• Non ci sono risultati.

Il postino ha imbustato la lettera per tre minuti 60) La mamma ha incartato lo scatolone per venti minut

stato dell’arte e primi problem

59) Il postino ha imbustato la lettera per tre minuti 60) La mamma ha incartato lo scatolone per venti minut

61) L’autista parcheggiò la limousine per qualche minuto 62) Il medico ricoverò il malato per due settimane

Assumendo la classificazione sopra stabilita, ci dovremmo aspettare che verbi aventi le medesime caratteristiche aspettuali condividano la stessa interpretazione con la modificazione avverbiale per X tempo.

L’interpetazione associata a 57), 58), 59), 61) e 62): per X tempo specifica la durata temporale della permanenza del tema nel luogo lessicalizzato dal verbo (o ulteriormente specificato nell’enunciato); trascorso l’intervallo temporale X, il risultato si inverte e torna ad essere nuovamente verificato lo stato di cose che era verificato prima che l’evento codificato dal verbo avesse luogo.

Questo conferma che depositare, imbarcare, imbustare, parcheggiare e ricoverare condividono un denominatore aspettuale, [- DURATIVO]: per X tempo non può modificare la durata di un processo che precede il RESULT del verbo in quanto essi non lessicalizzano alcun processo (conclusione troppo forte nel caso di ricoverare). Per quanto riguarda 55) e 60), le intuizioni dei parlanti sembrano, in un certo senso, contraddire l’analisi aspettuale sopra proposta: avendo qualificato l’oggetto diretto del verbo come tema incrementale che è coinvolto in un mutamento di stato graduale, ci aspetteremmo di poter classificare avvolgere come durativo.

Se ciò fosse vero, si darebbe la possibilità di interpretare 55) con sospensione di telicità, come avviene con la maggior parte dei verbi telici e durativi (Gianni ha letto

il libro per due ore ma non ha ancora finito; Rothstein, 2004); al contrario, stando al

giudizio di parlanti nativi, l’interpretazione più accessibile e meno marcata di 55) è quella con inversione di stato (per X tempo specifica la permanenza dell’oggetto nello stato lessicalizzato dal verbo), tipica dei verbi telici e non durativi (??Il mago

ha avvolto il baule per cinque minuti ma non ha ancora finito…).

Nel caso di 60), sorprendentemente, le intuizioni dei parlanti offrono anche un’interpretazione con sospensione di telicità: la mamma potrebbe aver iniziato ad incartare lo scatolone ed essersi interrotta dopo venti minuti lasciando il lavoro incompleto.

Dunque, per quanto riguarda avvolgere, l’analisi semantica della scala di mutamento associata al verbo, che ha portato a qualificare l’oggetto diretto come tema incrementale, è inconsistente con l’interpretazione della modificazione per X

tempo privilegiata dai parlanti: è opportuno classificare avvolgere come [-

DURATIVO]?

Al contrario, incartare è accettabile anche con un’interpretazione della modificazione avverbiale per X tempo che prevede la sospensione della telicità, fatto che consente di classificare il verbo in oggetto come [+DURATIVO], in accordo con quanto detto sulla scala di mutamento lessicalizzata.

Poiché abbiamo dimostrato che le ROOT semantiche associate ad avvolgere e

incartare, AVVOLTO e INCARTATO rispettivamente, sono concettualmente molto

vicine e si distinguono esclusivamente per il grado di complessità dello stato denotato da ognuna di essa, è possibile ipotizzare che le differenti proprietà aspettuali dei verbi dipendano dal differente grado di complessità delle ROOT ad essi associate (non approfondirò la questione in questa sede).

Concludendo la breve analisi aspettuale della classe, possiamo ribadire le distinzioni sopra introdotte:

[+TELICO], [+DURATIVO]: incartare

[+TELICO] , [-DURATIVO]: avvolgere, depositare, imbarcare, imbustare,

parcheggiare, ricoverare

[-TELICO], [+DURATIVO]: custodire

A questo punto, dimostrato che ricoverare lessicalizza sia una componente RESULT sia un MANNER, è possibile fare un’ipotesi sulla complessità di tali componenti (Beavers e Koontz-Garboden, 2012): la componente RESULT è costituita da un PATH bidimensionale, definito dall’opposizione tra le localizzazioni spaziali “non essere in ospedale” VS “essere in ospedale” (si noti che tale caratteristica accomuna il verbo e gli altri IMBUSTARE VERBS che codificano mutamenti di luogo puntuali); la componente MANNER è costituita da una sequenza di procedure burocratiche complesse.

Resta in sospeso come integrare questi due aspetti del significato in una rappresentazione lessicale coerente.

Terminata la rassegna dei vari test linguistici applicabili, possiamo ricavare una sottoclassificazione degli IMBUSTARE VERBS che, seppur frutto di criteri intuitivi e metodi diagnostici non sufficientemente rigorosi, vale la pena riportare:

IMBUSTARE VERBS RESULT VERBS

CHANGE OF LOCATION VERBS

[+TELICO],[-DURATIVO]: depositare, imbarcare

CHANGE OF STATE VERBS

[+TELICO],[-DURATIVO]: avvolgere

MANNER+RESULT VERBS

MANNER+CHANGE OF LOCATION VERBS

[+TELICO],[-DURATIVO] : imbustare, parcheggiare, ricoverare

MANNER+CHANGE OF STATE VERBS

[+TELICO],[+DURATIVO] : incartare

Prima di concludere il paragrafo dedicato agli IMBUSTARE VERBS voglio problematizzare la questione di ricoverare: siamo sicuri che le due componenti di significato lessicalizzate dal verbo, una agentiva e processuale e l’altra trasformativa, possano essere considerate come coinvolte in una relazione

MANNER-RESULT?

In altre parole: le procedure burocratiche necessarie per il ricovero possono essere considerate la maniera in cui il trasferimento in ospedale, o in un’altra struttura sanitaria del genere, viene effettuato?

Questa digressione avrà l’obiettivo di mostrare una possibile alternativa all’analisi semantica del verbo sopra proposta; allo stato attuale della teoria adottata in questa trattazione, non disponiamo di strumenti teorici che consentano di decidere in maniera definitiva quale sia l’analisi più corretta.

La componente risultativa non è dissimile da quella lessicalizzata dagli altri

IMBUSTARE VERBS e prevede il trasferimento fisico di un oggetto, che può essere

teletrasporto); le procedure burocratiche, la presunta componente MANNER, sono costituite da una serie di eventi che a loro volta possono avere una struttura interna anche molto complessa e difficilmente, anche a livello intuitivo, possono costituire la maniera in cui un trasferimento fisico viene effettuato.

Piuttosto, l’iter burocratico necessario per il ricovero, considerato come un unico sottoevento per effetto di una procedura di “atomizzazione” dei singoli sottoeventi che lo costituiscono, rappresenta la causa che innesca il trasferimento dell’oggetto. Una possibile prova a favore di questa organizzazione del significato di ricoverare è il rapporto temporale tra i sottoeventi lessicalizzati dal verbo: il sottoevento causante (e1), che deve precedere cronologicamente l’altro, può avere un tempo di

occorrenza totalmente distinto rispetto al sottoevento traslazionale (e2); un medico

può eseguire una diagnosi e portare a termine tutte le procedure burocratiche qualche giorno prima del trasferimento fisico del paziente in ospedale.

Nel caso in cui due sottoeventi di una rappresentazione eventiva intrattengano una relazione MANNER-RESULT, ritengo che ci debba essere un’intersezione non nulla tra i tempi di occorrenza dei due sottoeventi in questione (anche se le possibili relazioni temporali tra componenti MANNER e RESULT dovrebbero essere oggetto di una ricerca più approfondita).

Per il momento, per quanto riguarda la semantica di ricoverare, siamo sicuri di due cose: a) c’è un rapporto causale tra e1 ed e2; b) e2 costituisce una componente

traslazionale.

La proprietà riportata al punto b) è ciò che determina la partecipazione del verbo alla costruzione sintattica tipica dei verbi di movimento traslazionale:

[ SN1: AGENT] V [ SN2: THEME] [PP P [ SN3 : GOAL/LOCATION]]

L’organizzazione interna complessa del significato del verbo ha un’importante ripercussione sul sistema di interfaccia semantica-sintassi : il SN1, il soggetto, non

realizza l’agente del sottoevento traslazionale (e2) ma quello di e1.

Dunque, ci deve essere una Linking Rule che consente di proiettare sulla posizione di soggetto non il partecipante che esegue, attraverso manipolazione diretta, il

trasferimento fisico dell’oggetto, ma il partecipante che porta a termine le procedure burocratiche (e1).

Questo pattern di interfaccia non è un caso isolato, relegato agli usi di ricoverare, ma sembra essere attivo, addirittura, in contesti frasali in cui viene coinvolta una qualche nozione di autorità e burocrazia che non necessariamente è riconducibile alla semantica del verbo.

Si considerino gli enunciati 69) e 70):

69) Gli abitanti del quartiere hanno demolito la casa abbandonata