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Profilo degli investitor

Nel documento Investimenti in Arte Contemporanea (pagine 44-47)

Investire in Arte Contemporanea

2. Profilo degli investitor

A giudicare dalle cifre record sborsate per acquistare le opere di Bacon e Koons sembrerebbe ovvio che il requisito essenziale per investire in arte sia un ingente capitale a propria disposizione.

Ma ciò non è sempre vero: i collezionisti newyorchesi Herbert Vogel, un impiegato delle poste, e sua moglie Dorothy, bibliotecaria, ne costituiscono un famoso esempio. La coppia, durante i loro cinquant’anni di matrimonio, è riuscita ad accumulare una collezione di circa 5.000 opere d’arte contemporanea, utilizzando ingegno e coraggio, come dichiarò lo stesso Mr. Vogel22. Egli affermò che se si è ricchi è ben facile costruire una collezione ma ciò non significa che il collezionismo sia una prerogativa esclusiva delle persone con un’alta fascia di reddito. Certo sarà difficile per chi deve utilizzare il proprio stipendio per pagare l’affitto e le bollette potersi permettere di acquistare grandi capolavori ma, afferma Herbert, se si vuole collezionare è necessario affidarsi al proprio istinto, seguendo la propria testa ed il proprio cuore. Ed è proprio quello che hanno fatto i coniugi Vogel che, comprando solo ciò che era di loro gradimento e che nondimeno potesse essere trasportato in metropolitana e sistemato nel piccolo appartamento di New York, hanno nel tempo costituito una collezione che è un magnifico esempio di ciò che può essere chiamato proletarian art collection. La loro collezione di arte minimalista e concettuale che include lavori di artisti come Christo, Sol Lewitt e John Chamberlain è stata interamente creata utilizzando le risorse economiche derivanti dai loro modesti salari prima e pensioni poi23. Oggi è considerata una delle collezioni più importanti al mondo, composta delle prima opere di artisti che al momento dell’acquisto da parte della coppia erano all’inizio della loro carriera, così come di opere cartacee di artisti che tradizionalmente si esprimono attraverso media differenti.

I Vogel costituiscono un significativo esempio di come si possano investire le proprie risorse nell’arte quando si è mossi da una forte passione per questo mondo ma, oltre a

                                                                                                               

22  GEER  CAROLYN  T.,  Art  Imitates  Life,  but  Not  the  S&P.  It  Underperforms  Stocks,  So  Collect  for  

Enjoyment,  22/12/2013,  su  The  Wall  Street  Journal  <http://online.wsj.com/>  

questo, diversi sono i motivi grazie ai quali sono nate le numerose collezioni presenti al giorno d’oggi.

È possibile operare una classificazione della domanda collezionistica dividendola in quattro modelli di consumo24:

- il primo è caratterizzato da motivi culturali, dalla passione per il mondo dell’arte e dal significato simbolico ed emotivo che viene associato alle opere;

- il secondo è tipicamente un bisogno funzionale: l’arte viene vista come decorazione, e le opere costituiscono ottimi suppellettili per arredare le proprie abitazioni o ambienti lavorativi, con quello che potremmo chiamare arredamento culturale, sofisticato e di tendenza;

- altre motivazioni sono quelle sociali: la collezione viene considerata come una fonte di prestigio sociale, per dimostrare il proprio status economico e talvolta ostentare la propria ricchezza;

- l’ultimo modello vede l’arte come un bene rifugio per mettere al sicuro le proprie risorse economiche dalle oscillazioni dei mercati finanziari. Il valore estetico delle opere è qui messo in secondo piano; prevalgono l’aspetto monetario e la funzione tipica di ogni asset class.

Volendo indagare più in dettaglio sulle motivazioni che spingono un soggetto ad investire nel settore artistico è possibile operare un’ulteriore classificazione, distinguendo tra investitore e speculatore.

L’investitore considera l’opera d’arte principalmente come un bene rifugio poiché il suo primario obiettivo è quello di diversificare il patrimonio. Egli è generalmente avverso al rischio costituito da comprare opere di artisti emergenti o sconosciuti che non hanno ancora un mercato ben definito e una solida reputazione artistica. Prediligerà dunque le opere di artisti affermati, ben noti al mercato, le cui opere sono un rifugio sicuro. I suoi investimenti sono dunque effettuati in un’ottica di medio-lungo periodo.

Lo speculatore invece ha come obiettivo principale quello di trovare l’impiego finanziario che gli consenta di ottenere il rendimento più elevato, quindi investirà nelle opere che, secondo le sue valutazioni, avranno un veloce rialzo delle quotazioni. Egli                                                                                                                

24  ZORLONI  ALESSIA,  L’arte  della  finanza.  Il  settore  delle  arti  visive  come  opportunità  di  

agirà dunque nel breve periodo e la sua attenzione sarà rivolta agli artisti emergenti, quelli a cui il mercato e i critici assegnano ampie probabilità di diventare famosi ed essere apprezzati nel mercato artistico. Se le previsioni dovessero però risultare errate lo speculatore tenderebbe a disfarsi delle opere precedentemente acquistate, poiché egli non è legato ad esse da nessun motivo personale che sia riconducibile al proprio gusto o gradimento25.

I vantaggi ottenibili dall’investimento in arte sono dunque diversi e così riassumibili26:

- godimento estetico: tale caratteristica è del tutto peculiare delle opere d’arte e marca una significativa differenza rispetto alle altre tipologie di investimenti come le azione e i titoli di stato. L’arte possiede quello che può essere definito come “plusvalore estetico”: è infatti possibile fruire dell’opera acquisita, appendendola ad esempio alle pareti della propria abitazione. Se inoltre l’opera è stata acquistata perché si ammira l’artista che l’ha prodotta, il valore di questo godimento sarà inestimabile;

- status symbol: l’arte può anche essere utilizzata come strumento per esibire la propria ricchezza. Avere una collezione vasta è diventato sinonimo di benessere economico;

- possibilità di guadagni superiori a ogni altra forma di investimento: molti investitori si sono avvicinati a questo mercato perché principalmente attratti dai rendimenti elevati che molto spesso è possibile ottenere in questo settore. Ad esempio se si ha una buona intuizione riguardo ad un artista emergente, le opere acquistate con un modesto capitale possono in futuro essere rivendute ad un prezzo di gran lunga superiore, qualora l’artista acquisti fama all’interno del mercato;

- detassazione: chi investe in opere d’arte può godere di vantaggi fiscali superiori rispetto a chi investe nei mercati finanziari. Gli investitori privati non sono tenuti a pagare tasse sulle plusvalenze che derivano dalla compravendita delle opere e inoltre non vi è la periodica tassazione sulla quota di patrimonio investita in opere d’arte. In aggiunta il possesso e la proprietà di opere d’arte non devono venire inseriti nella dichiarazione dei redditi.

                                                                                                               

25  ZORLONI  ALESSIA,  L’arte  della  finanza.  Il  settore  delle  arti  visive  come  opportunità  di  investimento.  

Nel documento Investimenti in Arte Contemporanea (pagine 44-47)