Se
V
impresed’Alessandro fusscroparto di felicetemerità odi prudentevalore.Xlanno
questodiproprioignindiperso*naggi, che sono invidiati, nonso
come
, fino dalla postcritii, la quale in vecedi fargiustizia alloromerito vuoleattribuire laloro felicitàand
aregalo della sorte cheaproduzionedelloia valore. Ila cor-saquestamedesima
fortunaAlessandro,del quale sipuò
ditechetessaun’ accusaTito Livionellib.9.della prima deca,ove a bella posta digredisce nella questione,se Alessandroavesse voltatetuttelesuearmi iuEuropa
efusse venutoallemani
co’ ro-mani, checosane sarebbe egli avvenuto.Esagera pertutto la fortunad’ Alessandro' echeeglimoriin età, chenon avea po-tutoprovarela contraria.
Adduce
ildetto d’Alessandrore deli’Epiro feritoin guer-ra mortalmente, cioè che Alessandro il grande avea avuto diefareconfemmine
,£ qu
el, che toccailsuo troppo ardiit4i
nel cacciarsiincongiunture dìperderela vita aspropositoechelodipigne per im-petuosoctemerario, sièallora,dieegli dicequésteformali parole; frgo invictus
Alexander cnm
invictisducibusbella ges-sisset et eadenifortunae pignorain di-ecrimendetidisset,imo
etiameo plus pe-riculisubisset, fjuodmacedones unum A-lexandntm
habuissentmultis casibusnon
solumobnoxium
, sed etiam ojferentem se;romani
multi fuissentAlexandro
vel gloria velrerum
magnitudine pares,quo-rum
suo quisque fatosinepublicodiscri-mine
vivercimorereturque.
Ma
contra que-statacciadataad Alessandro da Livio tut-to gonfio dellagloriade’ suoi romani ser-vecome
d’apologiailtrattatodiPlu'arco autore gravissimointitolatodella fortuna o del valore d* Alessandro,
in cui egli con isquisite ragionista perla partedel valore d’Alessandro, abbassando quella dellafortuna,che conessoardisce di con-trastare.
E
chealtro,dice egli,sipossono chiamareleferiteelepercosse, die egli, incombattendogenerosamente, ricevette.
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SUB
non
-cifreA
glori* e contrassegni di virtùedivalore? ISardabapaliingrassati all’ombradiregia oziosità tutto possono riconoscere dalla fortuna;ma
irtcoloro,chealsole al
campo
alla polverevanno
ad incontrare i'pericoliconanimo
forte' perispirarecoll’esempioimedesimi senti-’mentid’onore<nelle schiereda se guida-te,
come non
èegliquestoesennoeco-' raggio? Alessandro amante d’ogni bella’
greca disciplina
, edella poesiaontCrica quantod’ altra cosa,
'vaghissimo, 'dondo' trassela tantorinomata macedonica falan-ge,ebbe certamente in cuore l’elogio chefaalgrangenerale de’greci ilpoeta inquel verso:A’jjt(pozepovjSatrtXeùjt’ùyxOis jtpaxepòjt'ùi^jjinrrii.
Due
coseeraei:buon
re eguerrierprode.Sdegnò
l’aspro altie-ro giovane quel diadema, che presodaila'mano
della natura gli circondò alle tem-pie la regiafortuna;e volle di sulla pun-ta della lancia prendere esso, colle suemani
,militaricorone, le qualiinnaffiòe nutrì co’suoi sudori e col suo sangue.’
Volle esserein
somma ua
re soldato,e,j)«rcbè più volentieril’ubbidissero isuoi glierrieri.vassalli, non.siprese-perse 50-laiueiue la dalcesza del comandare, e i frutti,delle loro fatiche sedendo, attese
ma
all’asprezza de’ pericolisisottopose;e.
partecipe della duravita,edegli affanni editutte lemalagevolezze
compagno
for>mò
tali uomini di guerra, chedopo
la suamorte furono capaci, siccome avven-ne,d’esseretantiregi.Del
restocheun
giovane sul fioredell’età, caldodidesio digloria, inpoco piùd’undici annicon trentao quarantamilasoldatinazionitantoibellicoseediversedicostumie di linguag-6.‘ greco imperio sottomettesse, talché laterra,
come
stanelsacro lesto,alsuo cospetto..tacesse,non,
è-questo parto di, felice temerità,ma
bendifortunatovaio-, le.E
cheipersiani, de’quali Liviodicepraedam
verius guani haslem,non
fosse-rogente cosi dispregevoleinarme
lo di-chiaranolebattagliesanguinose,
,chetalo-,
raebbe con quelli; e ilsaCrasso, che
,
coll’insegne
romane
daipartirazzadi per-siaot iuyolatcgli fu sconfitto abbattuto e.DigitizedbyCooglf
sorto;
e'i qualidicdérò setnpK'tnoltu -briga ai romàni imperadori.Comunque
sia,.l’ uscirefuoridelsuopaesea tentareI
nuove
e raaravigliose conquiste il«volgere learmivittoriosede’suoi,addestntipri-;
ma
edagguerriti nelle guerre de’ greci e degl’illirli,contra1’Asia centra1’AffricsL e contra l’India e<portare a sconosciute genti, lafama del
nome
greconon
si-pu6 abuonaequità,domandare
senou
*un
no-bileevastoeglorioso disegno.Aveva
e-gliiu capo di ridurre e grecie barbari tradilorosemprestatidiscordiinuna a-michevolepace ed unioneecheilgenereumano
, se perluifaresipotesse,daun
soloimperiorettoegovernato,venissead essere.come;un
grandee belcorpodi va-.fiemembra
:s\,ma
animale da..un solo spirito.Nel suoesercito anuovefandosi al-cunitra^grecialtritra’barbarie perciò es-sendocidistinzionetralorosemenzadi di-.scordia,disse Alessandronon
conoscere al-tradifferenza senon
de’ buoni, e de’catti--vi,donde cavòun moderno
gran capitano quel det^o, che iuterrogiito qualifusseraDigitizedbyGoogle
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Migliori soldati.didue contràrienazioni, rispose
non
sapere chevilusseròal iuon>do
senon
due nazioni, l'una di valenti l’altra di codardi e queste essere sparse pei’tutto.Volevaadunque
ilgrande Ales-sandro fareilmondo
una gran monarchia ed affezionare al suo governo e greci e barbari:ondeilvestireallapersiana, che egli cominciò ad usare, che Liviogli at-tribuiscea.superbiaedavanità, Plutarco illaun
trattofìnissimo dipoliticaper con-ciliarsi gli animi de’ novelliconquistatie' per fareuna buona
tempera cleggiadra miscliianza de^genie deglianimidelledueUno
alloradiverseeseparate esempre ni-michcnazioni. Tutto il suoguerreggiare era,diceegli,un
filosofareed unabrama
nobilissima di reggentilirela barbarie; di addomesticareciò,cheera strano; di spar-gerepertttttolagrecareligione-e seminar-rcfinnelle più .rimote contradelagreca civilitàdisciplina e costumi. Per condur-requcs'o lavoronon
pote^'aegli'prendere Tordinariemisure dell’umanaristretta pru-sleiiaI Bisognava cheegli girdin\os(rasse inDigitizedbyXJbogle