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Arazzi con storie di Lorenzo il Magnifico

Matilde Stefanini Sorrentino prende in analisi l'intera collezione di arazzi del museo Civico di Pisa, che deriva per la maggior parte dalla Gardaroba Medicea; questa raccolta comprende opere di manifattura fiamminga, di arazzieri fiorentini e una collaborazione tra artisti fiorentini e stranieri in relazione alla fondazione della Arazzeria medicea sotto il Duca Cosimo. L'autrice ripercorre una breve storia della manifattura tessile tra Cinque e Seicento tra Pisa, Firenze e le Fiandre; riporta in auge la figura dell'arazziere che realizza quello che gli artisti immaginano nei loro cartoni preparatori.

Come spiega in un articolo Simoneschi282, un arazzo con Pallade si trova all'interno di Palazzo

Reale a Pisa (l'opera ad oggi si trova in restauro e non è visibile al pubblico); il panno in questione viene realizzato dall'arazziere Benedetto di Michele Squilli su cartone di Giovanni Stradano, nella seconda metà del Cinquecento. Quest'opera faceva parte di una serie di sette pezzi dal titolo Storie di Lorenzo, che aveva come tema la celebrazione della figura del Magnifico nell'omonima stanza di Palazzo Vecchio283, dei sette panni realizzati se ne conservano sei di cui

cinque si trovano a Firenze ed uno a Pisa284. Gli arazzi dedicati a Lorenzo furono realizzati tra il

1569 ed il 1574 dalla collaborazione Stradano-Squilli insieme alle Storie di Cosimo il Vecchio,

Storie di Clemente VII e quelle di Giovanni dalle Bande Nere che unitamente costituivano la

decorazione delle Storie di Firenze285.

Dalle fotografie scattate si può dire che la tessitura rappresenta Lorenzo de' Medici in compagnia di quattro personaggi, forse le personificazioni delle arti; in primo piano si vedono due artisti intenti a copiare dall'antico e a scolpire; sullo sfondo si vedono altri personaggi in azione sulla destra, mentre a sinistra si apre un porticato. Tutto intorno alla rappresentazione corre una cornice decorativa che alterna personificazioni delle arti, putti, mascheroni, creature ibride e 282Luca Simoneschi, La Pallade del Botticelli e un arazzo del Museo Civico di Pisa, in «Miscellanea d'arte».

283Matilde Stefanini Sorrentino, Arazzi Medicei a Pisa, Centro Editoriale Università Internazionale dell'Arte, Firenze, 1993, cit. pp. 60-61, Stradano disegna i cartoni preparatori per le storie di Cosimo il vecchio, di Lorenzo il Magnifico, di Clemente VII e di Giovanni dalle Bande Nere, a loro volta queste serie dovevano costituire le Storie Fiorentine che arredavano gli appartamenti di Palazzo Vecchio.

284MEONI

285Secondo Baroni Vannucci Alessandra gli arazzi sulle storie dei medici vengono realizzati tra il 1571 ed il 1573, lo Stradano in questo periodo collabora con Vasari alla decorazione e alla ristrutturazione di Plazzo Vecchio, la vastità dei lavori che venivano eseguiti costringeva diverse categorie di artisti alla collaborazione.

cartigli.

Il centro del panno è occupato dal Magnifico, seduto all'interno di una loggia aperta sulla campagna. Intorno al Medici si vedono quattro personaggi: uno reca con se una statuetta, un uomo mostra un disegno, osservato con molto interesse dal protagonista; altre due persone si ergono alla sua sinistra uno senza attributi specifici e l'altro con un rotulo nella mano sinistra e con l'altra tiene sollevati indice e medio. Il primissimo piano è conquistato da un ragazzo che sta scolpendo una statua con andamento serpeggiante, che noi vediamo da dietro, al centro c'è un busto antico o all'antica; infine un giovane seduto su un blocco di marmo sta riproducendo su un blocco una testa poggiata su un basamento marmoreo. In profondità sulla destra dell'arazzo si vedono altre due figure mascoline, il primo sta modellando la cera percuotendola con un bastone mentre l'altro sta osservando un cartone molto grande appeso alla parete che rappresenta una scena di battaglia con soldati e cavalli.

Il disegno che Lorenzo sta osservando è una Pallade, la dea viene disegnata con una veste leggera che lascia trasparire i seni, non sembra affatto un'armatura, tuttavia indossa l'elmo ed ha appoggiato al fianco sinistro lo scudo; infine con il braccio destro piegato si appoggia alla lancia. La divinità, che viene rappresentata con gli attributi tipici anche se sullo scudo non sappiamo se fosse disegnato il terribile volto di medusa, richiama nello spettatore il problema dell'identificazione dello stendardo di Giuliano de' Medici. Anche questo manufatto tessile è un ricordo dello stendardo della Giostra del 1475, ma non è l'opera perduta che viene descritta da molti testimoni del tempo. Minerva qui non poggia sui bronconi infuocati (rimando ai Medici) e non è accompagnata da Amore con le armi spezzate; in questo minuto disegno la dea campeggia, unico soggetto del foglio: una dea protettrice delle arti, pacifica, saggia, casta e pura.

Forse il soggetto dell'arazzo del Museo di Pisa potrebbe rappresentare una scena dell'accademia; lo spazio aperto, che si intravede sulla sinistra, fa pensare ad una struttura che abbiamo già citato in relazione a Michelangelo e al suo protettore Lorenzo il Magnifico: il giardino di San Marco. Se pensiamo a questo luogo ed alla sua funzione, è facile sovrapporre l'immaginare di questa scuola, in cui gli artisti mettono in pratica diverse arti. I due titoli che vengono proposti nella scheda di catalogo di Matilde Stefanini Sorrentino sono infatti “Lorenzo il Magnifico incoraggia le arti” oppure “Lorenzo dell'Accademia degli scultori e dei pittori”.

Caroline Elam nel suo saggio sostiene che il giardino, come già confermano gli studi della Meoni, fosse diventato il luogo in cui lavoravano le manifatture tessili a partire dal 1545, motivo per cui la strada venne chiamata “degli Arazzieri”; se il parco fosse diventato il luogo di lavoro dei tessitori è giusto pensare che l'arazzo, realizzato nel 1571 sotto la supervisione di Giorgio

Vasari, mostrasse la loggia che si affacciava sull'orto di San Marco per come si vedeva al tempo286.