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TRA GREIMAS E PROPP: UN PO’ D

DI “FAMILY GUY” PARALLELO CON “THE SIMPSONS”

2.2 TRA GREIMAS E PROPP: UN PO’ D

TEORIA…

Quanto letto precedentemente necessita, ovviamente, di un approfondimento, specialmente riguardo ad alcune considerazioni sulla struttura narrativa. Per capire qual è il percorso che porta allo schema narrativo citato, ed in cosa effettivamente consiste, dobbiamo innanzitutto andare in biblioteca, e richiedere Del senso o Del senso 2 di A.J. Greimas. Partendo dall’intuizione di Tesnière, che considerava la proposizione come

scena di un piccolo dramma, comparandola quindi con il racconto, Greimas

elabora un’idea di fondo quasi palese, come tutte le grandi intuizioni: lo

spettacolo offerto dall’enunciato elementare di una qualsiasi proposizione linguistica è a tutti gli effetti una narrazione nella sua forma più semplice;

di contro, la narrazione appare pensabile come l’espansione delle due forme di enunciato elementare33 quali sue cellule costitutive. La conseguenza di

33

A differenza di Tesnière che prevede quattro strutture possibili per l’enunciato elementare, Greimas considera fondamentali per la sintassi narrativa due tipi di enunciati, quelli binari – EN= Funzione (A1;A2) – e quelli

73 questa premessa è che se la proposizione è strutturata come un racconto, allora, poiché costruito attraverso proposizioni, qualsiasi discorso è

organizzato in forma narrativa.

In questo modo, la componente narrativa assume il ruolo di un universale del piano del contenuto dei linguaggi. Insieme al discorso scientifico, didattico e pubblicitario, il discorso del racconto diventa solo una delle tante forme di strutturazione narrativa dei testi. La fiaba, che ne è un suo genere, è tra le costruzioni più semplici, e quindi più adatte per svelarne i meccanismi costitutivi.

A questo punto, la distanza da Propp non è incolmabile: le 31 funzioni previste nello schema proppiano sono ritradotte negli enunciati narrativi e limitate a 20, mentre la riduzione dei personaggi in sette sfere d’azione, stabilite da Propp in base alle funzioni ricoperte dal personaggio, danno vita al modello attanziale.

La rappresentazione canonica data da Greimas del modello attanziale è:

Destinante ––– Oggetto –––! Destinatario Aiutante –––!Soggetto"––– Opponente

Soggetto e oggetto: Essendo soggetto in quanto tale solo se in relazione con

l’oggetto, questa relazione è caratterizzata dall’asse del desiderio/avversione (o timore). In questo modo, mentre la relazione di desiderio dà origine alle trasformazioni congiuntive, la relazione di avversione dà origine alle trasformazioni disgiuntive. Se il desiderio è la lessicalizzazione del volere (e l’avversione del volere contrario), l’oggetto è ciò che è voluto. L’oggetto, a seconda che sia attribuito secondo l’essere o secondo l’avere, può dirsi di natura soggettiva (essere prigioniero) o oggettiva (avere un tesoro). Così, quando l’oggetto è attribuito in maniera oggettiva, esso viene a situarsi in una dimensione pragmatica, e cognitiva in caso contrario.

ternari – EN= Funzione ( A1; A2; A3) –. Nel primo caso, si tratta di un enunciato a due attanti, dove la funzione svolta dal predicato crea la relazione tra un attante che compie ed uno che sopporta l’azione, siano essi persone o cose, prendendo così il nome di Attante Soggetto (S) e di Attante Oggetto (O). Nel secondo caso, invece, entra in gioco quello che Tesnière chiama il terzo attante. Greimas decide di dare un minimo di investimento semantico agli attanti che vi partecipano, chiamando rispettivamente Destinante (D1) il primo, Oggetto (O) il secondo e

Destinatario (D2) il terzo. Una simile struttura ternaria è comune a verbi come “dare”, “ricevere”, “spedire” etc.

