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L’instaurazione della potenza mandataria in Siria e la suddivisione del territorio

PREMESSE STORICHE ALL’ASCESA DEL PARTITO BA‘TH (1920-1963)

2.1 L’instaurazione della potenza mandataria in Siria e la suddivisione del territorio

79 Khoury, P. S. (1983; 19837), Longrigg, S. H. (1958), Raouf, W. (1984), Donati, C. (2009), Ṣāghiye,

Ḥ. (2012), Kiyālī al-, N. (1997), Dīb, K. (2011), Picard, E. (1980 a), Raymond, A. (1980), Carré, O. (1980), Petran, T. (1972), Seale, P. (1987), Mervin, S. (2006), Méouchy, N. (2006), Charīf, M. (2006), Eldar, D. (1993), Weulersse, J. (1940).

Al tempo dell’Impero Ottomano le province arabe vicino orientali facevano parte di una regione percepita come unitaria e denominata Bilād al-Shām80. All’interno di questa regione abitavano numerose comunità etniche e confessionali il cui rapporto con l’autorità centrale dell’Impero era gestito con il sistema delle millet, un sistema che garantiva loro una parziale autonomia nella cornice della sottomissione all’autorità imperiale. Il sultano ottomano, che portava anche il titolo di Califfo, era il rappresentante della grande Comunità dei Credenti (l’Islam sunnita a cui apparteneva la maggioranza della popolazione). Mentre le comunità cristiane ed ebraica avevano diritto a uno statuto particolare, che garantiva loro una certa autonomia in campo giuridico per quel che concerne lo statuto personale e la gestione delle proprietà ecclesiastiche, le altre comunità musulmane dell’Impero (sciiti, alawiti, drusi, ismailiti, yazidi) sottostavano alla giurisdizione islamica relativa per lo più alla scuola di diritto hanafita81, nella cornice del rapporto specifico

dell’Islam che possiamo definire ortodosso con le varie comunità eterodosse dello stesso.

Questa distinzione comunitaria non metteva in dubbio né l’autorità e il potere politico del Sultano, né l’appartenenza delle varie comunità all’entità unitaria ottomana, ma serviva a gestire lo specifico rapporto tra affiliazioni parziali e affiliazione generale all’Impero, garantendo a ciascuna comunità un margine di autonomia.

Con la caduta e la disgregazione dell’Impero la sorte della regione del Bilād al-Shām rimane appesa al filo delle politiche e delle ingerenze straniere, molto più che essere il risultato delle spinte e dei processi che stavano avvenendo all’interno della popolazione a maggioranza araba che abitava queste province.

Le conseguenze della prima guerra mondiale e l’istituzione del sistema mandatario influenzeranno in maniera imprescindibile i processi in atto per la costituzione delle nuove entità politiche emergenti sulle ceneri dell’Impero, ossia gli Stati nazionali moderni (Raymond, 1980: 55).

80 La regione storica del Bilād al-Shām comprende gli attuali Stati del Libano, Siria, Giordania,

Palestina e Israele, la regione sud occidentale della Turchia e parte della provincia irachena di Mossul.

81 La scuola di diritto (madhhab) hanafita è una delle quattro scuole giuridiche riconosciute nell’Islam

L’idea di uno Stato arabo unitario che comprendesse le antiche province ottomane Vicino orientali si era costituita all’interno del movimento nazionalista arabo che si andava delineando agli inizi del ‘900. Essa si nutriva tuttavia anche delle macchinazioni della potenza britannica propensa a colpire l’Impero dall’interno, ossia spingendo le popolazioni arabe alla rivolta. Questa politica è storicamente documentato dal cosiddetto carteggio Ḥusayn-MacMahon82.

A partire dalla sconfitta e dallo smembramento dell’Impero Ottomano la storia delle province del Bilad ash-Shām avanza su binari che scorrono paralleli: da una parte, i progetti e le ambizioni delle potenze europee vincitrici, dall’altra, le aspirazioni della popolazione locale all’indipendenza e alla creazione di uno Stato arabo moderno e unitario.

Gli accordi segreti tra Francia e Inghilterra, conosciuti come accordi di Sykes-Picot (Maggio 1916), avevano già diviso queste province in zone d’influenza tra le due potenze, accordando ad alcune di esse uno statuto particolare di dominazione diretta francese o inglese83.

Le successive conferenze di Parigi (Gennaio 1919- Agosto 1920) e di San Remo (Aprile 1920), cui sono legati i trattati di Versailles (Gennaio 1919) e di Sèvres (Agosto 1920), condurranno alla creazione della Società delle Nazioni e all’istituzione del sistema mandatario e sanciranno il nuovo statuto dei territori arabi del Vicino Oriente. Questi ex territori dell’Impero Ottomano venivano considerati non erano ancora “pronti” per l’indipendenza. Nell’ottica della Carta della Società delle Nazioni le potenze mandatarie si assumevano quindi il compito di preparare e guidare queste giovani nazioni alla maturità politica e amministrativa necessaria per l’ottenimento dell’indipendenza84.

