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RISULTATI DELL’ANALISI: VALORI FORMANTIC

4.3 Parlato spontaneo

In questo paragrafo introduciamo i dati relativi alle misurazioni formantiche effettuate sul materiale facente parte del nostro corpus e proveniente da porzioni di parlato spontaneo appositamente raccolte, come accennato all‟inizio del presente capitolo, attraverso un questionario di otto domande aperte sottoposte ai parlanti selezionati per l‟indagine al fine di stimolare una conversazione quanto più possibile spontanea da analizzare attraverso un approccio empirico di tipo acustico.

Sappiamo bene che nel parlato non controllato hanno luogo una serie di fenomeni coarticolatori che rendono difficili i compiti di segmentazione e di analisi dei segmenti fonici ottenuti, fenomeni dovuti principalmente alle variazioni della velocità di eloquio nonché a fattori emotivi, primo tra i quali l‟enfasi; per questo motivo, ci siamo limitati ad utilizzare i dati di soli sei parlanti, tre uomini e tre donne, selezionati attentamente in base alla quantità e alla qualità del materiale raccolto. Per ogni parlante abbiamo cercato di raccogliere un numero di stimoli equivalente a quello ottenuto per il parlato letto, pari quindi a 12 realizzazioni per ognuna delle tre vocali, per un totale di 36 vocali per ciascun soggetto73.

4.3.1 Campione maschile

Presentiamo adesso i dati relativi alla misurazione dei parametri formantici sul campione maschile, riportandone i valori medi e la deviazione standard, nonché la differenza F2-F174.

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In realtà, ciò non è stato sempre possibile, dal momento che le vocali utilizzate devono essere immuni dai fenomeni coarticolatori a cui abbiamo appena accennato, i quali comprometterebbero i risultati delle misurazioni sia per quanto riguarda i parametri formantici che la durata. In alcuni casi quindi, soprattutto per quanto riguarda la vocale [ɔ], che si presenta con una minore frequenza rispetto ad [a] ed [ɛ], non è stato possibile raggiungere il numero minimo di 12 unità per vocale ed è stato necessario adattarsi al materiale a disposizione. Inoltre, la tipologia di parole target utilizzate è, nel caso del parlato spontaneo, decisamente più varia rispetto a quella selezionata per il parlato letto.

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Le misurazioni sono state effettuate su un totale di 71 vocali, così suddivise: 32 [a], 26 [ɛ] e 13 [ɔ].

Vocale F1 DS(F1) F2 DS(F2) F2-F1

[a] 639 64 1362 119 723

[ɛ] 548 71 1707 84 1159

[ɔ] 564 59 1071 116 507

Tabella 86. Valori formantici medi relativi al parlato spontaneo. Campione maschile.

Per quanto riguarda la prima formante, i valori indicati in Tabella 86 sono più bassi rispetto a quelli riportati in Tabella 15, la quale, lo ricordiamo, si riferisce al campione di parlato letto. Le differenze registrate non sono di grande entità, ma rilevano comunque una riduzione del grado di apertura tipica del parlato spontaneo, nel quale l‟ampiezza dei gesti articolatori è maggiormente soggetta ad una diminuzione dovuta agli effetti della velocità di eloquio che spesso implicano il mancato raggiungimento del bersaglio articolatorio prestabilito, dando vita a fenomeni di undershooting ed overshooting75.

La seconda formante, invece, esibisce un comportamento disomogeneo: nel caso delle vocali [a] ed [ɛ] essa presenta valori più elevati rispetto a quelli registrati nel parlato letto, mentre la vocale [ɔ] è caratterizzata da valori inferiori nel parlato spontaneo.

Figura 4.23. Confronto tra le aree di esistenza delle vocali [a], [ɛ] e [ɔ] nel parlato letto e spontaneo per il campione maschile.

La Figura 23 rappresenta graficamente il confronto tra le aree di esistenza delle vocali [a], [ɛ] e [ɔ] individuate per le due tipologie di parlato. Nel parlato spontaneo si osserva una maggiore chiusura delle tre vocali sull‟asse verticale, contemporaneamente ad una minore compressione dello spazio lungo l‟asse orizzontale: le vocali del parlato letto sono quindi più aperte, ma il marcato arretramento di [ɛ] congiuntamente all‟anteriorizzazione 75 Si veda il paragrafo 2.1.3. 200 300 400 500 600 700 800 600 1100 1600 2100 F2 F1 SpontaneoLetto

della medio-bassa posteriore [ɔ] riduce lo spazio che le separa, facendole risultare più vicine di quanto accada nel parlato spontaneo.