Destinante e destinatario: Nella traduzione proppiana, il primo corrisponde

alla sfera d’azione del mandante, mentre il secondo è in genere il soggetto- eroe cui viene assegnato il compito di riparare il danneggiamento subìto. In realtà, i due attanti si pongono su due piani diversi: quando ha il compito di sanzionare l’operato del soggetto, facendosi garante di un universo di valori, il Destinante si colloca su un livello trascendente, diverso dal livello immanente del Destinatario. Si dice che al Destinante pertiene il volere, ed al Destinatario compete il dovere. Posta in genere all’inizio del racconto, la comunicazione tra i due attanti stabilisce la funzione detta di contratto, dove, se il Destinatario-soggetto si impegna a realizzare il volere del Destinante attraverso il sintagma narrativo detto prova, il Destinante si impegna a sua volta a retribuire il Destinatario-soggetto con una sanzione, positiva o negativa in base al giudizio espresso.

Nello schema narrativo vengono così a distinguersi il Destinante

manipolatore ed il Destinante giudicatore.

Aiutante e Opponente: Essendo legati all’acquisizione della competenza del

soggetto, questi attanti compaiono principalmente nei programmi detti d’uso. La critica li relegati al ruolo di esteriorizzazione degli attributi

modali dell’eroe.

Il ruolo attanziale – Man mano che il testo progredisce, l’attore ricopre

sintagmaticamente diversi ruoli attanziali. Un ruolo attanziale si definisce

sintatticamente in funzione della posizione dell’attante all’interno del

percorso narrativo, mentre l’investimento che chiamiamo modale ne

costituisce la sua definizione morfologica.

Da soggetto desiderante, l’eroe diverrà soggetto performante, dopo aver ricoperto il ruolo di soggetto competente. Dunque soggetto del volere, poi del sapere, del potere, infine del fare. Soggetto virtuale-soggetto

75 A questo punto, Greimas riesce ad individuare le unità sintagmatiche ricorrenti nella narrazione, precisamente

• Contratto • Prova • Sanzione

Il contratto

Simile al momento proppiano in cui il mandante incarica l’eroe di riportare a casa la principessa rapita, questo sintagma narrativo, come suggerisce il nome, comprende anche una bilateralità dell’accordo, preludendo alla definitiva sanzione.

Le tre prove

Greimas ha identificato nella successione di tre prove quelli che si possono considerare come i tempi forti nell’insieme del racconto. Non soltanto le prove costituiscono i nuclei in cui raggruppare e direzionare i singoli enunciati, ma la successione stessa delle prove risulta necessaria per comprendere il percorso di senso del soggetto. L’ordine sintagmatico di successione si presenta dunque in questo modo:

· prova qualificante · prova decisiva · prova glorificante

Nella prova qualificante il soggetto acquisisce/non acquisisce il sapere e potere necessari ad affrontare la prova successiva. Nella prova decisiva ha luogo un confronto o lotta fra il soggetto e l'antisoggetto, uno dei due prevale e ne consegue l'attribuzione dell'oggetto di valore. Nella prova glorificante il soggetto si confronta con l'antisoggetto, viene riconosciuto come tale e premiato (mentre l'antisoggetto sarà punito).

In una seconda fase Greimas distingue quattro strutture modali, partendo dal presupposto che, data l’esistenza di due grandi classi di predicati (quelli che danno origine agli enunciati dell’essere – di stato – e quelli che danno origine agli enunciati del fare – di trasformazione–), sia ragionevole pensare che le due forme di enunciati elementari possano ricoprire sia ruoli modali che descrittivi, dando così luogo a quattro combinazioni:

· il fare che modalizza il fare (far fare) ! “far prendere una mela” · l’essere che modalizza il fare (essere del fare) ! “voler prendere..” · il fare che modalizza l’essere (far essere) ! “prendere una mela” · l’essere che modalizza l’essere (essere dell’essere)! “ credere nel potere(della mela)”

a cui corrispondono quattro momenti della struttura di un racconto: · manipolazione

· competenza · performanza · sanzione

Poiché competenza e performanza insieme costituiscono l'atto o azione, Greimas identifica la seguente struttura a tre fasi chiamandola schema narrativo:

Manipolazione - Azione – Sanzione

Nella Manipolazione il Destinante predispone il Soggetto a un programma narrativo. Nell'Azione il Soggetto, che deve avere o acquisire una Competenza adatta all'esecuzione del suo programma narrativo, affronta la Performanza con esito positivo o negativo. Nella Sanzione il Soggetto e la sua Azione vengono riconosciuti e remunerati.

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