Mentre la sorte delle province arabe veniva decisa in Europa tra le potenze vincitrici del conflitto, a Damasco era entrato con le sue truppe il figlio dello Sharīf

82 Parte del carteggio è riportata in traduzione francese in Raouf (Raouf, 1984: 339-346).

83 Negli accordi i territori arabi venivano divisi in: zona di dominazione diretta francese,

comprendente la Cilicia e la regione costiera del mediterraneo (da Alessandretta alla costa meridionale dell’attuale stato libanese); zona di influenza francese: quasi tutto il territorio siriano attuale eccetto la costa e parte della provincia di Damasco e la provincia di Mossul; zona di dominazione diretta inglese: gli attuali Stati dell’Iraq e del Kuwait; zona di influenza inglese: si estendeva dai confini tra la Palestina e il Sinai fino ai confini con l’Iran a est e comprendendo gli attuali Stati di Giordania, Qatar, Bahrein ed Emirati Arabi (Dīb, 2011: 41-42).

Ḥusayn di Mecca85, Fayṣal, alimentando le speranze della popolazione locale nella

creazione di un regno arabo indipendente.

Il Congresso Nazionale Siriano convocato a Damasco nel Luglio del 1919 stabiliva la creazione di uno Stato Siriano indipendente che comprendesse le regioni della Siria Storica (Bilād al-Shām) (Dīb, 2011: 38) e rifiutava il riconoscimento degli accordi di Sykes-Picot e della dichiarazione di Balfour del 191786. Il Congresso

inoltre garantiva a Fayṣal legittimità come re della Siria.

Questi provvedimenti saranno del tutto ignorati dalle potenze europee riunitesi a San Remo e il Regno di Fayṣal non verrà mai da costoro ufficialmente riconosciuto87.

Il regno arabo del principe hashemita88 era destinato ad una vita breve. I

francesi, poco inclini a qualsiasi compromesso, cercavano solo il modo di prendere definitivamente il controllo dei territori che erano stati loro destinati in quanto potenza mandataria. Nel Luglio del 1920 il generale Gouraud, a capo dell’amministrazione francese in Siria, lanciava un ultimatum a Fayṣal nel quale venivano poste 5 condizioni alle quali sarebbe seguito l’intervento armato nel caso non venissero soddisfatte89.

Essendo riusciti a rafforzare la loro presenza armata in territorio siriano grazie all’arrivo dei reggimenti che si trovavano in Cilicia90, le truppe francesi erano ormai

in grado di muoversi alla conquista del territorio siriano e di imporre il loro dominio. Fayṣal, considerando forse impossibile una vittoria contro l’esercito francese, accetta all’ultimo momento le condizioni dell’ultimatum ma i francesi, con la scusa dell’incompleta messa in atto delle condizioni dello stesso e reagendo ad un attacco

85 Ḥussayn bin ‘Alī al-Hāshimī, governatore di Mecca durante l’Impero Ottomano la cui leadership

traeva legittimità dalle origini della sua famiglia che venivano fatte risalire al profeta Maometto.

86 La dichiarazione di Balfour stabiliva l’appoggio britannico alla creazione di un focolare/nucleo

nazionale ebraico in terra palestinese.

87 La posizione della Gran Bretagna a questo proposito è molto ambigua: pur mantenendo rapporti con

il movimento nazionalista arabo non esita a retrocedere dal territorio siro-libanese per lasciare spazio alla potenza francese come stabilito dagli accordi.

88 Dal nome Hāshimi che denotava il legame di parentela con il profeta Maometto.

89 Le 5 condizioni erano le seguenti: completo controllo francese della linea ferroviaria Kayak-Aleppo

e occupazione della città di Aleppo; abolizione della coscrizione all’esercito hashemita; accettazione del mandato francese; l’uso della moneta siriana sarebbe stato deciso dalla Francia; la punizione di coloro che fossero stati ritenuti responsabili di attentati alla Francia (Eldar, 1993: 478-504).

90 Questi reggimenti erano stati rimossi dalla Cilicia in seguito al raggiungimento di un accordo tra la

che era stato perpetrato ai danni del proprio contingente stazionato a Tell Qal’a (nei pressi di Ḥoms), decidono per l’intervento armato e avanzano verso Damasco91.

L’esercito siriano intervenuto per contrastare le forze francesi viene sconfitto nella famosa battaglia di Mayṣalūn92 nel Luglio del 1920 e Fayṣal è costretto

all’esilio, lasciando il campo all’instaurazione del sistema mandatario.

Nella Carta della Società delle Nazioni si definivano alcune comunità che erano appartenute all’Impero Ottomano come aventi raggiunto uno stadio di sviluppo che permetteva loro di aspirare a una completa autonomia, previa una fase provvisoria nella quale avrebbero subito la tutela di alcune nazioni “più avanzate” con lo scopo di dare loro aiuto e consiglio93.

In quanto missione temporanea, il mandato avrebbe dovuto escludere un intervento diretto della potenza mandataria negli affari interni del paese interessato. Nella realtà la Francia mise in atto un sistema che sottometteva i paesi ad essa assegnati ad una tutela così invasiva da assomigliare molto di più a un regime coloniale che al sistema previsto dalla Carta del Mandato (Raymond, 1980: 68).

La cooperazione con le forze locali per la gestione del territorio e l’instaurazione delle istituzioni democratiche si trasformò nella messa in atto di un controllo diretto della vita politica (ed economica) siriana da parte della potenza mandataria, lasciando poco o nessuno spazio alle iniziative di movimenti, partiti e figure politiche locali94.

91 Dan Eldar (1993) nel suo saggio sottolinea come la volontà della Francia fosse quella di instaurare

un governo diretto piuttosto che mantenere Faysal come regnante della regione. Per questo motivo le politiche francesi puntavano a mettere alle strette il monarca al fine di arrivare alla sua destituzione e quindi all’abolizione del suo regime.

92 Regione situata circa 12 chilometri a ovest di Damasco.

93 Raymond così descrive in questa pagina le obbligazioni contenute nella Carta: “la voce di queste

comunità doveva essere presa in considerazione nelle scelte delle potenze mandatarie. Il testo della Carta prevedeva nel dettaglio i diritti e gli obblighi delle potenze mandatarie. La Francia avrebbe dovuto nell’arco di tre anni mettere a punto una legge organica per la Siria e il Libano e garantire il loro sviluppo progressivo verso l’indipendenza; essa avrebbe avuto la responsabilità della difesa e delle relazioni estere dei due paesi; avrebbe dovuto vigilare affinché alcuna parte del territorio della Siria e del Libano fosse alienato o posto sotto il controllo di una potenza straniera; avrebbe dovuto assicurarsi che delle garanzie fossero accordate per lo statuto personale e il diritto religioso degli individui” (Raymond, 1980: 68).

94 Un sistema di Consigli Rappresentativi avrebbe dovuto avere il compito di guidare la vita politica

sotto tutela francese. In realtà, questi Consigli non avevano un reale potere decisionale, legislativo ed esecutivo. Questi poteri rimanevano nelle mani della potenza mandataria, la quale imponeva a capo di questi Consigli personaggi sottoposti alla propria politica. Per maggiori dettagli vedi (Longrigg, 1958: 128 e seguenti).

Anche i successivi tentativi di stabilire una Costituzione e le elezioni che nell’ultima fase del Mandato porteranno alla vittoria del Blocco Nazionale95, non

garantiranno una partecipazione effettiva dei politici siriani all’amministrazione e al governo del territorio96.

Ai fini del nostro studio l’aspetto più rilevante da mettere in luce in quanto determinante per il futuro dell’unità nazionale siriana e del rapporto di questa con le varie componenti comunitarie è quello che ruota attorno alle divisioni territoriali sancite dalla potenza mandataria francese sulle regioni dell’antico territorio del Bilād al-Shām che rientravano sotto la sua sfera di influenza.

Seguendo il classico adagio del divide et impera, giustificato in questo caso dalla propaganda che faceva della Francia il difensore dei diritti delle minoranze, l’amministrazione mandataria nel 1920 ricavava 5 Stati dal territorio assegnatole in mandato: il Grande Libano97, lo Stato di Damasco, di Aleppo (cui apparteneva con

uno statuto speciale il distretto di Alessandretta98), lo Stato Alawita e quello Druso99.

Questa divisione si aggiunge a quelle operate negli anni immediatamente precedenti sul territorio della Siria storica da Francia e Inghilterra, le quali avevano assegnato la regione palestinese e la Transgiordania (poi regno di Giordania) alla potenza britannica, isolando la Siria e imponendole dei confini artificiali che impedivano il passaggio di merci e persone100.

L’obiettivo delle potenze straniere e nello specifico dell’amministrazione francese in territorio siriano era quello di contenere e isolare il movimento

95 Su questo tema vedi prossimo paragrafo.

96 Alcuni autori sostengono che fino agli ultimi anni del Mandato, i politici siriani furono talmente

impegnati nella sfera politica all’interno della quale si battevano per la conquista dell’indipendenza da tralasciare le questioni di ordine socio-economico. Di questa lacuna soffriranno anche nel periodo immediatamente successivo all’indipendenza. Nella tesi di Khoury il ristretto spazio che la Francia lasciò agli esponenti nazionalisti e quindi la scarsa esperienza di questi nella gestione degli affari nazionali sarà una delle determinanti della inettitudine di cui diede prova il Blocco Nazionale quando andò al potere (Khoury, 1987: 621-622).

