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In attesa di un segno

L’appartamento che Iianng aveva preso era posto al piano superiore a quello di Dad Termis, il suo vecchio vicino, e dalla finestra si vedeva molto bene la sua vecchia casa. Senza i servizi di sua madre, ormai, non solo la sua stanza ma tutta la piccola casetta era in disordine.

-Ma dove avrò messo il binocolo- esclamò rovistando tra i vestiti sparsi un pò ovunque -Ah, eccolo finalmente!- e dopo aver risistemato come poteva la roba sparsa per la stanza si mise alla finestra a vedere la gente che si trovava di fronte alla vecchia casa.

-Che strana sensazione!- disse tra sé e sé-vedere il proprio funerale da un senso di ilarità ed amarezza al tempo stesso. Non sono io lì ma avrei potuto esserci e quello che vedo non sarebbe stata affatto una messa in scena; poi…papà…mamma…che dolore vederli così!

L’allegria per la messa in scena fece presto posto ad una profonda tristezza quando dalla casa, dietro il corteo funebre, uscirono i suoi genitori: Iianng Williot senior, nonostante la sua notoria freddezza era visibilmente provato in viso ed Elizabeth, sua madre, riusciva a coprire ben poco le lacrime con gli occhiali scuri che aveva indossato.

Tra gli amci Noncky, con le stampelle, che seguiva la bara con il viso pieno di lacrime e gli altri amici che cercavano di consolarlo. Iianng poteva intuire come si sentiva l’amico.

Essendo persona estremamente sensibile aveva un profondo rimorso per aver ceduto all’amico il suo viaggio perché se non lo avesse fatto nulla di quello che vedeva sarebbe accaduto.

Nel vedere tanta sofferenza Iianng fu tentato di scendere tra i genitori e gli amici e dire tutto e riuscì a trattenersi a malapena.

Tra la folla distinse tutti i suoi parenti ed altri amici di scuola conoscenti; un profondo senso di malinconia per la vecchia vita lo assalì, tanto che preferì rinunziare alla vista e si stese sul letto triste come non mai. Le lacrime scendevano sulle sue guance senza che riuscisse a trattenerle. Era consapevole di aver preso una decisione che era irrevocabile: la sua vecchia vita era finita e per il mondo che conosceva era ormai morto.

Nei giorni che seguirono Iianng rimase per ore sdraiato sul letto con in mente le immagini della sua bara, dei suoi genitori affranti e di Nonky disperato tra gli altri amici. La scimmietta Onni le stava accanto silenziosa, quasi come se avesse intuito quello che il suo nuovo padrone stesse provando.

Solo quando capì l’importanza che la soluzione della missione segreta avrebbe potuto avere sull’incolumità dei suoi cari, decise di mettersi al lavoro, alla ricerca di qualche indizio, di qualche evento strano.

I giorni passavano ma non emergeva nessun indizio utile. La scherzosa Onni fu l’unica compagna di giornate di tediosa attesa.

Durante la congiunzione dimensionale sembrava che Malandah non avesse lasciato tracce e il cielo di Accolville era sempre quello che ricordava, sia durante il giorno che durante la notte.

Nelle osservazioni fatte a Sassocity, infatti, le stelle e le costellazioni erano quelle che ricordava a memoria.

In televisione non vi era nessuna notizia strana: la solita politica e tra le notizie dal mondo gli incendi dovuti, secondo il telecronista al caldo o a probabili speculazioni edilizie, che interessavano da giorni varie zone africane.

Iianng si distese sul letto a riflettere dato che le osservazioni fatte non avevano portato nessun risultato utile.

-Forse hanno scelto male il loro nuovo adepto- disse Iianng tra sé e sé fissando il soffitto, poi chiuse gli occhi -Un buon osservatore deve saper vedere anche con gli occhi della mente.

Cosa può esserci di strano in cose che agli occhi appaiono del tutto normali?

D’un tratto un lampo balenò nella mente di Iianng che si alzò di scatto dal letto per riaccendere la televisione. Cambiò canale finchè non riusci a trovare nuovamente le notizie sugli incendi in Africa.

-…Probabilmente le solite speculazioni edilizie- diceva il telecronista -…dal momento che le fiamme interessano proprio le zone di foresta pluviale fino ad ora non interessata da costruzioni.

Secondo gli investigatori del posto se un domani si riuscisse a costruire nelle zone interessate dagli incendi, che vedete nelle immagini, gli introiti sarebbero davvero alti. Si sospetta pertanto la matrice dolosa degli stessi…. Intanto la televisione proiettava le immagini della foresta pluviale non molto lontana da quella di Alibah Sinab.

Iianng abbassò il volume e si mise alla ricerca del radiotrasmettitore.

-Ma dov’è? Possibile che sono così disordinato!- esclamò mentre rovistava tra le sue cose e dopo averlo trovato selezionò immediatamente il numero della base di Gramm city.

-Iianng ciao- disse Isabel non appena vide la telefonata -Hai scoperto qualcosa?

-Credo di si Isabel!- rispose guardando ancore le immagini aeree proiettate in televisione -Credo che sia nella foresta pluviale di Aga, non molto lontano da dove si trova Nicolas.

-Come sei arrivato a questa conclusione?

-Ho visto il telegiornale- disse con molta semplicità Iianng-parlavano di incendi dolosi in Africa e ho pensato subito al drago Falstok.

-Hai ragione Iianng- disse con voce meravigliata Isabel-Avevamo tutti la notizia sotto gli occhi e non ci abbiamo fatto caso. …giusto le fiamme di Falstok… Sei grande Iianng! Vengo a prenderti nello stesso posto dove ti ha lasciato Nicolas, per

L’umore di Iianng, finalmente si riprese. Aveva finalmente riacquistato fiducia in sé e convinzione nella scelta che aveva fatto e dopo aver lanciato uno sguardo dalla finestra in direzione della sua casa disse: -Non temete sarò sempre accanto a voi a proteggervi! Poi, uscì di casa, con la scimmietta Onni, per recarsi nel posto dove lo aveva lasciato la prima volta il professor Nattu con la navicella.

Dopo l’incontro alla base il piano di azione era deciso.

Pacificus sarebbe rimasto alla base di Gramm city per mantenere i contatti con Arret per osservare e tenere sotto controllo la situazione generale, dal momento che nulla poteva escludersi, mentre Iianng ed Isabel avrebbero immediatamente raggiunto Nicolas Nattu che nel frattempo si era spostato da Alibah Sinab ad Aga.

Capitolo XVII