PREMESSE STORICHE ALL’ASCESA DEL PARTITO BA‘TH (1920-1963)
2.3 Il processo che porta all’indipendenza
Il 17 Aprile nel calendario siriano è un giorno di festa, ‘īd al-jalā’ (“Festa dell’evacuazione”) in cui si commemora per l’appunto l’evacuazione nel 1946 delle ultime truppe francesi dal territorio siriano. Nell’arco del quarto di secolo circa di dominio mandatario le strade del Libano e della Siria si erano sempre più divise portando alla definitiva istituzione di due Stati indipendenti.
Ripercorriamo brevemente il processo che porterà all’indipendenza dello Stato siriano, segnalandone le tappe fondamentali al fine di far emergere le forze politiche che si delineano all’interno di questo processo e che saranno alla base dei successivi sviluppi dello Stato siriano e della problematica di nostro interesse.
L’opposizione locale al potere mandatario si manifesta in maniera diversa nel primo decennio di governo francese e nel periodo successivo che arriva fino all’ottenimento dell’indipendenza. La prima fase è caratterizzata infatti da un confronto diretto tra la leadership nazionalista e i francesi e culmina con la rivolta del 1925-27, che ha inizio nella regione drusa ma che si estende poi all’insieme del territorio nazionale.
Al termine di questa rivolta, violentemente repressa dai francesi, la potenza mandataria e la leadership nazionalista tenteranno di trovare l’accordo su una
modalità di gestione congiunta del territorio siriano, fino ad allora sotto il controllo diretto della potenza francese110.
La leadership nazionalista siriana era raggruppata in una formazione politica denominata Blocco Nazionale.
Professionisti, intellettuali, proprietari terrieri, grandi commercianti e notabili dell’élite urbana costituivano il nucleo di questa formazione politica, diretta nel Nord della Siria dall’aleppino Ibrāhīm Hanānū, famoso per le sue attività di ribellione al Mandato, e nel Centro-Sud da Hāshim al-Atāsī, primo ministro del governo di Fayṣal nella sua fase finale (Petran, 1972: 67).
Questa fase del movimento nazionalista è diretta da figure politiche appartenenti alle classi alte e provenenti dalle stesse famiglie che avevano tradizionalmente avuto ruoli politici anche nel periodo dell’Impero Ottomano.
Nelle sue analisi sul periodo mandatario, lo storico Philip Khoury (Khoury, 1983; 1987) mette in evidenza con chiarezza la continuità della vita politica tra il periodo ottomano e quello mandatario. I rappresentanti della corrente nazionalista che dominerà la vita politica siriana fino agli anni sessanta provenivano dalle importanti famiglie di notabili che già avevano avuto un ruolo di intermediari tra il governo e il popolo al tempo dell’Impero Ottomano e sostanzialmente manterranno questo ruolo anche durante il periodo mandatario.
Khoury rimarca la continuità della classe politica al potere in Siria nel periodo ottomano e in quello mandatario:
“La continuità della vita politica nasceva da una certa similarità di forme. Parigi, come Istanbul erano un distante overlord. Per poter governare, i Francesi, come gli Ottomani prima di loro, dovevano dipendere su influenti notabili locali che potessero agire come intermediari tra il governo e la società. In virtù del loro tradizionale status nella società, della loro educazione e precedente esperienza amministrativa, i notabili in genere provenivano dalle famiglie delle classi alte” (Khoury, 1987: 619).
L’unica differenza tra il periodo ottomano e quello francese fu la sostanziale illegittimità del potere mandatario, a causa della quale questa classe di notabili
110 Così con molte difficoltà ed esitazioni si arriverà alle elezioni e alla formazione di un governo
cittadini fu spinta a tentare di trasferire le redini del potere nelle proprie mani a danno dei francesi111.
Al Marzo del 1932 datano le prime elezioni generali che portano all’investitura di un governo misto di nazionalisti e moderati (al-Kiyālī, 1997: 68)112.
