stranoe,•
come
quel.romano diceva- bop-, landoside’filosoiì, sogno d’infermo,non.è talliostrano, ogni-volui tche>co’ princi-pidiquei.illosófi,che1’.hanno detto,si congiugne;
ma
,setraquestedue
opinio-ni della trasmigrazionedell’nnimene’ cor-pie della rmnovazione del«mondo
io a-vessiadillinirequalea
noipossa sembra-repiù strana,..io direilaprima,senon
a’intendessemoralmente<esottoallegoria; laseconda è alla nostra verace credenza più somigliante, mentre
dopo
lafinedelmondo
siamo sicuri d’^averea tornare inanima
>ein.cupo
-per -appuntogl’ istessL.DISCORSO cxin.
Se pìàritiri
V uomo dal
vizio lagiustiziaumana
o la divina.I
Se
la giustizia divinafacesse la'dovuta impressionesullementidegliuominie'da
quella,come
da sovrana duce, si lascias-serogovernare,beatisipotrebberoagran ragione chiamare, e quesio'bassomondo
DigitizedbyGoogle
tinel senso e nellamateriasepoltt, poco
’sollevano lo -sguardo amirare le .cosedi la,è -statonecessariol’introdurre
T uma-na
giustizia,'come scuola de’miscredenti ecome un
salutevolericordo e apparec-'chiamento.afarConoscerela divina. Que-stedue
ancore ci vollero per fermareil troppomobile nostro pensiero nè bastòr
ancorasacra e principale della divina, .giustizia, che.fud’uopo
dipiùricorrerà allaminoredellaumana
, la quale,per--ciocché.più 'evidente,'.fissa maggiormente lo spirilo soverchiamente>rago é ondeg-giante, acciocché'trapor tato fuori di-se stesso
non
’l>aUainiscoglidiperdiziameenon
Testiinfelicementeinquella -sommer-so.Non
senzamisterolalingua-santa ap-pellaigiudici iddìi, poiché sono quaggiù ministri<edmterpetrldelsommo
evero giudiceIddio,'e‘dell’eterna giustizia,'chea
tutto'ilmondo
sovrastò,in-quelmodo,
che per'noisìpuote,-esecutorì.La
consi-derazione della divinaed
il timore dii86
^ellà
vivamente appresaèalloaritrarreed
a tenerelontano dal*vizio'ognicuore più duro;
^rciocchè
^chi èquegli, che nimico dil'iovolessekicappare nellesue
mani
eprovarequanto sienoasprelesue ire i suoi flagelli? Certamente chiben
lo pensasseninno.Ma
cosipresicitengo-no
leaflascinanlilusinghedeisensi e l’ad-dormentata ragionee con mortifericanti allacciata via ne portano l’empie sirene dellevoluttà, che alleminaccedella di-vina:giustiziaMam
sordi, eper risvegliar-ciemetterci insennoaccorre anostropròr umana
, che nello stesso affliggerci ci benefica,spaventandociciriordina ecruo*' dandocici•perfeziona.A
quegli uominia-dunque,
che più secondolaragioneese-condo
lafedevivonoechenon termina-no
lalorojcorta vistaa queste cose trai>sìtorieemortali,
ma
checredendoesserci altravitadapassarsi ineterno ofeliceo
infelicegiustailoro meriti,o demeriti sot-toilgiustissimoregno della provvidenza diDio,
a questi uominiiodico che più la giustida'divina, dte li’ujoana, iack1
DigilizedbyGoogle
levallemandare. Glialtri,chepiùsccon-'
do
lacarnevivonoeilpresenteriguarda-no
eche ritrosi sono allé divine'verità,più dalla giustizia degli uomini saranno indietro tenuti
, perchè negli eccessi,
ove
la loro inconsideratezza corre,non
tra-bocchino; a’qualico’ flagelli allamano
sipuò
dire che inCuoni 1’umana
giustizia: dìscite iustitiam moniti etnon
temnere divos.1legislatori savissimi, conoscendo ilbell’ordine della provvidenza, che re-gnasull’universo e veglia in particolare maniera sulle azioni,di quell’animale di ragion dotato,chesente deldivinoeche perlasomiglianzadellasuamente
ècaro aDio
, ebbero perprincipale loro solleci-tudinel’imprimereavantiatutteleleggi l’utileterrore dellamaestà divina, edun
talribrezzoneglianimi miserodella incor-rottaesevera giustizia sua. Imperciocché vcde\ano che a coloro, ne’qualiquesto timore principio disaviezza fosseben pe-netrato, poco sarebbero abbisognate lei88
^costituzionieleleggi.-"Pure tuttavia p«*
'quelli,a’qualiquesta considerazionenoti bastasse, 'escogitaronomaniera, chegli te-nesse dentro al dovere e, seilimitidi quellopassati avessero, con salubrepetùi vegli -rimettesse. Giacché,'adunque,ciè statobisogno dileggi equelle-è bisogna-to farlevalide esante coi gastighi,fadi
‘mestiericonfessare che colpa e vergogna nostra gli 'uomini più si ritraggano dal malfaredallapaura dell’
umana
^giustizia-, che dallo spavento della divina, .percioc-ché quella é più evidente più presente e piùa’sentimenti -soggetu; l’altra,
sebbe-ne
certissima, pure negliabissidella im-mensità nascosae nelletenebre dellafede rinvoltanon
percuote cosi fortementela fievoleematerialefantasia nostra. 'Oltre-.cliècollapazienzaecollalonganimità tem-perata
non
'da cosiprestamente a cono-scere‘quantosia grave e pesanteecome
ella sia per compensare la tardità colla gravità delsnpplicio.Del
resto,datidue,
che ugualmentefusseropenetratidal timo-re,questidellaumana,
queglidelladivinaDigitizedbyGoogle
i89»
giùstizia,.io.
non
dubito punto<che 'mag<^gior forza,non. abbiaa ritirare- dal.vizio, questa,che quella
,poichéiltimoredegli uomini, può.cessare-secondole congiuntu-re.de’tempi,il.timoredi
Dio
.no
, che è semprel’istessoéd
a guisadell^ tempora--li.signorìemai
non.si.muta.
DISCORSO
CXIV..Per
qual cagionegliuomini letteci
sieno fnù accreditati fuori delleloropatrieche-nellemedesime...
'P
" ^ •Xli notoildetto
di'Medea
pressoEuripi-de
, rapportato>da-Cicerone-nelle pistole scrittea’suoi familiari, che-molti Iranno-fattobenei.fattiloro,lungidallapatria»ed' altri, perocché- sempre-iniesse- loro, piacquedidimorare,
non
furono granfat-.ta approvati.