Investire in Arte Contemporanea
5. Investimenti aziendal
Il connubio tra arte ed impresa può sembrare innaturale e talvolta forzato, ma se le aziende sono in grado di utilizzare l’arte nel modo adeguato, esse potranno trarne numerosi vantaggi, sia in termini di immagine che in termini economici.
Gli investimenti che le imprese mettono in atto nei confronti del mercato dell’arte possono essere di vario tipo: l’azienda può impegnarsi nella creazione di una propria collezione di opere d’arte oppure decidere di sostenere economicamente, attraverso delle donazioni o la sponsorizzazione di un evento o un’istituzione, come ad esempio un museo o una fondazione artistica.
La prima tipologia, il collezionismo aziendale, rappresenta un importante strumento sia per la diffusione di una positiva immagine dell’impresa, sia dal lato patrimoniale, perché l’accumulo di capitale artistico viene considerato alla stregua di un vero e proprio investimento finanziario. Il fenomeno nacque e si diffuse originariamente in America dove nella metà degli anni Ottanta il Directory of Corporate Art Collection39 registrò circa cinquecento società, appartenenti ai più disparati settori dell’economia, distribuite in tutto il territorio degli Stati Uniti, che avevano dato avvio ad una collezione aziendale.
Una delle prime imprese che hanno iniziato a raccogliere opere d’arte fu la banca americana Chase Manhattan, la quale agli inizi degli anni Sessanta acquistò numerose opere degli artisti della scuola di New York, guidata dai consigli e dalle stime di esperti curatori40.
Molte furono le banche che in seguito iniziarono ad interessarsi a questo mondo, poiché vedevano nella collezione d’impresa una possibilità per aumentare il prestigio della banca stessa, nonché, se la collezione avesse avuto successo potendo vantare nomi di artisti famosi, veniva mandato un chiaro messaggio sulle capacità di effettuare corrette scelte di investimento in un settore così particolare e alternativo come quello dell’arte. Un esempio a questo proposito è costituito da Deutsche Bank la cui collezione di circa 56.000 opere è la più vasta collezione corporate al mondo. Le opere sono esposte in 911
39 Si tratta dell’annuario delle collezioni d’arte aziendali stilato dall’International Art Alliance di
Largo in Florida.
sedi e in 48 diversi paesi, ai quali si aggiungono cinque poli espositivi permanenti: Francoforte, Londra, New York, Tokyo e, dal 21 marzo 2007, Milano41.
Il fenomeno delle Corporate Art Collection ha iniziato a diffondersi anche in Italia nell’ultimo trentennio. Il primo caso fu quello del Banco di Napoli che comprò opere di artisti famosi sin dalla sua costituzione, e può vantare nomi tra cui Pistoletto, Pisani, Warhol e Paladino42.
Tale fenomeno contagiò progressivamente altri istituti finanziari come UniCredit la cui collezione di più di sessantamila opere è un esempio di collezione eterogenea, poiché comprende sia opere preistoriche che quelle di artisti contemporanei. Vi sono opere appartenenti all’arte moderna tra cui gli artisti Yves Klein, Giorgio Morandi, Oskar Kokoschka e all’arte contemporanea come Gerhard Richter, Georg Baselitz e Christo. In particolare la collezione vanta più di quattromila opere fotografiche sia storiche che contemporanee.
Ma l’interesse per l’arte non si ferma unicamente all’acquisizione delle opere, perché il Gruppo è attivo inoltre nell’organizzazione e ideazione di svariati progetti culturali in collaborazione con alcuni delle più influenti e conosciute istituzioni della scena artistica italiana, come il Castello di Rivoli, il Museo d’arte contemporanea di Roma (MACRO), il Museo nazionale delle arti del XXI secolo (MAXXI) e il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART) e il Museo d’Arte Moderna di Bologna (MAMbo). Il Gruppo gestisce inoltre quattro centri culturali in Europa: a Vienna il Bank Austria Kunstforum, a Monaco, la Kunsthalle der Hypo-Kulturstifung, a Bucarest il Pavilion UniCredit e a Instanbul lo Yapi Kredi Culture Center43.
La banca è impegnata in numerosi settori culturali, tra cui la pittura, la scultura e la letteratura. Essa definisce come proprio obiettivo quello di “promuovere il patrimonio e gli eventi artistici dei territori in cui opera, ponendo particolare attenzione alla valorizzazione di nuove forme d'arte e di giovani artisti, favorendo la valorizzazione delle differenze”44.
41 < https://www.db.com/italia/it/content/db_art_collection.html>
42 ZORLONI ALESSIA, L’arte della finanza. Il settore delle arti visive come opportunità di investimento.
In “Banca Impresa Società” / a. XXXII, 2013, n.1
43 ZORLONI ALESSIA, L’arte della finanza. Il settore delle arti visive come opportunità di investimento.
In “Banca Impresa Società” / a. XXXII, 2013, n.1
Arthur Benda, Der Tanz mit den goldenen Scheiben, La Danza con i dischi d'oro, 1931, Fotografia a colori 24,5 x 30 cm UniCredit Art Collection – The FOTOGRAFIS Collection Bank Austria at the MdM Salzburg Ph.
Reproduction: Hubert Aue
L’opera appartiene alla Collezione Unicredit e fa parte delle opere esibite nella mostra allestita al MAMbo di Bologna dal 20 ottobre 2012 al 16 febbraio 2014
Un’altra peculiare forma di investimento in arte da parte di un’impresa è quella dell’hotel The Thief di Oslo. L’hotel fa parte dei 171 hotel della catena Nordic Choice Hotel presenti in Scandinavia, appartenenti all’imprenditore Petter Stordalen. La struttura vanta un curatore personale, lo svedese Sune Nordgren, ex direttore del Museo Nazionale di Norvegia.
In ognuna delle 120 camere e suites dell’hotel è possibile ammirare un’opera d’arte proveniente dalla collezione Thief Art, l’eclettica collezione di arte contemporanea creata da Nordgren con opere scelte sia tra affermati artisti internazionali che tra i migliori artisti norvegesi, privilegiando opere fotografiche e di arte grafica, tra cui
spiccano nomi come Sir Peter Blake, Magne Furuholmen, Albert Merz, Olav Christopher Jenssen, Camilla Løw and Kjell Nupen45.
Uno degli intenti del creare un art hotel è quello di offrire agli ospiti un’esperienza di qualità, suscitando riflessioni e far cambiare loro la percezione della realtà anche solo per un breve momento, dato che ci si trova in un luogo dove la presenza di opere d’arte è inaspettata, a differenza dei musei o delle gallerie d’arte.
L’hotel inoltre si trova vicino a Tjuvholmen, il nuovo art district di Oslo, in cui sono presenti numerose gallerie d’arte, installazioni, e il nuovo museo Astrup Fearnley progettato dall’architetto di fama mondiale Renzo Piano.
Ed è in particolare dalla vicinanza di questo museo che The Thief trarrà vantaggio perché, oltre ad attrarre visitatori e appassionati d’arte grazie al vasto programma di esibizioni del museo, i due hanno stretto un peculiare accordo di sponsorship. L’hotel infatti potrà prendere in prestito determinate opere dalla collezione del museo ed esibirle in locations strategiche all’interno della sua struttura. L’intento di questa collaborazione, come afferma lo stesso curatore, è quello di ridefinire il concetto di “hotel art” creando una simbiosi dalla quale entrambe le parti possano trarre vantaggio, con l’ambizione di mantenere un livello qualitativo assai elevato.
The new Astrup Fearnley Museum in Oslo, designed by Renzo Piano (Photo: Nic Lehoux)
Talvolta l’arte può divenire parte integrante del processo produttivo di un’impresa ed è questo il caso dell’azienda italiana illy46. Lo scopo principale dell’azienda è quello di perseguire l’eccellenza e ricercare la bellezza, ma non come valore aggiuntivo o accessorio, ma facendola diventare una componente rilevante all’interno della cultura d’impresa, riuscendo dunque ad integrare dimensione etica ed estetica.
Come dichiara la stessa azienda, essa ha diversi modi con cui si interessa al mondo dell’arte contemporanea: essa sostiene artisti, istituzioni e mostre internazionali ed ha inoltre avviato un progetto di narrazione dello sviluppo sostenibile con Sebastião Salgado, uno dei maggiori fotografi contemporanei. L’interesse dell’azienda per il mondo artistico viene inoltre divulgato attraverso la pubblicazione di una propria rivista internazionale di cultura: illywords.
Probabilmente l’attività artistica più famosa perseguita dall’azienda è costituita da illy Art Collection, ossia da “piccoli oggetti d’arte in forma di tazzina, numerati e firmati, che trasformano l’atto di bere un espresso in un’esperienza che coinvolge i sensi e la mente”47.
L’idea nacque nel 1992 da Francesco Illy, che fece decorare le tazzine in porcellana disegnate da Matteo Thun da più di settanta esponenti del mondo dell’arte contemporanea: da Michelangelo Pistoletto a Marina Abramović, da Sandro Chia a Julian Schnabel, da Robert Rauschenberg a Jeff Koons, da Joseph Kosuth a James Rosenquist. Oltre a questi affermati artisti vi sono anche giovani talenti emergenti provenienti da tutto il mondo che, grazie a questo progetto, hanno l’occasione di esprimersi e farsi conoscere.
Nel 2006 quest’idea è stata adattata anche ai barattoli d’autore.
“Di tazzina in tazzina, di barattolo in barattolo, relazioni e dialoghi nascono e crescono. Tra gli artisti ed illycaffè, in una collaborazione che spesso dalla tazzina si estende ad altri media e ad altri luoghi: musei, mostre, libri, eventi. E tra gli artisti e il pubblico”.
illy collection 2009 -‐ Jan Fabre -‐ Art kept me out of jail and out of museums
47 è questa la definizione che ne dà l’azienda stessa nel suo sito.
illy collection 2002 espresso cups Marina Abramovic.
Allana Coffee Curing Works. Karnataka State, South India, January 2004. Photo by Sebastião Salgado
for illy.
Allana Coffee Curing Works. Karnataka State, South India, January 2004. Photo by Sebastião Salgado