degli Stati Uniti. alla quale partecipammo in 6, con Ray Merriman come moderato-re.
Non è prevista la consegna anticipata del testo, in quanto gli americani prefe-riscono nel caso acquistare le cassette registrate degli interventi (come facciano senza supporti cartacei è un mistero, specie se vi sono grafici esplicativi: alcuni di essi però chiedono al relatore di inviare il testo per email). Come sempre in questi casi ho dapprima redatto il testo dei miei interventi in italiano. Poi ho pregato Ju-lianne Evans, madrelingua di origine australiana, di tradurli in inglese (è sempre meglio evitare di farlo da se’ o di ricorrere a volontari dalla preparazione incerta, come mi ha insegnato la lunga esperienza: ognuno è bene che faccia il suo mestie-re). L’ho anche pregata di incidere su nastro i tre testi, affinché potessi esercitarmi metodicamente nell’esposizione. In questo modo mi sento più tranquilla, fin dal 1992, quando presentai a Londra il lavoro su Galileo. Allo stesso modo mi regolo per le iniziative in lingua spagnola. Con il francese mi sento in maggiore dimestichezza, e posso contare sull’aiuto di Geneviève Giammarino, amica e traduttrice doc. Inol-tre, sebbene ogni settimana io dedichi un’ora alla lingua inglese da tempo imme-morabile, mi sono avvalsa dell’ottimo Sidney, architetto docente, con sedute di tre sere per settimana nel corso delle quali mi sono esercitata ad ascoltare ogni sorta di accenti anglosassoni, ad esporre concetti e a simulare conversazioni. Temo infatti sempre di non riuscire a capire fino in fondo domande o commenti, specialmente da parte del pubblico.
Martedì 7 ottobre era il grande giorno della partenza. La presenza di Elisabetta mi trasmetteva serenità, insieme con la tranquillità di condividere un’esperienza unica per entrambe. Mi piace ascoltarne i consigli circa gli abiti da indossare, scher-zosamente dico che mi veste come se fossi una Barbie, analizzando con cura cance-rina ogni particolare e frenando la mia velocità sagittariana indifferente alle minu-zie. Torino/Amsterdam/Los Angeles, in poche ore ci trovammo all’ingresso dello splendido Hotel Sheraton di Anaheim , cittadina vicinissima a DisneyWorld, nell’im-mensa periferia di Los Angeles. Bellissimo hotel, copia di un antico castello Tudor, immensi i letti, da oltre una piazza e mezza, anche se singoli. Adatti ai numerosi americani oversize che ci hanno fatte sentire dei fuscelli. Giardini interni perfetta-mente curati, piscina molto frequentata, aria condizionata polare ovunque, come del resto avevo già verificato nel 1997, al congresso di Atlanta. Tutti i relatori erano ospitati nella stessa ala dell’hotel, con una sala speciale per colazioni e cocktail se-rali . Per entrarci occorrevano appositi ticket. Molto coinvolgente l’inaugurazione. La settimana precedente avevamo ricevuto l’invito a dare un saluto nella nostra lin-gua e subito dopo a ripeterlo in inglese. La sala era gremita, nelle prime due file se-duti i relatori da tutto il mondo. Mi trovavo tra i rappresentanti di Messico e Sud Africa. Dapprima Raymond Merriman commemorò Zypporah Dobyns e Lois Rodden, studiose scomparse di recente. Man mano che ciascun paese per ordine alfabetico veniva chiamato il rappresentate si alzava e dava il suo saluto. Come potete capire ero molto emozionata. In quell’istante mi resi conto che l’Italia è amata, dagli
ap-plausi con i quali fui accolta e da alcune frasi qua e là, che lasciavano intuire come spesso nell’albero genealogico degli americani vi sia un nonno di Torre del Greco… un’impressione che non è mai venuta meno, facendomi sentire a mio agio per tutto il tempo del Congresso. Merriman disse al pubblico che dedicasse attenzione anche ai relatori europei, che avevano molto da insegnare. Finale con musica dal vivo e blues cantati in coro. L’indomani alla reception fui munita di badge con coccarda rossa e immediatamente mi fu consegnata la busta con i contanti relativi ai rimbor-si previsti, con perfetta tempestività. Al mattino vi era dapprima una riunione glo-bale nel corso della quale venivano esposte le conferenze brevi della durata di 20 minuti. Tre erano gli interventi significativi nel corso della giornata: dalle 11 e 15 al-le 12 e 30 e più tardi dalal-le 14 e 30 alal-le 15 e 45 e dalal-le 16 e 30 alal-le 17 e 45. Ciascun relatore parlava in contemporanea con altri 9, per un totale di 10. Inutile dire che ciascuno di noi europei pensava di poter essere dimenticato dal pubblico, incline a seguire i suoi beniamini americani o inglesi. Ogni conferenziere nella sua sala con enormi caraffe di acqua con ghiaccio e la consueta aria condizionata raggelante, più tardi attutita dopo le nostre suppliche. All’ingresso un’incaricata distribuiva vere e proprie ‘pagelle’ nelle quali il pubblico poteva votare anonimamente la qualità dello speaker come argomento, modo di esporre, interesse e via discorrendo, con valutazioni da 0 a 10. . Ogni sala era munita di supporti informatici (collegamento del PC con lo schermo, lavagna luminosa e così via). Il mio primo appuntamento era fissato per le 11 e 15 di venerdì 10 ottobre. Piano piano i posti si riempirono, con mio sollievo, fino a raggiungere una quarantina di persone. Più di quanto mi aspet-tassi! Elisabetta mi faceva gentilmente coraggio dicendomi sottovoce che alcune pagelle riportavano giudizi lusinghieri. Allo stesso modo si svolse la seconda confe-renza, domenica mattina alla stessa ora. Nessun relatore veniva considerato più no-bile o degno di maggiore attenzione, con uno spirito democratico molto pregevole. Numerose le occasioni di incontro durante la giornata, dalla Cerimonia del Te’ al servizio religioso orientale di prima mattina, alle serate a tema, dal tango argentino al party rock alla cena di gala in giardino sabato sera. Con contorno di squisiti gelati Hagen Dasz e di piacevoli conversazioni, e scambio costante di biglietti di visita e indirizzi elettronici. Abbiamo familiarizzato soprattutto con i rappresentanti dell’A-merica Latina, guadagnando inviti a Buenos Aires e in Messico.
Sarete curiosi di conoscere quali fossero gli argomenti maggiormente trattati dai differenti relatori. Ecco una lista di alcuni titoli, del tutto sintetica e indicativa: – Urano/Nettuno–Saturno/Plutone: cicli di guerra e pace, prosperità e depressione
(Raymond Merriman)
– Il Sole come una dea (Barbara Schermer)
– Plutone in Sagittario: la rivoluzione cognitiva (Armando Rey)
– L’evoluzione di Giove e Saturno nella Carta del Cielo (Verena Bachman) – Astrologia Ermetica (Demetra George)
– Lo Zodiaco e il processo di crescita: i dodici scalini dell’illuminazione (Glenn Perry)
– Previsioni finanziarie a lunga scadenza (Manfred Zimmel) – Il sogno e l’oroscopo (Brian Clark)
– Che cosa può dirci il passato a proposito del futuro (Chris Mc Rae) – L’Oriente incontra l’Occidente in Astrologia (Cathy Coleman) – L’Astrologia Draconitica: il potere dei Nodi (Lynda Hill) – L’unione tra Tecnica e Simbolismo (Robert Blaschke)
– La Latitudine Lunare in Amore, Politica e nelle previsioni (John Frawley)
– Il Sette e il Dodici: gli effetti dei sette raggi sui 12 segni dello Zodiaco (Alan Oken)
– Astrologia, Karma, Buddismo e Felicità (Roy Gillett)
Rare le relazioni legate all’Astrologia Classica, forti le connessioni con psicolo-gia e psicoanalisi, a volte anche un po’ forzate.
Un accenno a parte merita la ‘Raffle’, lotteria alla quale eravamo stati invitati a collaborare portando qualcosa da mettere in palio. I colleghi anglosassoni aveva-no contribuito con loro opere in inglese. Che cosa fare? Elisabetta mi aveva fatto omaggio di un orologio da tavolo in vetro blu con segni zodiacali in oro e al centro Sole e Luna. Lo conservavo nuovo e intonso nella sua scatola da tempo. Pensammo che poteva essere una buona idea, senza valutare affatto l’entusiasmo per questo ‘Murano Glass Astrological Clock’ che divenne praticamente il primo premio, sor-teggiato per ultimo per la gioia di una fortunata ragazza del Wisconsin. Con molte domande su come poterlo acquistare dall’Italia, impresa peraltro difficile.
Suggestiva la festa conclusiva. Con 700 iscritti il Congresso poteva contare su grande partecipazione di pubblico in ogni iniziativa. Gli intervalli erano impiegati in piacevoli incursioni tra gli stand dei numerosi espositori. Più volte abbiamo minu-ziosamente visitato le librerie, a caccia di titoli stuzzicanti. Irresistibile richiamo ha esercitato su di noi un marchingegno rotondo in lucida plastica colorata con ripro-duzione dello Zodiaco e pianeti e case mobili da inserire nei 360 buchetti nella co-rona esterna, con possibilità di utili sinastrie in colori contrastanti. Hanno costituito il fulcro del bagaglio a mano del ritorno. Mi sono lasciata tentare da una giacca az-zurra multicolore stile folk ricamata di provenienza orientale, con perline e ogni sorta di sete, con la quale potrò pavoneggiarmi la prossima estate. Molte le posta-zioni di software. Ai vari stand i più famosi astrologi del mondo davano informazio-ni circa software, corsi, semplici oroscopi a prezzi oscillanti intorno ai 200 dollari per un’ora di analisi. Spiccava lo stand inglese con Nick Campion e Roy Gillett mol-to assidui nel reclamizzare la nuova scuola aperta presso l’Università di Bath a prez-zi da capogiro: parecchie migliaia di sterline l’anno.
Molti i contatti con i colleghi provenienti da ogni parte del mondo. E’ davvero emozionante sentirsi parte di un tutto globale, con grande dignità per la nostra di-sciplina.
Lunedì sera visita veloce a DisneyWorld downtown, con deliziosa pizza da Na-polini, in compagnia della rappresentante del Giappone, Terumi Kondo. Ci ha parla-to di un progetparla-to per un Congresso Mondiale a Tokyo tra un paio d’anni. Martedì
partenza per Las Vegas e poi per San Francisco; tre giorni da turiste prima di volare verso l’Italia. Dal pubblico al privato con l’allegria di sentirci fi-nalmente in vacanza, dopo l’impe-gno profuso!
P.S. Il lunedì successivo telefo-nata da Città del Messico: uno degli iscritti al congresso americano chie-deva un appuntamento astrologico per l’intera famiglia da fissare du-rante il suo imminente viaggio in Europa. Il mondo mi è parso davvero rimpicciolito!!
Grazia Mirti con Ray Merryman.
Alan Oken (al centro) con rappresentanti di varie nazioni.
L.A. 133-995 DELEGAZIONE VENETO
Ci comunicano Arturo Zorzan e Nadia Paggiaro
Vi proponiamo un viaggio che ci farà conoscere la Russia più riposta, fra paesaggi incantevoli, antichi monasteri, isole e cittadelle fortificate e monumenti che meglio spiegheranno il fascino pescino di questo grande Paese , così acutamente descritto da grandi scrittori e pittori dell’Ottocento.
Le navi che percorrono questi fiumi sono confortevoli alberghi galleggianti, con cabine tutte uguali a qualsiasi livello di “ponte , e tutte dotate di vista esterna. Sono ovviamente differenti dai giganti del mare, col vantaggio di una migliore inti-mità. La cucina è russa e internazionale.
Altri reduci da questa vacanza vi avranno confermato la peculiarità di queste emozioni.
Ma eccovi i dettagli del programma:
● 1° giorno 23/5: ITALIA – MOSCA
In mattinata partenza dall’aeroporto di competenza. Confluenza in una città eu-ropea dalla quale l’intero gruppo riunito proseguirà per Mosca con volo di linea. Arrivo e trasferimento con assistenza all’imbarco della Motonave Lesja Ukrainka. Cena e pernottamento a bordo.
● 2° giorno: 24/5 - MOSCA
In mattinata visita panoramica di Mosca: la Piazza Rossa, la Chiesa di S.Basilio, l’Università Lomonossov, il teatro Bolscioi. Pomeriggio libero a disposizione.
● 3° giorno: 25/5 - MOSCA
In mattinata visita al Cremlino con le relative cattedrali e la famosa campana za-rina. Ore 12.30 partenza della nave per Uglich. Cocktail di benvenuto del Coman-dante.
● 4° giorno: 26/5 - UGLICH
Arrivo verso le 11.30: visita della stessa, piccola e affascinante città del X° secolo. Partenza alle ore 14.00 in direzione Kostroma.