre aicanti ed alle poesie,co«me ad
incantesimi salutevoli a magie in-nocenti, che fanno uscire l’anima
dise stessae dimenticarsiper queltempo
, che ella presa per.l’orecchie sta attaccataal diletto,dimenticarsi,dico, diciò, chela5«^v.D. j
DigilizedbyGoogle
.gravae1’affligge.
Or
vedete adunqpicco»me
lapoesiaèun
nobile divertimentosi,ma
pure divertimento; la rettorica èuna
faccendacfaccenda seriosa negozio aifaré funzionenecessariaedutilissima.Ed
, es-sendolanostra vita tra’lserioe1
diver-timentonecessariamente partitaedifatica mescolataedi riposo, la ricreazione e il dilettone deépossederelaminor parte,comecclxè1’
uomo
natoè -alla faticasecon-do
il detto del savio; e le facoltadia'
questo diletto procacciare principalmente' ordinate più basso fine
hanno
diquelle^che col veroccolserio:e colle gravi e sodepersuasioniintendonoa
muovere
l’ in-tellettoeda trarre la volontà. Imitatrice è lapoesia;el’uomo
animale,come
Ari-stotile l’appella, d’imitazione vaghissimo sidilettanella poesia,come
in una par-lante pittura,laquale percolorinobilissi-mi
si serve dei versi e dell’armonia;-.i quali colori stemperati con grazia fanno parere verociò,dieèprospettiva,econun
dolceingannodilettano.Ma
qual poe-sia potrà passareun
artilìcioso periodo?Digilizedby
^al
cantopiùdolcesipotràtrovare-d’u-«’ aggiustata orazionemisuratamente
profc-’
rita?equalgestostudialo di scenico rap-presentante arriveràall’atto edalgarbo, che donalaverità stessa all’oratore?
Ma
saràmeglio cheiocolle stesse paroledel
^
massimo degli oratori il confermi tratte dal libro secondo de’ ilorilissimì dialoghi oratore Poiché dopo avere dettoche nellafacoltàdeidire vi èunatalvaghezza cd
un
tale incanto,dienientepuò
dagli uo-tniniocoll orecchie o collamente gustar-sidipiù soave,esclama.Qui enim
canlus iììoderatae orcUionispronunliatione dulcior inveniripolest ? (juodcarmen
artificiosaverborum
conclusioneapiius? qui- actorin imiianda,quani oratorinsuscipicnda ve-ritaie iucundior? Questo stesso glorioso
romano
facendo riflessione nelcpmincia-mento
deisopraddetti!libriagliuominidi valore,che nelle sefenze e nelle artihan-no
fiorito, egli ritrovaun
grannumero
difilosofi buonamano
di mattematici e molti umanisti, e in riguardodeipoeti benchéglieccellenti sicnopochi puregli36
«
•ratorìbuoni essere
manca non
ostante' ipremi grandi in ogni
tempo
messi innanzi aquesto studio econtutta lariputazione ericchezze epotenza, cheunatal profes-sione portavaseco, e quantunque ancora moltigiovani dispiritoe desiderosi di lau-de, ingegni bastidireromani, contutto lo sforzovi s’affaticassero.Or
perchèa-dunque
con tuttiquestivantaggis\ poconumero
d’ oratori?Sed nimirun
,
con-chiude egli, maìus est hoc
quiddam
, quartihomines opinantur, etplurihusex
artibus studiisque colleclum.E un
certo .chedimaggiore,dice
, questaprofessione diquello,chesicredanogli uominij ed èunacaéa<lapiùartieda piùstudi rac-colta: laondeinunagrandissima
moltitu-,dinedistudianti, in una
somma
dovizia dimaestri, tra ingegnifinissimi e squisi-tissimi,edinunainfinita*varietàdi cau-se, edin amplissimi guiderdoni all’ elo-quenza proposti, di questa scarsezza di buoni oratorinon
