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me , che non muoiono nè si dissipano, co-

Nel documento COLLEZIONE m OPERE CLASSICHE (pagine 169-182)

co-me

Y xorpi* dappoiché

uno

ne 'hanno la-sciato

vanno

ad abitare nell’altro c

a

dargli vita, laquale comunicata'

non

gli

può

essere-se

-non da

cosa, die vivente siae fontesostanzialmentedi vita, quale

appunto

sìè l’anima.

Che

, se1’

anime

insiemeOo’ corpi morissero,

non

potendo

( «DjctWsiiravivente da cosa morta,tntt^

consumandosi col

tempo

nèrisuscitando ,

anderebbe a precipizio nel baratro dell»

morte enegliabissidel caosa seppellirsi^

£d

,essendo connaturale all’anime 1’ ani-mare,ellea^pteicorpi,ched’ anùnazio-se sonocapaci, per

non

essereoziosenel

mondo

,s’appigliano, e sempre sonoin giro

ed

infunzione, che nidla.si'perde nell’univet^oe nullaavanzaf

ma

ogni co-saora sottouna guisa ora sotto altra fi-gura viene impiegata con istupenda

eco-nomia

dalla maesti'a natura, che niente vuole ches-’aggiri.invano,

ma

tutto con-bel circoloio se ritornando tmiscagli e>-stremi colmezzoeilmezzo congli

estre-mi

, onde nel rivolgimento continuo

e

nella mutazione perpetua delle parti si mantengailtutto saldoedintero.

Al

qual tutto, pèrchè

non

sisfasciasse nella gran' mole, diedero ancoraipittagorici e con essi i platonici

e

gli stoici spirito,

che

dentro lo nutrisse, anima,'che l’ infer-masse, mente, che con regolati moti le governasse.Sicchéil

mondo

secoodo' <][ue&ù

filosofinp venne

un

belloegran vivente, cbe,

come

comprendente tante spende di-viventi ed essendo, per ragione di tal comprendenza e per la simiglkuiza col

mondo

archetipoovverooriginale

, perfet-tissimotratutti icorpi,

non

eradovere, dicevanoessi, che vivente ancoresso

ed

animato

non

fosse.

Ad un

gran corpo

dmu^ue

, qualèil

mondo

, diedero

una

grandeanima,

anima

universale, fontana ditutte1’anime,lequali ora

d’un

corpo oradell’altrosecondola propria

inclina-tone

invaghite,venivanoa far cosi e bel-loevagoe pienoil

mondo.

Dall’ astinen-aadellecarnidegli animali fomentò più che

mai

questa opinione Pittagora,

sde-gnando

percosidire di scasare, ucciden-dogli, anime per avventura sueparenti

£

colraccontare che1’anima sua,

come

stata in corpo ad

Euforbo

, consei-vava dellatroiana guerra alcuna

rammemoran-za tentava coll’autoritk del sapere suo singolare, die rendutol’avea appressoi

popoli reverendo, tentava, dico,di pro-pagare,

come una

prova dellafede,che

i7a

i suoi seguaci gli avevano, 1’opinioni»

della trasmigrazione dell’anime, sogget>

tandocosi gl’ intellettiastranecosee

ma*

ravigliose. -FontePiitagora fu di sapiett-za,:perlaquale apprendere nobile

merca-tante di cognizioni vari paesieremòti cer-còeil"piùbelfiorne colse.Passò nel-1’Egitto .penetrònell’India consultòi sa-vi e sacerdoti dellebarbare nazioni eper farsipiùfamiliai'ieconoscere

più

adden-tro le cose della religionedegliegiziani si sottoposeperfino alladura cerimonia del-la circoncisione,laquale presso quei

po-poli essere .'Stata inuso.attesta

Erodoto

.

Fondò

'in quella-spiaggia d’Italia, 'che maggior

Greóa

s’appella,

nna

famosa fa-zioneosetta, che perciòitalica si

chia-mò

,

con

severe leggi

ed

osservanzedi ri-goroso-silenzioeconesatta

morale

e po-litica disciplina ordinata oltre all’essere delle mirabili mattematiche facultadi

a-doma

, dalla -qualeuscirono

uomini c

le-gislatori e governatoli delle loro patrie in ogni sorta divirtù eccellentissimi. I principi dellafilosofia dalla sua varia

t

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profonda dottrioa attinsero. Aristotile i diecipredicamenti ocapi generali,sottoi

quali tutte lecose sono schierate

, prese puredipeso,dal gran pitlagorico Àrdiita di Taranto

come

portando/le-parole medesime-d’Archita, fa-vedere-

chiara-mente

ildotto^Simplicio nel

comento

so-pra-quéllibro,

quantunque

Aristotileper coprire-il suo furto sempre ne tacciail

nome

eallora solamente nominiglialtri filosofi innanzi a-lui,

quando

facendo

pompa,

dell’acutezzadell’ingegnosuo-gli rifiuta..Da.

