La luce del sole albeggiava e Iianng, vestito con stivaloni e tenuta per l’escursione, aspettava l’arrivo degli accompagnatori con Nicolas e Isabel, al posto concordato: una viuzza che da Aga si inoltrava all’interno della immensa foresta pluviale.
A quell’ora del mattino la foresta emanava forte il suo odore di umidità e l’aria fresca che dall’interno della misteriosa foresta spirava verso di loro era ricca di strani versi di uccelli che si udivano in lontananza. La stradina che si inoltrava all’interno della foresta si era formata per le piccole escursioni che i turisti facevano avvalendosi degli elefanti e delle guide di Allag, che sebbene avesse deciso un percorso turistico breve e piuttosto sicuro all’interno della grande foresta, riuscì a trovare grande fonte di guadagno.
Il professor Nattu che conosceva bene i pericoli che si annidavano nella foresta che si accingeva a esplorare in profondità per una seconda volta, volle verificare nuovamente l’equipaggiamento dei suoi compagni.
Negli zaini che si erano portati vi erano potenti torce per illuminare bene il loro percorso qualora non fossero riusciti a tornare indietro prima del tramonto. La notte all’interno della foresta, secondo leggende, ti avvolge totalmente tanto che gli
mancavano coltelli e speciali accendini per accendere il fuoco, e cannucce che consentivano di depurare l’acqua che si aspirava per loro tramite. I rifornimenti d’acqua che avevano con sé infatti non sarebbero stati sufficienti qualora la ricerca si fosse protratta oltre un certo tempo o si fosse verificato qualche contrattempo.
Per ovviare, invece, alle possibili carenze di cibo, Nicolas aveva inserito negli zaini speciali pillole nutritive: quelle che venivano utilizzate nei viaggi spaziali, in modo da assicurare un adeguato apporto di sostanza nutritive.
Non mancavano piantine della foresta e bussole e la scimmietta Onni, dotata di un ottimo udito ed istinto gli avrebbe avvertiti per tempo di eventuali pericoli.
-Ora veniamo alle attrezzature non terrestri- disse Nicolas-Tramutatore, stivali antigravitazionali e le armi di Nollah vedo che le avete con voi. …Prendete anche questo! È un radar che captando i segnali emessi dai nostri chips è in grado di indicare la nostra posizione sul piccolo schermo. Ci potrebbe essere molto utile nel caso in cui, per vari motivi, dovessimo perderci di vista in questa infernale foresta.
-Grazie Nicolas- disse Iianng prendendo il suo radar e vedendolo incuriosito.
-Nicolas, hai avuto direttive su come dobbiamo usare le armi di Nollah?- chiese Isabel con in mano la tecnologica arma arretiana.
-No, Isabel! Ci atterremo a quanto abbiamo concordato con Pacificus. Il selettore resterò impostato sulle cartucce blu in modo da catturare vivo Malandh-poi dopo una piccola pausa disse -…se le cose dovessero mettersi male, siete comunque autorizzati a selezionare le cartucce rosse. …Adesso però nascondete quelle cose perché vedo che si avvicinano le guide di Allag!
In lontana si videro avvicinarsi tre grandi elefanti, bardati per l’escursione ed accompagnati da tre ragazzi armati, tra i quali non si intravedeva Zilù.
-Buongiorno signori!- disse il più grande dei tre ragazzi -Io sono Athul e loro sono Sahn e Imu. Siamo le guide di Allag, pronti ad accompagnarvi per l’escursione nella foresta misteriosa di Aga. Il ragazzo non era alto ma era ben piazzato, con occhi attenti e sguardo fiero e modo gentili.
-Ciao Athul! Ma Zilù…- disse Nicolas Nattu ma non finì di parlare perché si avvertirono dei rumori dalla foresta dietro di lui che attirarono l’attenzione di tutti. La paura per quei misteriosi passi che si dirigevano veloci verso di loro svanì quando dalla foresta sbucò Zilù che salutò tutti.
-Che ci facevi lì dentro tutto solo e senza armi?- chiese preoccupato Nicolas ancora spaventato per i rumori.
-Professore ho verificato che tutto fosse apposto per l’escursione. I miei amici e gli elefanti di Allog devono
sono mai stati, molto vicino al villaggio degli Aminti. Dovevo controllare dall’alto di un albero che non ci fossero segnali di pericolo da parte di quella tribù.
-Gli Aminti!- esclamò meravigliato Nicolas Nattu -Ma sono una tribù di cui ho sentito parlare solo nelle leggende; mai nessuno è riuscito a vederli.
-Professore tu dimentichi che io ho vissuto per molto tempo nella foresta. È la mia casa e so riconoscere ancora i segnali e gli abitanti-rispose con sguardo serio il piccolo Zilù, prima di fare segno agli altri ragazzi di Allog di iniziare l’escursione.
Gli elefanti incedevano tranquilli per quel tratto di percorso che erano abituati a percorrere, guidati dai ragazzi di Allog.
Iianng sul dorso di uno di quegli elefanti vedeva ammirato la foresta che lo circondava. La natura dominava incontaminata e gli odori e i rumori erano molti più intesi di quelli che poteva immaginare a cui era abituato.
Zilù era sull’elefante di Nicolas e osservava ed ascoltava in lontananza i segnali di eventuali pericoli, con sempre maggiore intensità man mano che la comitiva si inoltrava in zone più impervie e mai percorse dagli elefanti.
Ad un certo punto il percorso battuto faceva un giro su sè stesso per ritornare indietro e gli elefanti ebbero un momento di esitazione prima di procedere oltre la strada cui erano abituati ed inoltrarsi nella boscaglia.
Zilù era orami in piedi sull’elefante per sentire meglio i rumori della foresta e aveva fatto cenno a Athul di stare all’erta con le armi. Gli elefanti dovevano fare ancora un piccolo tratto di strada e i rumori che facevano nell’incedere attraverso la fitta vegetazione poteva attirare animali selvaggi.
Nicolas ed Isabel, senza farsi notare, avevano impugnato l’arma di Nollah e guardavano attenti tra gli alberi. I proiettili blu non avrebbero ucciso o lasciato segni sugli animali che li avessero aggrediti ma erano sufficienti ad addormentarli per un pò consentendogli di salvare se e la comitiva.
Ad un tratto Onni iniziò ad agitarsi sulla spalla di Iianng e gli elefanti iniziarono ad agitarsi bloccando l’avanzata; mentre gli altri ragazzi cercavano di calmarli, Zilù impugnò l’arco che aveva legato dietro la spalla e fece segno ad Athul di prepararsi.
Ad un certo punto si udì un ringhio sordo: erano un paio di tigri che avevano individuato la comitiva e nascoste tra la boscaglia si stavano avvicinando.
Improvvisamente una di loro fece un salto per attaccare l’elefante su cui c’era Iianng, che trasalì per la velocità dell’azione. Zilù, con gesto rapido aveva colpito con una freccia, lanciata con grande precisione, la tigre che per il dolore era fuggita. Anche l’altra spaventata dallo sparo di Athul era scappata nella boscaglia.
L’elefante di Iianng era ferito e i pericoli era troppi per
rammarico dovettero lasciare l’amico Zilù, solo con i suoi amici all’interno della pericolosa boscaglia, anche se prima di andar via lasciò il suo fucile a Nattu che lo prese ringraziando i tre ragazzi per averli accompagnati sin lì.
Ora il cammino verso la Faglia del Diavolo iniziava a divenire molto più duro e pericoloso.
Nattu e gli altri dovettero utilizzare gli speciali coltelli che avevano con sé per poter avanzare attraverso la fitta vegetazione, a differenza di Zilù che riusciva ad avanzare senza farsi male tra la pericolosa vegetazione ed i rami degli alberi della foresta.
Quando la vegetazione iniziò a diradarsi intorno a loro Zilù protese l’orecchio agli alberi che li circondavano e con un cenno lento disse agli amici di stare calmi e non fare movimenti bruschi. Non appena ebbe finito di dire queste parole dagli alberi scesero tanti indigeni armati di lance e frecce che senza neppure che Nattu e gli altri se ne accorgessero, li circondarono. Erano persone molto scure di carnagione, alti di statura, con capelli intrecciati come quelli di Zilù e con decorazioni colorate sul volto e sul corpo.
Zilù iniziò a parlare, con linguaggio incomprensibile, con uno degli indigeni, quello più robusto e pieno di decorazioni sul corpo e, dopo che tutti ebbero, abbassato le armi, Zilù spiegò che il capo delle guardie degli Aminti li avrebbe condotti dal grande sciamano Atu-Kuo per decidere del loro destino.
-Il nostro destino?- disse preoccupato Nattu guardando Zilù.
-Non preoccuparti professore. Gli Aminti parlano così quando vedono delle novità. Il grande sciamano mi conosce e non hai da temere.
Zilù e gli altri furono condotti al cospetto di Atu-Kuo che, dopo una pausa, aprì gli occhi e senza dire nulla guardò uno per uno gli stranieri.
Lo sciamano era seduto su di una grande sedia realizzata con bambù e altri legni ed era circondato da altri Aminti.
Zilù, prima di parlare, aspettò che il venerabile sciamano facesse la prima domanda. La conversazione, seppur incomprensibile fu seguita attentamente da Iianng, Nicolas e Isabel che cercavano di capire dall’espressione dei volti e dal tono della voce. La piccola scimmietta Onni era rimasta sulla spalla di Iianng per non abbandonare il padrone nel momento del pericolo.
Quando il discorso, a volte acceso, tra Atu-Kuo e Zilù fu terminato, quest’ultimo spiegò agli amici cosa gli aveva detto lo sciamano degli Aminti.
-Professore non temere per la tua vita. Atu-Kuo è un amico e se si rivolgeva a me in quel modo era perché è molto preoccupato della nostra visita. Secondo i suoi ultimi vaticini la visita di stranieri è collegata al pericoloso dio del fuoco che ultimamente stà attaccando la foresta e alcuni villaggi limitrofi- disse Zilù per rassicurare i suoi amici.
Effettivamente non ha tutti i torti disse in silenzio Nicolas
-…Zilù, immagino che avrai intuito che siamo qui per indagare su quei misteriosi fuochi. Sei troppo acuto per nasconderti le cose!
Mi serve però di nuovo un tuo aiuto. Cerca di farti dire da che parte è la tana del dio del fuoco.
-Ok. Al momento giusto chiederò- disse Zilù mentre alcuni Aminti stavano preparando un piccolo banchetto per accogliere gli ospiti.
Le pietanze avevano sapori forti, cui non erano abituati Iianng e gli altri, ma il cibo non si poteva rifiutare perché era segno di accoglienza.
Atu-Kuo fu molto accogliente e generoso sebbene precisò che la loro visita non poteva protrarsi a lungo: temeva, infatti, che avrebbe attratto il dio maligno tra la sua gente.
-Secondo quello che mi dice Atu-Kuo- disse Zilù -La tana del dio drago è segreta ma la sua presenza è legata a quella della tribù dei pericolosi guerrieri cannibali Zann-To. Loro offrono carne fresca ed ancora sanguinante al potente dio per avere maggior forza nei combattimenti.
-Gli Zann-To!- esclamò Nicolas guardando l’amico.
-Non puoi conoscerli! Vivono in posti inaccessibili e molto vicini alla Faglia del Diavolo. Luoghi in cui nessuno mai si è avventurato. Io stesso ne ho sentito solo parlare nelle leggende.
-Come faremo ad arrivarci?- chiese Isabel.
-Il venerabile Atu-Kuo mi ha detto che il villaggio dei guerrieri del dio fuoco si trova proseguendo verso il cuore della foresta, camminando a sud per qualche chilometro.
Quando le vivande furono finite Zilù ringraziò con un inchino lo sciamano e senza toccarlo o voltarsi fece cenno agli amici di andare e in breve furono di nuovo nella fitta foresta.