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Attuazione della normativa: successi e margini di miglioramento

4. Altri strument

1.4 Attuazione della normativa: successi e margini di miglioramento

Per molti aspetti la situazione ladina si può portare come esempio positivo di integrazione e valorizzazione della minoranza: non ci sono tensioni tra minoranza e maggioranza, le scuole ladine in Alto Adige sono riconosciute come di ottimo livello, esistono radio e televisioni ladine sia pubbliche che private, le associazioni ottengono cospicui finanziamenti pubblici, vi sono giornali e riviste e l’uso del ladino nei rapporti con l’amministrazione - almeno in provincia di Bolzano - è garantito. Un segnale evidente del benessere relativo della popolazione ladina dell’Alto Adige è sicuramente la costanza nel numero di ladini presenti nella provincia, così come evidenziato dall’Istituto Provinciale di Statistica (ASTAT). Dal 1880 (data di inizio di raccolta dei dati) fino al 2011 (data dell’ultimo censimento ufficiale) la percentuale di popolazione ladina in provincia di Bolzano è rimasta costante intorno al 4%.92

Nella provincia autonoma di Trento il seggio del consiglio provinciale per la val di Fassa è riservato ai ladini, mentre anche se nella provincia di Bolzano non ci sono regole specifiche a riguardo si è formata la consuetudine per il Südtiroler Volkspartei (SVP - il partito della minoranza/maggioranza tedesca, che da sempre vince le elezioni in provincia) di inserire nelle sue liste, al secondo posto, rappresentanti ladini. Così, a seguito delle elezioni di ottobre 2018 in Trentino-Alto Adige hanno trovato posto ben tre rappresentanti ladini: Luca Guglielmi per la val di Fassa nella

91 Testo della legge regionale 13 dicembre 2016, n. 28 (BUR n. 120/2016), disponibile al link: http://www.consiglioveneto.it/crvportal/leggi/2016/16lr0028.html - visitato il 10.04.2019

92 Gobbi G., Fasoli M.A. (a cura di), Annuario statistico della Provincia di Bolzano 2018, op. cit., pag.118

Giunta Provinciale di Trento,93 Daniel Alfreider come Terzo Vicepresidente della

Provincia di Bolzano con gli incarichi di istruzione e formazione ladina, cultura ladina, mobilità, viabilità,94 e Manfred Vallazza in Consiglio Provinciale, nominato

Assessore per le minoranze linguistiche.95

Sono comunque possibili diversi margini di miglioramento: i ladini bellunesi continuano a vedersi riconosciuti minori diritti, hanno minore accesso a mezzi di informazione nella propria lingua madre e anche le istituzioni scolastiche a loro dedicate dovrebbero essere meglio sviluppate.

La proposta, partita da diverse associazioni ladine, di creare una provincia autonoma ladina che incorpori tutti i comuni a maggioranza ladina nell’ambito della regione Trentino-Alto Adige - che diventerebbe quindi Trentino-Alto Adige/Südtirol Ladinia - è rimasta inascoltata. Alla base della scelta di rimandare all’infinito il dibattito sull’eventuale creazione di questa nuova provincia ci sono probabilmente ragioni economiche (è altamente improbabile che il Veneto finisca per accettare di perdere le entrate derivanti da Cortina d’Ampezzo) ma anche politiche, perché sarebbe sconveniente per la minoranza tedesca del Sudtirolo perdere peso ed influenza nelle questioni provinciali, dove i ladini di fatto finiscono per supportare sempre le iniziative della minoranza tedesca e vengono tendenzialmente da questa assimilati da un lato, dall’altro anche il Trentino vedrebbe ridursi le giustificazioni a una propria autonomia speciale, col rischio che anche mocheni e cimbri - le altre due minoranze trentine riconosciute - avanzino pretese simili.

Nonostante la divisione amministrativa delle valli i legami tra i ladini sono rimasti. Vengono organizzate diverse iniziative culturali per favorire una conoscenza reciproca più approfondita, soprattutto grazie alla Union Generala dei Ladins dla

Dolomites associazione di cui fanno parte tutte e cinque le valli e che lavora per

mantenere salde le relazioni inter-valli a prescindere dalle differenze. In ambito linguistico va segnalato anche il progetto di lingua unificata al quale ha lavorato il

Servisc de Planificazon y Elaborazion del Lingaz Ladin (S.P.E.L.L.), che ha cercato

di creare un idioma ladino unico sul modello di quanto effettuato dai Grigioni in

93 Profilo del Consigliere disponibile al link: https://www.consiglio.provincia.tn.it/istituzione/i- consiglieri/ - visitato il 10.04.2019

