• Non ci sono risultati.

Art Banking e Art Advisory

Nel documento Investimenti in Arte Contemporanea (pagine 61-64)

Investire in Arte Contemporanea

6. Art Banking e Art Advisory

Sempre più risparmiatori hanno mostrato la volontà di diversificare il rischio del proprio portafoglio, inserendo al suo interno investimenti in opere artistiche. Gli istituti di credito hanno quindi iniziato a rispondere a questa esigenza e ad erogare servizi di consulenza riguardanti il mercato delle opere d’arte.

Inizialmente erano solo i clienti più facoltosi delle banche a richiedere tale tipologia di servizio, ma in seguito anche i clienti aventi fasce di reddito inferiori hanno mostrato interesse verso questo settore.

Una delle prime banche ad avvicinarsi al mondo dell’arte fu la Chase Manhattan Bank il cui dirigente dell’epoca, David Rockfeller, diede inizio alla collezione nel 1958, mosso da una forte passione per l’arte e la cultura. La banca fu in seguito acquistata dalla J.P. Morgan Chase & Co. e l’ingente raccolta confluì così nella J.P. Morgan Collection. John Pierpont Morgan I, fondatore dell’omonima banca, era anch’egli un collezionista ed appassionato d’arte, tanto che ricoprì anche il prestigioso ruolo di presidente del Metropolitan Art Museum di New York.

Il fenomeno dell’art banking nacque quindi a New York all’inizio degli anni Ottanta, in un periodo particolarmente favorevole per il mercato dell’arte. Il periodo però durò ben poco, poiché i massicci investimenti in questo settore portarono allo scoppio della bolla speculativa nel 1989, che ebbe forti ripercussioni su valore e prezzi delle opere d’arte. All’interno del sistema dell’art banking ha iniziato a diffondersi negli ultimi dieci anni la presenza di una figura specifica atta alla consulenza nel settore artistico: l’art advisor. Tale ruolo può essere ricoperto sia da un professionista che agisce per proprio conto, sia da una figura presente all’interno dell’istituzione bancaria stessa, specialmente in quelle di maggiori dimensioni, come ad esempio Ubs, Deutsche Bank e Unicredit.

Esistono società specializzate nel settore artistico che offrono servizi di consulenza ai vari istituti bancari, come Open Care, ArtService, Artfin e Eikonos Arte, oppure le banche possono rivolgersi direttamente alle case d’asta48.

In ogni caso è buona regola che l’art advisor non sia né un gallerista né un antiquario, per evitare i conflitti di interesse che si andrebbero inevitabilmente a creare.

                                                                                                               

48  ZORLONI  ALESSIA,  L’arte  della  finanza.  Il  settore  delle  arti  visive  come  opportunità  di  

Il ruolo principale dell’art advisor è quello di fornire una consulenza a chi si mostra intenzionato ad investire le proprie risorse finanziare nel mercato dell’arte, arrivando addirittura ad agire per conto del cliente nella compravendita delle opere se lo stesso volesse rimanere nell’anonimato.

Il dipartimento di art advisory all’interno delle banche fornisce consulenza per garantire una corretta gestione delle collezione d’arte, curandone l’inventario, valutando le opere e occupandosi eventualmente della compravendita delle stesse. Ai clienti sono inviati report e newsletter periodiche contenenti informazioni sull’andamento del mercato, sui vari comparti dello stesso, nonché sulle date delle varie fiere e aste d’arte. Generalmente si tratta di un servizio gratuito e al cliente verranno unicamente richieste le spese di manutenzione e gestione, come ad esempio le spese per il restauro, il trasporto, l’assicurazione delle opere o le tasse per le autentiche.

Numerose banche estere presenti nel territorio italiano offrono il servizio di art

advisory, generalmente potendo contare su un apposito dipartimento situato nella sede

centrale, come il caso di Citigroup Private Banking, che lo fa da più di vent’anni. Da dieci anni è invece possibile rivolgersi anche ad altri istituti di credito quali UBS, Credit Suisse, Schroeders e Bnp Paribas. Bnp Paribas Banqué Privéé ha inaugurato nel 1975 il Conseil Investissement Art e offre tale servizio anche nel nostro Paese da circa una decina di anni. Schroders, invece, ha dislocato tale servizio all’aeroporto di Ginevra, punto strategico in cui è possibile custodire opere d’arte.

Le banche italiane, invece, hanno iniziato solo negli ultimi anni ad inserire il servizio di art advisory tra i servizi a disposizione della propria clientela, ma generalmente non è presente una divisone dedicata a questo scopo all’interno della banca stessa, che il più delle volte ricorre a legami di collaborazione con le società che si occupano di offrire consulenza nel settore dell’arte, tra le quali Open Care, ArtService e ArtFin, oppure si rivolge alle case d’asta come Sotheby’s e Christie’s.

Tra queste banche troviamo Unicredit Private Banking che è attiva nel settore già dal 1998. Nel 2004 ha inoltre inaugurato un ufficio interno dedicato all’art advisory, sotto la direzione di Domenico Filipponi, proveniente dalla casa d’asta Christie’s. Nel 2006 ha poi creato degli indici sul mercato dell’arte, come Upb ArsValue Index, grazie anche alla collaborazione con la società ArsValue che si occupa in particolar modo del mercato italiano dell’arte del 1900.

Tra le società che si avvalgono invece della collaborazione dell’altra famosa casa d’aste, Sotheby’s, troviamo gli esempi di Ersel Sim e Deutsche Bank. Principalmente la consulenza riguarda l’organizzazione di eventi e di aste.

Intesa-San Paolo si affida invece della consulenza della società Eikonos Art ed è inoltre impegnata nella sponsorizzazione di diversi eventi, nonché presente alla Triennale di Milano e alla Miart, Fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea che si svolge a Milano.

L’offerta di questo servizio da parte delle banche consente di aumentare il grado di fidelizzazione della clientela, offrendo l’immagine di una banca dinamica, in grado di offrire servizi innovativi che vanno oltre quelli tradizionali.

Nel documento Investimenti in Arte Contemporanea (pagine 61-64)