97 Il Grande Libano unisce alla provincia ottomana del Monte Libano le città di Tripoli, Beirut, Sidone

e Tiro e la zona della Beqā‘.

98 Il distretto di Alessandretta (in arabo Iskanderūn) verrà ceduto dalla Francia alla Turchia nel 1939,

tradendo l’articolo n° 4 della Carta del mandato, il quale stipulava il rispetto dell’integrità territoriale da parte della nazione mandataria nei confronti dei territori sotto mandato (al-Kiyālī, 1997: 43).

99 Gli Stati Druso e Alawita verranno ufficialmente proclamati autonomi nel 1922. Inoltre alla regione

della Jazīra, nel nord-est del paese, veniva garantito uno statuto speciale. Per la regione alawita vedi prossimi paragrafi.

100 Inoltre la città di Aleppo veniva tagliata fuori dal suo entroterra, ceduto ai nuovi Stati turco e

nazionalista, di fiaccare lo stesso sentimento nazionalista presso la popolazione e rafforzare il proprio dominio puntando sull’appoggio delle minoranze, delle quali incoraggiava le spinte autonomiste.

Nell’enfatizzare le differenze comunitarie e le aspirazioni di queste all’autonomia, la potenza mandataria metteva in atto una politica funzionale alla gestione del territorio poiché puntava alla creazione di entità territoriali regionali che fossero dipendenti politicamente e materialmente dalla sua autorità.

Il discorso della protezione delle minoranze sul quale la Francia si appoggiava era una strategia di vecchia data che aveva nelle Capitolazioni il suo antecedente storico. Si trattava di un intreccio di interessi che trovava in questo discorso uno strumento efficace per estendere l’influenza europea sulle popolazioni Vicino orientali, fin dal tempo dell’Impero ottomano101.

All’opposto di questo discorso si situa quello nazionalista, il quale faceva appello all’unitarietà della regione del Bilād al-Shām e condannava l’arbitraria suddivisione della regione che si era basata sugli interessi strategici delle potenze europee.

Nella popolazione locale la suddivisione del territorio aveva rappresentato uno shock, dal momento che venivano imposti confini artificiali tra popolazioni e famiglie che erano abituate a vivere all’interno di una cornice unitaria e a spostarsi liberamente tra queste zone.

Quando nel 1919 sul principio dell’autodeterminazione dei popoli venne istituita dall’amministrazione statunitense l’inchiesta King-Crane – volta a sondare le richieste e le rivendicazioni della popolazione locale nel contesto della progettazione del sistema mandatario –, i rappresentanti siriani del Congresso Nazionale espressero la richiesta di vedere garantita l’unità e l’integrità territoriale della regione del Bilād al-Shām o Siria Storica102.

101 Così Raymond descrive gli interessi della Francia nelle regioni Vicino orientali: “quelli della

Francia si basavano su una tradizione secolare di protezione delle comunità cristiane che era stata rinvigorita nel XIX secolo da uno sforzo tenace di sviluppo delle missioni religiose e delle istituzioni d’insegnamento, in particolare in Libano. Una politica non meno vigorosamente orientata di investimenti finanziari ed economici (in particolare nel campo ferroviario e delle installazioni portuarie) aveva dato una forte impronta materiale a questi legami culturali: l’espansione degli interessi francesi nella sericoltura siriana, alla quale gli uomini d’affari lionesi fornivano le sementi (graines) e dalla quale prendevano la seta, costituisce un esempio particolarmente significativo di questa penetrazione” (Raymond, 1980: 56).

102Vedi ad esempio (al-Kiyālī, 1997: 34-35) e (Dīb, 2011: 38-39). I risultati di questa inchiesta che era

Le aspirazioni e progetti del nascente movimento nazionalista e dell’entourage di Fayṣal – il cui regno lascerà un’impronta indelebile nella coscienza storica araba – venivano quindi doppiamente delusi dalla potenza mandataria che stabiliva ulteriori frammentazioni all’interno del territorio già amputato che avrebbe dovuto raggiungere l’indipendenza con il nome di Stato siriano circa mezzo secolo più tardi.

La creazione dei due Stati alawita e druso su base comunitaria, quella del Libano con le sue specifiche caratteristiche comunitario-confessionali e la parcellizzazione del territorio in entità a statuto speciale, lascerà profonde tracce sul futuro della Siria e del Libano che si svilupperanno come Stati indipendenti.

Le spaccature createsi nel tessuto sociale e l’aspra competizione per la conquista del potere politico e delle risorse avrebbero determinato la creazione del sistema confessionale in Libano e le difficoltà dell’amministrazione di stampo nazionalista nella gestione della Siria indipendente.