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RISULTATI DELL’ANALISI: VALORI FORMANTIC

4.1 Parlato letto Campione maschile.

4.1.1 Lavoratori Soggetto B.L.

VOCALE F1 DS(F1) F2 DS(F2) F2-F1 [a] 715 49 1343 72 628 [ɛ] 602 40 1682 84 1080 [ɔ] 628 31 1232 134 604

Tabella 2. Valori formantici medi per il soggetto B.L.

Per quanto riguarda la prima formante, il parlante B.L. presenta per le vocali medio- basse valori piuttosto simili a quelli indicati in Tabella 1 per l‟italiano regionale parlato a Pisa. Come possiamo vedere in figura 4.1, esse si collocano infatti ben al di sopra dei 500 Hz, approssimandosi all‟area centrale occupata dalla vocale [a]; quest‟ultima però appare invece più in linea con i valori di riferimento indicati per l‟italiano standard, risultando quindi leggermente più chiusa rispetto ai dati di Calamai (2003b) relativi al pisano. Possiamo quindi affermare che, in questo caso, soltanto [ɛ] e [ɔ] presentano l‟abbassamento tipico della Toscana occidentale, mentre la vocale [a] non sembra esserne colpita.

Venendo alla seconda formante, molto evidente in figura è lo spostamento in direzione anteriore della vocale [ɔ], i cui valori piuttosto elevati (1232 Hz) la spingono verso l‟area occupata dalla vocale [a]. Quest‟ultima si situa in una posizione intermedia rispetto ai valori riportati per l‟italiano, mentre la vocale [ɛ] presenta valori decisamente più bassi perfino di quelli misurati da Calamai (2003b) per il pisano, che, come sappiamo, è caratterizzato, oltre che da un abbassamento, anche da un sensibile arretramento delle vocale medio-basse assente nella varietà fiorentina di italiano.

In sintesi, possiamo affermare che nel caso del parlante B.L. la vocale [a] risulta senz‟altro più simile all‟italiano, mentre le vocali medio-basse sono entrambe abbassate verso l‟area occupata dalla vocale centrale. Inoltre, la marcata prossimità di quest‟ultima ad [ɔ] non è dovuta, come nel caso del pisano, soltanto ad una posteriorizzazione della vocale [a], ma anche ad un sensibile avanzamento di [ɔ] lungo l‟asse orizzontale.

Figura 4.1. Schema delle singole realizzazioni delle vocali [a] [ɛ] [ɔ] del soggetto B.L. Soggetto Co.L. VOCALE F1 DS(F1) F2 DS(F2) F2-F1 [a] 715 30 1377 99 622 [ɛ] 578 57 1811 72 1233 [ɔ] 562 37 1019 165 457

Tabella 3. Valori formantici medi per il soggetto Co.L.

Il parlante Co.L. presenta un quadro molto simile a quello individuato da Albano Leoni & Maturi (2002) per l‟italiano. Le uniche differenze riscontrate consistono, infatti, in un leggero arretramento di [a], che presenta nel caso di questo soggetto valori di F2 più bassi, e una maggior apertura della vocale [ɛ], se pur in misura nettamente minore di quanto si registra per il pisano. In effetti la differenza F2-F1, che diminuisce con il grado di arretramento della vocale, è maggiore nel caso del parlante Co.L. rispetto al parlante B.L, il quale, come abbiamo appena visto, possiede per le vocali medio-basse caratteristiche simili a tale varietà.

In figura, a parte un‟anomala realizzazione della vocale [ɔ] collocata al di fuori della zona di pertinenza di tale vocale66, notiamo una situazione piuttosto equilibrata, in cui non si riscontrano sovrapposizioni o contatti tra le rispettive aree si esistenza.