94 Profilo del Vicepresidente disponibile al link: http://www.provincia.bz.it/aprov/giunta- provinciale/#accept-cookies - visitato il 10.04.2019

95 Profilo dell’Assessore disponibile al link: http://www.regione.taa.it/(S(j2ditw55xce20dq3nfxobpna)) /GiuntaReg/default.aspx - visitato il 10.04.2019

Svizzera, rendendo ufficiale tra i lemmi diversi a seconda della valle quello comune tra più parlanti. Il progetto però non ha avuto molto successo e ad oggi i ladini preferiscono usare ognuno il proprio ladino, che d’altra parte non è così differenziato da impedire la comprensione reciproca se non in rari casi. Un ruolo importante per mantenere e rafforzare i contatti tra le valli ladine l’ha svolto anche il servizio RAI in lingua Ladina a cura della redazione di Bolzano, su argomenti riguardanti le cinque valli, nei loro rispettivi idiomi.

Da un punto di vista economico, l’assenza di un programma comune e coordinato di sviluppo sicuramente è uno svantaggio. Per tentare di limitare i danni derivanti da questa situazione sono stati creati negli anni diversi progetti di collaborazione tra Provincia autonoma di Bolzano, Trento e la Regione Veneto. È emerso un buon livello di solidarietà reciproca, con la volontà di valorizzare al meglio lo straordinario ambiente dolomitico e promuovere uno sviluppo - anche turistico - sostenibile. Il turismo per queste valli è un’arma a doppio taglio: se da un lato è stato - accanto alla tradizionale attività di artigianato del legno - una delle componenti fondamentali dell’economia ladina, dall’altro il rischio di venire identificati come semplice fenomeno folkloristico con un conseguente appiattimento dell’identità ladina andrebbe scongiurato a tutti i costi. Contro questa eventualità lavorano le associazioni, che si propongono come punto di incontro tra generazioni. Essere ladini non significa solo parlare la lingua o difendere le proprie tradizioni, ma anche pensare al futuro della propria terra in chiave identitaria.

foto scattata da Cecilia Frego durante la festa per celebrare la ricorrenza del miracolo di Hederlez il 6 maggio 2018

2. GAGAUZI

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2.1 Quadro storico-antropologico

I Gagauzi sono una popolazione turcofona e di religione cristiana stanziata nella parte meridionale della regione storica della Bessarabia coincidente grosso modo con l’attuale Repubblica di Moldova. Secondo il censimento svolto nel 2014 i Gagauzi sono circa 147000, rappresentano il 4,6% della popolazione totale dello stato moldavo97 e vivono concentrati nella regione autonoma ad essi dedicata

96 Per questo capitolo si fa riferimento a: Ciobanu A., Pupils belonging to ethnic minorities take first

exam at additional school-leaving examination session in Moldova, MoldPress State News Agency

06.07.2018 disponibile al link: https://www.moldpres.md/en/news/2018/07/16/18006168 - visitato il 12.04.2019; Cossuto G., Il senso d’identità dei Turco-Tatari di Romania dal 1878 ad oggi, Pubblicato in Oriente Moderno, numero speciale 1997: Problematiche islamiche nell’area balcanica: Albania, Bulgaria, Romania, pp. 113-166, disponibile al link: https://digilander.libero.it/cossuto/

articoli/scientifici/turchi_romania.pdf - visitato il 12.04.2019; Craciun V., Gagauzia claims rights. Why

region’s powers are conditional in nature, OP-ED IPN.md, 03.07.2018 disponibile al link:

http://www.ipn.md/en/special/92125 - visitato il 12.04.2019; Cuijuclu E., Sircheli M., Implementazione

dello statuto della Gagauzia: sfide e prospettive, per il Centrul de Tineret Piligrim-Demo din Găgăuzia

in collaborazione con l’OSCE, 2015, disponibile al link: http://piligrim-demo.org.md/wp- content/uploads/2015/07/Implementarea-statutului-Gagauz-Yeri_provoc%C4%83ri-%C8%99i- perspective.pdf - visitato il 12.04.2019; Donaj L., Grishin O., GAGAUZIA: Road to independence or

maintaining the status quo?, Polonia/Russia, 2014 pag 45-50; ECRI (a cura di), V Country Report on the Republic of Moldova, per il CdE/ECRI, Strasburgo, 2018 disponibile al link: https://rm.coe.int/fifth-

report-on-the-republic-of-moldova/16808de7d7 - visitato il 10.04.2019; Genova A., La lotta per

l'identità dei gagauzi di Moldavia, National Geographic, 2017 disponibile al link:

http://www.nationalgeographic.it/wallpaper/2017/10/12/foto/gagauzia_moldavia_lotta_identita_- 3676442/1/ - visitato il 12.04.2019; Gusejnov N., Breve storia della popolazione Gagauza, Rivista online TuranToday, articolo del 2.04.2011, disponibile al link: https://www.turantoday.com/2011/04/nikolai-huseinov-kratkaya-istoria.html - visitato il 12.04.2019; Katchanovski I., Small Nations but Great Differences: Political Orientations and Cultures of the

