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I cambiamenti apportati alla struttura dello Stato dal “Movimento rettificativo”.

CAPITOLO 4 – IL RUOLO DEI LEGAMI COMUNITARIO CONFESSIONALI NEL SISTEMA POLITICO DI ḤĀFIZ AL-ASAD

4.1 I cambiamenti apportati alla struttura dello Stato dal “Movimento rettificativo”.

Ḥāfiz al-Asad assume le redini del potere con il colpo di Stato del 1970 e designa il cambiamento politico che lo vede protagonista “movimento rettificativo” (ḥaraka al-tasḥīḥiyya). In questo modo, Asad stabiliva una continuità con il regime ba‘thista instaurato nel ’63, ma pretendeva correggere alcune politiche portate avanti dal regime precedente254.

Affermando la necessità di ampliare le basi del regime e porre fine al radicalismo di Jadīd e del suo entourage, Asad annuncia una politica di apertura, tanto all’interno quanto nelle relazioni estere dello Stato siriano. Grazie a ciò, il putsch del 13 Novembre 1970 viene accolto con sollievo dalla popolazione siriana e suscita grandi speranze (Picard, 1980 a: 168; Perthes, 1995: 135).

Apertura (infitāḥ) in campo estero vuol dire fine dell’isolamento internazionale della Siria, soprattutto rispetto agli altri paesi arabi, conservatori e non255.

In campo interno significa innanzitutto un segnale di distensione nei confronti della borghesia imprenditoriale e commerciante attraverso una serie di misure di liberalizzazione economica (1971) volte a rilanciare l’economia siriana grazie all’intervento del settore privato, senza tuttavia rinunciare alla preponderanza del settore statale, alla pianificazione e centralizzazione amministrativa e alla linea socialista pubblicamente difesa dai responsabili ba‘thisti256.

254 Vedi Capitolo 3, paragrafo 5 per il periodo che riguarda il regime di Jadīd e una panoramica delle

politiche intraprese dal 1966 al 1970.

255 Questo si tradurrà nelle trattative per un progetto di federazione con Egitto, Libia e Sudan, l’Unione

delle Repubbliche Arabe (URA), nell’apertura ad Ovest del mercato siriano, e nell’aiuto economico delle monarchie arabe, soprattutto quella saudita, la quale rappresenterà una risorsa fondamentale dello Stato siriano per circa due decenni. Inoltre sul piano diplomatico, è necessario ricordare il processo di negoziazione con Israele nel post-’73, portato avanti tramite la mediazione statunitense. Per un maggiore approfondimento di queste tematiche vedi Picard (1980 a: 169-171; 1979 a: 664-665) e Donati (2009: 191-209).

256 Come mettono in luce Donati (2009: 87-88) e Picard (1980 a: 169), questa prima liberalizzazione

(cui seguirà quella del 1985 e del 1991) è destinata a captare gli operatori siriani, locali e espatriati, e gli investitori stranieri. Essa sarà a beneficio soprattutto della tradizionale borghesia commerciante e permetterà anche lo sviluppo di una nuova borghesia di cerniera tra il commercio di Stato e la distribuzione e intermediaria tra le compagnie straniere e le imprese dello Stato.

In secondo luogo, una (timida) apertura si registra in campo politico dove al posto del partito unico il quinto Congresso Regionale del Ba ‘th del 1971257 stabilisce

la creazione di una coalizione di partiti, la quale vedrà poi la luce l’anno successivo con il nome di Fronte Nazionale Progressista.

Le forze progressiste, che nel precedente regime erano state escluse, trovano spazio in questa formazione che raggruppa, oltre al Ba‘th, il Partito Comunista Siriano (PCS), i nasseristi dell’Unione Socialista Araba (USA) di Jamāl al-Atāsī258, e

due gruppi nati da una scissione in seno al Ba‘th - il Movimento dei socialisti unionisti arabi di ‘Abd al-Ghanī al-Qannūt – e da un scissione in seno al Movimento Socialista Arabo di Ḥawrānī (Picard, 1996: 214; Donati, 2009: 84).

La direzione generale del Fronte si compone di 17 membri, di cui 9 per il Ba‘th e due per ognuna delle altre formazioni. Il presidente del FNP è allo stesso tempo il Segretario generale del Ba‘th, Ḥāfiz al-Asad, e la sua voce prevale in caso di parità nei voti (Belhadj, 2013: 62).

Inoltre, in cambio di una sicura rappresentanza al governo e al parlamento, i partiti raggruppati in questa coalizione non possono svolgere altra attività politica che quella del Fronte ed è loro interdetto di fare propaganda nell’esercito, nelle scuole e nelle università.

La creazione del FNP259 è quindi analizzata come una strategia di cooptazione

dei partiti progressisti e di loro neutralizzazione (Picard, 1996: 214; Donati, 2009: 85), dato che alcuna attività politica non è loro permessa se non attraverso la tutela del Ba‘th260.

I partiti o i gruppi che non fanno parte del Fronte sono illegali e tra questi anche l’organizzazione dei Fratelli Musulmani siriani261.

257 Il quinto Congresso Nazionale sopprime la direzione collegiale del partito e nomina Asad unico

dirigente con l’appellativo di “leader del cammino [della Nazione]” (qā’id al-maṣīra), (Batatu, 1999: 176).

258 In realtà, l’inclusione di questi partiti nel Fronte determina una spaccatura al loro interno, per la

quale vengono create delle nuove formazioni politiche che rimangono illegali.

259 Il FNP si allarga nel 1988 con l’aggiunta del Partito Unionista Socialista Democratico di Ahmad

As‘ad e nel 1991 con l’aggiunta di altri due gruppi: il Partito della Democrazia Araba e il Partito della Solidarietà Nazionale (Picard, 1996: 214).

260 Picard riporta una interessante dichiarazione del ministro dell’informazione siriano, nella quale egli

afferma che in Siria: “essere oppositori e di sinistra è una impossibilità” (Picard, 1996: 214).

261 I limiti di questo sistema politico non hanno impedito agli esponenti del regime, tra cui il

Presidente, di affermare che in Siria esiste un pluralismo politico. Vedi oltre e paragrafo 3 per ulteriori approfondimenti.

I cambiamenti strutturali che Asad adotta per consolidare e legittimare il suo potere determinano la creazione di uno Stato forte e centralizzato, in grado di affermarsi come attore di primo piano in ambito internazionale e di raggiungere un grado incomparabile di longevità sul piano interno. Asad amava definirsi “un uomo delle istituzioni” (Donati, 2009: 73) ma molti parlano di Asad stesso come “istituzione” portante dello Stato siriano, e questo non solo perché nel sistema di governo da lui fondato la Presidenza della Repubblica assume un ruolo chiave e racchiude molte funzioni. La dipendenza di tipo personale che legava alla sua figura le cariche più importanti dello Stato e delle varie istituzioni (e organizzazioni ausiliarie) e la capacità di impedire la formazioni di altri centri di potere all’interno dello Stato, hanno fatto in modo che il suo fosse interpretato come un potere di tipo personalistico, definito una “monarchia presidenziale” o una “presidenza assoluta” (Hinnebusch, 1990: 145 ; Perthes, 1995: 139).

Asad reintroduce l’istituzione parlamentare che era stata soppressa durante il periodo della cosiddetta dittatura ba‘thista (1966-1970)262, mentre un’assemblea

costituente è incaricata di redigere una nuova Costituzione. In accordo con la Costituzione del 1969, la quale stabilisce che il Presidente della Repubblica sia eletto tramite referendum in seguito all’approvazione della sua candidatura da parte delle istanze dirigenti del partito Ba‘th263, Asad viene eletto alla presidenza e il 12 Marzo

1971 s’installa nelle sua nuova funzione.

La nuova Costituzione che viene resa pubblica agli inizi del 1973 e approvata per referendum nel Marzo dello stesso anno264 stabilisce la predominanza della figura

del Presidente della Repubblica in seno alle istituzioni dello Stato.

262 L’istituzione parlamentare introdotta nel periodo mandatario rimane in vigore durante il periodo

dell’Unione con l’Egitto (con il nome di Assemblea Nazionale), viene sostituita dopo la separazione del 1961 dal Consiglio Nazionale della Rivoluzione e viene poi soppressa durante il periodo della cosiddetta dittatura ba‘thista (1966-1970).

263 Allo stesso modo, anche nella Costituzione del 1973 il Presidente deve essere eletto tramite

referendum popolare. La candidatura deve essere nominata dal Parlamento su proposta del Comando Regionale del partito Ba‘th. La Costituzione non stabilisce esplicitamente che il Presidente della Repubblica debba essere il segretario generale del Partito, ma la Carta del FNP stabilisce che “il presidente della Repubblica, segretario generale del partito arabo socialista Ba‘th, è anche il presidente del Fronte” (Perthes, 1995: 140).

