4. Altri strument
1.3 Nelle Region
1.3.1 Ladini in Trentino-Alto Adige
I ladini del Trentino-Alto Adige sono tutelati a livello sia regionale che provinciale da diversi articoli dello Statuto di Autonomia del 1972.76 Particolarmente importanti
sono gli articoli 19 e 102 che sanciscono il diritto alla valorizzazione culturale e all’insegnamento della lingua e della cultura ladina nelle scuole dei comuni dove essa è parlata. La concreta attuazione della norma però è stata differenziata nelle due province: se i ladini altoatesini hanno sostanzialmente ottenuto le garanzie date alla minoranza tedesca del Südtirolo in modo parallelo, i ladini trentini hanno dovuto pazientare più a lungo.
75 Falzone V., Palermo F., Cosentino F., La Costituzione della Repubblica Italiana Illustrata con i
Lavori preparatori, op. cit., pag. 141
76 Testo cui si è fatto riferimento per lo Statuto è Ferrari P. (a cura di), Il nuovo Statuto di Autonomia, op. cit.
Nelle località ladine della provincia di Bolzano, fin dal 1948 esiste il modello scolastico cosiddetto paritario. Ivi l’insegnamento viene impartito “su base paritetica di ore e di esito finale” in italiano e tedesco. Dal 1958 il gruppo ladino altoatesino dispone di finanziamenti provinciali per promuovere e valorizzare la propria identità etnica e linguistica (principio garantito anche agli italianofoni e tedescofoni presenti in provincia) e nel 1975 è stata istituita l’intendenza per la scuola delle località ladine Südtirolesi, che consente loro di amministrare le proprie scuole ed il proprio personale docente. La lingua ladina viene usata nelle scuole materne ed è insegnata in quelle elementari; inoltre può essere usata quale lingua veicolare (strumento di insegnamento) nelle scuole di ogni ordine e grado (articolo 19, comma 2 dello Statuto e articolo 7, DPR 89/1983). Nelle scuole secondarie gli organi scolastici competenti decidono in che modo la lingua ladina debba essere usata nell’insegnamento, potendo istituire inoltre corsi integrativi per l’insegnamento della lingua e cultura ladine (articolo 7, DPR 89/1983). Con la legge provinciale numero 13 del 1 giugno 1995 è stato introdotto l’insegnamento della lingua e cultura ladina nella misura di un’ora settimanale negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado ed artistica delle località ladine. Gli alunni in possesso di diploma di licenza media delle scuole in lingua tedesca o italiana possono chiedere di essere esonerati dall’insegnamento della lingua e cultura ladina, ma sono comunque tenuti a frequentare insegnamenti sostitutivi inerenti alla stessa materia.77
La Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen inoltre riconosce, indipendentemente dalla regola della proporzione etnica, la facoltà anche agli appartenenti al gruppo ladino di accedere a tutti i ruoli di personale scolastico ed a tutti gli uffici dell’amministrazione provinciale, purché essi abbiano acquisito un titolo di studio o di formazione presso una scuola delle località ladine o una scuola nella lingua del gruppo linguistico al cui ruolo aspirano (articolo 26 della legge provinciale - legge finanziaria - numero 2 del 2000).78 All’articolo 43 secondo comma del d.P.G.R. 27
febbraio 1995 numero 1 viene stabilito che in occasione della formulazione del programma di riordino delle circoscrizioni territoriali comunali la Giunta regionale
77 Bonell L., Winkler I., L’Autonomia dell’Alto Adige: Descrizione delle competenze legislative ed
amministrative autonome della Provincia di Bolzano, op. cit., pag.204-205
deve tenere in considerazione l’esigenza di proteggere l’identità linguistico-culturale dei gruppi linguistici minoritari residenti nei comuni ladini.79
Per quanto riguarda il Trentino invece, se nelle scuole dell’infanzia fin dal 1976 è stato possibile usare la lingua ladina, nelle scuole elementari, medie e superiori l’insegnamento della lingua e della cultura ladina è stato regolamentato in modo organico soltanto nel 199380 e i programmi d’insegnamento della lingua ladina nelle
