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2.3 APPLICATA ALLA PRATICA

In effetti, le puntate di Family Guy rispecchiano le fasi di questo schema, pur in stile “nonsense” (semioticamente parlando). Analizziamo ad esempio una puntata random, Peter's Two Dads, S05E10, in cui Peter, scoperto di non essere figlio di Francis, decide di rintracciare il suo vero padre, il cui nome è Mickey McFinnigan, ubriacone di paese in un villaggio dell’estrema Irlanda.

Riferendoci alla parte finale del paragrafo precedente, le quattro fase (o tre), in questo caso, sarebbero:

Manipolazione Competenza Il flashback di Peter Capacità di bere (Contratto= se Peter troverà il

suo vero padre, troverà pace).

Performanza Sanzione

Drinking contest tra Peter e Mickey Mickey e Peter ballano insieme.

O ancora, nell’episodio Meet the Quagmires, S5E18

Manipolazione Competenza

La Morte consente a Peter di Peter deve riequilibrare la tornare al tempo della sua adolescenza successione degli eventi

Performanza Sanzione

Peter sfida Quagmire I figli tornano nella foto. Lois s’innamora

79 Nonostante l’apparente rigidità, per antonomasia, di uno schema, forzando talvolta gli elementi narrativi entro certe categorie precostituite, elementi non pensati in fase creativa come componenti di una certa classe sintagmatica, rimane tuttavia l’interesse per l’osservazione dello svilupparsi delle vicende a seconda di chi, tra i personaggi di Family Guy, ricopra i vari ruoli.

Ad esempio, negli episodi in cui l’eroe è Peter, molto frequentemente la sanzione riguarda qualcosa che rientra nel campo semantico degli affetti, come nei due esempi precedenti. Ma spesso, coerentemente al personaggio Peter, e con l’effetto di vedersi ritorcere contro lo stesso meccanismo narrativo che, seguendo il filone a là Famiglia Brady, prevede una conclusione priva di cliffhanger34 con ovvia ristrutturazione dell’equilibrio iniziale, la sanzione ha a che fare con quelle cose che fanno di Peter Peter, ovvero la Tv. Esemplare, al riguardo, il finale di Ptv, S04E14, in cui Peter, dopo una lotta contro la censura televisiva, riesce a spuntarla al punto da vedere addirittura l’intera Famiglia Brady davanti al WC, ad ammirare la bellezza del bisognino della piccola Cindy. Se non è censura incensurata questa…

Se è Brian ad indossare le vesti dell’eroe, molto spesso la sanzione riguarda il misterioso campo che comprende le difficoltà di un cane con un cervello umano di livello culturale medio-alto, con tutte le problematiche che ne derivano, come l’innamoramento (Brian the bachelor) o addirittura l’ovvio

misunderstanding ( Screwed the pooch ).

Interessante notare come, negli episodi in cui è Meg a ricoprire il ruolo di protagonista-eroe (Es. Don’t make me over), l’antagonista è qualcuno all’interno della famiglia. D’altronde Meg è una figlia decisamente non amata, ignorata, che vive sotto lo stesso tetto quasi per caso.

34 Nei telefilm, i finali cliffhanger sono usati in vari modi. L'uso più tradizionale riguarda gli episodi divisi in più puntate; in questo caso, il cliffhanger al termine delle puntate intermedie è quasi d'obbligo, in genere legato a un colpo di scena. Nelle serie televisive classiche americane, questo tipo di finale era tradizionalmente accompagnato dall'indicazione to be continued; nel linguaggio comune è rimasta la frase fatta "riusciranno i nostri eroi...?", che un tempo era pronunciata da una voce fuori campo al termine del cliffhanger. Le soap opera e le telenovela hanno generalizzato l'uso dei cliffhanger; in alcuni casi, tutte le puntate, o la maggior parte di esse, terminano in una situazione di suspence (…), non raramente protratta addirittura per diversi episodi (si veda per esempio il fantascientifico Vivere).

Questo permette dunque di confermare con assoluta certezza quelli che sono i ritratti dei vari personaggi, analizzandone le tipologie di sanzione: tuttavia, le caratterizzazioni dei membri della famiglia di Peter saranno sicuramente più ricche, grazie ai vari cambiamenti che i vari personaggi, e pur attraverso migliaia di peripezie confermeranno ovunque le loro caratteristiche, al contrario dei personaggi altri, che rimarranno più stereotipati che

archetipati.

