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APPROCCIO ETNOGRAFICO ALL’ASTROLOGIA

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 136-139)

Per colmare questo vuoto, l’autrice ha incominciato ad introdurre una di-mensione colloquiale nei bollettini da lei inviati periodicamente ai clienti, cer-cando di spiegare i principi astrologici applicati alla sua quotidianità. Scriveva, cioè, quello che lei stessa avrebbe voluto leggere. Per esempio, una volta ha messo a confronto il transito di Marte quadrato a Mercurio, visto da un astrolo-go reperito sul Web site e visto da lei stessa. Ecco il transito spiegato profes-sionalmente:

Attenti a ciò che dite se avete aspetti conflittuali (congiunzione, quadrato, e opposizione)! Questa è una buona combinazione se dovete fare un importante dibattito e presentare con forza il vostro punto di vista. Il problema è che a Mar-te non importa se la discussione è importanMar-te o meno. PotresMar-te facilmenMar-te tro-varvi coinvolti in dispute di poco conto che diventano rapidamente dibattiti violenti.

Ecco invece la sua versione, scritta nel giorno in cui Marte di transito qua-drava il suo Mercurio natale:

Marte ha fatto il suo ingresso in Scorpione la scorsa settimana ed ora è in quadrato col mio Mercurio natale… e naturalmente, ho incominciato la giorna-ta lanciandomi in una accesa discussione dopo aver letto un messaggio che ho rilevato da un sito dove io non mi lascio andare quasi mai a commenti. Mi sen-tivo terribilmente frustrata e incompresa. Oh Dio, quando imparerò a controlla-re i transiti prima di incominciacontrolla-re a sbottacontrolla-re contro qualcuno?

Gli entusiastici feedback ricevuti l’hanno convinta che raccontare storie di vita vissuta era istruttivo sia per i suoi lettori sia per se stessa.

In seguito, la Kent ebbe la fortuna di studiare etnografia, e questo l’aiutò ad avere una prospettiva diversa come scrittrice astrologica. L’etnografia (lette-ralmente:graphy = scrivere + ethno = cultura) è un metodo di ricerca sociale che si basa su osservazioni ravvicinate ed accurate descrizioni della vita quoti-diana di una determinata cultura Gli auto-etnografi vanno un passo più in là. Essi non solo osservano una cultura ma vi partecipano, e ciò che scrivono ri-flette non solo ciò che vedono ma anche ciò che pensano e sentono al riguar-do. Mentre la maggioranza degli etnografi (e degli astrologi) pensa di catturare la realtà mantenendo un certo distacco dal soggetto, gli auto-etnografi pensa-no esattamente il contrario. Questa tecnica di approccio, che si esprime con storie personali, dà la possibilità alle minoranze di farsi udire. Anche gli astro-logi rappresentano una minoranza nella cultura. Ecco perché dobbiamo far udire le nostre storie: la storia di quello che accade quando Saturno ritorna al-la sua posizione natale, al-la storia del Plutone di transito su un punto importante del nostro oroscopo, la storia della nostra rivoluzione solare oppure di ciò che mostrava la nostra carta natale quando abbiamo incontrato il nostro amore.

Però, raccontare una vera storia implica non soltanto dettagli e introspezio-ne ma anche un contesto. L’abilità di trovare l’elemento universale in una sto-ria individuale – la etno- o cultura condivisa – fa diventare un racconto emoti-vamente coinvolgente per il lettore, un vero atto di comunicazione.

La chiave per avvicinarsi all’astrologia con occhio etnografico si basa su alcuni elementi fondamentali:

 L’astrologia etnografica deve essere radicata su una solida tradizione astro-logica (cioè conoscenza appropriata di simboli, linguaggio e principi)  Per quanto possibile, bisogna essere accurati nei dettagli e scrivere con

scrupolosa onestà su ciò che accade e come viene da noi percepito. Sem-bra semplice ma è invece sorprendentemente difficile, e richiede un grande coraggio. In qualità di astrologi, siamo abituati ad assumere l’atteggiamen-to di persone che sono al di là degli interessi e delle emozioni di quesl’atteggiamen-to mondo, e ci piace giocare il ruolo del guru. Non è facile rinunciare a tale ruolo e presentarsi come persone normali. Ma, se siamo onesti, risultere-mo certamente interessanti.

 Infine, dobbiamo amare l’astrologia e meravigliarci sempre, ed ogni volta di più, della sua costante presenza nelle circostanze più insignificanti e banali. La maggior parte del nostro quotidiano è fatta di questi momenti-transiti fu-gaci ed irritanti di Marte piuttosto che di quelli interminabili e pesanti di Plutone.

Certo, nessuna interpretazione astrologica può essere completamente si-gnificativa per tutti e in tutti i tempi. Non ci sono riusciti gli antichi né siamo in grado di farlo noi. Però possiamo presentare un’analisi il più possibile sincera e dettagliata delle nostre esperienze astrologiche. Forse, aggiunge l’autrice, si tratta soltanto del suo Sole leonino che rema furiosamente in controtendenza rispetto al pensiero scientifico-quantitativo dell’Aquario, ma lei è convinta che un contributo individualizzato sia di grande valore. In fondo, se ognuno di noi è un prisma che cattura la luce allora il suo riflesso brilla diffondendosi in tutte le direzioni.

Noi astrologi ci troviamo in una posizione privilegiata per osservare la vita. Impegnandoci in un approccio etnografico all’astrologia, siamo invitati a parte-cipare al viaggio astrologico insieme ai nostri lettori e clienti invece di osser-varlo soltanto, abbracciando così la nostra umanità invece di rimanerne di-staccati come interpreti onniscienti dei testi. Forse il più grande contributo che possiamo dare all’astrologia è semplicemente quello di scrivere su di essa onestamente, con entusiasmo, e basandoci sulla nostre personali esperienze.

Nota della traduttrice. Riflettendo su questo articolo, mi sono chiesta cosa volesse dire in

questi giorni il transito di parecchi pianeti in convergenza sul mio Mercurio di nascita in Ge-melli/2ª. Mi aspettavo grandi cose. In realtà, si è trattato semplicemente di un improvviso rinnovato interesse per i miei risparmi (2ª analoga del Toro/averi) – da tempo ignorati – che ho poi provveduto a spostare (Mercurio movimento) da un Fondo ad un altro (Mercurio in 2ª/Banca).

(da The Astrological, “I”, Putting the Self Back in Astrology, in The Mountain Astrologer, n.120, Aprile/Maggio 2005)

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 136-139)