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DELL’ASTROLOGIA OCCIDENTALE

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 127-136)

Quindi ritengono che non valga la pena di perdere il loro tempo per appro-fondire le loro conoscenze su questo argomento.

Incredibilmente, moltissimi avversari dell’astrologia continuano ancora ad affermare che questa disciplina non ha alcuna validità perché la Precessione degli Equinozi ha provocato lo spostamento dei segni zodiacali.

In realtà, questa affermazione non ha fondamenti né storici né teorici, e di-mostra solamente l’incompetenza di questi denigratori dell’astrologia, che continuano a confondere due sistemi di riferimento completamente diversi: lo Zodiaco Tropico e lo Zodiaco Siderale.

Innanzitutto, l’astrologia occidentale si basa principalmente sull’influenza dei più importanti corpi celesti del sistema solare, e solo secondariamente sui segni zodiacali tropici.

Comunque, è sufficiente conoscere pochissime ed elementari nozioni di astronomia per capire che la Precessione degli Equinozi, responsabile della re-trogradazione del punto Gamma, non comporta alcun tipo di problema per l’astrologia occidentale.

Infatti, il punto Gamma si sposta rispetto alle costellazioni, ma rimane as-solutamente fisso rispetto ai segni zodiacali tropici.

Nel VI secolo a. C., gli antichi astrologi babilonesi inventarono lo Zodiaco Siderale, raggruppando in dodici costellazioni le stelle che si vedevano in quel-la fascia del cielo lungo quel-la quale si spostavano il Sole, quel-la Luna e i pianeti.

Suddivisero tale fascia zodiacale in dodici settori di uguale ampiezza, usan-do come punti di riferimento due stelle molto luminose, vicine all’Eclittica: Al-debaran, che si trovava al centro della costellazione del Toro e Antares, al centro della costellazione dello Scorpione. Nacquero in questo modo i segni zodiacali siderali, e le molteplici discipline astrologiche orientali continuano a basarsi, essenzialmente, su questo sistema di riferimento.

Nel 128 a. C., il più grande astronomo dell’era precristiana, Ipparco da Ni-cea (194-120 a. C.) scoprì la Precessione degli Equinozi, quindi, per evitare i problemi derivanti da questo fenomeno, sostituì lo Zodiaco Siderale dei babilo-nesi con lo Zodiaco Tropico, che, diversamente dal primo, dipende unicamen-te dall’orbita apparenunicamen-te del Sole ed è completamenunicamen-te svincolato dalle cosunicamen-tella- costella-zioni. Lo zodiaco di Ipparco è una suddivisione del cerchio dell’Eclittica in do-dici archi uguali, di trenta gradi, che ha come riferimenti i punti Gamma e Omega, cioè i due punti d’intersezione dell’Eclittica con l’Equatore Celeste.

Nel II secolo d. C., Claudio Tolomeo (100-178 d. C.) ritenne estremamente valido lo Zodiaco Tropico ideato da Ipparco, e da quell’epoca tutti gli astrologi occidentali continuano a considerarlo, giustamente, il sistema di riferimento più importante per seguire i movimenti dei corpi celesti.

Le costellazioni sono completamente arbitrarie, infatti si tratta di gruppi apparenti e casuali di stelle lontanissime dalla Terra, e anche molto lontane fra di loro, aventi ognuna un’estensione molto diversa e variabile nel tempo.

Per esempio, attualmente la costellazione della Vergine ha un’estensione di ben quarantasei gradi di longitudine eclittica, mentre la costellazione dello Scorpione si estende solo per sette gradi.

Inoltre, nella nostra epoca, le costellazioni zodiacali sono diventate tredici, infatti, rispetto ai tempi degli antichi babilonesi, la costellazione di Ofiuco e l’Eclittica si sono avvicinate.

Naturalmente, noi vediamo queste stelle come gruppi omogenei semplice-mente a causa della nostra percezione bidimensionale dello spazio.

Infine, tutte le antiche civiltà, secondo la loro fervida immaginazione, han-no rag-gruppato queste stelle zodiacali in modi diversi, tali da vedervi immagi-ni relative alle loro leggende e mitologie, quindi hanno assegnato alle costella-zioni nomi diversi.

Perciò, questi gruppi di stelle non hanno alcun significato, e la loro influen-za sugli esseri umani è sicuramente uguale a zero, quindi non ha senso basarsi su di esse nell’elaborazione di un valido sistema di riferimento astrologico.

I segni zodiacali tropici, invece, non hanno nulla di arbitrario, anzi sono ric-chissimi di significati, alcuni molto conosciuti ed altri non ancora completa-mente indagati. Il più noto ed evidente di questi significati è legato al ciclo del-le stagioni, scandito dagli equinozi e dai solstizi.

