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L'arrivo di Gatti a Parigi e il successo delle prime inoculazion

NUOVI ORIZZONTI, NUOVE POSSIBILITÀ: IL SOGGIORNO FRANCESE (1760-1771)

1. L'arrivo di Gatti a Parigi e il successo delle prime inoculazion

“Avete ragione di lamentarvi del mio silenzio, non siete solo, e questa non è la prima volta. Spero che l'avrete attribuito a pigrizia e non a mancanza di stima. Ma non è stata questa la sola e vera ragione. Dovevo andare a Londra, come già saprete, col Marchese Sorba inviato di Genova che era stato incaricato dalla sua Repubblica di andare a complimentare quel nuovo Re. Si sono passati quasi due mesi prima di sapere se gl'Inglesi avrebbero ricevuta questa Ambasciata o no. Finalmente è stato deciso che no. In tutto questo tempo ho vissuto in uno stato d'incertezza preparato a partire ogni momento, e tra le cose fatte e non fatte in queste circostanze una è stata il non scrivere a persona.”154

Così scriveva Gatti all'amico e collega Paolo Frisi, il 6 febbraio 1761. L'arrivo del medico toscano a Parigi si può far risalire all'estate del 1760, pur non disponendo di documenti precisi. È certo che nel settembre di quell'anno Gatti comunicò alla Reggenza di non poter fare rientro nel Granducato fino alla primavera seguente a causa della malattia del marchese di Durfort, con il quale era giunto in Francia e presso cui si era sistemato una volta arrivato a Parigi.155

Con la prospettiva di non dover rientrare subito in patria, Gatti coltivò il desiderio di fare un viaggio in Inghilterra,156 desiderio di cui aveva già parlato in una lettera indirizzata al

maestro Cocchi, risalente al 1753.157 L'occasione era infine giunta con la missione

dell'ambasciatore genovese a Parigi, Agostino Sorba,158 incaricato dalla Repubblica di

Genova di “manifestare un speciale complimento in occasione dell'ascesa al trono di

154Biblioteca Ambrosiana Milano (BAM), Y 151 sup., n° 97, c. 173r, Angelo Gatti a Paolo Frisi, Parigi, 6 febbraio 1761. Maggiori dettagli su questa missione diplomatica si trovano in P. Castagneto, La prima missione diplomatica di Francesco Maria Ageno ministro della Serenissima a Londra (1759-1766), “Studi Settecenteschi”, vol. 17, 1997, pp. 187-226.

155ASF, Consiglio di Reggenza, 510, ins. 1, n. 739, Rescritti di negozi risolti in Consiglio il 25 settembre 1760. Vedi nota 153, p. 55 della tesi. Si veda anche la lettera di Gatti a Frisi sopra citata, BAM, Y 151 sup., n° 97, c. 174r: “Il mio ritorno in Toscana probabilmente sarà questo Giugno o Luglio.” Secondo Angelo Fabroni, Gatti si sistemò a casa dei Durfort godendo di ogni agio. Cfr. A. Fabroni, Historia Academiae Pisanae, IV, parte II, op. cit., p. 140. 156Il desiderio di Gatti di visitare l'Inghilterra dovette attendere fino al 1766, quando soggiornò per un breve periodo a

Londra come attestano alcune lettere che fanno parte della corrispondenza tra Rousseau e Mme la Marquise de Verdelin. Cfr. J.J. Rousseau, R. A. Leigh (a cura di), Correspondance complète, Genève, Institut et Musée Voltaire, 1965-1998, ad nomen. La notizia di un soggiorno inglese di Gatti si ritrova anche negli scritti di due autori del Novecento, che non citano però le fonti da cui hanno tratto tale notizia. Cfr. A. Corsini, Un apostolo dell'innesto vaccinico: G. Angelo Gatti, “Castalia”, a. 2, n. 2 (marzo-aprile), 1948, p. 51 e A. C. Klebs, Die Variolation im achtzenten Jahrhundert. Ein historischer Beitrag zur Immunitätsforschung, in K. Sudhoff, G. Sticker, Zur historischen Biologie der Krankheitserreger, Giessen, Töpelmann, 1914, p. 29.

157ABC, Lettera di Gatti a Cocchi, Pisa 15 febbraio 1753: “As Count Richecourt's son is not come (as I once thought he [...] into Toscany, I have directed to him a letter at Vienna, in wich I have mentioned my wishes to him in relation to England, and I now hope a favourable answer.”

158Su Agostino Domenico Sorba, Ministro plenipotenziario della Repubblica di Genova a Parigi dal 24/4/1749 al 20/12/1771 si veda anche La mission d'Augustin Sorba auprès de la cour de France entre 1750 et 1771, in R. Boudard, Gênes et la France dans la deuxième moitié du dix-huitième siècle, Paris, Bussac, 1962, cap. II, pp. 111-

Giorgio III.”159 La missione diplomatica rimase in sospeso per alcuni mesi, finché non

giunse da Londra la notizia “che il desiderio di Sua Maestà era che nelle presenti circostanze non avesse luogo tale formalità”.160 Le circostanze a cui si alludeva erano quelle della

Guerra dei Sette Anni che, contrapponendo Francia ed Inghilterra, aveva reso inopportuno l'invio da parte della Repubblica di Genova di un rappresentante di questa in Francia.

Come già espressamente comunicato alla Reggenza nel settembre del 1760161 e al collega

Frisi agli inizi del '61, Gatti aveva intenzione di sfruttare il soggiorno parigino per accrescere le sue conoscenze in campo medico e scientifico:

“In questi due mesi che ho passati, come dicevo, nell'incertezza se sarei andato o no in Inghilterra credendo che ogni giorno potesse essere l'ultimo che avrei passato in questo inverno a Parigi, volevo metterlo a profitto per acquistare quelle cognizioni Chimiche che qui e non altrove si possono avere; e perciò mi sono con molto ardore occupato unicamente a questo oggetto; ma siccome questi giorni sono stati molti, così il profitto che ne ho ricavato mi contenta, ma la mia salute ne ha un poco sofferto. Adesso dunque comincio a lasciar la Chimica, e ritorno nel gran Mondo, per trovarmi ben presto stracco anco di questo, tanto è difficile per me il tenere la strada di mezzo, o per meglio dire, tanto è difficile il moderarsi a Parigi.”162

Questa lettera mostra come Gatti, in questi pochi mesi, avesse già stretto contatti con diplomatici residenti a Parigi, tra cui il Marchese Paolucci, inviato del Ducato di Modena e Reggio e Ferdinando Galiani163, chargé d'affaires del Regno di Napoli, con cui strinse, con il

passare del tempo, una profonda e durevole amicizia.164 Tra le frequentazioni di Gatti non

c'erano soltanto diplomatici ma anche scienziati e filosofi come Jean Jacques Dortous de Marain, noto astronomo francese, ed il celebre Jean-Baptiste Le Rond D'Alembert, come si evince dalla succitata lettera a Frisi del febbraio 1761: “La vostra Dissertazione che ebbe l'accessit non sarà stampata. Dissi quanto sopra ciò mi scrivevi a Mairan e d'Alembert.”165 159P. Castagneto, La prima missione diplomatica di Francesco Maria Ageno, op. cit., pp. 203. Giorgio III (1738-1820)

era salito al trono il 25 ottobre 1760. 160Ivi, pp. 203-204.

161ASF, Consiglio di Reggenza, 510, ins. 1, n. 739, Rescritti di negozi risolti in Consiglio il 25 settembre 1760: “Angelo Gatti [...] impiegherà quel tempo a nuovi studj, e a rendersi abile nel mettodo di curare certe malattie meglio conosciute in Francia che in Toscana.”

162BAM, Y 151 sup., n° 97, cit., c. 174r.

163BAM, Y 151 sup., n° 97, c. 174r: “Il Marchese Paolucci che è qua inviato del Duca di Modena vi saluta moltissimo. Il medesimo fa l'Abate Gagliani.”

164Per l'amicizia tra Gatti e Galiani si veda il capitolo dedicato al medico toscano in F. Nicolini, Amici e corrispondenti francesi dell'abate Galiani, op. cit., pp. 5-113.

165BAM, Y 151 sup., n° 97, c. 173r, Gatti a Frisi, Parigi, 6 febbraio 1761, cit. Gatti allude probabilmente alla dissertazione sul moto terrestre di Frisi, scritta nel 1749 e vincitrice del concorso indetto dall'Accademia di Prussia a Berlino per l'anno 1754. Si segnalano di seguito le due pubblicazioni principali dell'opera in francese e latino: Dissertation sur le mouvement diurne de la terre, qui a remporté le prix proposé par l'Académie de Prusse pour

Nel 1762 Gatti frequentava regolarmente la cerchia di amici che Mme d'Épinay era solita invitare nella sua residenza di campagna di La Briche, così come testimonia una lettera di Diderot a Mlle Volland,166 nella quale il filosofo includeva Gatti tra i partecipanti ai diner e

ai souper della marchesa d'Épinay, fornendo un interessante spaccato su queste occasioni d'incontro:

“[...] Nous arrivâmes là, Demilaville167 et moi, à l'heure où l'on se met à table. Nous dînames

gaiement et délicatement. Après dîner nous nous promenâmes. Damilaville, Grimm et l'abbé Raynal nous précédaient faisant de la politique. [...] Le soir le docteur Gatti, que l'indisposition de M. de Saint-Lambert168 avait appelé à Sannois, petit village situé à une demi-lieue de La Briche, vint

souper avec nous, et prendre la quatrième place dans notre voiture. En attendant le souper, on lut, on joua, on fit de la musique, on causa, […] Nous remontâmes dans notre voiture après souper: ce fut le docteur Gatti qui nous défraya. Il nous entretint des charmes du séjour d'Italie pour le climat, pour les hommes; les femmes, la peinture, la musique, l'architecture, les sciences, les mœurs, les beaux-arts et même la liberté de penser. Il fit une remarque qui me plut: c'est que la dévotion d'une femme donnait une pointe à sa passion: “Il faut, disait-il, qu'elle marche, pour ainsi dire, sur son Dieu, en allant se jeter entre les bras de son amant. Jugez avec quelle impétuosité, quelle fureur, quel déluge elle se répand, quand une fois elle a rompu cette digue. Sa religion est un sacrifice de plus qu'elle fait à son amant; et puis elle a cela de commode, cette religion, que ce même motif qui vous la livre, tant qu'elle est bonne au plaisir, avec ces transports qui ajoute tant à sa douceur, vous en délivre quand elle n'est plus bonne à rien.[...]”169

Diderot rimase molto affascinato da Gatti, dalle sue abilità dialettiche e narrative, dalle sue idee, e dalle sue competenze mediche. Nel Salon de 1763, ad esempio, il filosofo riferendo i commenti sul quadro del pittore Jean-Baptiste de Greuze (1725-1805) La piété filiale o meglio noto come Le Paralytique, affermava, a proposito di chi sosteneva che il vecchio era moribondo e che avesse un volto agonizzante: “Le docteur Gatti dit que ces critiques-là n'ont jamais vu des malades, et que celui-là a bien encore trois ans à vivre.”170

Non sappiamo con certezza come Gatti, medico italiano pressoché sconosciuto e privo di qualsiasi titolo nobiliare o incarico ufficiale, sia riuscito a prendere parte alla sociabilité

Paulli Giovannelli, 1756.

166Louise-Henriette Volland, meglio nota con il nome di Sophie (1725-1784), celebre per la sua corrispondenza con Diderot.

167Étienne Noël Demilaville (1723-1768), filosofo ed enciclopedista, molto legato a Voltaire.

168Jean-François, marchese di Saint-Lambert (1716-1803), militare, filosofo e letterato, frequentatore dei salotti di Mme d'Épinay, di Mme du Deffand, di sua nipote Mlle de Lespinasse e di Mme Geoffrin.

parigina, per citare un'espressione cara ad Antoine Lilti.171 Il merito va forse attribuito al

marchese e alla marchesa di Durfort, fautori del viaggio di Gatti a Parigi, probabilmente i primi ad introdurlo nell'alta società ed a presentargli una delle figure più importanti della politica francese degli anni '60 come il duca di Choiseul, potente Ministro di Luigi XV, vicino a Madame de Pompadour e ai philosophes. Il Duca e la Duchessa di Choiseul,172 di

cui Gatti divenne medico e amico intimo, furono decisivi sia per la sua ascesa sociale che per la sua carriera: le sue amicizie, i suoi successi, e la sua decisione di lasciare la Francia sono in gran parte, come vedremo, riconducibili alle vicende di questa importante famiglia. Poter frequentare il “gran Mondo” permise a Gatti di mettere in luce le sue qualità di medico e, in particolar modo, le sue capacità di inoculatore del vaiolo.

171A. Lilti, Le monde des salons. Sociabilité et mondanité à Paris au XVIIIe siècle, Paris, Fayard, 2005.

172Étienne-Francois de Choiseul, comte de Stainville poi duca di Choiseul (1719-1785) iniziò la sua carriera entrando nell'esercito durante gli anni della guerra di successione austriaca. Distintosi per meriti sul campo, Choiseul ottenne la carica di luogotenente generale nel 1750, anno in cui sposò Louise-Honorine Crozat du Châtel (1737-1802). Grazie al favore dell'amante di Luigi XV, Madame de Pompadour, nel 1753 il duca venne inviato a Roma in qualità di ambasciatore e pochi anni dopo, nel 1757, in Austria dove riuscì a siglare l'alleanza matrimoniale tra Francia e impero asburgico. Il successo ottenuto gli valse la nomima, nel 1758, a Segretario di Stato per gli Affari Esteri (1758-1761) a cui seguirono negli anni successivi quelle di segretario di stato alla Guerra (1761-1770), alla marina (1761-1766) e di nuovo agli affari esteri (1766-1770). Cfr. H. Verdier, Le Duc de Choiseul. La politique et les plaisirs, Paris, Debresse, 1769. La Duchessa di Choiseul era molto legata alla marchesa di Durfort, almeno stando ad una lettera scritta da Mme du Deffand a Horace Walpole il 26 giugno 1774, quando parlando della contessa di Lorges, moglie di uno dei figli dei Durfort, Jean-Laurent, affermava: “Madame de Quintin est la fille du duc de Lorges et femme du fils de la marquise de Durfort, amie de la grand'maman. [...]” Grand'maman era il nomigliolo con cui la Deffand era solita chiamare la Duchessa di Choiseul. Cfr. M. de Lescure (a cura di), Correspondance complète de la marquise du Deffand avec ses amis le président Hénault, Montesquieu, d'Alembert, Voltaire, Horace

In un primo momento il medico toscano non aveva affatto previsto di doversi dedicare così tanto ad una tecnica che aveva imparato, quasi per caso, durante i suoi viaggi per mare in Oriente, né tantomeno poteva immaginare il successo ed i problemi che questo suo impegno gli avrebbe portato. Nelle Réflexions sur les préjugés qui s'opposent aux progrès et à la perfection de l'inoculation del 1764, Gatti confessava infatti come

“Etranger en France, où je ne suis pas venu pour inoculer, un ami m’a prié d’inoculer ses enfants. Le succés a encouragé quelques personnes à qui j’ai rendu le même service; celles-ci en ont détérminé d’autres, et bien-tôt j’ai acquis la petite célébrité d’Inoculateur.”173

173A. Gatti, Réflexions sur les préjugés, op. cit., p. 6. L'amico a cui si riferisce Gatti, sarebbe secondo André Morellet, Claude Adrien Helvétius, noto filosofo ed enciclopedista parigino. André Morellet, letterato e autore per l'Encyclopédie degli articoli di metafisica e teologia, aiutò Gatti nella redazione in francese delle sue Réflexions. Il riferimento alla prima inoculazione fatta da Gatti a Parigi si trova nei Mémoires di Morellet dove, parlando dell'aiuto fornito al medico toscano, afferma: “Le docteur Gatti, avait inoculé les enfans de M. Helvétius; arrivant en France, et sachant fort peu notre langue, il avait besoin de trouver quelqu’un qui rédigeât et exprimât ses idées, neuves alors, et, en même temps, fines et justes.” Cit. in A. Morellet, Mémoires inédits de l’abbé Morellet, sur le dix-huitième siècle et sur la Révolution, Génève, Slatkine Reprints, 1967, p. 145. A questa fonte ha probabilmente attinto M. Busnelli, Le docteur Gatti, in Diderot et l’Italie: reflets de vie et de culture italiennes dans la pensée de Diderot, Paris, Librairie ancienne E. Champion, 1925, p. 53. Non è da escludere però, che il medico toscano si riferisca invece al Barone d'Holbach, primo nella lista dei pazienti da lui inoculati a Parigi. In una gazzetta parigina del maggio 1761 si legge: “Paris, le 6 juin 1761[...] Trois fils du Baron d'Holbach ont éprouvé la même operation [l'inoculazione], conduite par le Docteur Gatti, qui avoit déjà inoculé en Italie le Comte de Durfort, fils du Comte de Durfort, Ambassadeur de Sa Majesté auprès du Roi des Deux-Siciles. [...]” “Gazette” n° 20 du 16 mai 1761, Paris,

L'eco di questo successo giunse fino al Granducato di Toscana, come attesta il diario di Giuseppe Pelli-Bencivenni, amico di Gatti fin dagli studi universitari, che così scriveva nelle sue Efemeridi alla data di domenica 29 maggio 1763.

“[...] A Parigi fa gran fortuna specialmente per inoculare il vaiolo il dottor Angelo Gatti di Ronta nel Mugello, stato lettore nell'Università di Pisa. Io conosco bene questo soggetto per aver convissuto del tempo con esso in detta città. È giovane di gran talento, ma non di gran studio. Dotato di molta facilità per imparare le lingue, onde possiede bene l'inglese, ed il francese. Allegro all'eccesso, di buonissimo abbordo, facile con le femmine, non impostore, non disprezzante, non maledico, non avaro. Siccome i medici francesi non vogliono abbracciare questo nuovo metodo, così esso con una certa franchezza, e sincerità ha saputo levar la mano ad un inglese, che quasi unicamente inoculava. Sento dire ch'esso abbia introdotto a Parigi il ballo del trescone per cui era fanatico all'eccesso. Di poverissimo giovane, si può credere che lo vedremo diventare uno dei più ricchi medici.”174

Questi tratti della personalità e dei gusti di Gatti descritti con tanta minuzia dal Pelli, se da un lato, come predetto dall'amico fiorentino, fecero la fortuna del medico mugellano, dall'altro furono anche causa ed origine di non poche incomprensioni e problemi. In poco meno di due anni questo medico sconosciuto, eseguì circa cento inoculazioni nella sola capitale francese, quando ancora la tecnica non era stata formalmente autorizzata: è bene tenere sin d'ora presente questo elemento che andrà a costituire uno dei nodi essenziali della vicenda professionale ed umana di Gatti nella realtà francese. È utile sottolineare il fatto che a Parigi l'inoculazione era ancora una pratica elitaria, per lo più riservata ai ceti più agiati della società, a differenza dell'Inghilterra dove ospedali come il londinese Smallpox Hospital fornivano assistenza ai malati di vaiolo e inoculazioni gratuite.175

Farinella, Angelo Gatti, in DBI, op. cit., vol. 52 (1999), p. 553.

174G. Pelli-Bencivenni, Effemeridi, trascrizione a cura di R. Pasta, fonte online http://www.bncf.firenze.sbn.it/pelli/? rigamenu=Efemeridi del Pelli, vol. X, p. 9.

175“Every person destitute of friends, or money, and labouring under this melancholy disease, or desirous of being inoculated, is a proper object of this charity. Patients in the natural way are received every day; but enquiry must first be made if there is room, to prevent the danger and expense of a disappointment. Patients for inoculation are received about eight times in the year, of which timely notice is given in the Public Advertiser, men and boys at one time, and women and girls at another, alternately; and the governors are desired to be careful in recommending none but those who are really necessitous, as a want of that care will be an injury to proper objects. Governors are desired to send their recommendations as soon as signed to the apothecary at the house of preparation, in Islington, which will be by him immediately entered on the books, and when the turn of such person so recommended comes for admittance, a letter will be sent for his or her attendance, which, if punctually observed, they will be admitted. If any persons omit to attend according to their turn on the admission days, they will be excluded, and cannot have the benefit of. There is no charge attending the admission of patients for inoculation, but for patients in the natural way, a deposit of one pound and sixpence, to answer the expenses of burial in case of death, or to be returned to the person who paid the same, when discharged the hospital. For the sake of the patients, and for fear of spreading this dangerous infection, it is necessary to forbid strangers to visit them; and therefore, it is hoped that the affection or curiosity of particular persons will not be offended at this unavoidable precaution. Proper dresses are provided for

Le ragioni di questo elitarismo erano fondamentalmente tre: sociali, psicologiche ed economiche. Gli aristocratici, dopo aver constatato l'efficacia e l'innocuità della pratica in seguito ai primi esperimenti fatti spesso sui trovatelli, si offrivano all'inoculazione per dare l'esempio, e per rendere pubblico il loro appoggio ad una tecnica considerata moderna ed illuminata. Il vaiolo era una malattia che poteva mettere in serio pericolo i destini delle famiglie nobili, non solo per la morte di uno dei suoi componenti ma anche per le deformità che la malattia spesso lasciava sui corpi e sui volti dei più giovani, destinati con i loro matrimoni a suggellare alleanze e consolidare il potere delle famiglie. Dal punto di vista psicologico invece, il rischio di complicazioni in seguito all'inoculazione era più accettabile rispetto al contrarre naturalmente la malattia. In ultimo, ma non meno importante, il fattore economico: le cure mediche, l'isolamento del paziente ed un'adeguata convalescenza costavano molto caro e solo le famiglie più agiate potevano permettersi una tale spesa.