CAP 3 LA PRESA DEL POTERE DA PARTE DEL BA’TH E L’EMERGERE IN SUPERFICIE DELL’ASPETTO COMUNITARIO –
3.1 L’istituzione militare e il partito Ba‘th come veicoli di cambiamento e di integrazione delle minoranze periferiche
Nel capitolo precedente abbiamo delineato le trasformazioni in atto nella società siriana che sono alla base della progressiva ascesa dei partiti progressisti/radicali e del contemporaneo declino della tradizionale leadership dei grandi notabili urbani. Tra questi partiti, abbiamo delineato l’ideologia e le tappe dell’ascesa del Ba‘th in quanto destinato ad avere un ruolo egemone nella successiva
203 Le nostre principali fonti per questo tipo di analisi sono le opere di Itamar Rabinovich (1972),
Nikolaos Van Dam (1996) e Hanna Batatu (1999) e le testimonianze scritte che alcuni protagonisti degli eventi (Jalāl al-Sayyid, 1973; Samī al-Jundī, 1969; Munīf al-Razzāz, 1967; Muṭā‘ al-Ṣafadī 1964; Muṣṭafā Ṭlass, 2003; 2006) hanno lasciato nelle loro memorie.
storia siriana. Nonostante, come vedremo nei prossimi paragrafi, il ruolo dei militari sia fondamentale per spiegare le ragioni dell’ascesa del partito ba‘thista ai vertici dello Stato siriano, ritenere l’8 Marzo del 1963 un mero colpo di Stato militare è comunque riduttivo. Il Ba‘th divenne il veicolo di un cambiamento di sistema, e questo perché nonostante i suoi limiti e difetti, possedeva rispetto alle altre forze un potenziale politico maggiore.
Il Ba‘th aveva forgiato una ideologia capace di essere un polo di attrazione per una vasta componente della società siriana, grazie all’unione del nazionalismo panarabo alle rivendicazioni di stampo socialista204. Inoltre, esso aveva costituito un
quadro di intellettuali e di ufficiali reclutati dalle masse rurali, dai quali avrebbe preso forma l’élite ba‘thista post 1963 e aveva sviluppato negli anni cinquanta una organizzazione in grado di forgiare una vasta coalizione di forze e di superare i divari regionali, comunitari e ruralo-urbani (Hinnebusch, 1990: 117) .
Se dall’indipendenza al 1963, escluso l’intermezzo della RAU, i partiti che avevano governato il sistema politico siriano rappresentavano gli interessi dei grandi notabili urbani, il colpo di Stato del 1963 rappresenta una svolta innanzitutto perché vede l’ascesa al potere di un partito progressista che si pone come obiettivo un radicale cambiamento della società e del sistema politico.
Il colpo di Stato del 1963 è inoltre un punto di svolta nella storia della politica siriana per altri due motivi che riguardano la composizione sociale dell’élite al potere. Per la prima volta nella storia di questo paese, prende il potere un gruppo composto da elementi di origine rurale e minoritaria, rovesciando il tradizionale rapporto di dominio della città sulla campagna che aveva contraddistinto la storia siriana fino a quel momento.
Un analisi che voglia quindi interpretare le cause e la portata di questo colpo di Stato e la struttura del regime che esso instaura deve necessariamente tenete conto di tre fattori: il ruolo dei militari205, il rapporto città-campagna e l’origine minoritaria
di un gran numero dei suoi membri206.
204L’ideologia panarabista e quindi l’identificazione con la grande nazione Araba era maggiormente
sentita rispetto all’identificazione con lo Stato nazionale siriano, creatura arbitraria nata dalle divisioni del periodo mandatario. In competizione con il partito comunista sul terreno delle riforme sociali, il Ba‘th aveva il vantaggio rispetto ad esso di proporre un’ideologia nazionalista che aveva un presa sicuramente maggiore rispetto a quella dell’internazionale comunista.
Il rapporto città-campagna è alla base dei testi di Hinnebusch (1990) e di Batatu (1999).
Nell’analisi del primo, il profondo conflitto città-campagna e le modalità con le quali il regime ba‘thista assume il potere, vengono considerati i fattori determinanti la sua ideologia populista e il carattere autoritario del suo governo.
Per Hinnebusch infatti il concetto chiave capace di dare la visione più adeguata dell’ascesa, stabilità e natura del regime siriano è il populismo autoritario (authoritarian populism) (Hinnebusch, 1990: 1-2).