264 Quando il testo della Costituzione viene reso pubblico suscita le proteste dell’ambiente religioso a

causa della mancata menzione dell’Islam come religione di Stato. Di fronte all’agitazione, viene deciso di introdurre l’articolo 3, il quale stabilisce che l’Islam sia la religione del Presidente della Repubblica.

Il Presidente, oltre ad essere il Segretario regionale e nazionale del partito Ba‘th ed essere a capo del FNP, è infatti il comandante supremo delle forze armate e presiede il Consiglio Superiore della magistratura. Egli è a capo dell’esecutivo e, in consultazione con il Consiglio dei Ministri, definisce le linee politiche del governo.

Il suo potere di nomina è esteso all’insieme della funzione pubblica e dell’esercito (primo ministro, ministri del governo e deputati, ufficiali delle forze armate, alti funzionari civili) (Perthes, 1995: 139). Egli nomina anche i vice- presidenti, il presidente e gli altri membri della Alta Corte costituzionale e designa l’insieme dei ministri del governo. Pubblica decreti e ordinanze e legifera nel caso in cui l’Assemblea del Popolo (il Parlamento) non sia in sessione, o anche senza partecipazione parlamentare, se le circostanze lo esigono (Perthes, 1994: 348). Ha il potere di opporsi non solo alle leggi adottate in Parlamento – che ha il potere di dissolvere – ma anche a un emendamento della Costituzione votato dal quorum richiesto di due terzi dei deputati.

Né l’Assemblea del Popolo, né il governo, né la Alta Corte costituzionale rappresentano in sostanza dei contro-poteri (Belhadj, 2013: 62-63).

La Costituzione del 1973 sancisce che il potere legislativo sia in mano all’Assemblea del Popolo e che i suoi membri siano eletti a suffragio universale e diretto265.

Allo stesso tempo, decretando la supremazia del Ba‘th in quanto “partito dirigente della società e dello Stato”266, viene stabilito che almeno una metà dei seggi

sia ad esso assegnata in ogni scrutinio267. Aggiungendo a questi seggi quelli riservati

al Fronte Nazionale Progressista, i risultati delle sette elezioni legislative tenutesi dal 1973 al 1998 hanno sempre assicurato al Ba‘th e ai suoi alleati una maggioranza di circa due terzi dei seggi (Belhadj, 2013: 264-65; Donati, 2009: 87; Ghalioun, 2007: 683).

Al di fuori del Fronte, i canditati possono concorrere solo su base individuale, senza essere affiliati a nessun partito e vengono quindi definiti “indipendenti”.

265 Articolo 50 della Costituzione.

266 Articolo 8, soppresso nella nuova Costituzione del 2012.

267 La Costituzione stabilisce che almeno una metà dei seggi sia assegnata a “contadini e operai”

(articolo 53), categoria che comprende anche gli impiegati del settore pubblico. Nonostante questo non implichi necessariamente l’appartenenza al Ba‘th, di fatto così è avvenuto fin dalle prime elezioni (Belhadj, 2013: 265; Donati, 2009: 86).

Queste restrizioni imposte allo svolgimento del gioco elettorale268 portano

Belhadj a definire il sistema siriano come semi-concorrenziale. Egli afferma che, nonostante non possa essere ritenuto concorrenziale, questo sistema mantiene comunque un margine di apertura che varia in base al numero dei candidati indipendenti eletti e il modo secondo il quale si stabiliscono le liste dei candidati del partito Ba‘th e dei suoi alleati (Belhadj, 2013: 267).

La funzione dirigente del Partito è mantenuta benché temperata da un pluralismo limitato e controllato. Dopo aver acconsentito a formare un Fronte Nazionale Progressista, le forze d’opposizione sono integrate nel gioco politico. La costituzione del 1973 rappresenta una messa in regola di questo nuovo ordine di subordinazione, il quale si regge su due principi consustanziali: il primo è l’egemonia del Ba‘th in seno al sistema politico; il secondo è l’egemonia del Presidente della Repubblica in seno al sistema governativo (Belhadj, 2013: 83).