altra giustamente si fa a credere egli essere la cagione-dieuna
taleincredibile grandezzaedifficultàDigitizedbyGoogle
37
Jell’ affare. Perquestetutteragioni sopra ilpoetaparmiclicdebba essere 1’oratore pi-egialiilissimo, lequali
ho
ioaddotto(in qui più per esercitarmiinquesta parte,che per avere intenzione colla gloriadel*, l’oratoriad’abbassarelapoesia,alla qua-le tutti i buoni,
come
a cosa grandee diehadeldivino, dconoessere fortemen-te affezionati;come
fu anche lo stesso Cicerone, che ne trassesuo profitto: nè ioritrattoperciòquello, chealtrove del-l’eccellenza della poesìa sopra l’oratoriaho
scrittoeinquestomedesimo
luogo fa-vellato..di’io ben so quanto gloriosa quanto sublime quanto divina cosasiala poesia ecome
gli amici dellemuse
sieno sacriegrandi:ma
,sealla apparenzadel ntondo edallacomune
opinionedegli uo-minisi riguarda, la quale,anziché dal-l’intrinseca gloriada pochisaviravvisala, più dal visibile onore e dall’ estrinseco lustrovien tratta adonare altruipregio e valore, gmcchè,come
disseOrazioj /rm-ft.,qiianlumhabeas,sis e noi nel bassomodo.
di favellarediciamoc/unonha non
DigitizedbyGoogle
38
è
,
essendolavirtù de’grandipoetiperlo più discorapagaata dalle ricchezzee
man-candole questa pratica e viva eforte te-stimonianzad’onoreeriducendosi perdir così lalor gloriaadun
vento ad una leg-gerissima aura popolare, chinon
vede quantoin ciòglioratoriglisopravanzino?i quali oltre allafama grandissimaoltre alla potenza,nella qualefiorivano,crescevano maravigliosamente conquella professionele’loro sostanze.Testimonio nesieno lemolte bellee fornitissime villediCicerone,per lequali abbellireimpiegava grandi
somme
di danaro, facendo venire dalla Grecia statuee busti d’insigni .maestri,come
sipuò
vedere per le commissioni, di’ egli neda al suo confidente TitoPomponio
Attico,acuiinunaletteradice inquesto proposito baldanzosamenteeh’ egli provve-dessepuretuttociò,cheeglistimava chq convenisseperornato delsuostudioed ac-cademiadi Frascati;cglisoggiugne sdier-zandòinsieme edicendoilvero:etarene nostrae confidito.Irostri adunque frutta-vanonon
solo onoredìfama,ma
onoreDigitizedbyGoogic
diricchezze
At
ciraini pulpito,nostraEt
steriles cathedras bastasola crepant; dice de’ poeti, che recitavanc;, alsuotem-po,
Marziale. Virgilio avea bisogno che»Augustoglimandasse ogni giornoilpane per suo sostentamento, ondeper giuoco finsedicrederel’imperadoredi
Roma
fi-gliuolo d’
un
fornaio.Oiaziosicontentava, die Mecenate gli facesse parte del suobuon
vinoeconpiccola,ma
cordiale* li-beralità testimoniasse la stima,eh’ci no faceva. Se rimontiamo all’antichità,ve-dremo un
Omei'o, il qualedopo
la,sua morte pascètante migliaiadipersone,cioè tanti maestridi scuola,che lo spiegava-no, in vitasuapoveroemendico andare tapinando pelmondo
j onde con questo fortemotivos’ingegnava il padred’ Ovi-dio di ritrurlo dallo sterile studio della poesiaedapplicarloalfruttuosodelle leg-' gi;Saepe ptUer dìxit:studiumquid
inu-tiletentasiMaeonides
nullasipse reliquit opes.U
Tasso,come
a\r\'ertc l’ingegnoso franzese Balsac, riportò in Italia quello stesso vestito,ciréayea portatoinFrancia4 »'
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