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L’apparente semplicità di Curare e

stato dell’arte e primi problem

33) Il tecnico ha svuotato la cisterna aprendola

5.4. L’apparente semplicità di Curare e

Guarire

Vorrei dedicare un po’ di spazio all’analisi dei verbi curare e guarire; questo poiché ritengo che sia possibile offrirne una caratterizzazione piuttosto dettagliata e condivisibile attraverso gli strumenti teorici e formali offerti dal filone di ricerca della Manner/Result Complementarity.

Farò riferimento a quelli che ritengo siano i significati principali dei verbi, che hanno a che fare con cure mediche, ospedali e condizioni di salute.

Come sempre, inizierò con un paio di assunzioni di partenza, che mi impegnerò a sostenere o smentire attraverso l’applicazione di metodi diagnostici e l’analisi delle interpretazioni di enunciati contenenti i verbi in oggetto:

a) curare è un MANNER VERB che lessicalizza un processo, anche molto complesso, solitamente utilizzato per produrre un certo risultato, migliorare la condizioni di salute di un individuo;

b) guarire è un RESULT VERB che lessicalizza uno stato prodotto in un oggetto per effetto dell’evento denotato dal verbo, che consiste nella rimozione di una condizione di salute patologica da un individuo.

Prima ancora di procedere ad applicare i test proposti, è opportuno, almeno nel caso di questi verbi, passare in rassegna i possibili frame sintattici accessibili ai predicati analizzati; questo poiché ritengo che, soprattutto per quanto riguarda

guarire, alcune costruzioni sintattiche possano produrre significative variazioni nel

nucleo semantico del verbo.

Per ciascun verbo vengono presentati i frame sintattici accessibili, seguiti da un esempio concreto della costruzione:

Curare:

[ SN1: AGENT] [V] [ SN2: THEME]

1) Il medico ha curato Gianni

[ SN1 : AGENT] [V] [ [ SN2 : CONDITION] [ P SN3 : "POSSESSOR"]]

2) Il medico ha curato il raffreddore di Gianni

[ SN1: AGENT] [V] [ SN2: LOCATION/PATIENT?] [ P SN3 :

CONDITION/LOCATUM=THEME]

3) ?Il medico ha curato Gianni dal raffreddore

Guarire:

[ SN1: AGENT/CAUSE] [V] [ SN2: PATIENT]

4) Il medico ha guarito Gianni

[ SN1 : AGENT/CAUSE] [V] [ [ SN2 : CONDITION] [ P SN3 : "POSSESSOR"]]

5) Il medico ha guarito il raffreddore di Gianni

[ SN1: AGENT/CAUSE] [V] [ SN2: LOCATION/PATIENT?] [ P SN3 :

CONDITION/LOCATUM=THEME]

Si possono citare almeno due evidenze a favore della classificazione di curare come

MANNER VERB e guarire come RESULT VERB.

Guarire, a differenza di curare, partecipa all’alternanza causativa (Fillmore, 1977;

Levin e Rappaport Hovav, 1991; 1995; 1998; 2005; 2008; Levin, 1993; Beavers e Koontz-Garboden, 2012; Goldberg, 1995; 2006):

7) Gianni è guarito (dal raffreddore) 8)*Gianni è curato (dal raffreddore)

Da sempre, la partecipazione di un verbo all’alternanza causativa è considerata evidenza inequivocabile della presenza nella sua rappresentazione lessicale di un sottoevento trasformativo, [ BECOME [ Y <STATE>] ]; la presenza di questo sottoevento permette di classificare un verbo come RESULT VERB.

Seconda cosa, consideriamo il significato dei derivati nominali di curare e guarire,

cura e guarigione (definizioni tratte dal Sabatini-Coletti):

Cura  «5 Assistenza diagnostica e terapeutica prestata dal medico al malato…; terapia prescritta;

ciclo di assunzione di un farmaco o di applicazione di una terapia...»

Guarigione  « Atto di guarire, di riacquistare la salute...»

La definizione di cura fa riferimento ad un insieme di procedure sequenziali senza implicare che esse producano un qualche effetto su chi viene sottoposto a queste procedure; il significato di guarigione mette a fuoco la componente risultativa dell’equivalente verbale (nella viariante anticausativa), la rimozione di una condizione di salute patologica da un individuo (Rappaport Hovav e Levin, 2010). A questo punto proviamo ad applicare i test diagnostici già impiegati ( Beavers e Koontz-Garboden, 2012).

Iniziamo da quelli per la componente RESULT.

Poiché è sospettabile che ad ogni frame sintattico accessibile a curare e guarire corrisponda una variazione semantica del nucleo verbale, potrebbe essere utile

applicare i test di RESULT alle diverse costruzioni sintattiche; ogni test viene applicato ad ogni frame sintattico del verbo:

9) Il medico ha curato Gianni ma questo non è minimamente migliorato, sta ancora

male…

10) Il medico ha curato il raffreddore di Gianni ma il disturbo persiste…

11) ?Il medico ha curato Gianni dal raffreddore ma questo non è minimamente

migliorato…

12) #Il medico ha guarito Gianni ma questo non è minimamente migliorato, sta

ancora male…

13) #Il medico ha guarito il raffreddore di Gianni ma il disturbo persiste…

14) #Il medico ha guarito Gianni dal raffreddore ma questo non è minimamente

migliorato…

La situazione è veramente molto complessa, proviamo a mettere ordine.

Prima di tutto, il fatto che 9) e 10) siano perfettamente interpretabili dimostra che l’oggetto su cui si ripercuote il processo lessicalizzato da curare non necessariamente subisce un qualche tipo di mutamento di stato, confermando l’intuizione che il verbo sia un MANNER VERB.

L’incertezza sull’interpretazione da assegnare ad 11) è dovuta all’intuizione che l’enunciato risulti in qualche modo anomalo: sembra che il verbo curare, in questo contesto sintattico, subisca una transcategorizzazione da semplice MANNER VERB a

RESULT VERB.

Detto questo, è necessario riuscire a capire quale sia l’argomento che subisce il mutamento di stato implicato.

I partecipanti che subiscono un mutamento di stato sono due: 1) il “possessore” del disturbo, che vede migliorata la propria condizione di salute, senza che necessariamente arrivi a godere di piena salute ( una volta rimosso il disturbo espresso in sintassi, il paziente potrebbe continuare a presentarne altri); 2) il disturbo o condizione patologica, che viene rimosso dal suo portatore.

E’ difficile riuscire a caratterizzare la rappresentazione eventiva di questo uso del verbo curare; ciò che conta, in ogni caso, è che esso lessicalizza, per effetto di una

transcategorizzazione, una componente RESULT (se volessimo adottare un punto di vista costruzionista, potremmo provare a dimostrare che la transcategorizzazione è dovuta alla proprietà semantiche che la costruzione analizzata impone su un verbo, ma, per il momento, non approfondirò la questione).

12), 13) e 14) sono positivi al Denial of Result, supportando l’ipotesi che guarire lessicalizzi una componente RESULT: 12) è anomalo perché l’oggetto diretto, Gianni, subisce un mutamento di stato, riacquistando salute; 13) esprime il mutamento di stato del disturbo, il raffreddore, che passa da “esistente” a “non-esistente” (pur non essendo esplicitamente asserito, la nostra conoscenza della realtà extralinguistica ci permette di comprendere che, scomparendo il disturbo, le condizioni di salute del suo portatore migliorano); il caso di 14) è analogo a quello di 11), in quanto è come se l’enunciato esprimesse il contenuto “le condizioni di salute di Y migliorano per effetto della rimozione di un disturbo Z” (a questo proposito sarebbe interessante indagare la relazione tra questa costruzione di guarire e le alternanze argomentali in cui sono coinvolti i Clear Verbs, ad esempio; Levin e Rapoport, 1988; Levin e Rappaport Hovav, 1991; 1995; Levin, 2006).

Passiamo ad Object Deletion:

15)#Il medico ha curato per tre mesi

16)#Il medico ha guarito in poche settimane

L’inaccettabilità di 16) è pienamente giustificata da quanto è stato detto fino a questo momento; 15) è un altro esempio di quanto sia problematica l’applicazione del test Object Deletion.

Nonostante l’intuizione che curare non lessicalizzi alcuno stato risultante sia molto forte, il verbo risulta comunque positivo al test.

Vediamo come si comportano i verbi analizzati con i test di MANNER.

Selectional Restrictions:

17) Il mite clima ed il sole persistente hanno curato i dolori di Gianni 18) Il tè verde ha guarito il raffreddore di Gianni

L’accettabilità di 18) è attesa, dato che abbiamo ipotizzato che guarire sia un

RESULT VERB che non fornisce alcun tipo di informazione su come il mutamento di

stato viene prodotto; 17) è anomalo: se è vero che curare è un MANNER VERB, in quanto tale non dovrebbe essere accettabile con soggetti inanimati (Beavers e Koontz-Garboden, 2012).

Una possibile giustificazione per 17) potrebbe essere che il verbo curare, come nel caso di 11), subisca una transcategorizzazione da semplice MANNER VERB a RESULT

VERB; tuttavia, non disponiamo di prove sufficientemente rigorose cui ricorrere per

una dimostrazione oggettiva ma dobbiamo fare affidamento sulla mera intuizione di parlanti nativi.

Veniamo a Denial of Action:

19) #Il medico ha curato Gianni senza muovere un muscolo… 20) #Il medico ha guarito Gianni senza muovere un muscolo…

Non mi pare ci siano contesti che possano rendere accettabili questi enunciati. La necessità di creare contesti anche molto complessi che soddisfino questi tipi di enunciati rende altamente improbabile che un parlante possa ricorrere ad essi per descrivere le situazioni ipotizzate o, nel caso in cui li scelga, rappresentano usi fortemente marcati; oltretutto, come fatto presente nelle sezioni precedenti, è quasi impossibile riuscire a distinguere l’inaccettabilità di una frase come quelle in 19)-20) dovuta alla presenza di una componente MANNER nel verbo da quella riconducibile a fattori pragmatici e di uso linguistico15.

Resta da analizzare la struttura temporale interna dei verbi in oggetto. Iniziamo con la modificazione avverbiale per X tempo: