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Il dibattito si riaccende: la querelle dell'inoculazione a Parigi nei primi anni '

NUOVI ORIZZONTI, NUOVE POSSIBILITÀ: IL SOGGIORNO FRANCESE (1760-1771)

3. Il dibattito si riaccende: la querelle dell'inoculazione a Parigi nei primi anni '

Angelo Gatti non impiegò molto tempo ad inserirsi nell'alta società della capitale francese e ben presto la sua fama d'inoculatore si diffuse in tutta Parigi. Così parlava di lui Mme du Boccage al conte Algarotti, in una lettera risalente al 27 agosto 1761:

“[…] Nous avons ici un docteur Gatti de Pise avec qui je parle quelquefois de cette angloise,191

qui parle autant qu'une françoise. Ce médecin, homme d'ésprit, devient à la mode pour l'inoculation: il promet à nos belles de sauver leurs attraits; jugez s'il est à leurs yeux le premier des Esculapes. [...]”192

Poco meno di due anni dopo la stessa Mme Du Boccage continuava a dare notizia al conte dell'accresciuta fama del medico toscano:

“J'aurois désiré que vous y eussiez Gatti. Il vous auroit plû; ainsi a-t-il fait ici de manière que le roi l'a fait un de ses médecins consultants avec bonne pension, et que nombre de jolies femmes les consultent aussi, et de plus se font inoculer de sa main; il a de l'ésprit, de la gaieté et fera fortune ici sûrement.”193

L'ascesa del medico toscano subì tuttavia una battuta d'arresto nell'estate del 1763, quando il Parlamento di Parigi emise una sentenza con la quale si proibiva di praticare l'inoculazione nelle città e nei sobborghi sotto la sua giurisdizione. Questo provvedimento originava da un episodio verificatosi nell'autunno del 1762 quando alcuni inoculati, tra cui vi erano forse anche alcuni pazienti di Gatti, si mostrarono in pubblico durante la fase d'incubazione della malattia.194 In questo periodo a Parigi si registrava una durevole epidemia di vaiolo e

seppure molte persone affette naturalmente dalla malattia girassero liberamente per la città,

191Si riferisce a Margaret Rolle d'Ayton (1709-1781), più nota come Lady Walpole o contessa di Orford, in quanto sposa (nel 1724) di Lord Robert Walpole, secondo conte di Orford, fratello di Sir Horace Walpole. In una lettera di Alessandro Verri al fratello Pietro, scritta da Roma il 20 novembre 1771 si legge: “È a Roma il dottor Gatti inoculatore. [...] Qui vive con Milady Walpole ed il cavaliere Mozzi. Io non l'ho ancora veduto. Dillo a Frisi, se mai non lo sapesse.” Cit. in E. Greppi, A. Giulini (a cura di), Carteggio di Pietro e di Alessandro Verri, Milano, Cogliati, 1923, vol. IV, p. 287. Gatti aveva probabilmente conosciuto Lady Walpole negli anni '50 a Firenze, dove la contessa aveva una vivace vita mondana. Sulla Walpole si veda F. Borroni Salvadori, Personaggi inglesi inseriti nella vita fiorentina del '700: Lady Walpole e il suo ambiente, “Mitteilungen des Kunsthistorisches Institutes in Florenz”, XXVI, n. 1, 1983, pp. 83-123.

192F. Algarotti, Opere del conte Algarotti, Venezia, Palese, 1794, t. XVII, p. 83. 193Mme du Boccage ad Algarotti, Parigi, 30 febbraio 1763, ivi, p. 119.

194Secondo Gandoger de Foigny, medico favorevole all'inoculazione, fu “une personne de distinction inoculée, en se montrant à l'opéra et aux Thuleries [qui] souleva les esprits et donna lieu au réquisitoire du Procureur-Général.” Cit.

furono gli inoculati a destare il maggiore scalpore alimentando così una vivace polemica che si era protratta nei mesi. L'8 giugno 1763 il Parlamento di Parigi, accogliendo la requisitoria del procuratore Omer Joly de Fleury, decretò quanto segue:

“La Cour a ordonné & ordonne, que les Facultés de Théologie & de Médecine de l'Université de cette Ville, seront tenues de donner leur avis sur la pratique de l'Inoculation de la petite Vérole; à l'effet de quoi la Faculté de Médecine sera tenue de s'assembler la première, & donnera un avis précis sur le fait de l'Inoculation, avantages ou inconvéniens d'icelle; s'il convient la permettre, la défendre ou la tolérer. […] et cependant par provision, fait défense à toutes personnes, de pratiquer l'Inoculation, & de se faire inoculer dans les Villes et Faubourgs du Ressort de la Cour; & à celles qui auroient été inoculées, de communiquer avec d'autres personnes que celles nécessaires à leur soulangement [..].”195