scuole dell’obbligo sono stati approvati solo nel 1997 (legge provinciale 4/1997). Ulteriori norme di attuazione dello Statuto per la parte trentina sono state emanate solo nel settembre 1999. Queste definiscono finalmente, in modo chiaro e organico, le disposizioni in materia di assunzione, assegnazioni e mobilità del personale docente nelle scuole di ogni ordine e grado della Val di Fassa. Nello specifico viene stabilito che nelle scuole elementari e medie delle zone in cui vivono i ladini la lingua e la cultura ladina devono costituire materia di insegnamento obbligatorio e che il ladino deve essere usato quale lingua di insegnamento accanto all’italiano. La conoscenza del ladino, che viene accertata da una commissione composta dal sovrintendente scolastico attraverso diverse prove d’esame, costituisce requisito di precedenza assoluta per l’accesso a posti di ruolo o supplenze nelle scuole delle località ladine. Con la delibera numero 7666 della Giunta Provinciale del 10.12.199981 sono state individuate per i docenti delle scuole dell’infanzia site nelle
Valli ladine delle ore di formazione obbligatoria aggiuntive rispetto a quelle generalmente previste, proprio per promuovere la cultura ladina. Ulteriori modifiche alle norme concernenti le scuole situate in località della Provincia di Trento nelle quali è parlato il ladino sono state apportate dal d.lgs. 24/2018,82 il quale prevede il
coinvolgimento anche delle università presenti nel territorio del Trentino-Alto Adige nella promozione, sviluppo e salvaguardia della lingua ladina.
Oltre che dall’insegnamento nelle scuole, lo sviluppo della cultura ladina sia nel Trentino che nell’Alto Adige è stato garantito anche attraverso l’istituzione di Istituti
79 Trabucco D., Le minoranze nell’ordinamento costituzionale italiano, op.cit., pag.94
80 D.lgs. 592/1993 modificato dal decreto legislativo n. 321/97, a sua volta integrato dal d.lgs. 344/99. 81 Delibera n. 7666 di data 10 dicembre 1999 avente ad oggetto le Modalità per la definizione del
Progetto annuale dell'attività formativa per il personale docente delle scuole dell'infanzia provinciali
82 D.lgs 1 marzo 2018, n. 24 Norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto
Adige/Südtirol recanti modifiche al decreto legislativo 16 dicembre 1993, n. 592, concernenti le scuole situate in località della provincia di Trento nelle quali è parlato il ladino, il mocheno e il cimbro,
disponibile al link: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/03/27/18G00049/sg - visitato il 10.04.2019
Culturali Ladini a partire dalla metà degli anni ‘70, che hanno permesso alle comunità di attuare misure a favore della propria particolarità linguistica e culturale e di avviare un processo di emancipazione culturale a partire dall’interno delle comunità stesse, portando avanti progetti di ricerca, di documentazione ed iniziative didattiche e culturali in collaborazione con le scuole.
Con la riforma dello statuto del Trentino-Alto Adige del 200183 è stata
ulteriormente attenuata la disparità di trattamento fino ad allora esistente tra i gruppi linguistici ladini rispettivamente insediati nelle province di Bolzano e di Trento ed è stato potenziato il regime di tutela, non soltanto della comunità ladina globalmente intesa, ma anche delle popolazioni germanofone (cimbri e mocheni) della provincia di Trento, peraltro già destinatarie negli anni precedenti di misure di protezione ad opera di alcuni decreti legislativi di attuazione statutaria. Tra le numerose modifiche apportate allo statuto in quella occasione, meritano di essere segnalate in particolare quella che ha assicurato al gruppo linguistico ladino-dolomitico di Fassa la rappresentanza nel consiglio provinciale di Trento (articolo 48, 3° comma dello Statuto) e quella che ha introdotto la facoltà di impugnare, secondo le modalità ivi indicate, davanti al tribunale di giustizia amministrativa di Trento gli atti amministrativi degli enti e organi della pubblica amministrazione aventi sede nella regione e i provvedimenti dei comuni, qualora risultino lesivi del principio di parità tra i cittadini di lingua italiana, ladina, mochena e cimbra residenti nella provincia di Trento (articolo 92, ultimo comma dello Statuto).
Dal 2014 si parla di riformare ulteriormente gli statuti provinciali e lo statuto regionale. A questo proposito sono state convocate anche due commissioni, ma non si è ancora giunti a modifiche effettive,84 salvo l’avvenuta equiparazione, da
novembre 2017, della minoranza ladina in Alto Adige a quella tedesca.85
83 Legge Costituzionale n. 2 del 2001, aggiornata al 27.08.2003, disponibile al link: https://www.consiglio.provincia.tn.it/leggi-e-archivi/codice-provinciale/Pages/legge.aspx?uid=6456 - visitato il 10.04.2019
84 Per maggiori dettagli consultare Pescosta W., I ladini nelle proposte di riforma degli Statuti, op. cit.
85 Sull’avvenuta equiparazione: Redazione Giornale Trentino, Minoranze, i ladini come i tedeschi, op. cit. e Redazione Giornale Il Gazzettino, Cambia lo Statuto, la minoranza ladina equiparata a
1.3.2 Ladini in provincia di Belluno
I Ladini della provincia di Belluno, ossia i ladini del Fodom, Colle Santa Lucia e Ampezzo, per lungo tempo non hanno visto riconosciuta la loro specificità linguistica e culturale se non in modo generico dalla Costituzione (articoli 3 e 6) e dallo Statuto della Provincia di Belluno. Il primo riconoscimento specifico da parte della Regione Veneto avvenne nel 1983,86 quando fu varata una legge per favorire la
valorizzazione della cultura ladina, poi abrogata dall'articolo 7 della legge regionale 23 dicembre 1994, n. 73,87 che invece è tuttora in vigore. Essa garantisce ai ladini
bellunesi fondi destinati a finanziare attività culturali proposte da associazioni private che si occupano di promozione della minoranza. A seguito di questa legge presso le scuole elementari di Ampezzo è stato attivato un progetto sperimentale, concernente la “Valorizzazione e salvaguardia del patrimonio culturale e linguistico dell’isola alloglotta di Sauris” di lingua ladina. La già citata legge 482 del 1999 per la tutela delle minoranze linguistiche storiche ha reso possibile l’adozione di misure riguardanti l’introduzione del ladino nelle scuole, che altrimenti sarebbero state sottoposte alla regolamentazione scolastica e ai programmi vigenti per il restante territorio nazionale, nei mass media e nella pubblica amministrazione.88 Lo
stanziamento di fondi specifici per i comuni ladini bellunesi previsto a partire dal 1999 è stato meno efficace di quanto sperato a causa del fatto che ben 35 comuni - oltre ai tre storici di Livinallongo, Santa Lucia e Ampezzo - si sono dichiarati ladini e hanno ottenuto l’inserimento nella delimitazione territoriale dell’area ladina bellunese (delibera provinciale 30/244 del 2001). In questo modo è stato necessario dividere i fondi tra molti più comuni di quelli inizialmente previsti. Per distinguersi dagli altri, i comuni ladini storici del bellunese hanno creato un consorzio e hanno iniziato a presentare separatamente i propri progetti.89 Nel 2004 i fondi ottenuti sono
stati utilizzati per istituire a Colle Santa Lucia un nuovo Istituto Culturale Ladino
Cesa de Jan.90 Nel 2016 la regione Veneto aveva adottato la legge regionale
86 Legge regionale 23 dicembre 1983, n. 60 (BUR n. 61/1983), disponibile al link: http://www.consiglioveneto.it/crvportal/leggi/1983/83lr0060.html?numLegge=60&annoLegge=1983 &tipoLegge=Alr - visitato il 10.04.2019
87 Legge regionale 23 dicembre 1994, n. 73, disponibile al link: http://www.consiglioveneto.it/crvportal/leggi/1994/94lr0073.html - visitato il 10.04.2019
88 Palla L., Evoluzione Storica, op. cit., pag. 88
89 Pescosta W., Storia dei ladini delle Dolomiti, op.cit., pag. 532
28/2016,91 per permettere una migliore applicazione della Convenzione Quadro
delle Minoranze Nazionali in favore dei ladini residenti sul suo territorio, ma essa è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale con sentenza numero 81 del 2018. La Corte ha sottolineato come non sia consentito al legislatore regionale configurare o rappresentare la “propria” comunità in quanto tale come “minoranza”, perché riconoscere tale potere al legislatore regionale significherebbe introdurre un elemento di frammentazione nella comunità nazionale contrario agli articoli 2, 3, 5 e 6 della Costituzione. Si è quindi ancora lontani rispetto alle tutele garantite ai ladini del Trentino-Alto Adige.