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L’assenza di sinergie istituzionali ed economiche tra la città-centro e le sue periferie è presentata come una

permanenza della improbabile strutturazione di una

metropoli marsigliese e il principale ostacolo alla sua

attrattività.

Il problema è portare gli scambi politici ed economi- ci territoriali su una scala considerata ottimale per l’attrattività internazionale.

All’inizio del 2000, il legislatore invita le collet- tività locali a cooperare. Tuttavia, sul territorio marsigliese, queste riforme si traducono nella ri- produzione storica della frammentazione. Il cam- po degli interessi delle élite regionali non è né abbastanza omogeneo né abbastanza prospero per dare piena concretezza a queste riflessioni e per frenare la frammentazione istituzionale delle strutture di cooperazione intercomunale. Eppure, un certo numero di recenti progetti, mp2013 in testa, aveva introdotto delle routine di coopera- zione e, soprattutto, costretto i partecipanti alla condivisione di un progetto comune.

Nel settembre del 2012, dopo una serie di rego- lamenti di conti che pongono di nuovo la città al cuore di un’attualità stigmatizzante, il primo Mini- stro, Jean-Marc Ayrault, si reca a Marsiglia, accom- pagnato da una parte del suo Governo, per tenervi un ‘Comitato interministeriale’ dedicato all’agglo- merazione marsigliese. Nel corso dei due giorni incontra i politici locali e li invita a porre l’atten- zione su due questioni prioritarie: la delinquenza e la metropolizzazione, definite dal governo ‘due condizioni preliminari per lo sviluppo’. Ayrault an- nuncia la nomina, oltre che di un nuovo prefetto di polizia dalle più ampie competenze, di un prefetto con delega al ‘progetto metropolitano’. Quest’ul- timo ha il mandato di fondere le intercomunalità

esistenti in una soltanto e di convincere gli eletti a cooperare a progetti di territorio condivisi.

Constatando un rigetto massiccio dell’ipotesi me- tropolitana da parte dei sindaci dell’agglomerato, il prefetto con delega al progetto metropolitano inizia a rivolgersi non più agli eletti, ma agli esperti in sviluppo locale e agli imprenditori. In questo modo sceglie di lavorare sui contenuti territoriali, piutto- sto che sulla governance. Questa scommessa, pur permettendo di ragionare a scale inedite dell’azione pubblica, non riesce però a coinvolgere gli attori politici, che disertano le diverse conferenze metro- politane organizzate dal prefetto, mentre in Parla- mento si discute della futura configurazione istitu- zionale della Metropoli Aix-Marsiglia. E mentre la sua creazione comincia a delinearsi, i suoi oppositori impiegano ogni mezzo per dimostrare che non han- no rinunciato a impedire che la ‘mostropoli’ produca degli effetti, per riprendere l’espressione del sinda- co di Aix-en-Provence. Oltre alla ‘politica della sedia vuota’ e alle critiche pubbliche rivolte alla missione metropolitana, l’esecutivo di Aix-en-Provence nei due mesi prima della creazione della Metropoli ha proceduto al riposizionamento amministrativo di alcune attrezzature (teatri, piscine, parcheggi ecc.) all’interno del Comune, allo scopo di metterle al ri- paro da una possibile gestione metropolitana. Il futuro volto metropolitano di Marsiglia, che si sup- pone poggi sull’alleanza con Aix-en-Provence, non ha ancora preso forma e già subisce dei seri sberleffi: ‘È necessario che tutto cambi perché nulla cambi?’.

Maisetti

Conclusione

Marsiglia cambia, ma tutto resta come prima. O, piuttosto, niente è più lo stesso, ma Marsiglia resta la stessa. Messo a confronto con le trasfor- mazioni urbane, il ricercatore non può nascondere la propria perplessità di fronte alla situazione delle configurazioni politiche marsigliesi nel contesto della moltiplicazione delle iniziative destinate a migliorare l’attrattività economica e le performance del territorio. La città è senz’altro a una svolta. Due decenni dopo un progetto di riqualificazione deciso e finanziato dallo Stato, che ha trasformato la città fisicamente e istituzionalmente; dieci anni dopo l’avvio delle riflessioni all’interno delle sfere im- prenditoriali che hanno portato alla partecipazione all’iniziativa ‘Capitale europea della cultura’; quando il territorio è sul punto di fare il grande salto metro- politano in un contesto di tensioni politiche, è l’ora propizia per l’analisi sia storica sia prospettica. ‘Euroméditerranée’, la ‘Capitale europea della cul-

tura’ e la metropoli hanno fatto fiorire e ingenerato una serie di trasformazioni spettacolari della mor- fologia urbana16. La rigenerazione del fronte mare

e la riqualificazione dell’iper-centro non rappre- sentano che una parte delle trasformazioni fisiche della città. La pedonalizzazione del Porto Antico, lo sviluppo della tramvia nell’iper-centro, la molti- plicazione dei centri commerciali concorrono a fare entrare Marsiglia nella svolta imprenditoriale delle politiche urbane17. Questa strategia s’appoggia sul-

la prospettiva offerta dall’economia delle crociere e sulle ricadute che i grandi eventi apportano in ter- mini d’immagine e di crescita economica. Oltre al fatto che questa strategia di attrattività si dispiega in ritardo rispetto alle altre metropoli, l’ambizioso obiettivo potrebbe aggravare le disuguaglianze sociali in un territorio in cui non mancano. Che sia l’occasione, per le élite urbane, di approfittare dell’opportunità metropolitana per ripensare l’ar- ticolazione tra attrattività internazionale, interdi- pendenza e solidarietà locali?

16 M. Roncaylo, Les Grammaires d’une ville: essai sur la genèse des structures urbaines à Marseille,

Edition de l’EHESS, Parigi 1966.

17 D. Harvey, «From Managerialism to Entrepreneurialism: the Transformation of Urban

Governance in Late Capitalism», Geographika Annaler, n. 71, 1989, pp. 3-17. FIGURA 1 Gli interventi e il perimetro di Euroméditerranée ZAC sta per Zona di Sviluppo Coordinato Fonte: elaborazione dell’autore Porto Cattedrale di Santa Maria Maggiore Autostrada A7 ZAC Cité de la Méditerranée ZAC Joliette ZAC Saint Charles Belle de Mai

LA NASCITA

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