5. GLI IMPATTI SULLA POSIZIONE COMPETITIVA: INDUSTRIA DELLA
5.9. Le azioni per il contenimento delle emissioni inquinanti già
Gli sforzi sostenuti dall’industria cartaria nella riduzione delle emissioni inquinanti dirette ed indirette sono stati notevoli già prima dell’emanazione della Direttiva 2003/87/CE, soprattutto negli anni 1998-2002.
Gli investimenti realizzati nel periodo hanno avuto ad oggetto principalmente tre interventi, in linea con quanto si è mediamente verificato sul piano europeo: l’introduzione degli impianti di cogenerazione, la sostituzione dei combustibili fossili con altre fonti di energia meno inquinanti ed il rimpiazzo delle tecnologie obsolete con altre in grado di migliorare l’efficienza energetica dei processi produttivi.
A supporto di ciò, si faccia riferimento alla tabella 5.11, che riporta i capitali investiti dall’industria cartaria nei diversi paesi europei per il periodo 2000-2002. Si evince che l’Italia nel 2000-2001 è stata seconda solo alla Svezia, paese a produzione cartaria elevata e impegnata fortemente sul fronte ambientale, mentre nel 2002 detiene il primato europeo.
Tab. 5.11 : capitale investito nell’industria cartaria dei paesi CEPI, periodo 2000-2002, milioni di euro Paesi 2000 2001 2002 Var. % 2001-2002 Austria 167 277 364 314 Belgio n.d. n.d. n.d. - Danimarca n.d. n.d. n.d. - Finlandia 975 1.234 700 -43,3 Francia 457 n.d. n.d. - Germania 798 890 770 -13,5 Grecia n.d n.d. n.d. - Irlanda n.d n.d. n.d. - Italia 848 1.018 914 -10,2 Paesi Bassi n.d. n.d. n.d. - Portogallo 580 510 515 1 Spagna 228 270 225 -16,8 Svezia 601 786 672 -14,5 Gran Bretagna 312 264 278 5,5 Repubblica Ceca 53 60 69 -15,3 Ungheria n.d. n.d. n.d. - Norvegia 125 108 102 -5,6 Repubblica Slovacchia 21 53 57 6,5 Svizzera n.d. n.d. n.d. -
Totale Paesi CEPI 5.165 5.470 4.666 -14,7
Alla luce di ciò, è utile discutere più dettagliatamente le tre tipologie di intervento realizzate dal settore.
5.9.1 La cogenerazione nell’industria cartaria nazionale
La cogenerazione rappresenta il metodo di autoproduzione energetica più diffuso nel settore cartario nazionale. Il contributo offerto nella riduzione dei consumi di energia (con conseguente riduzione della bolletta energetica) e delle emissioni inquinanti è significativo.
Nel dettaglio, attraverso la cogenerazione, l’industria cartaria è riuscita a far fronte in modo economicamente efficiente:
¾ alla duplice necessità di produrre vapore (indispensabile per lo svolgimento delle operazioni di asciugatura del semilavorato) ed energia elettrica (necessaria per azionare motori e pompe). Allo stato attuale il settore soddisfa autonomamente circa il 50% dei suoi fabbisogni energetici ed ha ridotto di un terzo il consumo di energia da fonti convenzionali;
¾ alle perdite di energia tipiche di un sistema energetico a produzione separata.
Inoltre, attraverso la cogenerazione si sono aperte nuove opportunità di guadagno. Infatti, il recentissimo decreto a parziale recepimento della Direttiva 2004/8/CE ha riconosciuto alle imprese che hanno investito in cogenerazione ad alto rendimento159 il diritto ad emettere certificati bianchi. Sotto il profilo ambientale, l’industria ha registrato una riduzione complessiva delle emissioni inquinanti (dirette più indirette), con vantaggi significativi in termini di benessere sociale. In particolare, a livello di industria, ad un aumento delle emissioni dirette si è associata una riduzione più che proporzionale di quelle indirette160. Non è possibile sostenere lo stesso spostando l’analisi alla singola impresa. A livello disaggregato, infatti, si è assistito inevitabilmente ad un aumento delle emissioni dirette in alcuni casi superiore alla riduzione delle emissioni indirette. La giustificazione ad una situazione simile è di immediata percezione: la produzione di energia elettrica in house genera emissioni dirette più elevate rispetto ad uno scenario in cui l’energia fosse completamente reperita all’esterno. È su questo punto che le associazioni di categoria hanno insistito (con successo) per ottenere un
159 I parametri in base ai quali la cogenerazione può dirsi ad alto rendimento sono stati definiti in Italia dalla Delibera 42/02 dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas. La Direttiva 2004/8/Ce inoltre al punto 11 della premessa stabilisce che un impianto di cogenerazione può definirsi ad alto rendimento se il risparmio di energia primaria supera il 10 per cento.
160 È stato stimato che passando da un impianto a ciclo semplice ad uno a ciclo combinato, a parità di domanda, si possono evitare emissioni inquinanti fino a 3,7 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.
quantitativo di permessi di emissione commisurato alle esigenze di ogni singolo impianto, incoraggiando quindi un’analisi disaggregata in sede di ripartizione dei carichi di riduzione.
Box 5.2: la cogenerazione in Italia
5.9.2 La sostituzione dei combustibili fossili con il gas naturale ed altre fonti energetiche
Il settore ha avviato diversi interventi per la conversione, quasi totale, dei propri impianti di produzione, principalmente attraverso la sostituzione dell’olio combustibile con il gas naturale.
Tabella 5.12: intensità energetiche del settore (consumo finale di energia/valore aggiunto concatenato, anno di riferimento 2000, tep/milioni di euro)
Fonte: Enea (2006), Rapporto Energia Ambiente 2005, Roma.
1990 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Gas naturale 73,63 107,06 110,99 115,66 114,02 117,06 118,54 117,80 121,60 127,17 128,43 126,12 Prodotti petroliferi 27,60 22,93 25,22 26,06 27,77 13,44 11,55 13,76 13,87 15,21 17,43 16,42 Olio combustibile 25,77 21,24 23,02 24,17 26,00 11,40 9,57 12,01 11,95 12,83 14,39 13,65 Gasolio 1,19 1,10 1,68 1,20 1,01 1,46 1,41 1,18 1,43 1,79 2,30 2,04 Energia elettrica 50,81 54,89 58,66 61,41 60,75 62,30 63,32 64,01 66,61 70,62 69,96 69,72 Totale 152,16 185,68 195,45 203,60 202,93 192,81 193,63 195,67 202,20 213,01 215,83 212,26 Il D.lgs 20/2007 sulla cogenerazione
La Direttiva 2004/8/CE è stata recepita dall’Italia per mezzo del recentissimo D.lgs n. 20 dell’8 febbraio 2007, che ha riconosciuto alla cogenerazione ad alto rendimento (la modalità maggiormente impiegata dalle imprese cartarie per l’autoproduzione di energia) un ruolo specifico nelle politiche ambientali del Paese. Tuttavia il recepimento della direttiva non è ancora completo ed è in fase di elaborazione un nuovo decreto ministeriale con l’obiettivo di eliminare le incertezze del quadro regolatorio attuale. Basti pensare che il documento di programmazione finanziaria 2007 non ha previsto sostegni economici per la produzione di energia elettrica da fonti diverse dalle rinnovabili. Sotto il profilo fiscale inoltre le imprese che hanno realizzato impianti di cogenerazione non hanno visto riconoscersi un meccanismo di esazione sulla potenza di soccorso generata.
La tabella 5.12 evidenzia molto chiaramente i risultati raggiunti dal 1998 in poi: l’intensità energetica associata ai prodotti petroliferi e all’olio combustibile si è ridotta drasticamente, passando rispettivamente da 27,77 a 16,42 e da 26 a 13,65. Come contropartita si è assistito ad un aumento dell’intensità energetica del gas naturale, il cui valore è aumentato da 114,02 a 126,12, la cui combustione, è bene ricordare, genera in ogni modo quantità inferiori di CO2.
Gli impianti ad olio combustibile ancora in funzione sono impiegati quasi esclusivamente in situazioni straordinarie, ossia nei casi di interruzione temporanea della fornitura di gas o qualora l’impianto sia posizionato in un’area in cui è impossibile l’allaccio alla rete dei metanodotti.
È da ricordare, inoltre, che lo 0,5 per cento dell’energia elettrica è prodotta attraverso fonti rinnovabili, vale a dire idroelettrico e biomassa e che, a differenza di quanto già accaduto nella maggior parte dei paesi europei, non sono ancora stati valorizzati sotto il profilo energetico i fanghi da cartiera.
5.9.3 L’aumento dell’efficienza energetica dei processi produttivi
Il settore ha realizzato importanti interventi per l’aumento dell’efficienza energetica nei processi produttivi. Iniziative di questo tipo sono state dettate dalla necessità di ridurre i costi di approvvigionamento, che incidono sui costi totali del settore per più del 30 per cento rispetto alla media europea, e di rendere, di conseguenza, il settore più competitivo sullo scenario europeo ed internazionale. Ad oggi i livelli di efficienza energetica raggiunti dal comparto sono in linea con i valori di riferimento indicati dal BAT Reference Report di settore. La tabella 5.8 fornisce i necessari dati di supporto: nuovamente si osserva come dal 1997 al 2005 l’intensità energetica totale sia diminuita drasticamente per una percentuale pari a circa il 6,6 per cento (nonostante i piccoli aumenti registrati per il triennio 2001-2003). Parallelamente si è ridotta l’intensità energetica per prodotto di una percentuale pari a circa il 12 per cento dal 2000 al 2006 come mostra il grafico 5.9.
Accanto ad un miglioramento sostanziale sotto il profilo energetico si è affiancato però un aumento della produzione di residui per unità di prodotto, che pone problemi importanti di smaltimento, ma anche opportunità concrete legate alle possibilità di recupero.
In sostanza, la cogenerazione, la conversione degli impianti e l’aumento dell’efficienza energetica dei processi produttivi sono da considerarsi delle early actions, frutto però di una situazione congiunturale, non replicabile con la stessa portata nell’immediato futuro. Di questo aspetto si dovrebbe tenere conto in sede di attribuzione degli impegni di riduzione a meno di non voler compromettere la competitività del settore: i margini di miglioramento dell’industria in termini ambientali sono limitati, almeno nel breve-medio
termine. Nei fatti, i PNA per i periodi 2005-2007 e 2008-2012, come sarà argomentato più dettagliatamente nel paragrafo 5.12, ne hanno riconosciuto solo una parte.
Grafico 5.9 : impiego di energia per unità prodotta
Fonte: Assocarta (2007), Le attività di Assocarta nel 2006, pubblicazioni Assocarta