Crimean Tatars and the Gagauz, Europe-Asia Studies, Vol. 57, No. 6, Taylor&Francis ltd, Oxford

2005, pp.877-894, DOI: 10.1080/09668130500199483, disponibile al link: https://doi.org/10.1080/09668130500199483 - visitato il 12.04.2019; Kochedykov I. E., Nationalisms

in Moldova, dalla rivista COMPARATIVE POLITICS № 2 (19) / 2015 pag. 86-99; Napolitano M., LINGUAE: Breve storia della creazione di una lingua, il moldavo, Rivista online EastJournal,

8.02.2018, disponibile al link: https://www.eastjournal.net/archives/87348 - visitato il 12.04.2019; Nasidze I., Quinque D., Udina I., Kunizheva S., Stoneking M., The Gagauz, a Linguistic Enclave, are

not a Genetic Isolate, in Annals of Human Genetics (2007) 71, pag. 379–389; Nocentini A., L’Europa linguistica - Profilo storico e tipologico, Le Monnier Università, ed. 2008, pag. 290-292; Redazione

de Il Post (a cura di), Quelli che in Moldavia vogliono unirsi con la Romania, Il Post, pubblicato il 27.03.2019, disponibile al link: https://www.ilpost.it/2018/03/27/moldavia-unificazione-romania- manifestazioni/ - visitato il 10.04.2019; Shevchuk V., The Ethno-Linguistic Geography of the Gagauz

People in the Danube Basin, in Journal of Danubian Studies and Research, Vol. 5, № 2/2015;

Tislenko M. I., Gagauzs at the Crossroads: National Identity as a Determinant of a Geopolitical

Choice, dalla rivista Comparative Politics № 4 (21) / 2015 pag.70-75; UN Human Rights Council, Report of the Special Rapporteur on minority issues, 9 January 2017, A/HRC/34/53, disponibile al

link: https://www.refworld.org/docid/58ada86b4.html - visitato il 12.04.2019 97 Quinto Report ECRI su Rep. di Moldova, op. cit., pag. 24

(l’86,9% della popolazione dell’UTA Gagauzia si definisce gagauza).98 Come

gruppo etnico probabilmente provengono più recentemente dalla Bulgaria, dove il piccolo gruppo rimasto viene censito insieme ai turchi. La lingua gagauza è stata promossa a lingua scritta nel 1957 (utilizzando l’alfabeto cirillico) ed è interessante per le sue deviazioni dei tratti ereditari turchi in quanto il contatto col bulgaro, col rumeno e col russo ne hanno alterato la fonologia, la sintassi e il lessico.99

Nonostante si possano sicuramente considerare come isola linguistica, dal punto di vista della genetica i gagauzi sono molto vicini ai moldavi e ai bulgari, segno che durante la loro storia frequentemente ci sono stati matrimoni misti.100 Volendo si può

leggere in questa tendenza una conferma del fatto che per un periodo piuttosto lungo la discriminante nelle relazioni tra i popoli non è stata la lingua, ma la religione, in questo caso tratto comune.

Non ci sono molti studi sulla loro storia antica e anche questi pochi sono in contrasto su molti punti. Non ci sono certezze riguardo la loro origine, non si sa se siano turchi cristianizzati o cristiani ortodossi “turchizzati”, questo perché mancano fonti scritte autoctone antiche che aiutino a chiarire la questione. A rendere il tutto più complicato, si aggiunge la tendenza delle fonti di altre popolazioni (bulgare, rumene, slave, turche) ad assimilare i gagauzi di volta in volta a diverse popolazioni, in maniera assolutamente frammentaria. Di certo c’è che i gagauzi stessi si considerano una popolazione turca autonoma, con una propria lingua, cultura e territorio.101 La teoria più diffusa sostiene che i Gagauzi siano eredi della tribù

nomade degli Oguz e che occuparono le steppe tra l'Aral e il Mar Caspio nella seconda metà del primo millennio d.C., come vassalli del Khanato di Khazaria.102

Quando attorno al 985 il Khanato venne invaso dai russi, le popolazioni si sarebbero spostate a ovest, nei territori della Dobrugia. La loro storia inizierebbe a questo punto a intrecciarsi con quella della Bulgaria. In linea con questa teoria i gagauzi avrebbero comunque creato una propria entità politica territoriale autonoma

98 Sito ufficiale di statistica moldavo http://www.statistica.md/newsview.php?l=ru&id=5583&idc=168 - visitato il 10.04.2019

99 Nocentini A., L’Europa linguistica - Profilo storico e tipologico, op. cit., pag.291-292

100 Nasidze I. et al., The Gagauz, a Linguistic Enclave, are not a Genetic Isolate, op.cit., pag. 379– 389

101 Per diverse considerazioni a riguardo vedere Gusejnov N., Breve storia della popolazione

Gagauza, op.cit. (in russo)

102 Popolo d'origine incerta (stirpe turca?) che fondò nei secoli VI-X un grande stato nelle steppe russe meridionali - per notizie in breve consultare sulla Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/khazari/ - visitato il 10.04.2019

chiamata Uzi ejyalet (Узи эйялет), convertendosi probabilmente in questo periodo al Cristianesimo. Il momento di massima fioritura della loro società dovrebbe collocarsi nel XIV secolo sotto il despota Dobrotitsa.103 Dopo il 1417 perdono

l’indipendenza e vengono incorporati nell’impero ottomano. Tra il 1750 e il 1846 si stabiliscono nei territori meridionali della Bessarabia, principalmente per sfuggire alle guerre russo-turche. Nel 1906 avviene una rivolta contadina, durante la quale viene dichiarata l’indipendenza e la creazione della “Repubblica di Comrat”, che però resiste solo 5 giorni. Al termine della rivolta i territori vengono riassorbiti prima dall’impero russo, poi, dopo la prima guerra mondiale, dalla Romania. Durante la seconda guerra mondiale la regione viene occupata anche dai tedeschi, per poi diventare parte della Repubblica di Moldova, stato Federato dell’Unione Sovietica. Nel 1947 viene formata da Nikolai Konstantinovich Dmitriev104 la prima

commissione gagauza per la questione etnica e inizia un lavoro di promozione e codificazione linguistica che continua anche dopo la morte di Dmitriev grazie all’Istituto di linguistica del Ministero dell’educazione della Repubblica Socialista Sovietica di Moldova. In conseguenza dell’acquisizione di consapevolezza identitaria innestato da questo lavoro e dal generale fermento autonomistico che ha avuto modo di scatenarsi nel periodo della Glasnost e della Perestroika, nel 1988 viene fondato il movimento Gagauz Xalky (Гагауз Халкы) per l’indipendenza gagauza. Il movimento raccoglie sempre più adesioni, che portano alla dichiarazione di indipendenza nel 1990. La Repubblica di Moldova a sua volta appena divenuta indipendente si rifiuta di riconoscerla e inizia così un periodo di tensioni tra i territori gagauzi e quelli moldavi. La questione viene risolta pacificamente nel 1994, quando il parlamento moldavo emana una legge che riconosce uno statuto di autonomia speciale alla Gagauzia come territorio amministrativo all’interno della Moldavia. Il nome ufficiale di questa è Gagauz Eri (Гагауз Ери), Unità Territoriale Autonoma della Gagauzia - detta UTAG.105 I confini

dell’UTAG sono stati stabiliti in base al risultato di un referendum che ha permesso

103 Per una ricostruzione della storia della Dobrugia in quel periodo vedere la voce sulla Treccani al link: http://www.treccani.it/enciclopedia/dobrugia_%28Enciclopedia-Italiana%29/ - visitato il 10.04.2019, in essa però i gagauzi “spariscono”

104 Filologo e orientalista-turcologo vissuto tra il 1898 e il 1954, un elenco dei suoi lavori è disponibile nella pagina dell’enciclopedia a cura della fondazione statunitense Farlex al link: https://encyclopedia2.thefreedictionary.com/Dmitriev%2C+Nikolai - visitato il 10.04.2019

105 Valentina Shevchuk, The Ethno-Linguistic Geography of the Gagauz People in the Danube

a ogni singolo comune del sud della Moldova di decidere se voleva diventare parte dell’UTAG o meno. Il risultato di questa scelta molto rispettosa della volontà della popolazione ha però prodotto un territorio amministrativamente frammentato, senza continuità territoriale. Il primo rappresentante della Gagauzia è stato Petr Pascialy, eletto democraticamente nel 1995.

immagine presa dal sito https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Administrative_divisions_of_ Moldova.png modificata da Cecilia Frego