Infatti, il 21 marzo, quando il Sole transita nel punto Gamma dell’eclittica, entra nel primo grado del segno tropico dell’Ariete e sulla Terra inizia la sta-gione primaverile.

Invece, il 23 settembre, quando il Sole si trova nel punto Omega dell’eclit-tica, entra nel primo grado del segno tropico della Bilancia e questo comporta l’inizio della stagione autunnale.

Quindi i passaggi del Sole nei vari segni zodiacali tropici sono legati alle condizioni meteorologiche e climatiche terrestri, e queste influenzano sensibil-mente la salute psico-fisica dell’uomo.

Ma la vera natura del legame fra segni zodiacali tropici ed esseri umani è molto più profonda e poco conosciuta. Il transito del Sole lungo l’eclittica eser-cita il suo più potente influsso sull’uomo in una maniera molto più sottile e so-fisticata, rispetto alle ben note influenze meteorologiche.

Infatti, mentre la Terra si muove lungo la sua orbita attorno al Sole, le inte-razioni fra il vento solare e la magnetosfera terrestre modificano sensibilmente alcuni parametri del campo magnetico che si percepisce sulla superficie del nostro pianeta, e queste variazioni influenzano le condizioni psicologiche e fisi-che degli esseri umani.

Le interazioni citate dipendono, oltre che dall’intensità mutevole dell’attivi-tà solare, anche dalle variazioni di alcuni elementi dell’orbita terrestre, che av-vengono ogni giorno, durante il transito apparente del Sole nei vari segni zo-diacali tropici.

Alcuni dei parametri astronomici che mutano sono i seguenti: la distanza Terra-Sole, la velocità della Terra, l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al Sole e la direzione del movimento spiraliforme della Terra.

Se consideriamo questo movimento elicoidale, all’equinozio di primavera il nostro pianeta si muove lungo il suo piano equatoriale alla velocità di 45 chi-lometri al secondo, mentre all’equinozio d’autunno si muove lungo il suo asse, con il polo Nord rivolto in avanti, alla velocità di 24 chilometri al secondo.

Siccome la Terra è dotata di una magnetosfera considerevole, queste note-voli variazioni di direzione e di velocità, rispetto alle linee di forza dei campi magnetici interplanetario e galattico, comportano variazioni del campo geo-magnetico.

Esistono varie prove scientifiche dell’influenza astrologica del passaggio solare lungo i dodici segni zodiacali tropici.

Una di queste è stata fornita nel 1978 da uno studio molto rigoroso com-piuto da uno dei maggiori psicologi del Novecento, direttore del dipartimento di psicologia dell’Università di Londra: Hans Eysenck (1916-1997).

In questo studio 2.324 persone compilarono alcuni questionari che permi-sero di valutare l’intensità dei due elementi principali della loro personalità: l’estroversione e l’emotività. In seguito questi fattori psicologici vennero con-frontati con i segni zodiacali solari di nascita dei soggetti esaminati.

Per quanto riguarda l’estroversione, i risultati furono esattamente quelli previsti dalla teoria astrologica tradizionale: i segni di Fuoco e i segni d’Aria ri-sultarono più estro-versi della media, mentre i segni di Terra e d’Acqua risulta-rono introversi.

Per quanto concerne l’emotività, i risultati confermarono che i segni d’Ac-qua sono quelli più emotivi, e differirono dalla tradizione solo perché l’Ariete ottenne un punteggio un po’ troppo elevato.

Altre prove derivano dalle numerose ricerche statistiche sull’ereditarietà astrale, compiute da Ciro Discepolo e Luigi Miele.

Una di queste ricerche, realizzata nel 1991, si basa su un campione di 8.219 date e ore di nascita di genitori e figli, ed è stata confermata da uno stu-dio successivo basato su 3.972 casi.

Questi studi hanno dimostrato che i figli nascono, più frequentemente della media, con il segno zodiacale ascendente uguale al segno zodiacale solare del padre.

La metodologia seguita dai due astrologi è stata molto rigorosa, infatti è stata giudicata corretta dal prof. Luigi D’Ambra e dal dott. Francesco Mola, docenti del Dipartimento di Statistica dell’Università di Napoli. Quindi non vi possono essere dubbi sull’influenza dei segni zodiacali tropici, però è anche vero che non bisogna mai smettere di ricercare nuove correlazioni.

Un settore molto promettente per studi di questo tipo è costituito dalle in-dagini per determinare il legame fra date di nascita e schizofrenia.