I risultati del t test indicano che le differenze riscontrate in merito ai valori della prima formante sono sempre significative, mentre quelle relative alla seconda formante rivestono valore statistico limitatamente alla vocale [ɛ].

Parlato letto vs parlato spontaneo

Differenze significative (p ≤ 0.05)

Differenze non significative

F1 [a], [ɛ], [ɔ] -

F2 [ɛ] [a], [ɔ]

Tabella 87. Risultati del t test ‘parlato letto’ vs ‘parlato spontaneo’ condotto sul campione maschile.

4.1.2.2 Campione femminile

Presentiamo adesso i risultati relativi al campione femminile76.

Vocale F1 DS(F1) F2 DS(F2) F2-F1

[a] 855 76 1526 147 671

[ɛ] 765 86 1899 130 1134

[ɔ] 681 59 1274 219 593

Tabella 88. Valori formantici medi relativi al parlato spontaneo. Campione femminile.

Confrontando le medie riportate in Tabella 88 con quelle in Tabella 45, relativa al parlato letto, riscontriamo subito una discreta omogeneità tra i risultati. Per quanto riguarda la prima formante, soltanto il valore della vocale [ɔ] fa registrare una differenza tra le due tipologie di parlato, apparendo leggermente più chiusa nel caso del parlato spontaneo. I valori di F2 si mantengono invece sostanzialmente identici, presentando uno scarto in frequenza praticamente impercettibile.

La scarsa variabilità esibita dal campione femminile potrebbe essere attribuita a ragioni sociolinguistiche: numerosi studi, improntati soprattutto sul bilinguismo, indicano che la donna è caratterizzata da una maggiore “consapevolezza, e una forte sensibilità, per le connotazioni sociali legate alla scelta linguistica” (Grassi, Sobrero & Telmon 2003: 204), connessea loro volta con la “forte responsabilizzazione nei confronti del problema educativo dei figli” (Id.: 205); le donne normalmente tendono a trasmettere la variante più standardizzata e, in ambiente dialettofono, a preferire l‟uso dell‟italiano. Probabilmente il

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Le misurazioni sono state effettuate su un totale di 88 vocali, così suddivise: 36 [a], 32 [ɛ] e 22 [ɔ].

parlante donna avverte la necessità di affermare il proprio status sociale, anche attraverso il linguaggio (Fernández 1998), il che la condurrebbe alla preferenza per un registro linguistico meno informale e ad una maggiore attenzione agli standard e alle forme di prestigio (Berruto 1995). In realtà, non esiste una relazione semplice e costante tra il genere sessuale e la variazione linguistica, dal momento che sono numerose le variabili che possono entrare in gioco: il ruolo che la donna riveste in una determinata società, fattori di tipo economico, culturale etc. possono interagire con la variabile „genere‟ dando luogo a fenomenologie diverse. Piuttosto “category membership is more salient to members of one sex than the other; girls are asserting their category identities through language more than are the boys. This is consonant with the fact that girls are more concerned with category membership than boys, as well as with the fact that girls must rely more on symbolic manifestations of social membership than boys” (Eckert 1989: 265).

La Figura 24 rappresenta sinteticamente il confronto tra le due tipologie di parlato analizzate nella presente ricerca, in cui l‟unica differenza evidente è appunto quella che riguarda vocale [ɔ], la quale nel parlato letto presenta un grado di apertura maggiore. I risultati del t test esposti in Tabella 89 mostrano che tale differenza è significativa dal punto di vista statistico.

Figura 4.24. Confronto tra le aree di esistenza delle vocali [a], [ɛ] e [ɔ] nel parlato letto e spontaneo per il campione femminile.

Parlato letto vs parlato spontaneo

Differenze significative (p ≤ 0.05)

Differenze non significative

F1 [ɔ] [a], [ɛ]

F2 - [a], [ɛ], [ɔ]

Tabella 89. Risultati del t test ‘parlato letto’ vs ‘parlato spontaneo’ condotto sul campione maschile.

300 400 500 600 700 800 900 600 1100 1600 2100 F2 F1 SpontaneoLetto