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Bagnare, Immergere e Inzuppare

stato dell’arte e primi problem

69) Gli abitanti del quartiere hanno demolito la casa abbandonata 70) Il vice sindaco ha demolito la casa abbandonata

5.3 Bagnare, Immergere e Inzuppare

Bagnare, immergere e inzuppare sono tutti verbi che, intuitivamente, appartengono

al dominio concettuale di acqua e altre sostanze liquide: il modello teorico della

Manner/Result Complementarity permette di definire ulteriori opposizioni

all’interno di questo gruppo di predicati?

Inizieremo l’analisi con un’ipotesi di partenza: bagnare lessicalizza uno stato risultante prodotto in un oggetto attraverso un’azione lessicalmente sottospecificata; immergere lessicalizza un luogo risultante (la situazione, nel caso di questo verbo, è molto complessa); inzuppare lessicalizza un’azione che non necessariamente produce un mutamento di stato nell’oggetto coinvolto.

Vediamo come si comportano questi verbi rispetto ai test di risultatività:

- Denial of Result

1) #La mamma ha bagnato il cencio ma questo non è cambiato, è ancora asciutto 2) Il fedele ha immerso la mano nell’acqua ma questa non è cambiata

3) Il mago ha inzuppato la tunica nel secchio d’acqua ma questa non è cambiata, è

ancora asciutta!

1) è palesemente contraddittorio: un oggetto che viene bagnato subisce un’evidente e percepibile alterazione fisica.

2) è accettabile: supponiamo che il liquido sia un qualche tipo di acqua miracolosa e che qualsiasi oggetto entri in contatto con esso rimanga asciutto o, più semplicemente, immaginiamo di immergere un tessuto idrorepellente nell’acqua. Anche 3) è negativo a questa variante del test: il mago utilizza per i propri trucchetti una tunica in tessuto idrorepellente.

Fino a questo punto, immergere e inzuppare sembrano esibire il medesimo comportamento rispetto alla variante del Denial of Result utilizzata per dimostrare la presenza di uno stato risultante nella rappresentazione lessicale di un verbo.

Applichiamo a immergere e inzuppare la variante utilizzata per i verbi di mutamento di luogo:

4) ?Il fedele ha immerso la mano nell’acqua ma questa non è da nessun altra parte 5) Il mago ha inzuppato la tunica nel secchio d’acqua ma questa non è da nessun

altra parte

4), pur non essendo totalmente contraddittorio, risulta anomalo: se immergo qualcosa in un liquido, tale oggetto sarà collocato nel luogo in cui il liquido è contenuto; la situazione è complicata da un qualche tipo di slittamento metonimico tra contenuto e contenitore.

Le proprietà fisiche di un liquido impongono che esso, affinché costituisca una quantità individuabile (Link, 1983; Jackendoff, 1991), debba essere contenuto in un oggetto che ne definisca i limiti spaziali; pertanto, immergere qualcosa in un liquido significa inserire l’oggetto nel contenitore stesso (si ha una sorta di relazione di “co- contenimento”).

Ci sono almeno due prove linguistiche a favore di questa ipotesi: a) l’utilizzo della costruzione mettere + SP, in cui la testa del SP è una preposizione spaziale e il complemento di P, SN, è retto da un nome che denota un qualche tipo di fluido (ad es. mettere i piedi nell’acqua); b) l’utilizzo, nel caso di immergere, di un SP che ha come testa una preposizione spaziale che solitamente codifica relazioni di contenimento e tale sintagma costituisce un argomento obbligatorio del verbo. In entrambi gli esempi, la testa del SP, una preposizione spaziale, qualifica il suo complemento come una LOCATION mentre, in realtà, la LOCATION effettiva è il contenitore del liquido13.

Questo è uno dei motivi che mi spingono a considerare immergere come un verbo di mutamento di luogo.

Inzuppare prevede un contatto quasi istantaneo tra il liquido e l’oggetto, in maniera

tale che esso, al termine dell’evento, si trovi nella stessa posizione in cui si trovava all’inizio: se c’è un qualche mutamento di luogo, viene invertito in un intervallo di

13

tempo talmente ristretto da non consentire di considerarlo come luogo risultante; si noti che tale inversione del mutamento di luogo è la proprietà semantica del verbo che consente un facile accesso all’interpretazione reiterativa di inzuppare.

Riassumendo: immergere è negativo alla variante del Denial of Result utilizzata per provare la presenza di uno stato risultante nella semantica del predicato ma positivo alla variante utilizzata per individuare un luogo risultante; inzuppare è negativo ad entrambe le varianti.

Se si accetta la validità teorica del test, immergere codifica un mutamento di luogo e inzuppare non lessicalizza nessuna varietà di mutamento (non include nella propria rappresentazione eventiva l’operatore BECOME).

Passiamo al secondo test di risultatività, Object Deletion:

6) *Jenny ha bagnato per cinque minuti

7) *L’orefice ha immerso nell’argento per due ore 8) *Pierino ha inzuppato nel latte

Gli esiti di 6) e 7) sono prevedibili, oltre che su base semantica, facendo riferimento alla gerarchia implicazionale proposta per i test di risultatività: se un verbo è positivo al Denial of Result è positivo anche ad Object Deletion.

