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LA DINAMICA NELLE OPERE DI VERDI

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 46-53)

due ultimi lavori: il “Te deum” e lo “Stabat mater dolorosa”. Quest’instancabile ener-gia e costante creatività è da attribuirsi astrologicamente al Sole in trigono a Marte e al MC.

Negli anni giovanili Verdi esprimeva il suo patriottismo componendo melodram-mi con riferimenti ad avvenimenti storici, con i quali, però, a differenza di altri grandi compositori suoi predecessori, Rossini, Bellini, Donizetti, cercava di rendere sensibile il suo pubblico agli avvenimenti storici allora attuali e di risvegliare in esso l’amore per la patria e per la libertà (Marte in Acquario, Venere congiunta a Urano e Plutone in undicesima).

Il tardo romanticismo italiano che poneva il senso di libertà come valore domi-nante, ben armonizzava con il forte bisogno personale di libertà e indipendenza che caratterizzava Verdi fin dall’infanzia. Egli, instancabile, cercava nuove trame che esaltassero il coraggio e la lealtà, così come l’amore per la patria. I suoi primi lavori sono opere minori, dallo spirito patriottico e marziale, come la Battaglia di Legnano, I Lombardi alla prima crociata o Giovanna d’Arco. Opere che riflettono lo spirito eroico/combattivo del loro compositore, simboleggiato nel suo tema dalla Luna in Ariete e dalla dominanza di Marte posto al MC. Dai suoi inizi fino al 1851, Verdi compose 14 opere che non raggiunsero, però, il grande consenso del Nabucco. Il compositore stesso chiamava le sue 14 opere “gli anni di galera”, dato che per ra-gioni economiche, doveva lavorare ai suoi inizi sotto contratto con i vari teatri, che gli “ordinavano” un’opera per stagione. Verdi lavorava a cottimo, era costretto a comporre sotto pressione, sempre di corsa per mantenere gli impegni presi (Sole/Mercurio in quadrato a saturno, Giove in Vergine). Egli odiava questa situazio-ne e la sua creatività non riusciva ad esplodere appieno. Questo si riscontra in que-ste prime 14 opere che, sia per soggetto sia per qualità musicale si assomigliano un po’ tutte.

Solo più tardi con Rigoletto, un’opera musicalmente rivoluzionaria, il motivo della libertà espresso da un popolo oppresso si trasforma in una trama che descrive una tragedia personale. Da quel momento, nelle opere che seguono, sono i caratteri individuali a dominare la scena. Ogni figura ha una sua psicologia ben distinta (Sole congiunto a Mercurio in Bilancia= buona conoscenza della psicologia umana), ogni personaggio con i suoi desideri, le sue passioni ed i suoi rancori viene magistral-mente caratterizzato dalle sfumature musicali. Verdi lasciava scrivere i testi ai suoi librettisti, ma interferiva continuamente, imponendo loro i propri personali concetti e le proprie visioni su come voleva presentare le figure-chiave implicate nel dram-ma. E come vedremo, i caratteri dei suoi personaggi corrispondono ai vari lati della sua personalità.

Passione ed ironia, amore e morte sono i leit motiv che ritroviamo nelle opere del grande compositore. L’Ascendente in Gemelli gli permetteva di vivere la vita nel-le sue polarità. Nelnel-le figure tormentate di Rigonel-letto e della zingara Azucena ritro-viamo intime contraddizioni e laceranti conflitti.

L’evoluzione musicale

Io non sono un critico musicale, non conosco la musica, sono solamente un appas-sionata ascoltatrice, per questo non sono in grado di analizzare il lavoro di Verdi sul piano tecnico/musicale; mi limito solamente a menzionare le opere ed i transiti astrologici che hanno tracciato un cambiamento nel lavoro del Maestro.

L’ascesa di Verdi non fu rapida (Sole in quadrato a Saturno), solamente al compi-mento dei suoi 29 anni (un ciclo completo di Saturno) nel 1842 raggiunse il succes-so con la sua terza opera, il Nabucco. Fu un anno caratterizzato dall’influssucces-so di Sa-turno, che non portò soltanto il guadagnato consenso del pubblico, ma anche la morte dei suoi due unici figli, deceduti nello spazio di due anni e la morte della sua prima moglie, Margherita. Saturno, congiungendosi con la sua posizione natale, at-tivava anche il quadrato tra il Sole in quinta (i figli) e Saturno in ottava (eventi lut-tuosi). Contemporaneamente al ritorno di Saturno, Plutone formava un opposizione al Sole e a Mercurio in quinta. Verdi, in preda ad una profonda depressione, voleva abbandonare la musica, ma fu obbligato dall’Intendente della Scala di Milano a ri-spettare il contratto e l’impegno di comporre il Nabucco. L’anno 1842 fu un anno di svolta nell’evoluzione musicale; il Nabucco già si distingue per qualità dalle prime due precedenti opere. In quest’opera si riconosce l’impronta verdiana nella trama

musicale: si susseguono duetti, terzetti, cori maestosi e un imponente preludio, co-me li ritroviamo in tante altre opere più mature del compositore. Quell’anno, Pluto-ne formava un sestile al Medio Cielo, mentre Nettuno raggiungeva in congiunzioPluto-ne lo Zenith. Transiti, questi, che danno l’impronta allo stile musicale di Verdi, uno stile che, come ho accennato prima, si ripeterà anche in opere più mature. Un altro pe-riodo di grandissima creatività ed evoluzione musicale sono gli anni dal 1851 al 1853, nei quali Verdi compose le sue tre opere più amate dal pubblico di tutto il mondo: il Rigoletto, il Trovatore e la Traviata. Nel mondo musicale queste tre opere rivoluzionarono il melodramma, perché, come ho già accennato, in esse i personag-gi sono definiti dettagliatamente in tutte le loro sfumature caratteriali, le trame so-no coerenti e convincenti. La musica delle tre citate opere é fatta di passaggi emo-tivi e d’intensi abbandoni sentimentali. In esse é espresso appieno il senso teatrale del Maestro e non mancano musicalmente innovazioni.

Nel Rigoletto, musicalmente ci sono dei momenti di puro genio. Il quartetto “Bella figlia dell’amore” é unico nel suo genere (Verdi era abilissimo nei terzetti e quartetti). In esso i quattro personaggi esprimono le proprie emozioni e i propri sta-ti d’animo. Gioia, smania di vendetta, sofferenza, erosta-tismo e seduzione si fondono insieme musicalmente regalandoci uno dei momenti più magici dell’opera lirica. Mentre la scena della tempesta é unica nel suo genere. Nell’imponente temporale non viene espressa solo la violenza della natura, ma anche la paura e la disperazio-ne dei personaggi sulla scena. Gli anni dal 1851 al 1853 furono caratterizzati disperazio-nella vita di Verdi, dal transito di Plutone e di Urano, entrambi in congiunzione alla Luna del compositore. Transiti che corrispondono ad una grandissima trasformazione ar-tistica ed emotiva, dato che la Luna é situata in dodicesima. Un’altra importante tappa nell’evoluzione di Verdi fu l’Aida, scritta per ordine del viceré dell’Egitto per l’apertura del canale di Suez. Quest’opera esprime tutta la potenza di Marte posto in posizione dominante. La musica é così imponente, così come lo sono le presta-zioni dei cantanti e del coro, che si adatta ad essere rappresentata all’aperto, come avviene a Verona, a Caracalla o come ai tempi di oggi, negli stadi. Ad ispirare il compositore a rendere la musica così maestosa ci ha pensato Plutone che transita-va in quadrato a Marte e al Medio Cielo.

Negli anni ultimi della sua vita Verdi compose Simon Boccanegra, Otello e Fal-staff. Anche in questi ultimi tre lavori avvenne una trasformazione musicale. In esse non é la musica la forma più rilevante d’espressione, ma anche la trama teatrale, i dialoghi tra i personaggi, la recitazione. Ma anche la trama musicale é in questi la-vori trasformata, non più imponente, estroversa, sanguigna. Essa é più interiorizza-ta, più intima. In queste opere, anche se non mancano le caratteristiche marziali, non sono presenti gli elementi bandistici che talvolta si riscontrano in altri drammi. Stilisticamente sono le opere di Verdi più complete. I cori divengono rari, mentre viene dato spazio ai recitativi. Il compositore affidò i libretti di Otello e Falstaff ad un abile librettista, Arrigo Boito, perché gli altri librettisti che avevano collaborato con Verdi in anni più giovanili non erano all’altezza del genio del Maestro. Ci basti

pensare all’infelice frase nel Ballo in Maschera: “sento l’orma dei passi spietati”. Nel 1887 fu composto l’Otello. Urano stava in congiunzione al Sole del compositore e questo transito apportò un nuovo cambiamento nella sua espressione artistica (Sole in casa quinta).

Dopo tanto dramma, il grande Vecchio volle terminare la sua carriera artistica con un’opera buffa, la seconda nella sua lunga attività. Saturno transitava in con-giunzione al Sole e a Mercurio in quinta. Questo pianeta mostra con questo esem-pio la sua saggezza: alla fine della vita, dopo aver affrontato tante avversità, affan-ni ed ostacoli, ci regala l’iroaffan-nia e la capacità di prendere il mondo come viene e in età matura ci libera dal suo rigore. Fu questo transito che ispirò al vecchio Verdi la frase finale del Falstaff: “tutto nel mondo é burla!”.

Le figure maschili

Nel ruolo principale affidato al tenore, ritroviamo spesso il soggetto dell’emargina-zione (dalla società). Per esempio, i banditi Ernani, nell´opera omonima e Carlo nei Masnadieri, Manrico nel Trovatore, Corrado nell’opera il Corsaro o lo sfortunato don Alvaro nella Forza del destino. Questo motivo é riscontrabile nell’oroscopo di Verdi dalla posizione della Luna in dodicesima, di Nettuno al Discendente e di Marte in Acquario. In queste opere ritroviamo sempre lo stesso modello nel triangolo amoro-so: due rivali che si contendono la donna amata. L’eroe perseguitato é costretto a nascondersi e a fuggire, esso é un oppresso, socialmente umiliato. Questa figura-chiave rivaleggia in amore con un personaggio che detiene il potere politico e che sta dalla parte della legge. Alla felicità dell’eroe con la sua amata, si oppone un contendente geloso o un padre tiranno (in questo caso il padre rappresenta un istanza morale). Il motivo del padre tiranno lo analizzerò in seguito.

La figura maschile principale é descritta positivamente, in essa si riscontrano co-raggio e lealtà. I giovani eroi nelle opere verdiane sono baldanzosi, coco-raggiosi ed appassionati (Sole in Bilancia in quinta in trigono a Marte in Acquario, Luna in Arie-te in trigono a Giove). Mentre l’amanArie-te respinto é Arie-tenebroso, distruttivo, geloso e, per appagare la sua fama di vendetta, non conosce ostacoli e non disdegna mezzi illeciti. E’ lui che, infine, distrugge la giovane vita degli amanti e infrange il loro so-gno d’amore. Oscuri personaggi, come il vecchio Silva, il conte di Luna o, figure femminili, come la principessa Eboli, Amneris ed Abigaille, per citarle alcune, sono l’espressione del lato-ombra dell’influsso di Venere in Scorpione, Luna in Ariete o di Plutone in quadrato all’ASC. Verdi stesso in età matura visse in un triangolo amoro-so. Egli s’innamorò della soprano austriaca Teresa Stolz, la quale si trasferì addirit-tura a vivere nella tenuta dei coniugi Verdi e vi rimase fino alla morte della moglie di lui, Giuseppina Strepponi. Il rapporto amoroso/erotico tra la Stolz e Verdi causò molto dispiacere nella matura Giuseppina, che, però, si sforzò di accettare “l’altra”, riuscendo perfino a diventarle amica. E’ rimasta documentata una notevole corri-spondenza tra le due donne.

Le eroine verdiane

Le eroine delle sue opere sono tutte personificazioni del lato-anima di Giuseppe Verdi; in esse ritroviamo le qualità delle posizioni e degli aspetti dei pianeti femmi-nili nel suo tema.

Anche nei personaggi-rivali femminili ritroviamo quella cupa passionalità ed il desiderio di vendetta. Le già citate Amneris ed Eboli, ma anche Lady Macbeth, sono state assai amate dal compositore che dedicò molto tempo alla minuziosa prepara-zione dei loro caratteri. Queste donne personificano le qualità di Venere in Scorpio-ne in trigono a PlutoScorpio-ne. Mentre le combattive donScorpio-ne guerriere delle prime opere, per es. Giovanna d’Arco, Odabella (Attila) o Abigaille (Nabucco) esprimono il corag-gio e la temerarietà della Luna in Ariete.

Nettuno al Discendente ispirò in Verdi i ritratti di donne romantiche, portate al-l’estremo sacrificio. Aida, che non vista, scende nella tomba dove viene murato vivo Radames. Leonora, nell’opera il Trovatore e Gilda nel Rigoletto, che sacrificano la lo-ro vita per riscattare quella degli uomini amati. Desdemona, che é la personificazio-ne della bontà e del sacrificio. Queste donpersonificazio-ne sono esseri che vivono e muoiono per l’amore, che dimenticano se stesse e esistono solo in funzione della persona amata; esse esprimono il bisogno di perdersi nell’altro, tipico di Nettuno al Discendente. In-dubbiamente un bisogno inconscio di Verdi relativo alla scelta della compagna con cui dividere la vita, opposto alle tendenze combattive ed indipendenti della Luna in Ariete. La prima moglie Margherita e la seconda moglie Giuseppina, corrispondono caratterialmente a questa tipologia femminile romantica e incline al sacrificio. La visione nettuniana dell’amore si ritrova anche nel rapporto tra i due amanti nelle opere verdiane. Essi si amano già dall’inizio dell’opera, il loro reciproco sentimento é sconfinato, la sua realizzazione fallisce di fronte alle convenzioni sociali, al potere, cosicché l’unico destino comune rimane la morte. Essi muoiono uniti nella consa-pevolezza di ritrovarsi in un “mondo migliore”.

La problematica paterna

Mi voglio soffermare sulla problematica paterna espressa dal quadrato tra il Sole e Saturno nel tema natale di Verdi. Quasi sempre ritroviamo nelle sue opere padri che vivono rapporti problematici e tesi con i loro figli. Il motivo del genitore-tiranno fu realmente vissuto da Verdi che aveva con il padre e l’autorità in generale un pessimo rapporto. Le tragiche figure paterne delle sue opere personificano il conflitto perso-nale espresso dal quadrato tra il Sole e Saturno. Spesso sono padri che vivono un’esi-stenza solitaria con le proprie figlie. Il destino delle figlie che in alcune opere le porta a disobbedire alla volontà paterna, é macchiato da una “colpa” che le conduce nel fi-nale alla morte. Saturno in settima in aspetto al Sole in quinta può simboleggiare anche l’amore sfortunato o un peccato d’amore che si paga con la vita. Già dalla sua prima opera in assoluto, Oberto conte di San Bonifacio, riscontriamo questo motivo

Ecco alcuni esempi di rapporti figlia-genitore nelle opere di Verdi:

– il Marchese di Calatrava non può, neppure morente, perdonare la figlia che ha macchiato l’onore della famiglia innamorandosi di uno straniero ritenuto dal pa-dre non degno di lei.

– Fiesco, nell’opera Simon Boccanegra, tiene la figlia prigioniera nel suo palazzo per tenerla lontano dall’uomo con cui essa ha avuto una figlia illegittima. La po-veretta muore di stenti.

– il re Amonastro spinge sua figlia Aida a tradire la fiducia del suo amante per sal-vare la patria.

– Rigoletto, che tiene la figlia Gilda segregata per paura che il duca, per il quale lui stesso rapisce fanciulle di buona famiglia, la veda e se ne invaghisca.

In tutte queste trame si riscontra la rigidità di principi e l’intolleranza tipica delle configurazioni tra il Sole e Saturno.

Ma non sono solo i padri in conflitto con le figlie i temi preferiti da Verdi, la riva-lità tra padre e figlio é pure un motivo ricorrente. Opere nelle quali un padre-padro-ne si oppopadre-padro-ne ad un figlio che cerca la propria identità sono: Don Carlos, I due Fo-scari, Luisa Miller, La Traviata.

Spirito anticonvenzionale

C’è ancora un lato di Giuseppe Verdi che traspare da due sue opere e che vorrei ac-cennare: la sua anticonvenzionalità (Marte in Acquario e Venere congiunta ad Ura-no). In un’opera minore, Stiffelio, un pastore protestante molto pio perdona la mo-glie adultera e decide di rimanere con lei. Mentre in una delle opere più famose, la Traviata, la figura di Violetta, una cortigiana, viene descritta in modo sublime. Il suo nobile carattere, la sua generosità, il suo sacrificio finale, fanno di Violetta l’eroina più amata dagli appassionati della lirica in tutto il mondo. In Violetta si esprimono le qualità della Luna in dodicesima e della Venere congiunta ad Urano nel tema di Verdi. La Traviata si può definire un’opera autobiografica, dato che Verdi decise di vivere assieme a Giuseppina Strepponi, una cantante lirica molto chiacchierata per avere partorito due figli illegittimi. La loro unione, non legalizzata dal matrimonio (si sposarono in età molto matura) fece scandalo, la coppia, in Italia venne emargi-nata. Giuseppina ritenuta persona non gradita non veniva invitata nei salotti. Verdi difese sempre la sua compagna, ruppe amicizie e sodalizi e arrivò persino ad isolarsi con lei nella villa di Sant’Agata in campagna.

La scelta di vivere un’audace Venere congiunta ad Urano era a quei tempi una sfida molto più temeraria di adesso.

BIBLIOGRAFIA

■ HEIDI KUNZMANN, LIANELLALIVALDILAUN, Verdi sein Leben und sein Werk, Meridian nr. 3 e 4, 1987.

Maria Carmela Raiola

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 46-53)