Lucano

Ocellopure' pittagori-cotrasse- Aristotile-gli.argomenti,a- favore-deli’eternità del

mondo,

e le-primeele seconde qualitadi (

come

opportunamente in.questo,luogo,

mi

suggerìilgentilissimo ed. inognisorta,di.erudizioneversatissimo.

sig. Giuseppe- A\>ercuii). Platone oltre all’intitolare-ilmaestoso,e-riccodialogo della;naturadal

nome

di

Timeo,

celebre pittagorico dicuipure-della,natura del-l’universo..èrimaso.

un frammento,

que-sta- istessa trasmigrazione dell’anime

non

oscuramente accennò nel

Fedone

e la

*74

reinmiscenza delle ibedesime nel

Menone

dimostrò, volendo che il nostro appren-derefusse

un

riprendereleconoscenze an-tiche e

un

rammentarsi di ciò, che per innanzi sapeval’anima, lo che

non

va molto lungi dall’ipotesi pittagorica, la quale,

supponendo

secondo

me

ilpopolo

•dell’

anime

fattetutte insiemecol

mondo

espinteda

un

innato''desioastarenelle ruinosemagionide’ corpi, esse stabili

ed

immortali, perciocchécagioni foiitanalmen-tedivita,<

non

levolle

mai

solitarie,

ma

sempre presidenti sa qualche corpo, sul quale,- c<nne sucocchio, fosserportate.

Non

viècosa, per cruda chesembri a primafronteadascoltarsi,la.qualeil di-scorso

non

rammorbidisca particolarmente

,

quando

iltuttoacertideterminati princi-piarmoniosamentes’accorda.

Ed

avviene de’paradossifilosofici,

come

dellemusicali dissonanze, le quali uditediperse

scor-dano

sempre,.

ma

,senellecongiunte con-.sonanee si risolvono, cioè nelle ragio-ni coerenti a’posti principi,

non

solo dissonanze

non

paiono,

ma

perfettissime

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consonanze.

Che,

se coll’essereuna nione ricevuta da più nazioni e dai savi 4i quelle autorizzata perde molto disua stranezzae quasi disponeglianimidico*

loro,chelecoseafondo

non

esaminano

ma

dietroall’esempio sen vanno, ad

una

cieca 'credenza, Pittagora inquesta opinio-ne

non

fu solonèsingolare,

ma

eidru<

idi sacerdoti -antichi della Gallia latennero e dei galli delsuo

tempo

l’afferma' Cesa-renelleistoriclie sue

memorie

eAppiano lo stesso narradiquei della

Germania

e Giulianoapostata nel libro de’ Cesari que-staopinione pare cheattribuiscaancoraai geliseminatavi da Csàmolsì loro iddioe legislatore. Abbracciata èinoltresecondo cheautorispagnuòliriferiscono dai

moder-ni indiamoder-ni, eigiudei ancora-dell’ultimo

tempo, come

osservas.Oiustino martire, furono in questoerrore, nè lo negano per testimonianzadel LissiortellaFisiologia 'Stoica,icompilatori deivolumiintitolati dottrina ovvero

ihalmud .“Laonde

eSsi, siccomene’ sacrilibrisiscrive,opinavano esserCristo, o’Geremia o'Elia.