E’ possibile confermare che bagnare e immergere lessicalizzano una qualche nozione di RESULT.

8) costituisce una caso molto problematico: gli esiti di inzuppare rispetto ai test di risultatività sono analoghi a quelli dei “Verbi di stato esternamente prolungato”, negativo a Denial of Result e positivo a Object Deletion.

Ipotizzare che questo predicato lessicalizzi una root stativa è intuitivamente implausibile; d’altra parte, si potrebbe ricorrere alla nozione di tipicità dell’oggetto diretto, sostenendo che, poiché la distribuzione di probabilità tra i possibili argomenti del verbo è uniforme, non emerga un argomento tipico che possa essere recuperato come argomento di default in assenza di evidenze sintattiche.

L’impressione che si ricava da questa riflessione, come dalle altre riguardanti Object

Deletion, è che le variabili che determinano l’omissione dell’oggetto diretto siano

Nonostante questo, continuerò a sostenere che inzuppare lessicalizzi un MANNER di qualche tipo.

E’ giunto il momento di passare ai test di MANNER:

- Selectional Restrictions

9) Il temporale ha bagnato la sabbia

10) #Il vento ha immerso le automobili nel fiume 11) #Il terremoto ha inzuppato i biscotti nel latte

9), che costituisce il caso meno problematico, non viene meno alle aspettative: in quanto RESULT VERB è perfettamente interpretabile con soggetto inanimato.

Anche l’esito di 11), poiché ho ipotizzato che inzuppare codifichi un MANNER, è adeguato: il verbo necessita di un soggetto animato che possa compiere l’azione. La positività di 10) al test è inattesa, assunto che immergere lessicalizzi un mutamento di luogo: il verbo registra anche una qualche componente MANNER? Prima di trarre conclusioni, vediamo gli esiti dell’applicazione del Denial of Action:

12) Mauro ha bagnato il pavimento senza muovere un dito, non si è preoccupato/si

è dimenticato di riparare il tubo rotto…

13) Il tecnico ha immerso il cellulare nell’acquario senza muovere un dito, mentre

controllava le condizioni dell’ossigenatore gli è scivolato di tasca ed è caduto dentro…

14) a) #Il bambino ha inzuppato la manica della giacca nella vasca senza

muovere un dito, ha lasciato…

b) Il bambino ha inzuppato la manica della giacca nella vasca senza

accorgersene, si è

messo in ginocchio per osservare il fondo…

12) e 13) sono negativi al test e quindi, teoricamente, bagnare e immergere non dovrebbero lessicalizzare alcuna componente MANNER; 14), oltre a supportare la

presenza di un MANNER nella rappresentazione semantica del verbo, permette di definire ulteriori dettagli della componente lessicalizzata: da 14a) e 14b) si potrebbe concludere che inzuppare necessita di un soggetto agentivo ma non necessariamente intenzionale, cioè consapevole di compiere l’azione espressa dal verbo.

Resta da analizzare la struttura temporale interna dei verbi in oggetto:

- in X tempo

15) La mamma ha bagnato il pavimento in dieci minuti 16) L’orefice immerse l’anello nell’argento in cinque minuti 17) ?Pierino ha inzuppato il biscotto nel latte in tre minuti

In 15) la modificazione avverbiale esprime la durata necessaria affinchè l’oggetto diretto subisca il mutamento di stato lessicalizzato dal verbo nella sua interezza: la duratività dell’evento è contingente sull’estensione fisica del paziente14.

In 16) viene quantificata la durata di un processo esterno rispetto alla semantica del predicato, che precede il mutamento di luogo lessicalizzato dal verbo.

Infine, l’unica interpretazione plausibile di 17) è una analoga a quella di 16): in X

tempo quantifica l’intervallo temporale che intercorre tra un istante

contestualmente determinato e l’inizio del processo codificato dal verbo. Gli enunciati con per X tempo:

18) ?Il cameriere ha bagnato la tovaglia per cinque minuti

14 Con ogni probabilità, questa analisi è una semplificazione del fenomeno; si consideri:

i) La mamma ha bagnato la tovaglia in cinque minuti

E’ possibile quantificare la durata dell’evento espresso in i) semplicemente osservando la percentuale di estensione fisica dell’oggetto coinvolta nel mutamento in un dato istante temporale? Tralasciando queste problematiche, che richiederebbero un’analisi aspettuale approfondita, che va oltre lo scopo di questa trattazione, ciò che interessa è che il verbo, in entrambi i casi, è telico; ed il

19) Maria ha immerso la mano nell’acqua fangosa per dieci minuti 20) La nonna ha inzuppato il cencio nel secchio per venti minuti

18) è difficilmente interpretabile con la modificazione per X tempo; si potrebbe ipotizzare un’inversione dello stato lessicalizzato dal verbo al termine dell’intervallo temporale X, anche se ciò richiederebbe un contesto particolare:

21) Il bagnino bagnò la sabbia per dieci minuti, giusto il tempo di consentire ai

bambini di giocare a pallone…

19) viene chiaramente intepretato come un’inversione di stato: trascorso il tempo quantificato da X, durante il quale l’oggetto coinvolto nell’evento si trova nel luogo risultante lessicalizzato dal verbo, il tema dell’evento torna in una localizzazione spaziale che non concide con quella inclusa nella rappresentazione eventiva (si noti che il luogo risultante della rappresentazione eventiva è determinato dal SP che funge da argomento del verbo).

