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Boze Narodzenie 1982

Nel documento don bosco in vaticano (pagine 181-185)

..Chrislus nauti est nabìs. Venite adorantis *.

Pójdicie, uwielbiajmy Tego, który rodzi sif Oilwiecznie i Ojca: Bóg z Boga, SwialloSi ze Swiatloici, Bóg prawdziwy, wspólisloiny Ojcu

— leu, ..przez klórego wszyslko s if sialo~ (por. / I, 3).

Pójdicie, uii'ielbiajmy Narodzonego r Dziewày — slowo Boga.

Oli dia nas i dia naszego zbawienia slal sif cilowiektem za sprawq Duclia Swiflego — Odwiecznie Narodzouy z Ojca.

raz jeden rodzi sif jako Czlowiek, przychodzi na Swiat jako Niemoiflf w> noe betlejemskq.

Rokrocznic czctmy tf Noe, a Dzien, który po niej przvehodzi.

jesl dia nas Swifly:

„Venìle adoremtis".

Pójdicie, uwielbiajmy Poczi/lek naszego Odknplenla.

Odkttpil nas bowiem: ..dal nani moc, byimy stali sif svitanti tioiymi" (por. lamie, w. 12).

Odkupii lo znaczy: równoczeénie oddai Bogu czlowieka i Boga cztoiviekowi.

Odkupic lo znaczy: róu’noczeinie przywróeié czlowieka samemu sobie

— n> samytit sobie nie jest on bowiem kint iittiym, jak lytko obrazetn i podobietislwem Boga.

I przez lo jesl wlainie czlowiekiem.

Odkupienie dokonelo sif h* czasie.

Swifly jesl dia nas dzien, w klórym narodzil s if Chryslus — Poczqtek naszego Odkupìenia.

I swifly jest dia nas czas, iv klórym dokonalo sif nasze Odkupienie przez krzyz i zmarlwychwslanie Chrystinul.

Dlalego lei pragniemy szczególnie poiwifdC Bogu czas:

przyszly rok, który niesie z sobq. zgodnie z Iradycyjnq dalq, lysiqc dziewifésel pifédziesiqlq roeznicf Odkupienia naszego.

Podobnie jak rok 193J — bfdzie lo dia nas znóur lubileusz naszego Odkupienia.

Proszf ii'os bardzo. drodzy Brada i Sioslry.

abyicie jui dzisiaj, od bellejentskiego zlóbka.

palrzyli z wiurq, nadziejq i miloiciq ... izu, który przed numi sif atu'icra

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macchina — scrisse don Fedel — e ci scampi dal pericolo ... ». A Na­

tale 1942 il giornale era a copie duecentomila, in via di aumento ...

La vecchia rotativa continuava a farcela « per grazia ricevuta », sem­

pre ansimando. Il 23 giugno 1943 il conte Dalla Torre declinava le sue responsabilità con una lettera alla Segreteria di Stato e con un'altra al Direttore Amministrativo: « Gli incidenti occorsi alla rotativa con conseguente ritardo del giornale

— scriveva — mi ha persuaso una volta di più che la macchina non può resistere a lungo allo sforzo cui è quotidianamente sottoposta dopo dodici anni di lavoro, e cioè quando avrebbe maggior bisogno di riposo e di cure. Lo stesso m ac­

chinista non esclude l'eventualità di un serio guasto improvviso. Lei comprende che, dovendo la m ac­

china durare almeno un anno, sa­

rebbe ingiustificabile verso i Supe­

riori e il pubblico una sospensione de L'O sservatore Rom ano dovuta infine a un sovraccarico di lavo­

ro ... ». Eccetera, « con tanti cor­

diali saluti » ... Cose da far saltare un po' i nervi all'amministratore, stretto tra la burocrazia e la guerra. Ci volle ancora parec­

chio tempo per sbloccare la si­

tuazione. Una nuova crisi bellica fermò ( ... « per fortuna ») il gior­

nale nel 1943 e la rotativa potè nel frattempo avere respiro e rat­

toppo.

/ frequenti viaggi papali in tutte le p arti del mondo hanno im pegnato sem pre più la stam pa e i vari « m edia » d'inform azione e com unicazione.

Un biglietto di Federico Alessandrini, già Vice D irettore de L'O sservatore Ro­

mano, a conferm a dei rapporti d i am icizia intercorrenti tra la Redazione del giornale e la Com unità salesiana.

