..Chrislus nauti est nabìs. Venite adorantis *.
Pójdicie, uwielbiajmy Tego, który rodzi sif Oilwiecznie i Ojca: Bóg z Boga, SwialloSi ze Swiatloici, Bóg prawdziwy, wspólisloiny Ojcu
— leu, ..przez klórego wszyslko s if sialo~ (por. / I, 3).
Pójdicie, uii'ielbiajmy Narodzonego r Dziewày — slowo Boga.
Oli dia nas i dia naszego zbawienia slal sif cilowiektem za sprawq Duclia Swiflego — Odwiecznie Narodzouy z Ojca.
raz jeden rodzi sif jako Czlowiek, przychodzi na Swiat jako Niemoiflf w> noe betlejemskq.
Rokrocznic czctmy tf Noe, a Dzien, który po niej przvehodzi.
jesl dia nas Swifly:
„Venìle adoremtis".
Pójdicie, uwielbiajmy Poczi/lek naszego Odknplenla.
Odkttpil nas bowiem: ..dal nani moc, byimy stali sif svitanti tioiymi" (por. lamie, w. 12).
Odkupii lo znaczy: równoczeénie oddai Bogu czlowieka i Boga cztoiviekowi.
Odkupic lo znaczy: róu’noczeinie przywróeié czlowieka samemu sobie
— n> samytit sobie nie jest on bowiem kint iittiym, jak lytko obrazetn i podobietislwem Boga.
I przez lo jesl wlainie czlowiekiem.
Odkupienie dokonelo sif h* czasie.
Swifly jesl dia nas dzien, w klórym narodzil s if Chryslus — Poczqtek naszego Odkupìenia.
I swifly jest dia nas czas, iv klórym dokonalo sif nasze Odkupienie przez krzyz i zmarlwychwslanie Chrystinul.
Dlalego lei pragniemy szczególnie poiwifdC Bogu czas:
przyszly rok, który niesie z sobq. zgodnie z Iradycyjnq dalq, lysiqc dziewifésel pifédziesiqlq roeznicf Odkupienia naszego.
Podobnie jak rok 193J — bfdzie lo dia nas znóur lubileusz naszego Odkupienia.
Proszf ii'os bardzo. drodzy Brada i Sioslry.
abyicie jui dzisiaj, od bellejentskiego zlóbka.
palrzyli z wiurq, nadziejq i miloiciq ... izu, który przed numi sif atu'icra
S S s s » ws" »
macchina — scrisse don Fedel — e ci scampi dal pericolo ... ». A Na
tale 1942 il giornale era a copie duecentomila, in via di aumento ...
La vecchia rotativa continuava a farcela « per grazia ricevuta », sem
pre ansimando. Il 23 giugno 1943 il conte Dalla Torre declinava le sue responsabilità con una lettera alla Segreteria di Stato e con un'altra al Direttore Amministrativo: « Gli incidenti occorsi alla rotativa con conseguente ritardo del giornale
— scriveva — mi ha persuaso una volta di più che la macchina non può resistere a lungo allo sforzo cui è quotidianamente sottoposta dopo dodici anni di lavoro, e cioè quando avrebbe maggior bisogno di riposo e di cure. Lo stesso m ac
chinista non esclude l'eventualità di un serio guasto improvviso. Lei comprende che, dovendo la m ac
china durare almeno un anno, sa
rebbe ingiustificabile verso i Supe
riori e il pubblico una sospensione de L'O sservatore Rom ano dovuta infine a un sovraccarico di lavo
ro ... ». Eccetera, « con tanti cor
diali saluti » ... Cose da far saltare un po' i nervi all'amministratore, stretto tra la burocrazia e la guerra. Ci volle ancora parec
chio tempo per sbloccare la si
tuazione. Una nuova crisi bellica fermò ( ... « per fortuna ») il gior
nale nel 1943 e la rotativa potè nel frattempo avere respiro e rat
toppo.
/ frequenti viaggi papali in tutte le p arti del mondo hanno im pegnato sem pre più la stam pa e i vari « m edia » d'inform azione e com unicazione.
Un biglietto di Federico Alessandrini, già Vice D irettore de L'O sservatore Ro
mano, a conferm a dei rapporti d i am icizia intercorrenti tra la Redazione del giornale e la Com unità salesiana.
P O N T I F I C I A C O M M I S S I O N E PER LE C O M U N I C A Z I O N I SOCI ALI
SALA STAM PA DELLA SA N TA SEDE
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Quando si trattò d'ottenere una stampatrice Rotocalco, l'avventu
ra non fu diversa. Il 10 novembre 1946 si riconobbe che essa era
« assolutamente necessaria » e la Segreteria di Stato ne sollecitò l'acquisto. Due anni dopo, la prati
ca giaceva ancora avvolta nel mi
stero. Il 6 gennaio 1949, nel dì dell'Epifania, Pio XII ricevette i sale
siani in udienza. Amministratori e tecnici fecero presente al Papa la necessità della macchina. « M a io
— dichiarò Pio XII — ho già dato quest'ordine da tempo! ... ». E con ciò fu il Papa in persona a liberare quell'iniziativa che, comunque, ebbe compimento solo dopo qua
si un decennio quando, il primo ottobre 1958, ebbero finalmente inizio i lavori d'installazione. « Mi dica lei — era sbottato a dire un giorno il direttore dei salesiani a monsignor Montini — se un'Am ministrazione seria può andare avanti con questi ritmi e a queste condizioni ».
A compensare un po' le am a
rezze burocratiche intervenne un bel giorno anche Papa Roncalli.
L'O sservatore Rom ano aveva ap
pena compiuto il primo secolo di vita ed entrava nel secondo con difficoltà finanziarie sia a livello tecnico, sia a livello redazionale.
Ricevendo i salesiani, i redattori, le maestranze, Giovanni XXIII s'in
trattenne a parlare con ognuno e si rese conto delle difficoltà. Era il primo luglio 1961. Fin dal febbraio antecedente tra il Sostituto alla Se
greteria di Stato mons. Angelo Dell'Acqua, il Direttore dell'O s
servatore Rom ano R. Manzini, e il Direttore salesiano don Savino Zagaria, era stato concertato un piano a favore del giornale, da sot
toporre al Papa stesso. La morte dei cardinali D. Tardini, Segretario di Stato (30 luglio 1961), e N. Canali (3 agosto 1961) non facilitò le cose.
Il 21 novembre i Direttori Manzini e Zagaria salirono di nuovo in Se
greteria di Stato a riaffrontare i problemi con il nuovo titolare, car
dinale Amleto Cicognani. Venti
cinque giorni dopo (15 dicembre
1961) il cardinale com unicava ai salesiani che « Sua Santità Giovan
ni XXIII aveva concesso un consi
stente finanziamento per l'acqui
sto di nuove macchine a L'O s
servatore Rom ano ». Le pratiche relative furono immediatamente intraprese.
Tra vecchio e nuovo il giornale vaticano andava così verso gli anni '70 con un supporto tecnico abba
stanza efficiente per quel tempo.
Alla rotativa facevano da spalla 13 linotypes, di cui una titoliera e un'altra adattabile a titoliera. De
putati al servizio erano i reparti
« adrem isti », « ab b onam enti »,
« spedizioni ». Importantissimo il primo, che dal 1940 circa fino agli inizi degli anni '80 gestì l'archi
vio abbonati su targhette confe
zionate da macchine punzonatrici Adrem a (da cui il nome « adremi
sti »); e che fu sempre tenuto ag
giornato con opportune migliorie e aggiunte. Gli altri reparti (aggior
namento abbonati, spedizione del giornale) vennero a loro volta sem
pre meglio organizzati e attrezzati;
e poiché l'invio del giornale in più lingue e in tutto il mondo creava ovvi problemi tecnici ed econom i
ci, si provvide in una prima fase ad automatizzare i vari settori intro
ducendo un elaboratore « Bur- roughs » nel reparto abbonamenti, per la gestione archivi e per la stampa degli indirizzi su modulo continuo; e una macchina cellofa- natrice « Sitma », computerizzata, nel reparto spedizioni. In tal modo sui costi di spedizione furono con
seguiti notevolissimi risparmi. In una seconda fase si progettò l'au
tomazione di altri uffici (magazzi
no, contabilità, fatturazione, archi
vio storico, archivio fotografico) e l'introduzione della fotocomposi
zione, che in fase empirica fu adot
tata fin dal 1976 e che oggi è final
mente in allestimento. A livello
La Cappella di S. Pellegrino
e l'ed ificio de « L'O sservatore Romano », oggi sede della Direzione e Redazione del giornale.
lonne, i criteri d'impaginazione, le condizioni d'abbonamento, le av
vertenze per le inserzioni, le mo
dalità di pagamento ... ed eguale anche il gerente responsabile, Pier Luigi De Sanctis, almeno per qual
che settimana. Rimaneva eguale anche la sede, in Via del Corso 286; e la tipografia degli eredi Paterno. Dopo qualche tempo, L'Osservatore Romano passò alla tipografia Battelli.
- Fino al 1871 L'Osservatore Ro
mano ha sede in Via dei Crociferi.
- Nel 1871 passa a Palazzo del giornalistico. Rimase a Palazzo del Bufalo fino al 1873. Poi passò a impianti tipografici, idonei alle necessità e allo sviluppo del gior L'Osservatore Romano assume più nettamente la qualifica di por
tavoce della Santa Sede, fermo restando che di questa sono « or
gano ufficiale » gli Acta Apostoii- cae Sedis.
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