Di questa malattia psichiatrica esistono due sottotipi. Il primo è la schizo-frenia negativa, che è definita dai seguenti sintomi: incapacità di provare pia-cere, mancanza d’interesse per la socializzazione, problemi di linguaggio, scarso contatto visivo, mancanza di risposte emozionali e apatia.

Il secondo sottotipo è la schizofrenia positiva, che è caratterizzata dalla pa-ranoia e da un decorso della malattia più benigno.

Diversi studi statistici, basati su decine di migliaia di casi, hanno dimostra-to, senza ombra di dubbio, che i malati di schizofrenia positiva nascono, più frequentemente della media, nei mesi invernali, in particolare in febbraio e marzo.

Questi studi sono stati compiuti da molti ricercatori, per esempio: da Tra-mer nel 1929, da Barry nel 1961, da Dalen nel 1968, da Hare nel 1975 e da Parker nel 1976.

Molto più recentemente, nel numero di ottobre 2004 della rivista “Archives of General Psychiatry”, Erick Messias della Johns Hopkins University di Balti-mora, ha descritto i risultati di uno studio basato su 1.594 malati, di sei nazio-ni dell’emisfero settentrionale. L’analisi statistica dei dati ha dimostrato l’esi-stenza di un’associazione significativa fra la schizofrenia negativa e la nascita nei mesi estivi, in particolare in giugno e luglio.

Tutte queste ricerche sono state compiute da psichiatri e psicologi, che hanno esaminato solo i mesi di nascita, quindi andrebbero replicati da astrolo-gi, per controllare se esiste una correlazione con i segni zodiacali tropici, in particolare con i segni dei Pesci e del Cancro.

Oltre alle ricerche sull’influenza dei segni zodiacali tropici, esistono studi molto seri, basati su metodologie di ricerca impeccabili, che forniscono prove a sostegno della connessione fra la vita umana ed i più importanti corpi celesti del sistema solare. Alcune di queste verifiche sono particolarmente interes-santi, poiché sono state effettuate proprio da ricercatori che non credevano nell’astrologia e che volevano dimostrarne la sua completa infondatezza.

Altre ricerche, invece, sono state compiute da astrologi, oppure da scien-ziati che non erano pregiudizialmente ostili all’astrologia, ma che volevano controllare se c’è qualcosa di vero in questa millenaria disciplina.

In ogni caso, tutti questi ricercatori hanno studiato i fenomeni astrologici con metodi rigorosi e in modo obiettivo, eseguendo esperimenti di stampo ga-lileiano, cioè ripro-ducibili da qualunque scienziato che fosse seriamente inte-ressato a studiare questo tipo di fenomeni.

Alcune delle scoperte effettuate in questo campo sono state replicate e confermate da altri studiosi, e hanno consentito la nascita di nuovi settori della ricerca scientifica, uno di questi è il Biogeomagnetismo.

Questa promettente e affascinante branca della geofisica si occupa, fra l’altro, dello studio dell’influenza, sui sistemi biologici terrestri, delle interazioni del vento solare con la magnetosfera e con la ionosfera.

Queste interazioni traggono la loro energia dai potenti flussi di elettroni e protoni provenienti dal Sole e dai campi magnetici congelati in questi flussi, e generano molti fenomeni che sono in grado d’influenzare le condizioni psico-fisiche degli esseri umani.

Per esempio provocano variazioni, sia regolari che irregolari, nel campo geomagnetico e nello stato di ionizzazione dell’aria, inoltre producono onde elettromagnetiche della banda ULF (Ultra Low Frequency).

Attualmente gli esperti di biogeomagnetismo stanno studiando con parti-colare interesse la zona di atmosfera che si trova fra la superficie terrestre e l’inizio della iono-sfera, dove si avvertono le micropulsazioni geomagnetiche, che sono oscillazioni regolari e persistenti del campo magnetico terrestre, aventi frequenze comprese fra 0,001 Hertz e 30 Hertz, e quindi rientranti nella banda elettromagnetica ULF.

Queste onde sono generate dall’interazione del vento solare con la magne-tosfera terrestre e sono modulate dalle onde magnetiche prodotte dalle varia-zioni delle correnti elettriche che si verificano nella ionosfera.

A loro volta, le correnti elettriche ionosferiche sono influenzate dalle forze gravitazionali del Sole, della Luna e anche dei pianeti più massicci e più vicini alla Terra.

Naturalmente le forze gravitazionali planetarie sono estremamente deboli, quindi da sole non potrebbero provocare alcun effetto significativo, però esiste un meccanismo di risonanza magnetica in grado di amplificarle.

Questo meccanismo è stato chiarito nei minimi particolari dall’astrofisico inglese Percy Seymour nei suoi libri: “Astrologia: evidenza di scienza” del 1990 e “La prova scientifica dell’astrologia” del 2004.

Seymour insegna astronomia all’Università di Plymouth, e la sua teoria della Riso-nanza Magnetica di Marea si serve semplicemente delle conoscenze scientifiche attuali, senza invocare l’esistenza di nuove forme di energia o di particelle elementari esotiche, inoltre è stata formulata in termini rigorosamen-te marigorosamen-tematici, quindi rientra già nel campo della scienza.

Inoltre esistono anche altri meccanismi, indipendenti dalle forze gravitazio-nali, che sono in grado di spiegare l’influenza di alcuni pianeti sulle correnti elettriche della ionosfera terrestre e sulle onde ULF.

Per esempio, ogni volta che Giove si trova in opposizione rispetto al Sole, cioè ogni 399 giorni, il campo magnetico interplanetario unisce i campi ma-gnetici della Terra e di Giove, ed i potenti flussi di elettroni ad alta energia che sfuggono dalla magnetosfera gioviana raggiungono la nostra ionosfera.

Questa scoperta fu effettuata dalla sonda americana Pioneer 11, che sor-volò Giove nel 1974, ed è descritta sul numero 91 di marzo 1976 della rivista “Le scienze”.

Un altro fenomeno importante che potrebbe spiegare, in parte, l’influenza astro-logica dei pianeti consiste nelle radioemissioni planetarie.

Infatti, tutti i pianeti, ad eccezione di Plutone, emettono onde radio che rag-giungono la superficie del nostro pianeta e che sono in grado d’interferire con le onde elettromagnetiche della banda ULF, generate nella zona bassa della nostra atmosfera.

Le onde ULF costituiscono il fondo elettromagnetico naturale del nostro pianeta e hanno sempre accompagnato e influenzato gli esseri umani, durante i 170.000 anni di evoluzione dell’Homo Sapiens, condizionandone i ritmi biolo-gici, collegati ai processi di secrezione ormonale e di trasmissione degli impul-si nervoimpul-si.

Molte di queste onde elettromagnetiche hanno le stesse frequenze delle on-de cerebrali umane, quindi vengono percepite, inconsciamente, dal nostro cervello.

Infatti, le onde cerebrali Delta hanno frequenze che vanno da 0,5 a 4 Hz, e sono associate al sonno profondo, senza sogni.

Le frequenze delle onde Theta sono comprese fra 4 e 7 Hz, e sono tipiche della fase REM del sonno, cioè quella in cui si sogna.

Le onde Alfa vanno da 7 a 14 Hz e sono associate al rilassamento psico-fi-sico e al pensiero intuitivo-creativo.

Infine, le frequenze delle onde Beta sono comprese fra 14 e 30 Hz, sono generate durante le normali attività della veglia e corrispondono al pensiero logico-razionale.

Le onde ULF predominanti nella bassa atmosfera hanno frequenze di circa 8 Hz, perciò sono sintonizzate con le onde cerebrali Alfa.

Quindi, quando generiamo onde Alfa, entriamo in risonanza con le onde fonda-mentali del nostro pianeta, e questo ci fa sentire meglio: aumentiamo la calma, la consapevolezza interiore, l’intuito, il coordinamento mentale e l’inte-grazione mente-corpo.

Come ho già detto, le interazioni fra le onde elettromagnetiche di origine cosmica e le onde ULF producono una modulazione di queste ultime.

Quindi le onde ULF trasportano segnali provenienti dal Sole, dalla Luna e da quasi tutti i pianeti, e il cervello dei soggetti geneticamente predisposti è in grado di riceverli e può subire la loro influenza.

Questi segnali cosmici possono influenzare significativamente le condizioni fisiologiche e patologiche del sistema nervoso di alcune categorie di soggetti.

In particolare è stato dimostrato, da vari ricercatori, che il loro influsso può provocare: nervosismo, disattenzione, riduzione della velocità di reazione e tendenza a subire incidenti.

Alcuni degli scienziati che hanno fatto queste scoperte sono: Martini e Rei-ter (in Germania nel 1952), Friedman, Becker e Bachman (negli Stati Uniti nel 1963) e Podshibyakin (in Russia nel 1968).

Anche le complesse interazioni fra il vento solare, la magnetosfera e la io-nosfera terrestre, producono fenomeni che sono in grado di influenzare le con-dizioni di salute degli uomini.

Infatti queste interazioni generano variazioni nell’intensità del campo geo-magnetico e nello stato di ionizzazione dell’aria, nella zona più bassa dell’at-mosfera. Esistono molte prove che queste variazioni influenzano il sistema cardiovascolare.

Queste prove sono state fornite da numerosi studi scientifici pubblicati da medici, geofisici e astrofisici.

Per esempio, per quanto riguarda la correlazione fra infarti del miocardio e aumento dell’attività solare, esistono gli studi dei seguenti ricercatori: Faurè, Sardou e Vallot (Francia, 1935), Dull (Germania, 1936), Poumailloux e Viart (Francia, 1959), Romensky (Russia, 1960), Malin e Srivastava (India, 1979).

Lo studio più importante è proprio quest’ultimo. Malin e Srivastava esami-narono 5.000 casi di ricoveri in ospedale per infarti cardiaci, in un periodo di sei anni, dal gennaio del 1967 al dicembre del 1972.

Confrontarono il numero di infarti cardiaci con l’indice giornaliero dell’atti-vità geomagnetica, che dipende strettamente dal numero delle macchie solari e dall’intensità delle interazioni del vento solare con la magnetosfera.

Ottennero dei risultati altamente significativi, infatti gli indici di correlazio-ne sta-tistica osservati variavano da 0,4 a 0,8.

In particolare osservarono che nei giorni in cui l’indice geomagnetico au-mentava del 14% il numero degli infarti cardiaci auau-mentava del 30%.

Inoltre va ricordato che il famoso ematologo giapponese Maki Takata, nel 1951, ha dimostrato che quando l’attività solare è molto intensa si verifica una maggiore tendenza alla coagulazione del sangue. Naturalmente questo potreb-be spiegare perché si verifica un aumento degli infarti cardiaci.

Infine, un altro ematologo, il sovietico Schultz, nel 1960 ha scoperto che esiste una correlazione altamente significativa fra il numero di macchie solari e il numero di casi di linfocitosi, che è una patologia del sangue provocata da un eccesso di globuli bianchi.

Lo scienziato che ha compiuto il maggior numero di studi rigorosi per con-trollare la fondatezza delle antiche teorie astrologiche è stato lo psicologo fran-cese Michel Gauquelin (1928-1991).

In circa quarant’anni di intenso e duro lavoro ha effettuato tre scoperte molto im-portanti per l’astrologia scientifica.

La sua prima scoperta deriva da una ricerca statistica basata su 16.000 date e ore di nascita di personaggi famosi e 11.000 di persone comuni.

Si può sintetizzare in questo modo: esiste una relazione statisticamente si-gnificativa fra la futura professione del neonato e la levata e la culminazione superiore della Luna, di Marte, di Giove e di Saturno, nel momento della sua nascita.

La sua seconda scoperta è basata su 25.000 date e ore di nascita di geni-tori e dei rispettivi figli.

Consiste in questo: se un bambino nasce mentre la Luna, o Venere, o Mar-te, o Giove, o Saturno, stanno sorgendo o culminando, spesso i loro genitori avevano gli stessi astri nelle stesse posizioni natali.

Quindi la sensibilità cosmica fa parte del patrimonio genetico ereditario. È interessante notare che questo effetto di ereditarietà astrale si manifesta solo se il parto è naturale, ed è più evidente nei giorni in cui le perturbazioni geomagnetiche naturali sono più intense.

La terza scoperta deriva dall’analisi statistica delle biografie dei 16.000 personaggi famosi esaminati nella sua prima indagine. Gauquelin eseguì que-sto studio per determinare il carattere di questi personaggi e controllare se esi-steva un legame fra questo carattere e il loro astro dominante.

I suoi risultati si possono riassumere in questo modo: quando una persona nasce mentre uno dei cinque astri citati sta sorgendo o culminando, spesso il suo carattere corrisponde a quello che la tradizione astrologica attribuisce al-l’astro in esame.

Per spiegare questi strani fenomeni da lui scoperti, Gauquelin ha ipotizzato che il neonato, in base alla sua specifica costituzione genetica, tende a nasce-re nel momento in cui riceve un particolanasce-re segnale fisico da uno dei cinque astri citati.

Quindi la posizione particolare dell’astro farebbe scattare la nascita, ma non cambierebbe nulla nel patrimonio genetico del neonato, che è il vero re-sponsabile del suo carattere.

Nel libro “Astrologia-astronomia e salute” ho divulgato i risultati più inte-ressanti di una mia ricerca statistica, che ho compiuto nel corso del 2002. Questo studio si basa sulle date di nascita e di morte di 30.328 persone, nate

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 127-136)