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Il braccio correttivo: la procedura per i disavanzi eccess

2.5.7 La regola sul debito

2.6 Il braccio correttivo: la procedura per i disavanzi eccess

Il braccio correttivo del Patto di Stabilità e Crescita, attraverso la proposta di modifica COM(2010) 522, mira ad assicurare, invece, che gli Stati membri adottino politiche coerenti con le regole europee, delineando una procedura di intervento diretto a correggere l'eventuale mancato rispetto dei limiti numerici indicati nei Trattati europei.

Lo scopo è quello di evitare l’adozione di politiche di bilancio che potrebbero pregiudicare la sostenibilità delle finanze pubbliche e di conseguenza l’Unione Economica e Monetaria.

130 A tal fine, viene definita la c.d. “Procedura per disavanzi eccessivi” (Excessive Deficit Procedure - EDP), finalizzata appunto a rendere cogente il limite del 3% per il rapporto disavanzo/PIL e del 60% per il rapporto debito/PIL, qualora quest'ultimo non si stia riducendo ad un ritmo adeguato (come definito dalla nuova regola sul debito).

La procedura per i disavanzi eccessivi, definita in dettaglio nell'articolo 126 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, viene pertanto aperta quando uno Stato membro oltrepassa (o sta per oltrepassare) la soglia del 3%, oppure quando non rispetta la regola di riduzione del rapporto debito/PIL ad un ritmo soddisfacente.

Anche se la denominazione della procedura fa riferimento solo al disavanzo, essa si applica anche in caso di mancato rispetto del criterio del debito.

Il mancato rispetto del criterio del debito però non implica automaticamente l’apertura di una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti di un paese, poiché la valutazione finale tiene conto di alcuni fattori di rischio.

Prima dell'apertura di una procedura per disavanzi eccessivi, infatti, vengono presi in considerazione gli eventuali fattori rilevanti che potrebbero evitare l’applicazione della procedura, come ad esempio un peggioramento del saldo riconducibile ad eventi eccezionali, al di fuori del controllo dello Stato membro (come il caso di calamità naturali o gravi recessioni economiche), ovvero la temporaneità del superamento della soglia o la prossimità al valore di riferimento.

L'apertura di una procedura per disavanzi eccessivi è regolata con grande dettaglio e si basa sia sui risultati di finanza pubblica che sulle previsioni per il periodo di programmazione.

Qualora vi siano le condizioni, la Commissione europea predispone:

- una raccomandazione per una decisione del Consiglio europeo sull’esistenza di un deficit eccessivo;

- una raccomandazione del Consiglio europeo che sollecita lo Stato membro ad adottare le misure necessarie per correggere il deficit entro un periodo di tempo predeterminato. Lo Stato membro deve adottare le misure per correggere il deficit eccessivo entro sei mesi. Allo scadere di tale termine, la Commissione europea e il Consiglio europeo verificano le azioni intraprese dagli Stati membri, con l'obiettivo di:

- sospendere la procedura se le azioni vengono valutate idonee;

- procedere negli ulteriori stadi della procedura se invece il paese non ha fatto progressi sufficienti (o non è riuscito ad adottare azioni incisive per correggere il deficit eccessivo entro i termini stabiliti). In caso di condizioni economiche negative inaspettate che impediscono di raggiungere gli obiettivi nonostante l'adozione di azioni valutate idonee, può essere adottata una nuova raccomandazione con un termine di correzione più lungo.

131 In caso di mancata adozione di misure adeguate, possono essere deliberate ulteriori raccomandazioni, con requisiti più stringenti, o un diverso calendario per la correzione, nonché il rafforzamento delle sanzioni.

La procedura per disavanzi eccessivi viene chiusa quando il deficit eccessivo viene corretto in modo certo.

2.7 Le sanzioni

Al fine di intervenire più efficacemente sugli Stati membri dell’eurozona che violino le nuove regole del Patto di Stabilità e Crescita, la nuova governance europea interviene anche sui criteri per l'applicazione della sorveglianza di bilancio nell'area dell'euro, stabilendo un sistema progressivo di sanzioni sia nella parte preventiva che in quella correttiva169.

Per quanto riguarda la parte preventiva, deviazioni significative da una “politica di bilancio prudente” comporterebbero l'adozione da parte del Consiglio europeo di una “Raccomandazione” a carico dello Stato membro interessato diretta a sollecitare l'adozione delle necessarie misure di correzione.

In tal caso, sul paese verrebbe imposto l'obbligo di costituire un deposito fruttifero pari allo 0,2% del PIL che scatterebbe, su proposta della Commissione europea, a meno che il Consiglio europeo - entro 10 giorni - decida con maggioranza qualificata di rigettare la proposta.

Il Consiglio europeo potrebbe decidere di ridurre l’importo del deposito soltanto all’unanimità, oppure sulla base di una proposta della Commissione europea in seguito alla richiesta motivata dello Stato membro in questione.

Il deposito verrebbe restituito soltanto una volta che il Consiglio europeo abbia accertato che la situazione a seguito della quale è scattato l’obbligo di deposito sia stata sanata.

Per quanto riguarda la parte correttiva, cioè in seguito alla apertura di una procedura per disavanzi eccessivi da parte del Consiglio europeo, la Commissione europea propone la costituzione di un deposito infruttifero pari allo 0,2% del PIL, che si considera approvata dal Consiglio europeo a meno che esso non la respinga (entro 10 giorni) con voto a maggioranza qualificata degli Stati dell'area euro (non si tiene conto del voto dello Stato interessato).

Il Consiglio potrebbe ridurre l’ammontare del deposito solo all’unanimità oppure sulla base di una proposta della Commissione europea e di una richiesta motivata dello Stato membro interessato).

169 Regolamento (UE) n. 1173/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 novembre 2011,

132 Tale deposito verrebbe convertito in ammenda in caso di non osservanza della raccomandazione di correggere il disavanzo eccessivo. La sanzione sarebbe ulteriormente inasprita in caso di persistente inosservanza.

Se lo Stato membro (dell'area euro) continua a non realizzare la correzione, la multa può, quindi, essere incrementata per includere una componente variabile legata agli esercizi nei quali il paese continua ad essere al di sopra della soglia di riferimento.

In caso di mancata restituzione, le entrate derivanti da queste ammende (o dagli interessi maturati sul deposito fruttifero) verrebbero distribuite, sulla base dei rispettivi PIL, tra i paesi membri dell’area euro non sottoposti ad alcuna procedura.

Infine, da ricordare che con la riforma del 16 novembre 2011 ad opera del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, relativa all’effettiva sorveglianza di bilancio nella zona euro, viene introdotto il principio del voto a maggioranza inversa (c.d. reverse majority voting - RMV) in molte delle deliberazioni relative alla imposizione di sanzioni.

In base a tale principio, le proposte della Commissione europea di decisione del Consiglio europeo sono considerate approvate a meno che il consiglio decida, con maggioranza semplice o qualificata, di respingere le proposte della Commissione europea.

2.8 L’impatto della nuova governance economica europea sull’ordinamento