Il populismo autoritario viene considerato come un aspetto caratteristico del mondo post-coloniale, un particolare tipo di soluzione alle sfide che affrontarono i nuovi Stati incorporati come attori secondari nel sistema internazionale e dipendenti dal capitalismo globale. Esso cercava di stabilire l’autorità di uno Stato forte e autonomo dalle classi dominanti e dalle potenze esterne e cercava di lanciare uno sviluppo economico nazionale volto ad allentare la dipendenza e subordinare agli scopi populisti le forze capitaliste (Hinnebusch, 1990: 2).
I regimi autoritari207 devono essere distinti secondo il nostro autore in base ai
particolari interessi sociali che modellano il loro orientamento ideologico. Mentre quelli conservatori originano nel tentativo delle classi dominanti di bloccare le minacce ai loro privilegi che vengono dal basso, la variante populista si origina nella lotta nazionalista contro l’imperialismo e dalle rivolte della classe media o bassa e spesso dalla periferia, contro l’ordine delle classi alte.
Basandosi sulle teorie di Huntington (1968), Malloy (1977) e Almond e Powell (1978), Hinnebusch sostiene che l’autoritarismo populista cerca di escludere la vecchia oligarchia dal potere e sfida gli interessi dominanti nel nome del nazionalismo e dell’uguaglianza (Hinnebusch, 1990: 2).
Alle origini di uno Stato populista-autoritario vi è una rivolta contro l’establishment al potere che produce una rottura sostanziale con il passato ma si ferma prima di una rivoluzione di massa dal basso. Se questo tipo di rivolta ha luogo
206Vedremo più avanti alcuni dati riguardanti le percentuali della presenza minoritaria nelle compagini
del Partito, mentre nel prossimo capitolo analizzeremo più nel dettaglio la composizione del governo e del Partito durante il regime di Ḥāfiz al-Asad.
207 Per Stato autoritario Hinnebusch intende un regime che si costituisce con la concentrazione del
potere decisionale nelle mani di una piccola élite, spesso guidata da un leader personalistico e spesso militare. Questi regimi governano con il supporto dell’esercito, attraverso la burocrazia, con una tolleranza minima del pluralismo e con pochi meccanismi di accountability (Hinnebusch,1990: 2).
con qualcosa di meno della mobilitazione massiva di una grande rivoluzione, allo stesso tempo il suo successo dipende da una coalizione più ampia di una semplice fazione di ufficiali o di un ristretto gruppo di intellettuali. Hinnebusch sostiene che l’ascesa ba‘thista al potere è un esempio di una forma di coalizione anti-oligarchica tra classi medie radicalizzate, incluso elementi strategici del corpo ufficiali, e segmenti politicizzati della classe contadina, che produce o si sviluppa attorno una leadership populista e questa combinazione dipende dall’incidenza della crisi e del conflitto nella società (Hinnebusch, 1990: 3).
Secondo questa prospettiva, le condizioni politiche e socio-economiche della Siria post-indipendenza permettono di interpretare il colpo di Stato militare del 1963 come espressione dell’avanzamento della classe media e di una rivolta contadina.
L’élite tradizionale che prende il comando della Siria indipendente è incapace di diventare veramente rappresentativa dello Stato siriano208, manca di legami
sufficientemente estesi con le varie componenti della società siriana e, prevalentemente cittadina, non si fa carico della modernizzazione e dello sviluppo agricolo, ma impone sulle campagne il suo giogo oppressivo.
Allo stesso tempo, gli esiti della penetrazione capitalista avviata nel secolo precedente provocano una rottura dei legami tradizionali e creano al contempo nuove forze sociali, capaci di contestare poi l’ordine vigente. La diffusione dell’educazione e dell’impiego negli apparati statali, la creazione di una timida borghesia imprenditoriale e di una classe media salariata, oltre alla proletarizzazione delle campagne, formano una classe media dalle aspirazioni crescenti ma schiacciata dall’ordine dell’élite tradizionale al potere.
La frustrazione delle classi medie si trasforma in una minaccia all’ordine stabilito quando diventa una nuova e strategica forza sociale in grado di articolare le istanze dell’ambiente rurale nell’arena politica e di unire il malcontento della classe media salariata urbana a quello delle campagne.
La radicalizzazione delle forze armate è un altro fattore importante all’interno delle condizioni in grado di generare un regime di stampo populista autoritario. Questa radicalizzazione può avvenire solo se le forze armate risultano autonome dalle classi dominanti tradizionali e se esse vengono reclutate tra la nuova classe
media o tra gli strati ancora più bassi. Queste erano le condizioni in Siria, dove l’istituzione militare era un luogo di reclutamento degli strati più bassi della popolazione e prevalentemente rurali ed era anche diventata un terreno di diffusione delle ideologie radicali. A questo si deve aggiungere che le forti pressioni esterne sul paese e il ruolo sempre più preponderante dei militari avevano fatto di questa istituzione la principale forza in grado di attuare riforme radicali.
I rapidi cambiamenti sociali, la mancanza di legittimità del sistema politico tradizionale209, la coalizione tra classe media e componente rurale, rappresentata
dallo stesso partito Ba‘th, e la radicalizzazione dell’esercito, sono tutti elementi presenti nella mobilizzazione sociale che riguarda la Siria degli anni 50.
L’approccio teorico di Hinnebusch vuole mettere in evidenza come il colpo di Stato ba‘thista del 1963, pur trattandosi di un putsch militare, è l’esito della crisi e della mobilitazione sociale degli anni precedenti, dalla quale derivano anche le caratteristiche principali del regime che il Colpo farà sorgere.
L’ascesa del Ba‘th ha le sue radici nella crisi della struttura agraria e nel fallimento dell’élite tradizionale nel consolidare il suo governo dopo l’indipendenza (Hinnebusch, 1990: 20).
In quanto riflesso delle forze generate nel decennio e mezzo che precede il putsch e che sono radicate in una crisi profonda della società siriana, gli esecutori del Colpo porteranno avanti le istanze generate dalla mobilitazione degli anni precedenti e metteranno in atto una radicale trasformazione del sistema politico siriano.
Come sostiene Hinnebusch: “la trasformazione successiva [al Colpo di Stato N.d.T] della Siria ha infatti molti sintomi della rivoluzione: la sostituzione di una vecchia élite con una di alquanto diverse origini plebee; la trasformazione delle strutture dello Stato e della composizione sociale, un cambiamento radicale nella politica pubblica e riforme sociali strutturali, che alterano decisamente l’equilibrio del potere di classe a svantaggio delle classi alte, una sfida all’ordine mondiale, e il sorgere di uno Stato forte” (Hinnebusch, 1990: 308).
Fu l’emergere di due forze politiche, l’esercito e il partito Ba‘th, che provvedendo la leadership, l’ideologia, una base di supporto, e un potere organizzato,
209 Come abbiamo visto nel capitolo precedente la scarsa legittimità dell’élite politica tradizionale,
passa anche attraverso la dura sconfitta nella guerra del 1948 contro Israele. Da quel momento in poi inizia il processo che porta all’assunzione di sempre maggiore peso politico nelle mani dell’istituzione militare, sulla quale la vecchia élite aveva un esiguo controllo.
tradussero le contraddizioni socio-economiche e il malcontento politico della nuova classe media e dei contadini (peasantry) in una formidabile sfida al vecchio regime. (Hinnebusch, 1990: 81).
I veicoli/canali attraverso i quali si concretizza il rovesciamento del vecchio regime sono infatti il Ba‘th e l’esercito, ossia le due istituzioni attraverso le quali è possibile guardare specularmente ad un altro importante processo: l’integrazione nazionale e l’ascesa politica della popolazione periferica e rurale, che in Siria vuol dire anche minoritaria. È solo attraverso queste due istituzioni infatti che è possibile guardare all’ascesa e integrazione sociale degli individui di origine minoritaria e rurale nello Stato siriano.
Di origini modeste, i giovani minoritari delle periferie potevano completare la loro educazione attraverso l’Accademia militare e aspirare così ad un’ascesa sociale. Il partito Ba‘th – e in misura minore gli altri partiti di stampo progressista che si erano formati in quegli anni – fornì l’ideologia politica in cui questi giovani si identificarono rispetto al contesto nazionale moderno.
Sul piano della mobilitazione delle campagne, lo studio di Hinnebusch illustra come uno dei cambiamenti più significativi avvenuto nelle campagne siriane dopo l’indipendenza fu la mobilitazione e la politicizzazione che ebbe luogo attraverso l’educazione tra i giovani di origine rurale. Questo processo riguardava essenzialmente i piccoli proprietari terrieri, i quali mantenevano una maggiore indipendenza dal giogo dei grandi proprietari terrieri ed avevano anche le possibilità economiche di educare i propri figli210. Di questi, i contadini provenienti dalle regioni
montagnose a maggioranza minoritaria alawita e drusa, aree povere e periferiche a Nord e Sud del paese, formavano il contingente maggiore (Hinnebusch, 1990: 62).
All’interno di questo processo di mobilitazione politica delle campagne, il partito Ba‘th assume un ruolo sempre più significativo rispetto alle altre forze politiche.
L’evoluzione del partito negli anni ‘50 registra uno sviluppo e una diffusione al di fuori dei circoli dei suoi fondatori urbani e l’acquisizione di una maggiore colorazione e stratificazione sociale verso il basso.
210 Similmente, Batatu nella sua analisi sulle origini sociali dell’élite neo-ba‘thista arriva alle stesse
conclusioni: i componenti del Comitato Militare e l’èlite ba‘thista che prende il potere dal 1966 è composta da piccoli notabili rurali o di villaggio (lesser rural or village notability) (Batatu, 1999: 155 e seguenti).
Il Ba‘th diventa un partito di giovani, prevalentemente di origine rurale, provinciale, piccolo borghese e minoritaria (Hinnebusch, 1990: 97). Questi elementi formeranno il nucleo del Ba‘th negli anni successivi al Colpo del 1963, soprattutto quando si compierà la rottura definitiva con la vecchia leadership del partito, rottura che ha inizio con la dissoluzione di tutti i partiti politici stabilita dall’unione con l’Egitto di Nasser211.
Batatu (1999) opera una distinzione tra un vecchio e nuovo Ba‘th in base alla quale il processo di “ruralizzazione” della base del partito, della sua leadership e della componente militare si realizza pienamente solo nella seconda fase della vita del partito e cioè a partire dal colpo di Stato del 1966, quando la leadership storica viene definitivamente sconfitta e allontanata dalla Siria212.
Dai dati statistici in possesso dell’autore213 risulta che la vecchia guardia del
partito negli anni 1954-1958 è ancora in maggioranza urbana214 e sunnita.
È a partire dall’entrata in scena del Comitato Militare che i dati iniziano a spostarsi sempre di più in favore di una predominanza nei quadri di comando di elementi di origine rurale e minoritaria.
La composizione del Comitato Militare215 varia nel tempo. Il nucleo iniziale
composto da 3 alawiti e 2 ismailiti si espande fino a contare 14 membri nel Luglio del 1963216. Secondo i dati riportati da Batatu, significativamente il nucleo essenziale
del Comitato Militare è sempre composto da figure provenienti da villaggi o cittadine rurali e appartenenti a confessioni eterodosse (Batatu, 1999: 145).
Gli ufficiali sunniti, la maggior parte dei quali di origine rurale, formavano all’alba del putsch del Marzo 1963 il solo 20% della totale membership del Comitato, e tra Luglio 1963 e Dicembre 1964 il 50 %. Queste percentuali vengono comparate a quelle relative alla composizione dell’Ufficio Esecutivo del vecchio
211 Vedi capitolo 2, paragrafo 8.
212 La distinzione fra neo e vecchio Ba‘th viene utilizzata anche da altri autori, proprio per sottolineare
il cambiamento interno al Partito che progressivamente vede l’emarginazione della sua leadership storica.
213 Vedi in appendice: tabella 11-1, 11-2 (Batatu, 1999: 137-141).
214 Secondo Batatu, l’unione del Ba‘th con il partito di Ḥawrānī introduce comunque una maggiore
presenza rurale del Partito e un suo maggiore peso in ambiente rurale. Tuttavia resta da sottolineare che i due gruppi non si fonderanno mai completamente e i sostenitori di Ḥawrānī rimarranno fedeli alla sua persona piuttosto che al Partito (Batatu, 1999: 142).
215 Fondato nel 1959 da un gruppo di militari siriani che erano stati trasferiti in Egitto al tempo
dell’Unione, vedi Cap 2, paragrafo 8.
216 Van Dam riporta una composizione di 15 membri di cui: 5 alawiti, 2 ismailiti, 2 drusi, 6 sunniti (di
Ba‘th in cui la percentuale dei sunniti raggiungeva il 75% nel 1945 (Batatu, 1999: 145 e tabelle 12-1 e 12-2).
Le ragioni di questa forte presenza minoritaria all’interno del Comitato Militare possono essere ricondotte alla maggiore rappresentanza minoritaria all’interno dell’istituzione militare e all’attrazione che l’ideologia ba‘thista aveva esercitato sugli elementi minoritari dell’esercito217 (Rabinovich, 1972: 25).
Gli sviluppi interni al Partito e la graduale affermazione di un nucleo di dirigenti di origine sociale diversa rispetto alla leadership storica – il quale si afferma attraverso i rovesciamenti successivi operati dagli esponenti dell’istituzione militare che reclamavano la loro adesione al Partito, sono il riflesso della dinamica di diffusione del Partito sul territorio e all’interno di diverse categorie sociali e la sua sempre più esigua presa sulla componente urbana della popolazione218.
I limiti della vecchia leadership, dell’organizzazione e della capacità di mobilitazione del Partito, sono fattori importanti nel determinare le caratteristiche dell’élite dirigente post 1963, la sua provenienza regionale e comunitaria, nonché la base sociale sulla quale riposa la sua legittimità.
Per quanto riguarda la capacità di mobilitazione del Partito nel pre ’63 esso, anche dopo la sua fusione con il Partito Arabo Socialista di Ḥawrānī, non era stato in grado di incorporare la sua base contadina in un’organizzazione capillare, egualmente diffusa sul territorio e capace di una mobilitazione di massa.
Questo perché alcune zone rimasero poco ricettive alla propaganda ba‘thista, come ad esempio le aree a prevalenza curda o quelle della Ghuta damascena, nelle quali era molto forte l’influenza dell’ambiente conservatore. Ma anche perché di fatto il Partito soffriva di gravi deficienze nella sua capacità organizzativa e nella sua leadership politica, mancante di un leader carismatico e di una strategia di lungo termine (Hinnebusch, 1990: 100).
La situazione interna si complica ulteriormente con le conseguenze dell’unione con l’Egitto, in cui il Partito e la sua organizzazione vengono dissolte e i vari militanti e le branche diffuse sul territorio perdono il legame che li univa alla
217 Vedremo poco oltre in questo paragrafo le ragioni che spiegano la presa di questi partiti sulla
popolazione di origine minoritaria.
218 Sottolineiamo che fin dagli inizi il Ba‘th ebbe un rapporto molto esiguo con la componente sociale
urbana (in particolar modo a Damasco). Tuttavia la leadership moderata e d’origine urbana dei fondatori del Partito rappresentava un legame con questa componente sociale, cosa che non avvenne con la leadership radicale degli anni 1966-70.
leadership storica. Quando il Partito viene ricostituito nel 1962, esso risulta essere profondamente diviso al suo interno in molte correnti, e rivela un forte divario tra vecchia leadership più moderata e una seconda generazione più giovane e più radicale.
Dal 1963 in poi, una nuova élite ba‘thista conquista i vertici del potere e si differenzia da quella storica non solo per il suo approccio più radicale ma anche perché maggiormente rappresentativa della componente minoritaria e rurale del paese. Ed è questa élite che determina il rovesciamento dei tradizionali equilibri della politica siriana.
Nel dare una panoramica delle ragioni che determinano la maggiore presenza di alcune particolari regioni siriane rispetto ad altre e la maggiore presenza minoritaria e rurale nell’élite post 1963, ci basiamo in sostanza su due linee d’analisi. In una prendiamo in considerazione le tecniche di reclutamento degli aderenti al Partito, che unisce le tecniche di un’organizzazione politica moderna (regolamento interno, elezioni e processo consultativo, affiliazione ideologica, e così via) a quelle di stampo tradizionale e clientelare. La seconda riguarda le ragioni che spiegano il perché l’ideologia ba‘thista esprimesse le istanze delle componenti sociali provenienti da regioni periferiche e rurali e in gran parte minoritarie
Gli autori di nostro riferimento219 sono concordi nel ritenere che il metodo di
reclutamento dei primi aderenti al partito e il modo in cui esso si consolidò in movimento politico fossero legati a canali sociali tradizionali: esso si diffuse principalmente nelle zone in cui gli esponenti del partito avevano tessuto i loro legami personali220. Questo processo influì in maniera decisiva nel determinare la
composizione sociale dei suoi membri.
Batatu mostra in maniera coerente il perché all’interno del primo nucleo di aderenti al Ba‘th vi fosse una forte rappresentanza numerica della regione alawita (tramite i legami personali di Arsūzī), drusa (tramite i legami personali di ‘Aflaq221) e
219 Batatu (1999, 1981), Van Dam (1996,1978), ma anche Carré (1980), Petran (1972), Palazzoli
(1977).
220 Abbiamo visto nel precedente capitolo come il primo nucleo del partito Ba‘th fosse costituito da
due raggruppamenti: un circolo di studenti legati alle figure dei due professori della scuola secondaria Michel ‘Aflaq e Salāḥ al-Biṭār a Damasco e il gruppo legato a Zakī al-Arsūzī, composto principalmente da rifugiati alawiti della zona di Alessandretta, ceduta nel 1939 alla Turchia.
221 Van Dam (1996: 16) a conferma di questo dato riporta le testimonianze scritte di due membri del
di Dayr al-Zūr, tramite i legami di Jalāl al-Sayyid, il quarto membro del primo