E

degli

1^6

eretici

non mancarono,

cheaquesta opi-niones’accostassero,

come

Carpocratee in qualche maniera Origeue. Per

non

far na-scerel’animeco! corpie

non

darluogoa credere che,,siccome* nate,,cosico’

mede-simi mortesirimanessero», ricorse Pittago-ra, perusare la parola» di Lucrezio,edi Lattanzio,.a-farle insinuare ne’

medesimi

« .Or,, siccome Lucrezio adduce per

uno

ar-gomento*dellamortalitàdell’

anima

il

non

.

si.sovvenireellad’alcuna»delle-cose anti-passate,.COSI.Pittagora,cheper,ogni ver-so» stabilire ne- voleva»la*,immortalità,si misea spacciarnelareminiscenzacolla fin-zioned’.esserestata,l’

anima

sua animagià

di

soldato,,dieallaguerradiTroia ritro-vatos’.era..Ma*.Plattme- più»gentilmente pervia.d!acconce-interrogazioni,,con or-dinee.per.;bel

moda

procedendo, cavadi bocca,,

ad

un.fanciulloinesperto di

geome-triaconclusionigeometridie, onde,

condu-de*con» serio,sdierzonon. impararleeglidi bei

nuovo

,,

ma*

già'dall’anima sua innaiv ziche nel corpo entrassesapute e cono-sdute. OSAcisovveoirgli.

Or, ^

quanto^sii

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voglia: strana-questa trasmigrazione, che anche conistrani.enuovi, vocaboli

melem-* psicosi' emetensomcUosi

cioèIrastsanìma*

zioneetrascorporazione o rincorporamen-tovieni detta,ella'sari tale*alpiqnell’ i-storico'ovvero Ietterai sentimento

ma

quanto-alla morale

ed

allegorica- intelli*

genzaellaè una- dicevolee

convenfentissi-ma

opinione.

E

l’

ànime, come

si legge nel

Fedone

, degli’sfacciati de’ ghiottie de’lerci entrare- ne’ corpi de’giumenti

; quellede’rapaciede’ tiranniinsinuarsi in-queide’lupiidegli' sparvieri ede’nibbi; 1!

anime

de’ civilie deglionestiprenderei corpidipecchie di vespee•'diformiche animali,per così dire-repubblicanti;- e i purgali contemplativi divenireiddii;è

un

mostraresotto- figura- labruttezza e*bellez-za:dell’

anima

secondo;‘che ella-per1’ at-taccamento-alcorpo; divienecarnale^epel distaccamento?da’ sensi,spirituale* Questo intese nel ventesimo;dell’ ulissea- sotto la favola di Circe-il principe- degl’ingegni

Omero

imitato poi dal-granVirgilio- lad-dove dissenel sesto, descrivendo'

monte

Saiv>D,j. li ^

1^8

CirccllinelregnocUNapolicosìdarjuèsta ninfaìucantatricedenominator

Hinc

cxcui~

diri gemitus iracque

leonum

flùidarecti-, saiUu/netsera sub nocle

rudentum

, Se-tigerique sues atque ia praesepibusarsi Sae\fireac

Jbrmae magnorum

ululare

lu-porum, Quos

homimini

ex

facie

fUa

sae-va potehllbus herbis Induerat Circe in vultus

ac

terga

ferarum

.

Circeèla con-cupiscenzaelavoluttà, laqaale disfìgu-ra1’

uomo

el’imbestia.

Esempio non

fa-voloso, ed orrido spettacolo di persona pergastigo deli’ altissimoIddio disumana^

taeridotta apascere fienoed astare al-laguazza ed all’aria,

come

bestia, co’

lunghipelic colle uncinate unghie cisi rappresentainDaniellealquarto,

Nabuc-codouosorre, finché, il

tempo

compito disua punizione, levògliocchialcieloe

’lsennoglifurenduto

.

Quanto

alla

se-conda

opinione del rifacimento del

mondo

edella restituzione, e rìtoruo di tuttele cosenella fine dell’

anno mondano

e del-lamassima revoluzione di tutte lestella al

medesimo

puntoecostitazione dicielq

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^ono

iavero menzione di (Questo anno grande opiuttostograndissimoequasiin*

finitoPlatonenelTimeo,è

da

essoil por-tòCicerone nel sogno dìScipionec

Ma-croblo nel

cemento

sojffki'quello, Censo-rino

de

die natali, cheva ancorale di-verseopinioni degliantichimattematicl

c-numerando

Intorno alla'duratadiquesto grande anno, la qualeinpiù decine di migliaiad’anni si compù'à, e finalmente Giulio Fifmico nella sua malesi ovvero trattalodelle natività;ilquale,seil te-sto

non

èerrato, il fa giugnerefino

ad

nonitrecentomila. Alcunimisteriosi plato-nici,

come

notailnostroMarsilioFicino sopraildecimo dialogo della repubblica facevanofareall’anima