La strategia nazionalista, dopo gli eventi del 1925-27, non tende più ad un confronto diretto con la potenza francese ma ad un progressivo riconoscimento delle prerogative nazionali. Tra il 1933 e il 1936 i nazionalisti e i francesi negoziano le condizioni di un trattato che avrebbe dovuto sancire l’ottenimento dell’indipendenza entro un determinato periodo di tempo, permettendo al contempo alla Francia di preservare i suoi interessi in loco.
Il trattato firmato nel 1936 da una delegazione siriana113 recatasi a Parigi e i
rappresentanti del Fronte Popolare guidato da Léon Blum prendeva a modello il trattato anglo-iracheno del 1930. Il trattato del 1936 prevedeva un periodo di transizione di 3 anni nel quale il governo siriano avrebbe governato in maniera congiunta con l’Alto Commissariato francese e stabiliva la reintegrazione delle zone alawita e drusa allo Stato siriano attribuendo tuttavia un regime amministrativo speciale a queste regioni114.
Le elezioni del 1936 in Siria testimoniano una vittoria schiacciante dei nazionalisti rappresentati dal Blocco Nazionale e l’elezione a Presidente della Repubblica di Hāshim al-Atāsī.
Tuttavia, le speranze dei siriani di vedere a breve realizzato il sogno dell’indipendenza saranno ben presto deluse dall’opposizione francese a ratificare il trattato del 1936, opposizione scatenata dal cambiamento di governo in Francia legato al rapido declino del Fronte Popolare. La cessione del distretto di Alessandretta ai Turchi nel 1939 e le misure straordinarie prese dal governo francese
111 La classe politica che guida la Siria all’indipendenza è quindi la classe alta dei grandi proprietari
terrieri e burocrati, almeno fino al secondo conflitto mondiale quando le condizioni imposte dalla guerra danneggiano le rendite dei grandi proprietari terrieri e determinano al contempo uno sviluppo del settore industriale. Al livello politico questo si tradurrà con una maggiore visibilità e peso della classe commerciante e imprenditoriale all’interno della leadership nazionalista del Blocco Nazionale.
112 Per moderati si intendono figure politiche più vicine al potere mandatario.
113 La delegazione siriana era capeggiata da Hāshim al-Atāsī, presidente del Blocco Nazionale. 114 Il trattato prevedeva la collaborazione tra Francia e Siria in politica estera e nelle questioni che
riguardavano gli interessi condivisi, così come prevedeva la messa in atto del trasferimento di responsabilità al governo siriano ma il mantenimento per la potenza francese di alcuni contingenti militari in territorio siriano. Il trattato sarebbe stato in vigore per 25 anni.
a causa dell’approssimarsi del conflitto mondiale, frustrano le aspettative siriane e portano alla dimissione del governo dei nazionalisti.
Nuovamente, nel 1939, la Francia assume il controllo diretto del territorio siriano e impone una amministrazione separata alle diverse province.
Preoccupata dall’intensificarsi dell’influenza tedesca nella regione medio orientale, specialmente dopo la rivolta di Rashīd ‘Alī al-Kaylānī in Iraq, la Gran Bretagna insieme alle truppe della Francia Libera invade e occupa il territorio siro- libanese nel Giugno del 1941 e, per procurasi il sostegno popolare a questa occupazione, le due potenze promettono e assicurano l’indipendenza senza condizioni dei due Stati libanese e siriano115.
Ancora una volta tuttavia si tratta di mere promesse che la Francia in stato di guerra non ha alcuna intenzione di mettere in atto, soprattutto dal momento che intende guidare la transizione all’indipendenza dei due paesi, cercando di mantenere almeno in parte i privilegi che aveva acquisito in quanto potenza mandataria nella zona.
Rimandata la questione al momento in cui si fosse conclusa la guerra, la Francia si rivela esitante anche dopo la fine del conflitto. Solo le pressioni della Gran Bretagna, e poi di Stati Uniti e Unione Sovietica porteranno infine all’evacuazione dell’esercito francese nell’arco del 1946, nonostante la proclamazione dell’indipendenza siriana e libanese fosse avvenuta già da qualche anno.