Altro aspetto interessante nell’analisi del meccanismo narrativo di Family

Guy è la miscelatura di linguaggi televisivi, che si alternano non soltanto

durante alcuni inserti privi di effettivo significato macro-strutturale (es. Peter e Brian che, costretti a vivere nel Sud, girano in auto come se fosse la

Generale Lee di Bo e Luke, con tanto di bandiera sudista sul tetto, To Live And Die In Dixie, S03E12, con le atmosfere musicali ed i fermo immagine

sull’auto che salta da una rupe), ma che intervengono anche nello scheletro narrativo vero e proprio, come nel caso di episodi in cui il finale in puro linguaggio sitcom senza cliffhanger, preceduto come tradizione dall’inquadratura standard della casa dei protagonisti, sono in realtà momenti in cui ci si allontana, per le cose dette o fatte, dalla correttezza formale dei padri fondatori della sitcom pulita. Un po’ come mettere uno smoking ad un verro.

Tuttavia, ci sono due casi di cliffhanger in Family Guy, esattamente nelle “doppie puntate” The thin white line – Brian does Hollywood ( S03E01- 02) e Stewie kills Lois – Lois kills Stewie ( S06E04-05): anche in questo caso, lo stile audiovisivo rispecchia la metodologia ortodossa del serial impostato invece sulla continuità narrativa, rifuggendo l’autoconclusione. Musica crescente, in volume ed in tonalità, “stacchi di camera” rapidi in avvicinamento, fine improvvisa del tema musicale, con sensazione di assoluta sospensione. Per quanto riguarda invece l’inizio della seconda puntata della mini serie, la struttura del cliffhanger è diversa: nel primo caso, l’inizio, preceduto dal tipico “previously, on Family Guy”, ricapitola, in tipico stile serial, fatto di urla, azioni concitate, delitti, eventi catastrofici,

81 stacchi rapidi, e (stavolta in tipico stile Family Guy) rimandi a tutti i generi di serial, da Law and order a CSI, da Miami Vice a Prison Break: scafi che si schiantano, decessi, aerei e sparatorie, avvocati, interrogatori, ed infine l’unica frase pertinente con quanto successo la puntata precedente, letta da Peter nella classica situazione familiare, in salotto. “Brian has gone to Los Angeles to find himself”, con crescendo musicale e tensione, griffinianamente, immotivata.

Nel caso di Stewie kills Lois – Lois kills Stewie, invece, il cliffhanger è nelle mani dei personaggi di Family Guy, con Ollie Williams, l’inviato iracondo di Channel 5, che spiega in quattro rabbiose parole cosa è successo nella puntata precedente.

Questo gioco di scatole cinesi con i linguaggi televisivi è uno dei principali motivi per cui Family Guy si distingue da The Simpsons: la ricezione del “messaggio”, nonché il suggerimento del filtro griffiniano, viene esasperata con una scelta registica vera e propria. Ogni scena, nel profondo della sua anima, ha un’atmosfera, che può essere western, splatter, thriller,

demenziale, drammatica: ed è giusto che venga assecondata da scelte

accorte di uso del linguaggio visivo35, visto che l’animazione, in questo senso, demolisce incredibilmente i costi di produzione.

Peter e la narrazione costruita attorno: si tratta di due universi completamente antitetici, l’uno incredibilmente costante, negli abiti come nei modi e nelle abitudini, l’altra così variegata a seconda della situazione, che però riescono a fornire un prodotto con diverse strategie di comprensione. Le due dinamiche contrapposte riescono perfettamente ad ampliare le varie sfaccettature dei nostri eroi, che, inseriti in miriadi di contesti (e quindi mettendoci in grado di confrontarli con gli eroi che, in quelle atmosfere, li hanno preceduti) riescono ad uscirne fortificati ed arricchiti. Semplicemente essendo loro stessi. Stanno immobili, il mondo gira loro intorno. E Peter reagirà sempre con un “oh crap!!”, ma il sapore della sua esclamazione sarà sempre diverso.

35 Vedere per credere Last Blood, cortometraggio diretto da R.Izzo e S.Favilla, nel quale si salta da atmosfere in stile Predator al Sergio Leone polveroso degli scontri finali. http://www.licaoni.it

In conclusione, possiamo affermare che, in maniera generica, Family Guy si instaura a pieno diritto nel campo delle animated sitcom, che, dai padri fondatori Jetsons e Flinstones sta vivendo, dagli anni ’90, una seconda giovinezza. La struttura narrativa ricalca le sitcom classiche: durata di circa 22 minuti, ambiente familiare come centro narrativo, messa in scena piuttosto classica, presenza di un certo numero di locations e personaggi ricorrenti. Trattandosi di un’animazione, ovviamente, le ultime due categorie, spesso limitate per necessità, vengono evase con più facilità: basti pensare ai viaggi di Brian e Stewie. La regola resta comunque valida36,

poiché le locations base rimangono poche: casa di Peter, The Drunken

Clam, la fabbrica di giocattoli.

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