P O N T I F I C I A C O M M I S S I O N E PER LE C O M U N I C A Z I O N I SOCI ALI

SALA STAM PA DELLA SA N TA SEDE

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Quando si trattò d'ottenere una stampatrice Rotocalco, l'avventu­

ra non fu diversa. Il 10 novembre 1946 si riconobbe che essa era

« assolutamente necessaria » e la Segreteria di Stato ne sollecitò l'acquisto. Due anni dopo, la prati­

ca giaceva ancora avvolta nel mi­

stero. Il 6 gennaio 1949, nel dì dell'Epifania, Pio XII ricevette i sale­

siani in udienza. Amministratori e tecnici fecero presente al Papa la necessità della macchina. « M a io

— dichiarò Pio XII — ho già dato quest'ordine da tempo! ... ». E con ciò fu il Papa in persona a liberare quell'iniziativa che, comunque, ebbe compimento solo dopo qua­

si un decennio quando, il primo ottobre 1958, ebbero finalmente inizio i lavori d'installazione. « Mi dica lei — era sbottato a dire un giorno il direttore dei salesiani a monsignor Montini — se un'Am ­ ministrazione seria può andare avanti con questi ritmi e a queste condizioni ».

A compensare un po' le am a­

rezze burocratiche intervenne un bel giorno anche Papa Roncalli.

L'O sservatore Rom ano aveva ap­

pena compiuto il primo secolo di vita ed entrava nel secondo con difficoltà finanziarie sia a livello tecnico, sia a livello redazionale.

Ricevendo i salesiani, i redattori, le maestranze, Giovanni XXIII s'in­

trattenne a parlare con ognuno e si rese conto delle difficoltà. Era il primo luglio 1961. Fin dal febbraio antecedente tra il Sostituto alla Se­

greteria di Stato mons. Angelo Dell'Acqua, il Direttore dell'O s­

servatore Rom ano R. Manzini, e il Direttore salesiano don Savino Zagaria, era stato concertato un piano a favore del giornale, da sot­

toporre al Papa stesso. La morte dei cardinali D. Tardini, Segretario di Stato (30 luglio 1961), e N. Canali (3 agosto 1961) non facilitò le cose.

Il 21 novembre i Direttori Manzini e Zagaria salirono di nuovo in Se­

greteria di Stato a riaffrontare i problemi con il nuovo titolare, car­

dinale Amleto Cicognani. Venti­

cinque giorni dopo (15 dicembre

1961) il cardinale com unicava ai salesiani che « Sua Santità Giovan­

ni XXIII aveva concesso un consi­

stente finanziamento per l'acqui­

sto di nuove macchine a L'O s­

servatore Rom ano ». Le pratiche relative furono immediatamente intraprese.

Tra vecchio e nuovo il giornale vaticano andava così verso gli anni '70 con un supporto tecnico abba­

stanza efficiente per quel tempo.

Alla rotativa facevano da spalla 13 linotypes, di cui una titoliera e un'altra adattabile a titoliera. De­

putati al servizio erano i reparti

« adrem isti », « ab b onam enti »,

« spedizioni ». Importantissimo il primo, che dal 1940 circa fino agli inizi degli anni '80 gestì l'archi­

vio abbonati su targhette confe­

zionate da macchine punzonatrici Adrem a (da cui il nome « adremi­

sti »); e che fu sempre tenuto ag­

giornato con opportune migliorie e aggiunte. Gli altri reparti (aggior­

namento abbonati, spedizione del giornale) vennero a loro volta sem­

pre meglio organizzati e attrezzati;

e poiché l'invio del giornale in più lingue e in tutto il mondo creava ovvi problemi tecnici ed econom i­

ci, si provvide in una prima fase ad automatizzare i vari settori intro­

ducendo un elaboratore « Bur- roughs » nel reparto abbonamenti, per la gestione archivi e per la stampa degli indirizzi su modulo continuo; e una macchina cellofa- natrice « Sitma », computerizzata, nel reparto spedizioni. In tal modo sui costi di spedizione furono con­

seguiti notevolissimi risparmi. In una seconda fase si progettò l'au­

tomazione di altri uffici (magazzi­

no, contabilità, fatturazione, archi­

vio storico, archivio fotografico) e l'introduzione della fotocomposi­

zione, che in fase empirica fu adot­

tata fin dal 1976 e che oggi è final­

mente in allestimento. A livello

La Cappella di S. Pellegrino

e l'ed ificio de « L'O sservatore Romano », oggi sede della Direzione e Redazione del giornale.

lonne, i criteri d'impaginazione, le condizioni d'abbonamento, le av­

vertenze per le inserzioni, le mo­

dalità di pagamento ... ed eguale anche il gerente responsabile, Pier Luigi De Sanctis, almeno per qual­

che settimana. Rimaneva eguale anche la sede, in Via del Corso 286; e la tipografia degli eredi Paterno. Dopo qualche tempo, L'Osservatore Romano passò alla tipografia Battelli.

- Fino al 1871 L'Osservatore Ro­

mano ha sede in Via dei Crociferi.

- Nel 1871 passa a Palazzo del giornalistico. Rimase a Palazzo del Bufalo fino al 1873. Poi passò a impianti tipografici, idonei alle necessità e allo sviluppo del gior­ L'Osservatore Romano assume più nettamente la qualifica di por­

tavoce della Santa Sede, fermo restando che di questa sono « or­

gano ufficiale » gli Acta Apostoii- cae Sedis.

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Nel documento don bosco in vaticano (pagine 181-185)