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Academic year: 2021

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LINGUAGGIO ASTRALE

dal 1970

Pubblicazione Trimestrale del Centro Italiano di Astrologia

ANNO XXXIII n. 133

Inverno 2003

(2)

SOMMARIO

107 La sede centrale del CIDA A Bologna ... 5

CASA PRIMA 174 Brian Clark: Il ciclo di Chirone ... 8

180 Fulvio Mocco: La sindrome del Centauro ... 20

190 Denis Labouré: Come contrattare con gli dei? ... 28

CASA TERZA 310 Bob Makransky La chimica mentale nel Tema Natale ... 34

330 Dalle Delegazioni... 41

CASA QUINTA: MUSICA E DANZA 520 Lianella Livaldi Laun: La dinamica nelle opere di Verdi ... 46

512 Maria Carmela Raiola: La donna nella danza del ‘900 ... 53

CASA SESTA: LO STUDIO OPEROSO 638 Julianne Evans: Paralleli & Controparalleli ... 64

645 Juan Estadella: La rettifica dell’ora con i transiti ... 68

656 Pierino Marazzani: Sole in Gemelli: più intelligenti o più abili? ... 79

658 Leni Sibilio: Blackout, interpretazione astrologica ... 81

CASA SETTIMA 710 Stefano Vanni: Astrologia della coppia (parte sesta)... 86

720 Forum dell’ISAR: Il Tema Natale rivela la persona nella sua totalità? ... 99

689 Lidia Fassio: I tre pianeti personali. Una presenza fondamentale seppur discreta ... 105

CASA OTTAVA 870 Maria Vacca: Astrologia - Simbolismo - Sogno. Poesia nel libro di Kells ... 118

CASA NONA: SPECIALE ASTROMETEOROLOGIA QUADRILINGUE 901 La finestra sul mondo ... 124

910 Annie-Claire Charvet: Historique de l’astro-météorologie ... 125

912 Ken Paone: Introduction to astrometeorology ... 134

920 Claudio Cannistrà: Dai nostri amici spagnoli: il congresso di Astrometeorologia ... 137

920 José Luis Pascual Blasquez: Noticias del V congreso de Cabañuelas y AstrometeorologÍa 139 922 Corso di Astrometeorologia ... 142

930 Enrico Castiglioni: Un’astrologia dimenticata: l’astrometeorologia ... 145

CASA NONA 934 Angela Castello: L’Università di Vilnius e la Lituania ... 152

990 Dal viaggio studio del CIDA a Creta 20-27 settembre 2003 ... 165

976 Recensioni ... 167

940 Grazia Mirti: Appunti su Los Angeles ... 172

995 la via degli Zar. Crociera fluviale da Mosca a San Pietroburgo ... 177

996 Docenti certificati CIDA ... 181

CASA DECIMA 1005 Maria Grazia La Rosa: Spazio professionale. Relazione sulle attività del COLAP ... 186

999 Conferenze e Convegni CIDA ... 189

1080 Elenco dei Delegati e Corrispondenti CIDA ... 203

(3)

Quando vi arriva la Rivista conservate anche il foglio con il vostro indirizzo: viene riportata anche la regolarità della vostra iscrizione e fa fede per eventuali sconti in Conferenze, Semi- nari CIDA e per le librerie convenzionate.

Va conservato in quanto sostituisce la tessera.

(4)

ANNUNCIO PRELIMINARE

L’anno prossimo, nel week-end 6-7 novembre 2004 si terrà a MILANO il

3° CONGRESSO INTERNAZIONALE DELLA FAES (Federazione delle Associazioni

Mediterranee di Astrologia).

Sarà organizzato dal CIDA nazionale – con l’apporto della Delegazione Lombardia – presso l’Hotel Michelangelo (4 stelle), posto di fianco alla Stazione Centrale e di fronte al Terminal.

Vedrà la partecipazione di relatori francesi (fra cui Yves Lenoble e Denis Labouré), spagnoli (Helia Ramos, Deme- trio Santos, Mariano Aladren e Francisco Verdù) oltre al nostro fedele amico Erik Van Slooten dalla Germania.

Saranno due giornate piene, con la possibiltà di conferire con i Relatori in appositi spazi riservati.

Previste anche appendici turistiche per “intenditori” come richiede Milano, Cenacolo vinciano compreso.

Dettagli e Relatori nel prossimo numero

(5)

L.A. 133-107

Domenica 9 novembre 2003 alle ore 11.23 si è insediato ufficialmente il Consiglio Direttivo per inaugurare la Sede Centrale del CIDA, a Bologna in via della Grada 4.

Erano presenti tutti i Consiglieri. Nel pomeriggio si sono aggiunti anche i Delegati, invitati per l’occasione.

La Sede è stata trovata accogliente e adatta a sviluppare nuove idee, aggiorna- menti culturali e corsi specialistici. In particolare si sono impostati

– i requisiti per i Docenti qualificati CIDA, con modalità e programmi comuni, su tre livelli secondo il progetto di Stefano Vanni e distribuito a tutti i Delegati e Corrispondenti

– programmi specialistici per iscritti e iscrivendi all’Albo

– le azioni presso il CNEL per il riconoscimento dell’attività professionale di Astrologo (in un progetto di legge si delega il CIDA ad autorizzare una profes- sione qualificata)l

E’ in programma un weekend con il sabato 31 gennaio dedicato ai futuri Do- centi dei corsi e domenica 1° febbraio ai Delegati-Corrispondenti. A breve è prevista anche un’Assemblea degli iscritti all’Albo

Sono stati nominati Delegati: Fabrizio Corrias per Civitavecchia, Carla Pretto per Verona e July Ferrari per Lecce, in riconoscimento della loro proficua attività e come corrispondente per Pescara Gianni D’Angelo.

Sul sito www.cida.net (sotto ultimissime) potrete trovare immagini della sede (oltre 200 mq) e delle sue articolazioni.

LA SEDE CENTRALE DEL CIDA

A BOLOGNA

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NUOVA PASSWORD PER ACCEDERE ALL’ARCHIVIO

DATI NATALI DEL CIDA:

LIVIO

in onore del nostro amabile, competente e generoso conduttore del sito cida.net

LIVIO MONTANARO

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Brian Claark

Il ciclo di Chirone Fulvio Mocco

La sindrome del centauro Denis Labouré

Come contrattare con gli Dei?

(Astrologia oraria e libertà vera)

(8)

L.A. 133-174

Il ciclo di Chirone come utile strumento di verifica del nostro cammino evolutivo attraverso un processo iniziatico.

L’orbita estremamente ellittica di Chirone intorno al Sole compie l’intero giro in cinquanta anni circa. Chirone è un appassionato “incrociatore” di orbite, come Plutone, in quanto attraversa l’orbita di Saturno impiegando quasi l’83% del suo percorso orbitale tra Saturno ed Urano, e il resto del tempo tra Giove e Saturno. Mi- tologicamente, Chirone è imparentato con ciascuno dei tre pianeti, essendo il figlio di Saturno (Crono), il nipote di Urano e il fratellastro di Giove (Zeus). Mentre la sua nascita è divina, il suo fato non lo è. Si trova ai margini del mondo degli dei olimpi- ci: un centauro, un ibrido tra la bestia e l’uomo. Il suo destino ci riporta alla soffe- renza dello spirito eterno quando si trova confinato nella sfera fisica. Il ciclo di Chi- rone rappresenta il processo di individuazione, il viaggio umano verso l’autenticità del sé. Perciò, i punti chiave del suo ciclo sono il simbolo del cammino per raggiun- gere la totalità.

A causa dell’orbita ellittica, il moto di Chirone attraverso lo zodiaco risulta irre- golare con una durata di tempo diversa in ogni segno, dove il periodo più lungo è in Ariete e il più breve in Bilancia (Vedi Tavola 1). Secondo il segno in cui la fase ci- clica si colloca alla nascita, le iniziazioni prospettate dai quadrati e dalle opposizioni del pianeta alla sua posizione natale assumono una scansione particolare. Al con- trario di Saturno od Urano, i cui transiti sulla posizione natale avvengono general- mente in periodi prevedibili, quelli di Chirone variano. Ogni generazione avrà il suo specifico timing nel confrontarsi con l’influenza archetipica di Chirone.

Astronomicamente l’orbita di Chirone viene ‘inghiottita’ da Saturno per più di otto anni. Mentre Chirone non era un dio olimpico e perciò non poteva essere divo- rato da Saturno (come lo erano stati i suoi fratellastri e le sue sorellastre ad ecce- zione di Giove) è strano che la sua orbita ci ricordi questa potenzialità. Durante questi otto anni egli orbita tra Giove e Saturno, mediando tra l’idealistica aspirazio- ne di Giove alla supremazia e all’eternità dello spirito e la paura congenita del do- minio limitante del padre Saturno: la terra e i suoi cicli rinserrati nel tempo.

Brian Clark

IL CICLO DI CHIRONE

Accettare la ferita dell’individuazione

TRADUZIONE DI ANGELA CASTELLO

(9)

A causa della sua orbita, il rapporto di Chirone con i pianeti esterni riveste un certo interesse. Quando si avvicina all’orbi- ta di Urano il pianeta incomincia a vagare attraverso lo zodiaco sintonizzandosi con la velocità di Urano, rimanendo così in aspetto ad esso per lunghi periodi. Tra il 1952 il 1989 ci furono quasi 40 opposizioni con Urano (1) mentre Chirone transita- va dal Capricorno al Cancro. Tuttavia, durante il secolo precedente non c’erano sta- te congiunzioni tra i due pianeti, che si sono messi in quadrato tra loro soltanto per due volte (1943 e 1997). Durante la seconda metà del secolo, il rapporto Chirone/Urano mette in rilievo nell’oroscopo natale l’opposizione. Negli ultimi due decenni Chirone si è maggiormente avvicinato alla velocità di Saturno ed ha forma- to una serie di opposizioni con lo stesso. Questo simboleggia non soltanto le ferite mondiali (Chirone) inerenti al principio di autorità (Saturno) e all’espressione del- l’individualità (Urano), ma enfatizza anche i tentativi generazionali di guarire tali forze contrastanti. E’ un altro esempio dell’aspetto di intermediario di Chirone tra le energie archetipiche di Saturno e quelle di Urano. La preponderanza delle opposi- zioni Chirone/Urano e Chirone/Saturno indica, inoltre, la consapevolezza della ferita individuale (Urano) nell’ambito di una cultura patriarcale (Saturno) dominante. Per- tanto, l’enfasi di Chirone nel suo passaggio attraverso i segni non è soltanto perso- nale ma collettiva, e lascia la sua impronta sulle generazioni nate mentre si trovava in aspetto con i pianeti esterni. (2)

Il ciclo di individuazione

“non è una ferita limitante, ma una ferita attraverso cui scorre la vita divina, una garanzia che dopo tale esperienza una persona non potrà mai essere inconsapevo- le della realtà spirituale”.

John Sandford

da L’Uomo che ha combattuto contro Dio

TAVOLA 1: tempo impiegato da Chirone in ogni Se- gno, elencato in ordine di velocità

(Basato sulla media degli ultimi due cicli) N. anni % del Tempo

 8.33 16.6

 7.83 15.7

 6.93 13.9

 5.48 11.0

 4.46 8.9

 3.56 7.1

 3.09 6.2

 2.60 5.2

2.23 4.5

1.96 3.9

1.83 3.7

1.66 3.3

50 anni

(10)

Abbiamo detto che l’orbita di Chirone è approssimativamente di 50 anni. Il ri- torno di Chirone alla sua posizione natale segna l’età dell’iniziazione. Inserendosi tra l’opposizione di Saturno a 44 anni e il suo ritorno a 58, esso indica il periodo critico di accettazione di se stessi. Verso i 50 sperimentiamo lo spostamento del nostro modello di vita verso il punto in cui il mondo invisibile dello spirito incrocia il mon- do conosciuto della forma e del reale. Si tratta di una profonda esperienza che av- viene dopo la mezza età, e prima della fase finale alla quale il percorso di Chirone attraverso il nostro oroscopo ci ha preparato. Durante tale transito l’invecchiamento e la morte diventano fonte di preoccupazione. Si riapre di nuovo la ferita del vivere e l’individuo si trova consapevolmente di fronte alla necessità di adattarsi ad una forma di vita che contiene spirito e materia. La ferita della separazione dalla nostra vita istintuale ha bisogno di riconciliarsi senza il compromesso rappresentato dalla razionalità, dall’intelletto o dalla teoria. Deve essere rispettato il sentimento auten- tico della vita. Mentre durante gli anni ‘40 avvengono i cambiamenti fisici, con gli anni ‘50 essi giungono al culmine spingendo l’individuo ad incontrarsi con il proble- ma della morte e la ferita dell’incarnazione. I due mondi, spirito e materia, si scon- trano fino a richiedere un nuovo mito che li contenga entrambi, rispetti gli opposti e tolleri la sofferenza che ne deriva.

In qualsiasi ciclo planetario, i momenti di crisi sono generalmente quattro: il primo avviene con il primo quadrato crescente del pianeta a se stesso; il secondo con l’opposizione; il terzo con il quadrato finale e calante del ciclo. Il ritorno del pianeta completa il ciclo con l’ultimo e quarto punto di crisi. Ognuno di essi segna un punto di svolta nell’esperienza archetipica vitale. Le crisi del ciclo chironiano non avvengono per tutti gli individui alla stessa età come per gli altri cicli planetari (ad eccezione di Plutone, anch’esso dotato di orbita ellittica). La Tavola 2 mostra i punti di crisi del ciclo:

Chirone si mette per la prima volta in quadrato alla sua posizione natale a 5 anni (Cancro - Vergine) o al più tardi a 23 anni (Aquario - Pesci). Il quadrato va dal- l’infanzia alla seconda adolescenza, comprendendo una gran parte del periodo di sviluppo. L’opposizione può verificarsi in qualsiasi momento dai 13 ai 37 anni, e si estende dalla pubertà all’inizio della mezza età. Il quadrato decrescente finale av- viene tra i 27 e i 44 anni e mezzo, cioè dal primo periodo della vita adulta fino al- l’età matura.. Si noti che la tavola mostra soltanto l’arco di tempo approssimato di età durante transito di Chirone alla sua posizione natale. A causa dell’irregolarità dell’orbita e della retrogradazione, le età possono variare.

Per comprendere l’impatto del ciclo di sviluppo individuale è importante tener conto di Chirone nell’oroscopo. La natura archetipica del ciclo di Chirone mescola le esperienze del ferire e del curare nelle nostre vite. Durante i suoi passaggi impor- tanti le risposte istintive sono spesso sacrificate a favore di quelle più accettabili ed appropriate per il mondo esterno. Spesso Chirone simboleggia i sentimenti di alie- nazione dal nostro clan, e tuttavia suggerisce anche come siamo alienati da noi stessi a causa delle nostre scelte. Perciò, nei momenti chiave della nostra esistenza,

(11)

Casa Natale Primo quadrato Opposizione Ultimo quadrato

nel segno di crescente calante

anno mese anno mese anno mese

Ariete  16 9 20 2 28 4

19 6 26 11 33 1

Toro  9 10 15 3 26 10

14 20 29 2 28 4

Gemelli  7 2 13 4 26 10

9 10 15 3 30 3

Cancro  5 9 12 8 30 3

7 2 13 10 35 6

Leone 5 1 13 10 35 6

5 9 17 1 40 2

Vergine 5 5 17 1 40 2

6 3 23 1 42 10

Bilancia 6 3 23 1 42 10

8 1 29 9 44 3

Scorpione 8 1 28 9 44 3

11 8 34 9 44 6

Sagittario  11 8 34 9 43 9

16 10 36 7 44 6

Capricorno  16 10 36 1 41 10

21 8 37 0 43 9

Acquario  21 8 32 10 38 4

23 1 36 1 41 10

Pesci  19 9 26 11 33 1

23 1 32 10 38 4

TAVOLA 2: Età approssimative durante Ciclo di Chirone

Questa tavola indica le età in cui di solito un individuo sperimenta i momenti di crisi sollecitati da Chirone nel segno in cui si trova alla nascita. Per esempio, se una persona ha Chirone in Ariete alla nascita avrà Chirone in quadrato crescente alla posizione natale tra i 16 anni e 1/2 e i 19 e 3/4.

(12)

esso ci spinge al bisogno imperioso di guarire attraverso l’accettazione della nostra umanità e mortalità. In quei momenti, il tema più ampio di Chirone come ‘non alli- neato’ (3) si intreccia con la nostra realtà individuale. Sperimentiamo, cioè, il nostro senso di vulnerabilità insieme allo sforzo di risanare e riscattare la ferita che ci por- tiamo dietro. Come per tutti i transiti, dobbiamo prima comprendere la natura del pianeta all’interno del nostro oroscopo per vedere la potenzialità del suo filo che si intreccia con il tessuto della nostra vita.

Spesso, durante tali svolte ci confrontiamo con la crisi di guarigione attraverso sensazioni di ferite fisiche o psicologiche. Questi periodi possono anche accompa- gnarsi ad esperienze sciamaniche, come l’essere chiamati a qualcosa di più grande attraverso l’enormità della sofferenza che spesso ci dilania. Sono momenti in cui si verifica uno spostamento psichico che permette al transpersonale di intercettare il nostro io individuale. C’è l’eventualità di lottare per riequilibrare la nostra natura istintiva, la nostra sessualità, ed i nostri sentimenti più autentici sintonizzati con la nostra famiglia o le nostre tradizioni culturali. Infine, questi transiti possono corri- spondere a periodi alienanti che si rivelano attraverso separazioni, perdite, oppure esclusioni dal nostro clan. E’ allora che ricordiamo con pena il nostro senso di non appartenenza.

Anche alcune delle mie crisi sono avvenute attraverso l’ incontro con il Cen- tauro, il metaforico uomo (o donna) selvaggio. I Centauri erano creature emargina- te: incontrollabili, imprevedibili e barbare, che brandivano clave, macigni e tizzoni come armi. Si trovavano in bilico tra il passato primitivo e il presente civile. Erano creature di frontiera, estranee alle città, situate ‘ai confini del diverso’ (4). Erano ibridi, istintivi, intolleranti verso la cultura e senza rispetto per le leggi e le regole.

Chirone porta con sé qualcosa del mondo selvaggio dei Centauri insieme alla grezza vita dell’istinto e, generalmente, è possibile incontrarlo nei momenti cruciali di pas- saggio. L’incontro può materializzarsi nell’impatto con emozioni violente e non an- cora vissute, spesso proiettate su individui reali. Questa istintualità primordiale che sorge dall’interno e dall’atmosfera intorno a noi, può manifestarsi in un incidente, una malattia o una perdita, che vengono a costellare gli strati più profondi della nostra psiche. Di frequente, tali sentimenti incontrollabili irrompono quando sta per incominciare il processo di guarigione. Tuttavia, di solito li percepiamo come di- struttivi e penosi. In Grecia, la Centauromachia descriveva miticamente la lotta con il Centauro che rappresentava le forze istintuali. E ricordava agli ateniesi le loro bat- taglie con i barbari, esemplificate dalla guerra contro i persiani. La battaglia con i Centauri costituiva anche l’eterno conflitto degli opposti: cultura/natura, uomo ci- vile/selvaggio, uomo/bestia, ecc. Dal 5° secolo a.C., il contatto con i barbari aveva influenzato il modo in cui gli ateniesi percepivano ‘ l’altro’. Il principio di polarità ti- pico del 5° secolo viene spesso dimostrato mettendo a confronto gli estremi di sophrosyne e hybris. La moderazione e l’autocontrollo (sophrosyne), una qualità de- gli ateniesi, costituiva il polo opposto della mancanza di moderazione e dell’em- pietà (hybris) dei loro nemici (cioè i persiani e gli altri barbari) (5). E divenne un te-

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ma popolare nella scultura durante il periodo classico quando la razionalità e la moderazione ateniese erano altamente valutate. Nei periodi di transito del ciclo di Chirone noi sperimentiamo la Centauromachia che combatte le forze tumultuose ed irrazionali interne. Nei passaggi critici durante il processo di individuazione sia- mo chiamati a ricomporre gli opposti, dove la forza degli impulsi istintivi è in con- flitto con la tendenza a conformarsi alle regole codificate di moderazione e auto- controllo. Talvolta li neghiamo, ferendo noi stessi, e talvolta abbiamo la meglio se ascoltiamo la fonte delle loro frustrazioni.

Se il primo quadrato di Chirone si presenta prima dei 7/8 anni (il primo qua- drato di Saturno), il bambino è ancora relativamente incapace di distinguere i vari livelli del reale, incline com’è a vivere più intensamente nel regno dell’immaginario.

Pertanto è probabile che la ferita aperta a questa età sia maggiormente sentita, e rimanga fortemente impressa nella psiche.

Con il primo quadrato è probabile sentirsi davvero tra due mondi. I vissuti af- fioranti dai dialoghi con clienti suggeriscono che questo stato “intermedio” possa essere la causa di una malattia o di angoscia mentale o di una esperienza al di fuori del corpo, e persino di pre-morte, o semplicemente di dislocazione. Per la prima volta ci sentiamo alienati dalla nostra ‘reale origine’, esperienza archetipica, questa, sulla quale si dilungò Freud nel suo saggio ‘Storie familiari’ (6). La storia familiare romanzata emerge quando il bambino si sente diminuito nel dover dividere i suoi genitori con i fratelli o addirittura sente di non appartenere ai suoi genitori. Per li- berarsi dall’identificazione con i fratelli o i genitori, il bambino idealizza le sue origi- ni. Generalmente pensa di essere stato adottato e che i suoi ‘veri’ genitori siano molto più prestigiosi degli attuali, i quali sono genitori soltanto dei suoi fratelli,.

Oppure è il solo figlio legittimo e i suoi fratelli sono bastardi, nati da avventure amorose della madre. L’autore fa inoltre presente come questa fantasia possa libe- rare il bambino, attratto sessualmente dalla sorella, dal tabù dell’incesto poiché i due, in fondo, hanno origine diversa (7). Gli istinti primordiali sono sublimati dai tabù. Freud rimarca come la sensazione di essere adottati sia un’ esperienza piutto- sto comune, forse la prima esperienza di estraneità e quindi la prima iniziazione che coincide col primo quadrato.

Un’altra eventualità che può verificarsi con il primo quadrato è l’incontro con la ferita attraverso una malattia fisica o un incidente, una crisi emotiva o uno scon- volgimento psichico. Potremmo considerare il primo quadrato come l’INCONTRO con la ferita; la prima esperienza consapevole nel confronto con Chirone. Poiché la malattia è di solito la spaccatura tra l’area dello spirito e quella del corpo, dobbiamo ritornare a ciò che ci ha feriti per accostarci al processo di guarigione. Spesso, infat- ti, ci ritroviamo stranieri, tagliati da ogni comunicazione o emarginati. Malgrado la possibile mancanza di consapevolezza, l’incontro con la ferita contiene un’enormità di emozioni che vengono nascoste in qualche parte della psiche. Tuttavia, il nostro sentirci sopraffatti da tale esperienza può essere razionalizzato nel tentativo di an- dare avanti.

(14)

Con l’opposizione ci confrontiamo di nuovo con la ferita; questa volta in modo più aperto. La malattia può ritornare, i fantasmi ancestrali potrebbero rifarsi vivi;

sorge di nuovo il tema ciclico della ferita. Inizia la fase della CURA quando, spesso per la prima volta, diventiamo pienamente consapevoli dell l’inevitabilità di questo tema nella nostra vita. E’ il tempo in cui ci accorgiamo degli aspetti non integrati della nostra personalità. Adesso bisogna trovare il modo di guarirli. Da questo mo- mento in avanti, siamo più consapevoli della parte di noi ch’è stata colpita o limita- ta. Possiamo ancora negare o sublimare questa sensazione ma essa rimane prossima al livello di coscienza.

Il quadrato separante suggerisce l’ACCETTAZIONE della ferita, che non è ras- segnazione ma il consapevole tentativo di reinserire gli aspetti emarginati di noi stessi. Ormai riconosciamo il bisogno di accettare in pieno quegli aspetti interiori che non possono far parte della totalità come prima. Di nuovo, il tema torna a ri- cordarci la natura del nostro sé e le sue limitazioni. Siamo diventati più riflessivi e maggiormente capaci di incasellare queste sensazioni in un contesto più generale.

Tuttavia la sofferenza è così grande che, ancora una volta, potrebbe essere negata dall’ego. A questo punto può rivelarsi fisicamente e psicologicamente pericoloso negare la ferita mentre cerca (chiede) una collocazione consapevole. Per ironia, l’ac- cettazione della ferita promuove il sentimento dell’interezza e spinge al benessere.

Con il suo ritorno all’età di 50 anni il tema di Chirone nella nostra vita può teorica- mente dirsi concluso.

Il ritorno a 50 anni offre l’opportunità dell’INTEGRAZIONE perché è possibile riconoscere gli istinti non vissuti, rimpiangerli per lasciarli andare o reintrodurli nel- la nostra vita. La vita interiore e la sua natura istintiva riescono ad esprimersi mag- giormente attraverso la prospettiva di un ego evoluto e maturo. I 50 segnano un mutamento nell’esperienza di una persona, quando gli aspetti culturali ed apollinei (solari) non inibiscono più quelli dell’istinto; ha inizio la liberazione dello spirito im- prigionato. Forse, non abbiamo più bisogno di trascinarci le ferite che rivelavano chi eravamo. Potenzialmente, il ritorno di Chirone libera lo spirito sanando la ferita o parte malata. Per fortuna, non continuiamo più a colpire la nostra natura istintuale, ma viviamo comunque un rapporto più equilibrato con i nostri aspetti spirituali (8).

In ogni fase possiamo vivere trasformazioni penose che alla fine ci conducono ad una maggiore comprensione spirituale. Siamo costretti a riempire il deserto den- tro di noi dove la malattia può degenerare. Spesso, questi passaggi si accompagna- no a fenomeni extracorporei, a sogni lucidi, o a periodi di fervida immaginazione la quale si esprime nei sogni, negli eventi esterni, nelle visioni o altre manifestazioni di tipo spirituale. In altre parole, la nostra sofferenza o malattia può sospingerci nel vuoto tra i due mondi, simboleggiati dalla caverna di Chirone che rappresenta lo spazio iniziatico dell’eroe. Un altro luogo metaforico cui possiamo essere chiamati ad accedere in queste situazioni è il tempio di Asclepio. Nei miti greci, Asclepio era il dio della guarigione e l’area circostante il suo tempio offriva rifugio ai pellegrini che cercavano la guarigione. Il sollievo dalla sofferenza era dato dal contatto del

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paziente con l’immagine del dio. Ai nostri tempi, il sollievo si verifica nei sogni e nelle esperienze sciamaniche quando ci riconciliamo con le immagini della psiche. Il tempio moderno di Asclepio risiede nel mondo interiore delle immagini, e quando veniamo in contatto con questi potenti simboli essi ci offrono la cura per lo spirito.

Iniziazione: la rivoluzione di Chirone a 50 anni

“Il ritorno di Chirone fa sorgere la domanda:

“Che cosa farò in questa ultima parte della mia vita?”(9)

Melanie Reinhart Sin dall’epoca della sua scoperta, Chirone ha eluso ogni forma di categorizza- zione; è stato chiamato asteroide, planetoide e cometa. Durante gli anni ‘90, Chiro- ne ha trovato la sua nicchia in mezzo agli altri Centauri prevalentemente scoperti oltre Nettuno (10). Anche il passaggio dei 50 anni elude ogni categorizzazione ed ha bisogno di tempo per trovare una sede nel nuovo spazio. Come Chirone, questo periodo è un ibrido: gli ardenti fuochi dell’immortalità sono ora sigillati in un corpo che viene riconosciuto come mortale e finito. L’interiore sensazione di giovinezza si confronta con l’avvertimento fisico del corpo che sta invecchiando.

Il mitico scambio di Chirone con Prometeo nel mondo sotterraneo è un’imma- gine da me ritenuta utile per ampliare il significato del ritorno di Chirone. Nel mito, l’immortale Chirone afflitto dalla sua ferita incurabile cambia posto con Prometeo liberando lo spirito imprigionato dell’eroe nella roccia del Tartaro. Egli scambia l’im- mortalità con la morte per dare sollievo alla sua sofferenza (il destino della sua par- te mortale). La sua scelta libera Prometeo dall’Ade sollevando lo spirito spesso inca- tenato nel sotterraneo dalla giovinezza. Si spera che ciò che si sceglie di far morire in noi durante questi passaggi siano le parti informi e non autentiche del sé ormai incapaci di sostenere la vita. Se è così, l’iniziazione di Chirone potrebbe aiutarci a riordinare le nostre priorità, ad abbandonare ciò che non è più adatto o reale e libe- rare, così, la parte spirituale non vissuta. Ciò che spinge Chirone ad abbandonare l’

immortalità in cambio della morte è la sofferenza della sua parte mortale.

Chirone tenta di mediare l’antitetico rapporto tra Saturno e Urano spesso in collusione tra di loro, l’uno a scapito dell’altro.La sfera materiale (incarnata) di Sa- turno rappresenta la polarità opposta del regno celeste di Urano. Il fato di Chirone contiene sia la pena dell’incarnazione sia il fuoco dello spirito. In realtà, tuttavia, lo spirito è spesso incatenato in cantina, sepolto sotto i detriti ancestrali. Quando la ferita del vivere raggiunge il punto di rottura, allora irrompe lo spirito. Di solito, in- fatti,le parti non autentiche del sé, forgiate dal bisogno di sopravvivere alla soffe- renza dell’esclusione, imprigionano i fuochi dello spirito. Esse costituiscono i falsi aspetti, spesso appena intravisti nella mezza età, ormai pronti a morire al ritorno di Chirone.

A cinquanta anni, la morte non è più soltanto una elucubrazione psicologica o

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una metafora metafisica; in un certo senso diventa una realtà fisica. I livelli ridotti di energia ci ricordano questa verità. La sofferenza del vivere è al suo culmine. La morte può sembrare ancora lontana, nascosta dietro un orizzonte irraggiungibile, ma nondimeno è più visibile di prima. Il procedere verso tale inevitabilità ci offre, paradossalmente, la chiave per una nuova liberazione dello spirito. Gli autentici aspetti del sé, sepolti sotto le macerie, possono ancora essere vivi. Coloro che sono sopravvissuti alla morte riferiscono la stessa esperienza: la volontà di vivere mo- mento per momento è stata creata dall’incontro con la morte. Quando Jung scrisse al riguardo, suggerì che ‘troppi aspetti della vita, che avrebbero dovuto essere vissu- ti, giacciono nel ripostiglio tra memorie polverose; ma, talvolta, ci sono ancora i carboni che ardono sotto la cenere’ (11). Quando Chirone ritorna alla sua colloca- zione natale, si riscoprono i ‘carboni ardenti’ dello spirito imprigionato, e il periodo seguente viene utilizzato per ravvivarli.

L’età di 50 segna un nuovo modello dotato di immense possibilità, ma la map- pa necessaria per navigare nel periodo calante è diversa da quella usata nel periodo crescente della prima metà della vita. Chirone ritorna nel post-periodo della mezza età. La mappa della mezza-età, con i suoi potenti cicli astrologici, guardava indie- tro; aveva un approccio psicodinamico verso la comprensione del sé. I demoni del- l’infanzia erano stati esorcizzati, il fanciullo interiore era stato liberato, l’adolescen- za rivisitata, e la strada meno percorsa esplorata. Il decennio dei 50, tuttavia, si orienta già verso un incerto ma eccitante nuovo mondo. Mentre ci volgiamo verso l’orizzonte occidentale della nostra vita lo spirito è libero, e ciò dà un’altra tonalità alla ricerca del significato.

Ciò che rappresentava una priorità nel mattino della vita non è poi così impor- tante alla sera. Erica Jong ha così espresso tale concetto: ‘ Tutte le cose che avete sofferto quando eravate più giovani diventano meno importanti quando avete 50 anni.’ (12). Le priorità si spostano; è stato avviato un nuovo processo. Ci si sta gra- dualmente appressando al ruolo di mentore e di anziano. Chirone era il mentore degli dei solari che si dirigevano verso la sua caverna per essere iniziati ai misteri della vita. Il ritorno di Chirone segna la fine della ricerca mondana dell’eroe con la morte del mentore incarnato, e l’ingresso nella fase più vecchia della vita. Incomin- cia il processo per diventare nuovi mentori. Per la generazione di Plutone in Leone, che sta adesso sperimentando il ritorno di Chirone, il compito di diventare anziani si confronta con l’esperienza del padre assente, una ferita comune per questa gene- razione. La ricerca dell’eroe è quella di diventare lui stesso vecchio e di combattere contro il tabù rappresentato dal superare il padre.

Il ritorno di Chirone è seguito dal secondo quadrato calante di Saturno all’età di 52 anni, quindi dalla quarta opposizione di Giove a 53 anni, quando il processo di reinvenzione sta incominciando a stabilizzarsi. Sebbene dopo gli anni 50 si avvicen- dino una gran quantità di rifacimenti e riscoperte, le persone possono avere la sen- sazione di trovarsi sospesi in uno stato liminale. Eppure, stanno iniziando ad orien- tarsi verso una nuova vita. Durante i cinquanta, le domande sull’al di là non dimi-

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nuiscono; tuttavia, le risposte sorgono da una zona più profonda e più riflessiva. Il simbolismo di Chirone ripete in modo consistente il tema del contatto con ‘l’altro’

mondo (13). Quando il pianeta ritorna alla sua collocazione iniziale, si solleva il velo tra il mondo terreno e quello dello spirito ed appare un nuovo orizzonte. Nello spa- zio tra questi mondi di spirito e forma si scopre il balsamo della guarigione che in- dica la strada per proseguire.

La svolta dei 50 rappresenta un eccezionale spartiacque. Davanti a noi si snoda il prossimo decennio, un decennio che ci introduce in una nuova fase del ciclo vita- le.In questo periodo sembra dominante il tema della ricerca di nuovi significati per affrontare il viaggio che ci aspetta. Il ritorno di Chirone e gli anni che seguono pre- sentano gli aspetti deformi di noi stessi, che il corpo e la psiche sono costretti a rie- quilibrare. Ciò che è stato sacrificato per trovare una collocazione nel mondo e ade- guarci alle aspettative della società ci sfida a riconsiderare le scelte precedenti. Il ri- torno di Chirone ci apre l’ingresso alla nuova era in cui il viaggio a venire richiede una nuova mappa, come indicava Jung: “non possiamo vivere nel pomeriggio della vita secondo il programma del mattino; poiché ciò che era meraviglioso al mattino sarà insignificante la sera, e ciò che era vero al mattino, diventerà una bugia la se- ra”. (14)

Quando la generazione che sta entrando nei cinquanta si volgerà a guardare retrospettivamente i suoi genitori cinquantenni, si accorgerà che i cambiamenti av- venuti sono sorprendenti. Le aspettative, la tecnologia tecnica, lo stile di vita, il ciclo familiare e le opzioni pensionistiche hanno ridisegnato il paesaggio della terza età.

La psicologia popolare sta etichettando i quaranta come ‘nuovi trenta’, la mezza età come mezza giovinezza e il decennio dei cinquanta è diventato ‘il decennio invisibi- le’. (15) Erik Erikson, uno dei più importanti studiosi della vita familiare, suggeriva che i cinquanta erano l’inizio della maturità. Durante tale periodo l’obiettivo deve essere quello di preoccuparsi di ciò che per noi è significativo, non di quello che gli altri giudicano importante ma di ciò che è creativo e corroborante per l’individuo.

(16) Il potere curativo di Chirone ci aiuta a riordinare le nostre priorità in modo da vivere maggiormente in armonia con il nostro sé autentico e consentire al nostro processo di individuazione di rispecchiare tutto ciò.

Con i 50, entriamo anche nel secondo ciclo di Chirone. Con il prolungarsi della durata della vita, sembra che molti più esseri umani siano in grado di usufruire in pieno, o quasi, di un altro ciclo chironiano. I punti chiave del ciclo saranno nuova- mente legati al precedente giro zodiacale di Chirone. Il processo di individuazione non ha mai fine e il viaggio della scoperta di sé è un compito che dura tutta la vita.

Tuttavia, in questi periodi chiave veniamo iniziati al processo in modo più coinvol- gente, legato molto spesso alla sofferenza. Il testamento di Chirone è quello di riar- monizzare e curare. Nel suo passaggio attraverso il nostro oroscopo esso indica i periodi in cui è più probabile sperimentare la potenzialità della riconciliazione con le parti non immunizzate e ferite del sé. Chirone ci insegna che ciò si realizza attra- verso l’eroica accettazione della fragilità del nostro essere mortali.

* * *

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Brian Clark è il co-fondatore del Centro Chironiano, un centro multidiscipli- nare di Melbourne (fondato nel 1989) dove è uno dei maggiori tutor di un pro- gramma quadriennale di astrologia applicata chiamato Astro*Synthesis. Fa anche conferenze sulla mitologia per il Programma Nexus, come pure guida i tour ai sa- cri luoghi della Grecia antica con Odissea, Rivisitando i Luoghi Sacri dell’Antica Grecia. Nel 2003, Brian guiderà un altro tour ai sacri luoghi. Ha ricevuto un award dalle associazioni astrologiche nazionali del Canada e dell’Australia (FAA) per il suo contributo all’insegnamento, ed è stato nominato tre volte per l’UAC Regulus Award.

I suoi articoli sono apparsi in tutte le più importanti pubblicazioni astrologiche e sono stati tradotti in tedesco, spagnolo, francese e giapponese. E’ l’autore di Si- bling Constellations (Penguin Arcana) ed ha collaborato per l’antologia Intimate Relationship (Llewellyn). Brian ha anche realizzato corsi biennali per corrispondenza in astrologia applicata, ed è l’autore di una serie di libretti per astrologi.. Attual- mente sta sviluppando un programma avanzato di Astro*Synthesis per corrispon- denza. www.AstroSynthesis.net

NOTE

1) Zane Stein riferisce nel suo bollettino, ‘The Keys’, pubblicato dall’Associazione per gli studi chiro- niani, la speciale relazione che Chirone ed Urano hanno avuto in questo secolo. Chirone si oppo- ne ad Urano mentre transita dal Capricorno al Cancro, eccetto quando si trova in Toro (1976- 1983) dove non si oppone direttamente ad Urano in Scorpione.

2) Il solo rapporto di Chirone con i pianeti esterni ha prodotto uno stupefacente finale nell’ultimo giorno del secolo scorso (31,12,1999) quando si è congiunto a Plutone nel segno del Sagittario, generalmente conosciuto come Y2K!

3) Charles Kowal, lo scopritore di Chirone, usava questo termine per descriverne l’orbita. Una delle originali parole chiave usate da Zane Stein per Chirone era ‘non allineato’ o dissidente a causa della eccentricità della sua orbita. La parola si riferisce ad una mucca o a un manzo che non ha la marchiatura in quanto non è stato ‘marchiato’. E trae origine da Samuel Maverick, un possi- dente che non marchiò il suo bestiame. Ciò si adatta benissimo al Chirone mitologico che non è marchiato come la mandria dei Centauri, o al Chirone astronomico che ha un’orbita e una cate- goria speciali. Un chironiano spesso si sente come un non allineato, senza il marchio di apparte- nenza alla famiglia, al clan o alla cultura della società in cui è stato allevato. Ecco perché Chirone spesso si riferisce a coloro che si sentono alienati, stranieri o indesiderati. Alla lettera, possono essere i rifugiati, gli emigranti o quelli che vivono in una società diversa da quella di appartenen- za. Per una completa esplorazione di Chirone vedi Brian Clark, Keys to Understanding Chiron, Astro*Synthesis (Melbourne: 1991) Visita il website a www.AstroSynthesis per un elenco di tutte le pubblicazioni.

4) DuBois, Page, Centaurs & Amazons, Women and the Pre-Hhistory of the Great Chain of Being, University of Michigan (Ann Arbor, MI: 1991), 27

5) David Castriota, Myth, Ethos and Actuality, University of Michigan (Madison, WI: 1992), 17ss.

6) Incluso in SE 9.236-41

7) Vedi Brian Clark, The Sibling Constellation: the Astrology and Psychology Sisters and Brothers, Penguin Arkana (London: 1999). Nel Capitolo 3 vi è una completa descrizione del tema di Freud con speciale riferimento alla posizione di Chirone nel suo oroscopo.

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8) Per ulteriori analisi della rivoluzione chironiana e il decennio dei ‘50 anni, vedi Brian Clark ‘Brave New World: Forward into the Fifties’ nel Journal of the Astrological Association of Great Britain, Gennaio 2000 e Brian Clark ‘The Pluto in Leo Generation at 60’ in The Mountain Astrologer, Lu- glio/Agosto 2001.

9) Melanie Renhart, Chiron and the healing Journey, Arkana (London: 1998).268

10) Per un approfondimento delle nuove scoperte oltre Nettuno nella Cintura di Kuiper vedi Melanie Reinhart, To the Edge and Beyond, CPA Press (London1996) e Philiph Sedgwick ‘Centaurfold’ in The Mountain Astrologer, Giugno/Luglio e Agosto/Settembre.

11) CG Jung, Vol.8 The Collected Works, The Structure and Dynamics of the Psyche, tradotto da RFC Hull, Routledge & Kegan Paul (London: 1960),. 772.

12) Erica Jong, “Pathfinder” in What We Know So Far, ed. Beth Benatovich, St Martin’s Press (New York, NY: 1995), 6

13) Molti temi chironiani si riferiscono al suo ruolo come ad un ponte tra il mondo incarnato e ‘l’al- tro’ mondo. Chirone fu scoperto l’11 novembre 1977, il Festival celtico di Samhain, quando fu aperto un passaggio tra i due mondi. Fu alzato il velo e i fantasmi ancestrali riuscirono a mesco- larsi con i vivi. Questo tempo segna la preparazione per l’arrivo dell’inverno nell’Emisfero Nord, cioè la fine di un ciclo. Astronomicamente, Chirone si trova fra Saturno ed Urano, gli archetipi della forma e dello spirito.

14) CG Jung, Vol. 8 The Collected Works, The structure and Dynamics of the Psyche, 784

15) William H. Bergquist, Elinor Miller Greenberg and Alan Klaum, In Our Fifties: Voices of Men and Women Reinventing Their Lives, Jossey-Bass Publications (San Francisco, CA: 1993). Capitolo 1.

Gli autori definiscono gli anni cinquanta come ‘l’invisibile decennio’ in quanto la loro premessa è che tali anni rappresentano un territorio inesplorato e discusso

16) EH Erickson, JM Erickson e HQ Kivnick, Vital Involvement in Old Age, Norton (New York, NY:

1986).

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L.A. 133-180

L’avvistamento ai limiti del sistema solare di pianetini sempre più grandi, rivela che le nuove prospettive alimentano fin troppo le vecchie speranze.

E’ una malattia benigna, ma con possibili complicazioni. Vent’anni fa c’era già stato un interesse fuori del normale per gli asteroidi. Si compilarono effemeridi per quei corpi che si avvicinavano alla terra e al sole, rischiando persino un impatto ca- tastrofico. Si trattava di una sindrome da “nuovo prodotto”, anche se non si può negare che i pianetini costituiscano un enigma all’interno del sistema solare. Ora, la continua scoperta dei Centauri, come li chiamano, con afelio oltre l’orbita di Nettu- no, potrebbe retrocedere Plutone al rango d’asteroide.

E’ ovvio che questi corpi, che si aggiungono alla “nube di Oort”, il serbatoio di comete ai limiti del nostro sistema, siano ormai troppi per poterne considerare l’im- patto oroscopico con disinvoltura (anche se c’è chi non pare avere problemi in pro- posito). A rigore, si può ipotizzare che anche i satelliti artificiali, o i relitti spaziali, forse tombe d’astronauti ignoti alla storia, gli sciami di meteore o le nuvole di pol- vere cosmica, possano avere qualche significato. Probabilmente tutto ciò contribui- sce ad animare il caos del mondo moderno, ma io dubito che la spazzatura cosmica possa confondere le influenze dei pianeti maggiori e della tappezzeria stellare re- trostante, al punto da giustificare i nostri dubbi interpretativi. Non si può dilatare all’infinito l’influsso degli elementi marginali, che contribuiscono solo a creare un

“rumore di fondo” oroscopico. Malgrado ciò, c’è chi ha calcolato effemeridi per gli anelli planetari e chi vorrebbe farlo anche per i nuovi satelliti (non asteroidi) di Gio- ve, che sono ormai, al momento in cui scrivo, 61, e magari saranno ancora di più quando quest’articolo sarà pubblicato.

Ogni tanto qualcuno chiede se ci sono nuovi dati interpretativi sugli asteroidi.

Purtroppo ce ne sono anche troppi. Corpi dall’orbita eccentrica, che si avvicinano alla terra o al sole, e con nomi suggestivi come Adone, Ganimede o Eros, oppure con terrificanti inclinazioni orbitali (Tantalo: 64° sull’eclittica) attirano l’attenzione, ma, a meno di usare la “meditazione”, come faceva L’Eclair, per una seria verifica empirica potrebbe non bastare una vita, mentre per i pianeti esiste una tradizione millenaria.

Fulvio Mocco

LA SINDROME DEL CENTAURO

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Naturalmente, se qualcuno si convince di sentire la particolare vibrazione di un planetoide, magari perché congiunto al suo AS o al Sole, nulla vieta che ne faccia l’uso che crede. Ultimamente sono apparse interpretazioni oroscopiche anche per asteroidi che nemmeno hanno ancora un nome, ma solo un numero di catalogo astronomico. Potrebbe essere una buona cosa, visto che i significati dei nuovi corpi sono stati desunti spesso interamente dalla mitologia del nome.

Ai pianetini è stato attribuito un numero di catalogo progressivo alla scoperta, e lo scopritore ha il diritto di battezzare il nuovo arrivato, magari col nome della moglie, della figlia, o della gatta di casa (ma lo statuto che vi si riferisce “sconsiglia”

di utilizzare i nomi dei propri animali domestici…). Qualche nome ricorda chi ha fi- nanziato le ricerche (per esempio il trasparente asteroide Rockefellia ). Certi plane- toidi hanno nomi bizzarri, e persino umoristici. Lo stesso nome Plutone è stato sug- gerito da una ragazzina, che di certo non pensava al dio dei morti, ma al simpatico cane di Topolino, Pluto. Ultimamente, certi astrologi sono entrati in così buoni rap- porti con gli astronomi che indagano sui nuovi corpi, segnalati quasi giornalmente, che questi ultimi accettano spesso che i primi suggeriscano un nome mitologico per loro. E’ successo appunto coi Centauri, ed è stato valido assegnare dei nomi del- la stessa famiglia mitologica a corpi legati dalle medesime risonanze astronomiche, anche se probabilmente gli astronomi volevano solo togliersi l’impiccio di doverli battezzare…

Esauriti i musicisti classici si è passati a quelli pop: Beatles, Beegees, Enya, Elvis, Santana, Pink Floyd e così via. Gli scacchisti hanno Bobbyfisher, i fedeli Requiem, e ci sono persino Pippa e Così così. Nella nostra civiltà patriarcale, gli astronomi dan- no nomi mitologici maschili ai corpi con orbite inusuali (gli unici di cui, secondo me, si dovrebbe tener conto) mentre relegano le orbite circolari e regolari nell’a- morfa massa dei nomi femminili, spesso di città od oggetti.

L’interpretazione astrologica dei nuovi asteroidi pare quindi ricavata principal- mente dai loro nomi, quelli di personaggi mitologici piuttosto astrusi e sconosciuti.

I “battesimi”, nella diaspora dei pianetini, sono ormai così numerosi che bisogna spulciare mitologie “aliene” per trovare un nome inedito.

Ci sarebbe una spiegazione astrologica per questo. L’inconscio collettivo dell’u- manità sa scegliere il nome giusto. Gli scienziati, fino a poco tempo fa, ci ridevano sopra, come di tutto ciò che non rientrava nei loro schemi, ma oggi il “principio an- tropico” è alla base dell’astrofisica più audace, se un genio come Stephen Hawking lo accetta, dichiarando che vediamo l’universo com’è, perché, se fosse diverso, non potremmo essere qui a vederlo. E’ inutile chiedersi per quale fortuita coincidenza la Terra si trovi alla giusta distanza dal Sole per permettere la vita. In realtà è come se la nostra coscienza avesse costruito il sistema solare “ad hoc”, altrimenti non po- tremmo essere qui a porci quel preciso quesito. L’osservatore, guardando l’universo, finisce per osservare la propria coscienza, e questo ricorda molto da vicino ciò che fa l’astrologo con un cielo di nascita.

Certi sensitivi avevano già avvertito la presenza di nuovi corpuscoli. Chirone

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era stato anticipato dal Tau di Jaynes, dal Giasone di Wemyss, e dalla Kalì di L’Eclair.

Quest’ultimo aveva ipotizzato pianeti transplutonii che per il primo Gennaio 2000 avevano queste longitudini approssimative: Maya 25° Leone, Sciva 8° Ariete, Brah- ma 13° Toro. La “scuola d’Amburgo” di Witte, negli anni 20, aveva elaborato questi astri immateriali transnettuniani (prima quindi della scoperta di Plutone, e sempre per Gennaio 2000):

CUPIDO 3° SAGITTARIO

ADE 18°GEMELLI

ZEUS 5° BILANCIA

APOLLO 21°BILANCIA

VULCANO 20° CANCRO

POSEIDONE 4° SCORPIONE

Le corrispondenze con i nuovi asteroidi (per la stessa data) non si trovano

ISSIONE 4°40’ SAGITTARIO

VARUNA 8° CANCRO

HUYA 19° BILANCIA

ASBOLO 2° SAGITTARIO

PYLENOR 13 °TORO

QUAOAR 8° SAGITTARIO

CHAOS 27° TORO

NESSO 3° CAPRICORNO

CHARIKLO 1° VERGINE

HYLONOME 29°40’ BILANCIA

PELION 16° ACQUARIO

Brahma ha la stessa longitudine di Pylenor. L’Apollo uraniano ha circa quella di Huya, Issione e Quaoar circa quella di Cupido. Coincidenze? Comunque, i significati non si sovrappongono. Ad esempio: lo spirituale Brahma di L’Eclair non corrisponde per nulla all’infettivo Pylenor.

Al momento, Folo va oltre il senso di sacrificio di Chirone, legandosi ad un concetto di vulnerabilità e caduta. Nel mito ospitò Ercole, che poi lo risparmiò nella strage dei Centauri, ma ferì anche se stesso a morte, maneggiando incautamente il

“regalo mortale” di una freccia avvelenata.

Nesso è l’abuso che avvelena un ideale “corpo” verginale. La negazione, l’ambi-

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guità fra purezza e bestialità, fra la bella e la bestia (Revilla). Nesso cercò di violen- tare la moglie d’Ercole, e morendo, si vendicò avvelenando l’eroe col proprio san- gue, di cui aveva intriso una camicia. Si realizzò così la profezia di Zeus: “Nessun vi- vente potrà uccidere Ercole, ma solo un nemico morto”. Nella Divina Commedia si dice: “Quegli è Nesso, che morì per la bella Deianira, e fé di sé la vendetta egli stes- so” (Inf. XII, 67). In fondo, per la coscienza Erculea, queste antiche forze titaniche sono comunque velenose per una mentalità solare incapace di andare oltre le co- lonne d’Ercole, perciò il veleno può anche essere antidoto.

Il satiro Issione, che significa “forte (uomo) della luna” è la trasgressione, col suo tradimento dei benefattori. Assassinò il suocero e insidiò Era. Fu precipitato al- l’inferno, eternamente legato ad una ruota vorticante, simbolo di qualche antico ri- to in cui il dio della folgore si accoppiava con una dea lunare, per poi essere sacrifi- cato e crocefisso ad un albero.

Caos o Chaos, “mole indigesta, informe, nulla più che vil pondo e di mal giunti semi discordi inefficace ammasso”, emerse dalle tenebre con cui si accoppiò, dando vita alla notte, al giorno, agli inferi ed all’etere. E’ considerato legato alla morte e alla mancanza di significato razionale.

Varuna, “che avvolge o copre ogni cosa”, era il signore dell’ordine celeste, lega- to alle “sacre norme” nel pantheon vedico, trasformato poi in Dio delle acque, come Nettuno, della pioggia. Era raffigurato come un uomo dalla pelle azzurra, a cavallo di un mostro marino.

Poi ci sono Cariclo, moglie di Chirone e che si vuole influisca sulla bellezza;

Huya, un oscuro dio della pioggia sudamericano; Pelio, il monte di Chirone da cui fu scacciato dai Lapiti; Asbolo, un Centauro crocefisso allegramente da Ercole e che rappresenterebbe la dialettica faustiana del prete-mago e della sua integrità mora- le, i suoi segreti e i suoi tabù.

Pylenor (contagio e veleno), altro Centauro infettivo che lavandosi le ferite in un fiume, lo avvelenò; Radamanto, giudice infernale. Hylonome (tragedia e sacrifi- cio).

Tra gli ultimissimi arrivati due anonimi Centauri: Cillaro ed Elato. Poi Ociroe, una ninfa trasformata in asina per la sua indiscrezione. Tereo, un bell’elemento, che tagliava lingue e stuprava malcapitate, e che Ovidio dice fu trasformato in uccello, dopo che, per vendetta, gli fu fatto mangiare suo figlio bollito. Chissà se presiede al cannibalismo? Lo legano alle cose selvagge e naturali. Troviamo ancora Deucalione, l’equivalente olimpico del biblico Noé, risparmiato dal diluvio per la sua moralità, e legato, pare, a sommovimenti oceanici.

Quaoar, invece, il più grosso asteroide mai scoperto, con un diametro di 1300 Km e un periodo di 288 anni, deriva il suo nome dal Dio della creazione (c’è chi lo ha messo in relazione ai “cloni”) nella mitologia degli Indiani Tongva, una volta stanziati nell’area di Los Angeles. Si tratta di una divinità che canta e danza la crea- zione stessa, un po’ come lo Shiva Nataraja degli Indù.

Poi ci sono asteroidi non ancora battezzati, come AW197, che sarebbe legato a

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terremoti e a forze naturali. HD10, per il quale ho proposto provvisoriamente il no- me Dagon, dio-pesce dei filistei, è riferito al doppio, specialmente nei suoi aspetti col Sole (Revilla), al lato oscuro che ci visita con incubi e visioni.

Tutti questi corpuscoli sono poco definibili. Chirone è stato classificato cometa spenta, dato che per qualche tempo ha emesso una coda. Alcuni planetoidi diven- tano meteoriti, che a loro volta, viceversa, entrano in orbite fisse o diventano picco- le lune di pianeti maggiori. Spesso certi corpi assumano un’orbita così caotica da scomparire misteriosamente, com’è successo a Hermes, scoperto nel 1937, poi sva- nito dal cielo fino ad oggi, ma appena ritrovato (Ottobre 2003) trasformato in un asteroide doppio, nel senso che è diventato un sistema di due piccoli corpi che ruo- tano attorno ad un baricentro comune.

La vecchia fascia di pianetini è associata alla Vergine e alla sua controparte Pe- sci (frammentazione/diaspora); quella nuova, centrata sui Centauri, fa subito pensa- re al Sagittario e all’opposto Gemelli, guarda caso i segni su cui è orientato l’asse galattico. L’antica fascia divideva i pianeti dell’individuale (Sole-Marte) da quelli del collettivo (da Giove in poi), le altre fasce ci dirigono verso dimensioni stellari o ga- lattiche. Non per nulla si continuano a scoprire sempre nuovi pianeti orbitanti at- torno ad altre stelle (ne ho perso il conto: erano 160 qualche tempo fa).

Abbiamo ricordato che fra i nuovi asteroidi ve ne sono di molto grandi. Consi- deriamo che, secondo le stime più recenti, il diametro di Plutone non supera i 2300 Km, e quello del suo satellite Caronte, i 1200, ma se scopriremo un nuovo corpo delle dimensioni di Plutone, dovremo considerarlo pianeta? Issione, Quaoar e Varu- na già superano Cerere, fin’ora considerata la gigantessa degli asteroidi. Dobbiamo sminuire il ruolo di Plutone e considerarlo solo il primo di una serie di corpuscoli, com’è stato fatto con Cerere stesso, creduto pianeta maggiore per un breve perio- do? E’ chiaro come Plutone sia solo un estraneo, perché tutti i pianeti esterni sono gassosi e non rocciosi, ma tenendolo ancora per buono e volendo arrivare dai dieci pianeti canonici a dodici, come i segni zodiacali, potremmo considerare le due fasce d’asteroidi quali provvisori sostituti. I conti tornerebbero, ma anche Luna nera e So- le Nero possono servire allo scopo, come i Nodi lunari.

Attualmente, oltre alla fascia tradizionale (quasi obsoleta come un vecchio PC) fra Marte e Giove, si contano vari gruppi di corpi, fra cui quelli che arrivano al pe- rielio vicinissimi al Sole (oggetti Apollo: Eracle, Talo, Efesto, Fetonte, Icaro) o alla Terra (oggetti Amor-Aten). Nelle zone estreme del sistema abbiamo i Damocliani, i transnettuniani (Chaos, Varuna), i plutoniani (Issione, Radamanto) e naturalmente i Centauri (Chirone, Folo, Nesso, Asbolo, e almeno altri settanta, per ora). Gli astrono- mi hanno raggruppato i vari corpi secondo le risonanze delle orbite coi pianeti maggiori, da Giove a Nettuno, ma questi parametri appaiono arbitrari e discutibili.

Legato agli asteroidi ed al mistero del pianeta esploso, vi è poi il problema de- gli astri oscuri. Si è rilevato come il 90% di ciò che dovrebbe comporre la volta cele- ste, risulti una “massa mancante”, composta d’astri invisibili, buchi neri, stelle ai neutroni e così via. Probabilmente, certe entità astratte come nodi, baricentri, fuo-

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chi delle ellissi, emettono od assorbono “luce astrale” non facilmente rilevabile.

Stelle o pianeti oscuri sono indagati scientificamente, per esempio le due compa- gne invisibili di Sirio, la prima già avvistata e la seconda solo ipotizzata in via teori- ca dagli astronomi. Poi c’è la fantomatica seconda luna terrestre (Lilith). A tutti questi astri, potrebbe essere sensibile il nostro doppio eterico.

Ricordo, a proposito della teoria del pianeta esploso (chiamato Lucifero, Bello- na, Nebiru, Fetonte) che avrebbe originato la prima fascia d’asteroidi, che Sergio Ghivarello ha ipotizzato un pianeta entrato in un buco nero, ed uscito in forma col- lassata o esplosa nello stesso istante in cui n’era entrato, dato che oltre un buco ne- ro, il tempo potrebbe scorrere a rovescio o non scorrere per nulla.

Sempre a proposito della massa mancante, Stephen Hawking afferma che “Po- trebbe anche essere un indizio dell’esistenza di un mondo ombra contenente mate- ria. Forse un simile mondo contiene esseri umani i quali si domandano dove sia la massa che spiegherebbe le orbite descritte da stelle ombra intorno al centro della galassia ombra” (L’Universo in un guscio di noce, Mondadori, Milano 2002).

Comete o eclissi, considerate malefiche sul piano terreno, potrebbero essere positive su quello sottile, così come astri invisibili come Lilith, lontani dai parametri sensoriali umani, potrebbero governare facoltà non ancora spiegate. Lo stesso ciclo precessionale sarebbe il risultato della rivoluzione del nostro Sole attorno ad una compagna oscura ed ultradensa, di circa 100 km di diametro e posta a 2500 dalla cromosfera solare, verso la quale la terra rivolgerebbe l’asse polare inclinato. Ghiva- rello ha segnalato, quale dimostrazione della sua esistenza, che nel 1974 è stata scoperta una misteriosa pulsazione che fa variare il raggio solare di 140 km, per un periodo di 165’. L’ipotetica stella, una nana bruna con una massa inferiore a quella del Sole di ben otto volte, è stata battezzata Nemesi. Attualmente si troverebbe al- l’afelio di un’orbita molto ellittica, a 2,5 anni luce di distanza, mentre al perielio, il punto più vicino al Sole nel suo periodo orbitale di 26 milioni di anni, sarebbe in grado di perturbare comete e Centauri al punto di trasformarne alcuni in fatali me- teoriti, che avrebbero causato l’estinzione dei dinosauri e altri cataclismi 13 milioni d’anni fa. Il Sole e nemesi orbiterebbero entrambi attorno ad un baricentro comune (e naturalmente, insieme a tutto il sistema solare, attorno al centro della galassia).

Si veda anche il sito http://www.barry.warmkessel.com/ .

Tornando ai Centauri o anche ad asteroidi più tradizionali come Pallade o Tan- talo, si deve affrontare poi l’annoso problema della latitudine. I corpi con alta incli- nazione orbitale, sono difficili da sistemare nelle case, soprattutto quando sono lungo l’orizzonte (AS-DS), di meno lungo il meridiano (MC-IC). Se per longitudine un pianetino, una stella, o lo stesso Plutone si trovano in XII, per la latitudine si può scoprire che stanno in realtà in I o addirittura in case diverse. Per risolvere la que- stione si devono fare calcoli trigonometrici coinvolgenti ascensione retta, semi-arco diurno e così via. Non rimane che far finta di niente, oppure accettare il prevedibile consiglio di Juan Revilla, di trascurare la posizione nelle case. Revilla è autore di Riyal 32, programma gratuito che ha molte opzioni, anche astronomiche, oltre ad

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includere i Centauri e molti asteroidi ancora senza nome, come TD10, TL66, AW197 (l’era robotica è arrivata). Il programma può essere scaricato da www.expreso.co.cr o dal sito stesso del CIDA.

Un altro programma freewere, ma astronomico, utile comunque per conoscere la longitudine zodiacale di quasi tutti gli asteroidi, è Solex 8.5, di Aldo Vitagliano ([email protected]). Ulteriori siti che forniscono le effemeridi istantanee di ogni asteroide, sono quello di J. Dunn: http://ephemeral.info/too, e www.Astro.com , del- le Swiss Ephemerides.

Si sono quindi scatenate capillari ricerche sui “vecchi & buoni” asteroidi in vari siti. Troviamo www.treehousemountain.com con la sua “casalinga” mail list A-Ura- nia.

Sulla nuova fascia troviamo invece il visionario http://puck.dhs.org, o il più so- brio http://www.geocites.com/SoHo/7969/chiron.htm abbinato alla mail list http://

www.egroups.com/group/Centaurs.

Inoltre, in http://cfa-www.harvard.edu/iau/lists/MPNames.html si può persino trovare un elenco completo, in ordine alfabetico, di tutti i nomi degli asteroidi. Nel- lo stesso sito di Harvard.edu ci sono anche i parametri orbitali di tutti gli asteroidi noti. Al momento ne sono stati inventariati con un numero di catalogo progressivo, più di 69.000, di cui quasi 11.000 con un nome.

Se avete problemi a digitare i links, come di solito avviene per ragioni che solo gli dei conoscono, visitate le liste dei gruppi Yahoo, selezionando l’argomento aste- roidi e/o astrologia.

In questi cortili astrologici si può razzolare liberamente alzando anche la cre- sta, purché non si metta troppo in dubbio il potere e la nomenclatura canonica dei nostri nuovi giocattoli. I pianeti tradizionali restano un pochino nell’ombra, fagoci- tati dalla nuova progenie. Del resto, ognuno ha il suo metodo. L’Eclair osservava quasi soltanto i nodi, i gradi monomeri e gli “astri ignoti”. E’ l’immaginazione al po- tere, che forse funziona per sensitività, altrimenti diventa una forma d’ipnosi di massa. Certo che c’è da restare perplessi quando si legge, nel primo sito citato, che l’asteroide House c’informa sulle residenze (incredibile), che Aesculapia e Panacea riguardano cure e rimedi, e…indovinate cosa può mai governare l’asteroide Photo- grafica?… Sì, risposta esatta!

Gli asteroidi coprono l’intero Zodiaco in “tempo reale”, quindi io credo sia più opportuno osservarli soprattutto nel loro complesso. Possiamo considerarli un’onda, una sostanza fluida, di cui alcuni “spruzzi” possono anche disperdersi qui o là, nel- l’oroscopo, mentre la massa tenderà spesso a disporsi in zone particolari (un segno, una casa, un quadrante, un angolo). Singolarmente, gli asteroidi esprimono solo dettagli e sfumature, ma il loro insieme plastico potrebbe darci altre indicazioni.

Questa non vuole essere una pietra tombale sull’argomento, ma solo un suggeri- mento.

Noi Europei forse invidiamo le imprese spaziali che portano a queste nuove scoperte, e anche se ci sentiamo superiori, per la nostra storia millenaria, alla cultu-

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ra della Coca Cola, a volte accettiamo le novità astrologiche come ancora di salvez- za per riconciliare a posteriori ciò che non quadra in un oroscopo. Ancora una volta tutto dipende dal fatto che vediamo l’astrologia come la vita stessa: senza risposte e solo con delle scelte.

Per il citato Juan Revilla, ad esempio, l’astrologia non si basa “su ciò che si ve- de in cielo, ma su coordinate astratte”, ritenendo “come sia pura superstizione l’i- dea cui restano legati molti astrologi di collegarsi a ciò che in quel cielo accade”. Si potrebbe allargare e spostare il quesito su di noi: siamo oggetti “che si vedono sulla terra” o solo “coordinate (spazio temporali) astratte?”

Problema delicatissimo, riservato a noi “zecche” astrologiche. Tutti chiedono certezze, e si scrollano di dosso questi dubbi come pulci importune, perciò, se apris- simo un’ulteriore discussione, l’asteroide Hypnos ci porterebbe il sonno con rapide ali…

Per bilanciare obiettivamente l’ironia, concludo con una citazione di Juan Re- villa, su cui meditare:

“Sul piano eterico le cose sono molto diverse rispetto a quello fisico. I pianeti materiali, intesi come punti dotati di massa, svaniscono. Il tempo diventa spazio e le distanze divengono tempo. Là non c’ è una terza dimensione. Troveremo orbite e non pianeti, che sono irradianti, vive e presenti. Ogni nodo diventa un vortice, una porta da una sfera ad un’ altra... e potete avvicinarvi al Sole anche dirigendovi all’

interno della Terra in un universo concavo. La nostra Terra allora sarà percepita co- me entità vivente proiettata sulla banda zodiacale bidimensionale. La “terra piatta”

degli antichi proviene da qui. Questa terra include, anzi “è” l’intero sistema solare (...).

Il criterio da usare (con un oggetto celeste) è chiedere come dobbiamo relazio- narci con esso. Che ruolo ha nella percezione umana del mondo naturale, nella psiche delle gente e nel suo modo di pensare? Quali sono le sue attività nel tempo? Come si muove geocentricamente? E’ lento o veloce? Quanto è eccentrica l’orbita? Che posto occupa nella struttura del sistema solare? Non dovremmo quindi scartare gli asteroidi solo per le loro minuscole dimensioni.” (dal forum anthropo- [email protected]).

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L.A. 133-190

Quando l’astrologia oraria era considerata una pratica trascurabile

Permettetemi d’iniziare con un aneddoto personale: Ho pubblicato due manuali di astrologia oraria.

Quando il primo,1dedicato all’astrologia oraria indiana uscì, una rivista com- mentò: “un’astrologia grossolanamente materialista”. Secondo questa rivista, l’as- trologia oraria era da sistemare nella rubrica delle informazioni insignificanti di tipo: cani uccisi da piccoli incidenti stradali. Dimenticava un’evidenza: l’astrologia oraria risponde alle domande che le poniamo. Se materialismo c’è, non si trova di certo nell’arte, ma nel richiedente.2

Sette anni più tardi, uscì il secondo manuale,3dedicato all’astrologia occiden- tale. Un astrologo, più felice nei suoi lavori di astrologia mondiale, ne fece un com- mento. Per lui, il solo fatto di praticare l’astrologia oraria provava che l’interessato non aveva raggiunto l’età adulta oppure che era regredito allo stadio infantile del pensiero magico.

Dieci anni più tardi, qualche bastian contrario la censura ancora, ma lo spirito generale è cambiato. Manuali,4Seminari, Riviste, Scambi di opinioni, hanno perme- sso agli astrologi di reintegrare l’astrologia oraria nella loro pratica.

Oggi, spingiamo più avanti la sua comprensione. Al di là del suo aspetto utili- taristico, quali sono gli insegnamenti filosofici dell’astrologia oraria?5 Dai teologi cattolici agli astrologi freudiani, in che cosa disturba quelli che non la sopportano?

Per sintetizzare mi atterrò a due piste di riflessione. La prima è tratta dall’astrologia oraria occidentale, la seconda dall’astrologia oraria indiana, dimostrando tutte due un fatto: l’astrologia tradizionale è fatalista solo nello spirito di chi non l’ha mai studiata.

Denis Labouré*

COME CONTRATTARE CON GLI DEI?

(Astrologia oraria e libertà vera)

TRADUZIONE DI GENEVIÈVE JAMA GIANMARINO

(Comment négocier avec les Dieux?)

* Sui contatti dell’Autore con il CIDA si veda il viaggio a Creta a pag. 165.

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Quando un astrologo si fa ingannare dal proprio fattorino

In questo 10 febbraio 1637, nel villaggio di Walton, l’astrologo William Lilly prepara tranquillamente la sua quaresima. Perciò, ha ordinato del pesce. Uno degli passanti lo informa che il suo deposito è stato svaligiato la notte precedente. Il pesce è spar- ito. Nessun problema! Lilly traccia un’interrogazione celeste.6

Giove e Marte descrivono il ladro. Giove occupa un segno d’acqua, il maestro di 1 e la parte di fortuna (il pesce rubato) occupano un segno di acqua; l’uomo deve guadagnare la sua vita sull’acqua o abitare vicino all’acqua. Si tratterà di un pescatore o di un pasasnte? Marte lascia il suo domicilio per entrare in un altro segno; l’uomo deve essere sul punto di lasciare la sua casa per installarsi in un’al- tra. Di temperamento Marte/Giove, l’uomo deve essere di taglia alta, corpulento e bene in carne, con carnagione chiara, capelli biondi-rossi…

Armato di queste informazioni, il nostro astrologo va in cerca di un ufficiale giudiziario per perquisire la casa di un pescatore che rispondeva alle segnalazioni.

Ritrova il suo pesce, anche se parzialmente consumato.

Mi direste a questo punto: “ma cosa c’entra con la filosofia?” Però… Se Lilly non avesse tracciato il tema orario, non avrebbe identificato il ladro. Dunque non avrebbe ritrovato il pesce. Questo significa che il solo fatto di interrogare “gli dei” per dirla all’antica ha modificato la sua sorte. L’interrogazione stessa modifica il destino. Poiché ritrova il suo pesce, Lilly non ha la stessa sorte dopo avere inter- pretato questa interrogazione che prima di averlo fatto.

Compariamo la sorte a una palla. Una volta lanciata, se conosco le legge della meccanica, posso predire dove cadrà. Il determinismo è assoluto. Ma se, prima di ri- cadere, do un effetto alla palla, il suo movimento è modificato. Tuttavia, la nuova traiettoria è altrettanto determinata che la precedente. La palla non può modificare la sua traiettoria con la sua sola volontà! C’è voluto l’effetto, cioè un intervento degli dei.

Ritroverete qui l’approccio degli oracoli antichi e del Y-King. L’atto di consul- tazione degli dei è in se una ristrutturazione della mia sorte. Esiste una trama del destino, che non dipende né delle chiacchiere sul libero arbitrio né di un rullo compressore deterministico. Questa trama sottile è sempre modificabile dal dialogo con gli dei. Che sia condotto dalla preghiera o dalla divinazione, questo dialogo in- terferisce direttamente con la mia esistenza.7

Karma, quando ci tieni in mano!

Ecco qualche aforisma estratto da un manuale indiano di astrologia oraria del XVII°

secolo.8Evocano i rapporti tra l’astrologo e il karma. Attenzione alla parole “karma”.

Nella metafisica orientale, copre tutte le reazioni dell’universo che siamo portati a subire. Quali che ne siano le cause: stirpe ancestrale, stati anteriori dell’essere, etc.

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