Questo provvedimento ebbe un impatto notevole sull'opinione pubblica parigina, divisa tra inoculisti e antinoculisti, riaccendendo un dibattito mai sopito, che proprio in quel decennio avrebbe anzi conosciuto il suo apice. Joly de Fleury divenne per i fautori dell'inoculazione il simbolo dell'oscurantismo nei confronti del progresso scientifico, opinione ancora oggi condivisa anche da gran parte della storiografia contemporanea.196 Pierre Darmon, nella sua

opera più volte citata,197 offre invece una nuova lettura del decreto rivalutando le posizioni

espresse da Fleury nella sua requisitoria. Il procuratore generale si faceva portavoce delle preoccupazioni dei parigini sull'aumentato rischio di contagio dato dagli inoculati che si mostravano in pubblico, tenuto conto del fatto che l'epidemia di vaiolo, abbattutasi in quel periodo su Parigi, non accennava a diminuire d'intensità. I dubbi mossi contro l'efficacia e la pericolosità dell'inoculazione dovevano, secondo Fleury, essere chiariti dai medici promotori della pratica che avevano l'obbligo d'indicare alle autorità competenti i provvedimenti da prendere per evitare il contagio e salvaguardare così la salute dei cittadini. Dopo queste premesse Fleury proponeva quindi di sottoporre la questione alle Facoltà di Medicina e Teologia di Parigi, le uniche in grado di dare un parere autorevole in merito. Ad un'attenta lettura la requisitoria del procuratore generale, seppur prolissa e scritta in un francese di difficile comprensione, non sembra essere a priori ostile all'inoculazione. Allo

195Arrest de la Cour du Parlement sur le fait de l'inoculation, Extrait des registres du Parlement du 8 juin 1763, Paris, Simon, 1763, pp. 6-8.

196Cfr. B. Fadda, L'innesto del vaiolo, op. cit.; G. Miller, The adoption of inoculation, op. cit.; J.-F. De Raymond, Querelle de l'inoculation, op. cit.; C. Seth, Les Rois aussi en mouraient. Les Lumières en lutte contre la petite vérole, Paris, Desjonquères, 2008; A. Tagarelli, A. Piro, W. Pasini (a cura di), Il vaiolo e la vaccinazione in Italia, CNR- WHO, Rimini, La Pieve Poligrafica Editore, 2004, voll. I-III.

stesso modo la decisione del Parlamento di Parigi di vietare temporaneamente la pratica nelle città e nei sobborghi sotto la sua giurisdizione sembra essere dettata dalla sola volontà di salvaguardia della salute pubblica. Se il decreto si fosse limitato ad affidare l'incarico di valutare la pratica solo alla facoltà di Medicina, probabilmente gli inoculisti non avrebbero accusato di oscurantismo Joly de Fleury. I partigiani dell'inoculazione e i philosophes recepirono invece l'intervento della Sorbona come un'ingerenza della religione in una questione riguardante solo il pensiero scientifico e, nella fattispecie, la medicina.198

Angelo Gatti, in quanto inoculatore di chiara fama, si trovò al centro delle polemiche seguite al divieto di praticare l'inoculazione. I suoi sostenitori erano personaggi illustri come il barone di Grimm che, commentando la requisitoria di Fleury affermava:

“Cette pratique salutaire avait fait en France des progrès sensibles au milieu des argumentations des sots et des gens de mauvaise foi; dans ces derniers temps surtout, depuis environ dix-huit mois, elle paraissait presque établie sans contradiction, et cette année seule nous avons vu plus de cent personnes de distinction inoculées par les soins de M. Gatti, médecin italien, que le roi a pris à son service. [...]. Les succès multipliés de l’inoculation ont désespéré un grand nombre de médecins de la Faculté de Paris, qui s’étaient déclarés contre elle. Après s’être inutilement déchaînés contre Tronchin et contre Gatti, ils se flattèrent longtemps qu’il arriverait quelque malheur d’éclat qui pût ruiner l’inoculation de fond en comble: cette attente fut vaine. Plus les expériences se multipliaient, et plus cette pratique s’accréditait en France; il fallut donc changer de mesures.”199

198A questo proposito si veda la satira fatta da Voltaire alla requisitoria del procuratore generale: “Messieurs, comme je suis chargé, par état, de vous proposer des thèses de médecine [...] il faut consulter la Sorbonne qui, par état, est chargée de décider quand un chrétien doit être saigné et purgé; et la faculté de médecine chargée, par état de savoir si l'inoculation est permise par le droit canon. [...]” cit. in Voltaire, Oeuvres complètes de Voltaire, Paris, Hachette, 1860, t. XIX, pp. 7-8.

4. Per difendersi dalle accuse: