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Rendimenti e Risch

Nel documento Investimenti in Arte Contemporanea (pagine 50-54)

Investire in Arte Contemporanea

4. Rendimenti e Risch

Indipendentemente dal fatto che si collezioni perché si hanno molte risorse finanziarie a propria disposizione, o che lo si faccia mossi unicamente da una forte passione per l’arte, la domanda più frequente che si pongono gli agenti che operano in questo settore è se sia redditizio o meno investire in arte. Tale valutazione non è semplice ed uno dei motivi principali è proprio riconducibile alla dinamicità del mercato, alle sue peculiarità e alla caratteristiche del tutto uniche che denotano un’opere d’arte.

“…l’arte va intesa sempre come interrogativo, mai come certezza. L’arte è interrogazione. Sempre. L’arte è intesa come processo, come dubbio. L’arte, direbbe Boatto, è una ferita. Posso informare del mio disagio? Probabile. Però il dubbio rimane. Il dubbio nascosto, del celato, del non detto, del non quantificabile, rimane.”32

Quello che in questa citazione vale per l’arte in senso stretto è certamente applicabile anche al mercato dell’arte. Se si vuole analizzare l’investimento in arte, alla stregua dei tradizionali investimenti finanziari, è buona norma tenere in considerazione queste peculiarità, per non giungere ad analisi e a considerazioni errate. Questo settore, è bene ricordarlo, è fortemente soggetto alle mode e quindi alla variazione dei gusti sia degli acquirenti ma anche di tutti gli altri agenti che vi operano, come ad esempio i critici, i galleristi o i direttori di importanti musei.

Ad esempio se un dipinto di Lucio Fontana fosse stato acquistato nel 1985 e successivamente rivenduto nel 1989, l’acquirente avrebbe sicuramente fatto un buon investimento, rivendendolo ad un prezzo nettamente superiore a quello pagato per acquistarlo. Ma se invece qualcuno avesse acquistato un dipinto dello stesso artista nel 1989 per poi rivenderlo nel 1993, avrebbe perso almeno il 60% del suo investimento33.

                                                                                                               

32  CANDELA  G.,  BENINI  M.,  Produzione  e  circolazione  dell’informazione  nel  mercato  dell’arte,   Bologna,  CLUEB,  1997  

Un’importante strumento che può essere utilizzato per confrontare il mercato dell’arte e quello finanziario è costituito dagli art indexes34.

In particolare è spesso utilizzato il Mei Moses Art Index, elaborato dagli economisti Jianping Mei e Michael Moses, che si basa su una serie di dati raccolti in più di vent’anni.

Nel 2011 la performance registrata da tale indice è stata nettamente superiore a quella delle azioni finanziarie. Mentre nello stesso anno l’indice Standard & Poor’s 500 e il FTST All Shares, utilizzati rispettivamente nel mercato delle azioni statunitense ed inglese come termine di paragone per l’andamento dei titoli, sono pressoché rimasti stabili, il Mei Moses World All Art Index35 ha registrato una crescita del 10,2%. Anche nel 2010 era stato registrato un andamento più che positivo, pari addirittura al 22%.36 Secondo il report37 redatto da Deloitte e ArtTactic l’indice è calato del 3,28% nel 2012. Il declino del World All Art Index è da attribuire principalmente ai rendimenti negativi registrati nelle categorie Traditional Chinese Works of Art (-2,4%), Post-War & Contemporary (-0,01%) e Impressionist & Modern (-1,05%), anche se la categoria Old Masters e 19th Century è cresciuta dello 6,4%.

L’indice ha mostrato dunque risultati inferiori rispetto allo S&P 500 e il Financial Times All shares nel 2012.

                                                                                                               

34  Della  determinazione  degli  indici  di  prezzo  del  mercato  dell’arte  verrà  trattato  

approfonditamente  nel  prossimo  capitolo.  

35  Il  Mei  Moses  World  Art  Index  fa  parte  della  famiglia  di  Mei  Moses  Art  Index  ed  è  basato  su  una  

serie  di  dati  ottenuti  dalle  transazioni  negli  Stati  Uniti,  in  Europa  e  a  cui  sono  stati  di  recente   aggiunti  derivanti  dalle  transazioni  nel  mercato  dell’arte  in  Cina,  e  dati  storici  dall’European  Fine   Art  Database.  

36  Dati  tratti  da  “Arte  &  Finanza:  il  ruolo  dell’Italia  tra  contraddizioni  e  primati”,  N.  Maggi,  

02/08/2012,  dal  sito  <www.collezionedatiffany.com>  

 

Mei  Moses®  family  of  world  art  indexes©  Mei  Moses®  world  collecting  category  art  indexes   vs.  S&P  500  total  return  and  FTAS  indexes  since  1992©.  Fonte:  Deloitte  –  ArtTactic,  Art  &  

Finance  Report  2013  

Oltre ai rendimenti, l’elevato rischio è un’altra fondamentale misura per determinare la performance finanziaria di un investimento. Uno dei rischi principali del mercato dell’arte è proprio legato alla sua dinamicità, perché così come un artista o una corrente artistica che potevano essere marginali o addirittura disprezzati nel mercato diversi anni fa possono avere oggi un valore elevato, mentre ciò che attualmente è più in voga può dovere il suo successo unicamente ad una moda passeggera ed essere così dimenticato nel giro di pochi anni. Infatti è necessario sottolineare che chi investe in questo settore mira a realizzare profitti principalmente legati al capital gain, ossia al surplus che è possibile ottenere vendendo un’opera precedentemente acquistata ad un prezzo superiore a quello pagato. Legato a questo fattore è il fatto che l’arte ha talvolta tempi di smobilizzo molto lunghi, e non è generalmente possibile ottenere nessun introito fino alla successiva vendita dell’opera.

Diversamente dalle azione o dai titoli di stato che consentono di incassare dividendi o interessi, le opere d’arte non erogano dividendi, ad eccezione del dividendo estetico. Un altro costo è costituito dalle spese di assicurazione, che spesso possono essere molto elevate, ed è inoltre indispensabile trovare luoghi adatti per custodire tali opere.

L’elevato rischio associato ai tradizionali investimenti sta facendo rafforzare l’opportunità di includere l’arte in un’allocazione ottimale di portafoglio. Dalla tabella è possibile notare che negli ultimi dieci anni il rendimento dello S&P 500 presenta una volatilità maggiore rispetto agli altri indici, fatta eccezione per il Traditional Chinese. Il rischio associato ad ogni indice è misurato dalla standard deviation dei cambiamenti nei loro rendimenti annui. Il rischio assoluto associato con il Mei Moses All Art Index è più basso di quello dello S&P 500 Total Return Index degli ultimi venti anni (12,5% vs. 19,7% rispettivamente), come anche negli ultimi dieci anni (10,6% vs. 18,6%).

Anche la correlazione è fondamentale nelle decisioni di asset allocation. È possibile osservare una debole correlazione tra la percentuale annua dei cambiamenti negli indici degli stock e dell’arte. La bassa correlazione di -0,07, +0,02, -0,03 e -0,08 tra gli indici artistici e dello stock per gli scorsi 10, 20, 40 e 60 anni rispettivamente e la sua bassa e negativa correlazione con le obbligazioni per gli stessi periodi di tempo indicano che l’arte potrebbe giocare un ruolo positivo nella diversificazione di portafoglio38.

                                                                                                               

38  Deloitte  –  ArtTactic  “Art  &  Finance  Report  2013”  

Nel documento Investimenti in Arte Contemporanea (pagine 50-54)