umana

ilsuogiro pertuttelesfere,cbeco'quattro elemen-ticcon quellede’ settepianeti ecolla ot-tavastellatasondodici,epertuttiicori dei

demoni

e degl’ iddii ’n una dozzina dimigliaia d’annieche in trediquesti anniellavenivaa compirel’anno

magno

del firmamento, dieinannitrcntaseimìla

«d

medcsùno

punto$irestltuivii-

Di

questo

180,

anuo magno

volevanogliantidiii essereili cataclismo ovvero diluvio egenerale:inon- ' dazione della.terrailgran,verno,el’ ecpi-rosi,cioèincendi^universale,lagrand’ e-state;

dopo

la;qualeil,

mondo,

dalla sua-vecchiezza uscito,ringioveniva.etornava

a

rivivere altrelunghissime- età, dalle

sue-medesime

ceneripullulàndoe, rinnovando-si,,come- fenice,, ritrovando,nel.fuoco la-su.0.semenza,. Stranecose:son

^este

,

ma

chi

può

negare che

da

ingegnigrandissimi

non

sienprodotte?•Beroso, caldeo.dipiù,, espositore dell’ anticoBelo,

come

referisce

Senecanelle quislioni naturali al capitolo, ag.,dice--che- per. corso, di pianeti.e per-punti,di stellele.sopraddette- cose,avvenir doveano.e.ciré,

quando

lestelletutte ren--dute.nel, cancrosi fossero, il.'

mondo

sa--rebhetutto ito infaville,ed allorché

le-medesime

siJfossero>abbattute

ad

)unirsi<

nelCapricorno, sarebbesl. tutto, fatto,

un

la--go, eandato, sottoall’acque.

E

U.medesi-.

luo Senecanella consolazione, aMarcia trat--tando;della generai;combustione o abbru-ciamentoe della fine del

mondo,

'estelle,

,

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fuoco

,‘quello, che*orarilucecon ordì'

ne

, arderà allora in<confuso.

Che

il

mondo

‘dalfuoco abbia

da

-essere consu*

maio

erinnovato, a*accordano quei filo-sofi,'cheildissero,

come

glistoici, con essonoiCristianij'con questa

^n

'diffe-renza'però-,

come

'osservaTazianoantico e pioscrittore cotitrai'gentili,-die l’ia-'cendiamento del

mondo

queglipiù volte

ponevano

secondo

de

'vicende dei-tempi,e inqueste conversioni e rinnóvazioni1’

una

all’altra succedenti il

mantenevano eter-no

;enoi

un

soloincendiamento

ponghia-mo

,*che per

uua

solvolta 'imporràfine 'altutto.

Numenio

pittagorico presso

'Tlu-’sebiovuole che 'dopo l’incendio universa-leil

mondo

abbia"a‘rifarsi

, qualera pri-'raa;‘equestaerachiamatala 'po/cng'encsta ovvero rigenerazione del

mondo.

'Seneca di piùnell’epistola36. dicequeste forma-liparole: lamorie cotanto

da

noi temu-tae ricusata'non'toglie ‘la vita,ina

T

in-termette,

Verrà un

giorno

da

capo, che

i

i83.'

inluceciriporrà, il quale molti rifìa-^

tcrehbero, se

non

rivenissero delle pas-satevite dimentichi. Questo

medesimo

di-segnò primaVirgilionelU ecloga4-»nella (j[uale, lasciata la pastorale

sampogna

» prende

un

tuono'più sollevato,

comecché

eglicelebra la nascitadiSalonino figliuo-lo d’Àsinio Pollione, gran benefattoredì Virgilio.,clicerastatocagione, mentre e-gli governava la regione dìla dal

Po

,

die fùssero restituite sul

mantovano

le possessioni a Virgilio,assegnateda’ trium-viria’loro soldati:in^^esta ecloga

adun«

que

illustraconpreziosi versi questa opi-nionedellarigenerazioneuniversale,

dicen-do

congiubbilo digraufestae

con

trion-fo di poesia;

Dei

versisibilliniègià

venuta

JJ ultimaetade, e

un grande

orditi

da

caper

Di

secolirinasce:ecco di nuovo

La

vergititornae 'diSaturnoilregno/ Dall'alto

del

stirpenovellascende

Quel

nascente fanciul, sottodi cui

Im

ferrea gentespegtierassiin

prima

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