Per quanto riguarda 20), l’interpretazione che mi sembra più naturale è quella reiterativa: l’azione atomica (Dowty, 1979; Rothstein, 2004; 2008) descritta dal verbo viene ripetuta n volte, tante quante l’estensione temporale di X consente. Questo tipo di interpretazione è tipica dei verbi che denotano eventi puntuali, aventi durata temporale quasi istantanea, che tuttavia non lessicalizzano alcun mutamento di stato duraturo nell’oggetto coinvolto: per questo motivo vengono classificati come MANNER VERBS (Levin, 1993; Rappaport Hovav e Levin, 1991; 2005; 2008; Levin, 2013).

L’interpretazione reiterativa di un verbo puntuale che non implica alcuno stato risultante genera un processo i cui sottoeventi coincidono con l’evento istantaneo lessicalizzato dal predicato di partenza (Engelberg, 1999; Rothstein, 2004; 2008). Numerosi esempi di verbi appartenenti a questa classe aspettuale possono essere rintracciati tra i Verbs of Contact by Impact (colpire, battere, calciare, ecc.; Levin, 1993: 150), verbi che vengono spesso citati da Levin e Rappaport Hovav come esempi tipici di MANNER VERBS (Levin e Rappaport Hovav, 1991; Levin, 1993; Rappaport Hovav e Levin, 1998; 2008; 2010); alcuni membri della classe, come

percuotere, sbattere, tambureggiare e bastonare, sembrano lessicalizzare la

reiterazione degli eventi puntuali descritti dagli altri membri della classe.

Questo comportamento aspettuale è un’ulteriore prova che depone a favore dalla classificazione di inzuppare come MANNER VERB.

L’analisi aspettuale ci permette di trarre alcune conclusioni a proposito dei verbi in oggetto.

Bagnare è un verbo telico, come testimoniato dall’interpretazione della

modificazione avverbiale in X tempo, la cui duratività è contingente sull’estensione fisica dell’oggetto diretto: assumerò, tuttavia, che esso lessicalizzi una scala bidimensionale che registra l’opposizione asciutto VS bagnato, poiché, anche nel caso in cui il verbo descriva un evento durativo, ciascuna sottoparte del tema subisce un mutamento di stato bidimensionale (Beavers, 2008; 2011); il verbo è lessicalmente [- DURATIVO].

Immergere è telico e lessicalmente puntuale poiché in X tempo quantifica la durata

temporale di un processo esterno rispetto alla semantica del verbo, il cui punto terminale coincide con l’evento descritto dal predicato; per X tempo quantifica la durata della permanenza del tema nel luogo risultante lessicalizzato dal verbo prima che esso torni nella localizzazione di partenza (o, comunque, in una localizzazione spaziale diversa rispetto a quella registrata nella rappresentazione eventiva).

Inzuppare denota un evento puntuale la cui conclusione non comporta

necessariamente un nuovo stato di cose (si potrebbe dire che è telico in senso non convenzionale): nel caso di in X tempo viene quantificato l’intervallo temporale che intercorre tra un istante contestualmente determinato ed almeno una singola occorrenza dell’evento descritto dal verbo; per X tempo genera un’interpretazione reiterativa.

L’interpretazione reiterativa e l’assenza di uno stato conseguente all’evento puntuale descritto, incoraggiano ulteriormente ad includere inzuppare tra i

MANNER VERBS.

Arrivati a questo punto, possiamo provare a formulare le rappresentazioni eventive dei verbi analizzati.

Bagnare lessicalizza una RESULT-STATE root; in realtà, è più corretto dire che esso

lessicalizza una STATE root a cui viene applicato l’operatore BECOME, situazione che permette di riqualificare la root come RESULT-STATE:

[ X CAUSE [ BECOME [ Y <BAGNATO>] ]]

La componente azionale [ X ACT] è stata esclusa per coerenza con gli esiti dei test di

MANNER.

Una cosa bisogna dire a proposito della root semantica <BAGNATO>: lo stato che essa formalizza è fortemente associato al concetto di ACQUA e LIQUIDO, tanto che la scelta dei possibili MANNER che causano il risultato lessicalizzato dal verbo viene ristretta ad eventi ed azioni che evocano in qualche modo il dominio concettuale di ACQUA e LIQUIDO.

Facciamo un esempio linguistico; immaginiamo di voler specificare, attraverso il gerundio modale, la maniera in cui lo stato <BAGNATO> viene prodotto rispetto ad un oggetto: