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RISULTATI DELL’ANALISI: DURATA VOCALICA

5.1 Parlato letto 1 Campione maschile

5.2.1 Campione maschile Media totale

D. Assoluta (msc) D. Relativa (%) [a] 91 31 26 9 [ɛ] 96 24 25 6 [ɔ] 102 31 30 9

Tabella 59. Valori medi e deviazione standard della durata assoluta e relativa per le tre vocali in esame.

Confrontando i dati relativi al parlato spontaneo con quelli riportati in Tabella 1 a proposito del parlato letto possiamo osservare una serie di differenze.

Per quanto riguarda la durata assoluta, le vocali [a] ed [ɛ] subiscono una riduzione nel parlato spontaneo, presentando valori inferiori rispetto al parlato letto ed una deviazione standard piuttosto elevata, indice della maggiore variabilità che caratterizza questa tipologia di parlato; la vocale [ɔ], invece, pur condividendo con esse gli alti valori di deviazione standard, mantiene nel parlato spontaneo una durata equivalente a quella registrata per il parlato letto.

Il t test effettuato sui valori di durata assoluta indica come statisticamente significativa la differenza che riguarda i valori della vocale [a], per i quali si registra effettivamente lo scarto maggiore.

Gruppi confrontati Differenze significative (p ≤ 0.05)

Differenze non significative Parlato letto / parlato

spontaneo

[a] [ɛ], [ɔ]

Tabella 60. Risultati dei t test sulla durata assoluta per il confronto tra ‘parlato letto’ e ‘parlato spontaneo’.

La misura della durata relativa ci mostra che le vocali [a] ed [ɛ] esibiscono valori minori nel parlato spontaneo, mentre, al contrario, la vocale [ɔ] presenta un incremento in durata pari al 3% del totale della parola target che la contiene, risultando così particolarmente lunga; il t test in Tabella 150 conferma la validità statistica di questa differenza.

Gruppi confrontati Differenze significative (p ≤ 0.05)

Differenze non significative Parlato letto / parlato

spontaneo

[ɔ] [a], [ɛ]

Tabella 61. Risultati dei t test sulla durata relativa per il confronto tra ‘parlato letto’ e ‘parlato spontaneo’.

Nel parlato spontaneo la durata assoluta e percentuale della vocale subiscono una diminuzione nel caso di [a] ed [ɛ], mentre la vocale posteriore [ɔ] esibisce un comportamento opposto, per cui fa registrare durata maggiore in questa tipologia di parlato. 5.2.2 Campione femminile Media totale D. Assoluta (msc) D. Relativa (%) [a] 92 30 25 8 [ɛ] 84 19 25 8 [ɔ] 98 47 23 7

Tabella 62. Valori medi e deviazione standard della durata assoluta e relativa per le tre vocali in esame.

Per le informatrici di sesso femminile si individuano risultati simili a quelli ottenuti per il campione maschile, fatta eccezione per la vocale [ɔ]. Difatti, tutte le vocali fanno registrare una diminuzione in durata, sia per quanto riguarda i valori assoluti che quelli relativi.

Nel primo caso, le vocali [a] e [ɔ] presentano uno scarto meno consistente, mentre la vocale [ɛ] subisce una riduzione più cospicua, che, come indicato in Tabella 62, risulta significativa dal punto di vista statistico. Anche per il campione femminile i valori di deviazione standard sono molto elevati.

Gruppi confrontati Differenze significative (p ≤ 0.05)

Differenze non significative Parlato letto / parlato

spontaneo

[ɛ] [a], [ɔ]

Tabella 63. Risultati dei t test sulla durata assoluta per il confronto tra ‘parlato letto’ e ‘parlato spontaneo’.

Anche la durata relativa delle vocali presenta nel parlato spontaneo valori inferiori che, nel caso della vocale [ɔ], danno luogo ad una differenza con il parlato letto che risulta statisticamente significativa.

Gruppi confrontati Differenze significative (p ≤ 0.05)

Differenze non significative Parlato letto / parlato

spontaneo

[ɔ] [a], [ɛ]

Tabella 64. Risultati dei t test sulla durata relativa per il confronto tra ‘parlato letto’ e ‘parlato spontaneo’.

Valutazione comlpessiva

In sintesi, dai risultati relativi alle misurazioni di durata effettuate sul materiale proveniente dal parlato spontaneo è difficile giungere ad una generalizzazione, sia per quanto riguarda il campione femminile che quello maschile. Sembrerebbe che si verifichi in questa tipologia di parlato una riduzione in durata delle vocali toniche, dovuta certamente agli effetti della velocità di eloquio che, normalmente, è più elevata quando durante una conversazione si mantiene un registro linguistico informale; tale riduzione non è però sempre indicata come significativa dal punto di vista statistico e, per di più, nel caso del campione maschile la vocale [ɔ] fa invece registrare un incremento in durata a cui il t test attribuisce validità statistica, il che rende impossibile trarre un qualche generalizzazione in merito alla durata vocalica nel parlato spontaneo.

5.3 Discussione dei risultati

Tra le tre vocali considerate è la [ɛ] a presentare una durata sistematicamente maggiore, sia per quanto riguarda le misurazioni in millisecondi che in percentuale (quella che abbiamo definito „durata relativa‟). Un confronto con i dati dai Calamai (2004a) relativi alla durata dei foni vocalici in pisano ci ha mostrato che in quest‟ultima varietà si ha una durata in generale più elevata, anche se non di molto, rispetto a quanto registrato per i parlanti santacrocesi.

Per quanto riguarda il campione maschile, le misurazioni di durata non hanno fornito risultati di particolare rilievo dal momento che non si registrano differenze tra i sotto- gruppi considerati in base alle variabili sociolinguistiche e i valori si mantengono tra loro piuttosto omogenei; il campione femminile, al contrario, mostra una correlazione tra la presenza di una vocale più lunga e un contatto assiduo con la città di Pisa, rendendo dunque plausibile l‟idea di un‟influenza dovuta a motivazioni di ordine sociolinguistico. D‟altra parte, abbiamo più volte ribadito che le varietà occidentali si distinguono per

l‟impiego della lunghezza vocalica a fini stilistici: “le vocali toniche subiscono un allungamento più o meno vistoso a seconda dell‟enfasi che si concentra sulla parola nonché dello stile del discorso in cui è inserita la frase. [...] In questi casi, inoltre, la curva tonale della tonica, di solito inesistente, viene modulata vistosamente” (Giannelli 2000:66). Osservando i dati in nostro possesso notiamo che effettivamente, limitatamente al campione femminile, dove si registrano durate maggiori rispetto a quello maschile, esiste una correlazione tra lunghezza vocalica, grado di apertura e modulazione di F0 tale che le vocali più aperte sono più lunghe e più modulate.

Osserviamo la Figura 1: la vocale tonica [ɛ] presenta non solo una durata piuttosto elevata (99 msc; 24%), ma anche una notevole escursione di F0, visibile dal pitch track in blu, ed un‟accentuata apertura del canale orale data dal valore di F1 (694Hz).

Figura 5.1. Spettrogramma e pitch track della parola ‘destra’ contenuta nella frase ‘ho svoltato a destra contromano’ per il soggetto femminile C.C.

Contrariamente a quanto accade per le caratteristiche timbriche delle vocali, per le quali è emersa una generale affinità con i valori formantici registrati da Calamai (2004a) per il pisano, dai dati relativi alle analisi durata non sembra dunque potersi individuare lo stesso grado di rapporto, dal momento che soltanto le informatrici più strettamente a contatto con la varietà pisana mostrano una qualche ripercussione di essa sulla lunghezza delle vocali toniche.