La creazione del Fronte e l’introduzione del nuovo sistema elettorale non possono essere considerati solo un escamotage volto a creare una facciata di democraticità e di pluralismo nel sistema politico.

Essi possono essere ritenuti degli strumenti di cooptazione delle altre forze politichee un modo per regolare i conflitti in seno all’élite e diversificare la base del regime (Donati, 2009: 87), oltre ad essere lo stesso processo elettorale un modo per diffondere gli slogan del regime, mettere ai margini i gruppi di opposizione e dare l’immagine di un’unanimità apparente (Picard, 1980 a: 176).

Come mette in luce Belhadj: “sotto Asad, direzione e regime politici hanno in comune la loro natura autoritaria. Ciò vuol dire che le regole formali che inquadrano la competizione politica non permettono a quest’ultima di essere liberamente concorrenziale, implicando così la limitazione sensibile del pluralismo. Siamo in presenza di un regime nel quale l’esecutivo non è controllato da un organo rappresentativo eletto, e in seno al quale la selezione delle élites politiche si opera principalmente seguendo le regole che reggono ciò che fu in un altro momento un

268 Belhadj sottolinea come la supervisione delle elezioni sia sempre delegata ad una commissione

ba‘thista e che i candidati del FNP godono di vantaggi sostanziosi durante la campagna elettorale (possibilità di fare campagna elettorale in seno a sindacati e organizzazioni professionali, parziale rimborso delle spese e copertura da parte dei media nazionali della loro campagna) (Belhadj, 2013: 266).

arena secondaria, ossia il Partito. Conseguentemente, la via d’accesso al controllo e alle risorse politiche si ritrova ristretta e sempre più regolata da un meccanismo cooptativo” (Belhadj, 2013: 74).

In effetti, i poteri del Parlamento siriano sono molto limitati ed esso piuttosto che essere un contro-potere all’esecutivo risulta essere un organo consultativo, di stampo corporatista, che serve come forum per i rappresentanti dei diversi gruppi funzionali269 per discutere i loro specifici interessi a un livello nazionale (Perthes,

1992 b: 18).

Senza superare le “linee rosse” degli argomenti riguardanti la figura del Presidente e le sue prerogative, il Parlamento è un luogo di discussione delle leggi e dell’azione del governo nel campo dell’economia e dei servizi, e per portare all’attenzione i problemi locali (Perthes, 1994: 348).

La maggiore funzione del Parlamento è quella di rappresentare diversi interessi, locali e di gruppo, non di diventare un corpo decisionale autonomo. Essere deputato non apre una carriera, piuttosto si diviene deputato dal momento che già si occupa un posto nel sistema del potere (Donati, 2009: 86).

Secondo Perthes: “il Parlamento è il luogo nel quale i deputati costruiscono e coltivano connessioni, forniscono una mediazione per la propria clientela ed elettorato, portano all’attenzione problemi locali dimenticati. [..] Un deputato che è maggiormente vicino al regime può essere un mediatore più efficace che un altro con tendenze di opposizione” (Perthes, 1992 b: 18; 1994: 349).

Inoltre, in maniera progressiva – ad esclusione dell’anno in cui le elezioni si svolgono in un clima di forte crisi interna (1981) – un allargamento del Parlamento attraverso l’introduzione di seggi supplementari permette di ampliare lo spazio politico a disposizione delle altre categorie sociali, senza scalfire la maggioranza assicurata del Ba‘th e del FNP. Questo sviluppo rispecchia la necessità di includere di volta in volta nuove élite sociali, attraverso lo spazio che determinati individui vanno ad occupare all’interno del sistema, al fine di difendere gli interessi di un settore specifico all’interno del quadro del regime270 (Belhadj, 2013: 270-71).

269 Sul concetto del sistema di Asad in quanto sistema corporatista vedi paragrafo 3.

270 La riforma parlamentare siriana viene intesa da Perthes come una strategia corporativa rispondente

sia alle domande politiche di partecipazione che alla domanda tecnica di organizzare una società sempre più complessa (Perthes, 1992 b: 18). Le elezioni del 1990 sono quelle che testimoniano il maggiore ampliamento del parlamento e l’inclusione di numerosi gruppi prima di allora non erano rappresentati all’interno delle istituzioni ba‘thiste. Parallelamente ad un’ulteriore tappa del processo di

4.2 Le istituzioni dello Stato instaurato da Asad: Partito, Esercito,