Occorre precisare che, a differenza degli altri parlanti facenti parte del sotto-gruppo lavoratori, i quali svolgono tutti mansioni in cui il contatto con il pubblico è limitato, il soggetto Co. L. lavora come assicuratore anche al di fuori della regione Toscana, trovandosi così spesso e volentieri a confrontarsi con persone di diversa provenienza

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Vedremo in seguito che tale anomalia è presente in quasi tutti i soggetti intervistati e può senz‟altro essere attribuita alle dinamiche coarticolatorie che riguardano la produzione del parlato continuo.

geografica; questo potrebbe aver influito sul suo modo di parlare, indirizzandolo verso scelte linguistiche più „neutre‟, in cui l‟elemento vernacolare è meno marcato. Ciò è vero soprattutto per quanto riguarda il parlato letto, il quale è inevitabilmente associato ad un maggiore grado di formalità rispetto al parlato spontaneo; qui, infatti, il soggetto Co.L. appare meno rigido, lasciando affiorare maggiormente le proprie caratteristiche dialettali sul piano sia fonetico che morfologico (per esempio attraverso i numerosi infiniti tronchi e l‟utilizzo della tipica negazione toscana /un/).

Figura 4.2. Schema delle singole realizzazioni delle vocali [a] [ɛ] [ɔ] del soggetto Co.L.

Soggetto F.F.

VOCALE F1 DS(F1) F2 DS(F2) F2-F1

[a] 738 30 1357 137 619

[ɛ] 584 49 1765 43 1181

[ɔ] 610 27 1058 137 448

Tabella 4. Valori formantici medi per il soggetto F.F.

Nel caso di questo soggetto la vocale [a] mostra valori di F1 paragonabili a quelli riportati in Tabella 1 riguardo al fiorentino e all‟italiano standard; i valori di F2 appaiono invece inferiori rispetto ad essi, il che significa che la vocale è leggermente posteriorizzata, apparentemente in linea con le caratteristiche del pisano. Dato l‟elevato valore di deviazione standard possiamo ipotizzare che siano intervenute dinamiche di tipo coarticolatorio che hanno colpito la vocale tonica in questione: effettivamente, osservando le singole realizzazioni notiamo che la presenza di una consonante velare tende ad aumentare il valore di F2 della vocale, anteriorizzandone l‟articolazione, mentre le consonanti bilabiali incidono in modo contrario, rendendo quindi la vocale leggermente posteriorizzata rispetto alla normale realizzazione.

La media dei valori riportati per la vocale [ɔ] è quasi identica a quella indicata da Calamai (2003b) per il pisano, per cui essa risulta piuttosto aperta; l‟elevata deviazione standard e il grafico in Figura 3 ci mostrano che anche in questo caso sussistono degli effetti coarti colatori in grado di influenzare le diverse realizzazioni della singola vocale.

Infine, la vocale [ɛ] non presenta spostamenti marcati sull‟asse verticale, risultando articolata con un maggiore grado di chiusura rispetto alla corrispondente vocale posteriore e per questo simile a quanto indicato da Ferrero (1972) per l‟italiano. Si osserva invece un lieve arretramento sull‟asse orizzontale che la avvicina particolarmente ai valori riportati in Tabella 1 per il pisano; in questo caso, però, possiamo escludere che il valore sia dovuto all‟influenza del contesto consonantico circostante, dal momento che la relativa deviazione standard appare decisamente bassa. In Figura 3 notiamo che quest‟ultima vocale risulta leggermente isolata rispetto alle altre due, le quali sembrano convergere l‟una verso l‟altra in un reciproco avvicinamento.

Figura 4.3. Schema delle singole realizzazioni stenza delle vocali [a] [ɛ] [ɔ] del soggetto F.F.

Soggetto G.S.

VOCALE F1 DS(F1) F2 DS(F2) F2-F1

[a] 683 34 1313 76 630

[ɛ] 621 39 1602 88 981

[ɔ] 640 39 1096 128 456

Tabella 5. Valori formantici medi per il soggetto G.S.

L‟ultimo parlante facente parte del sotto-gruppo lavoratori presenta un quadro decisamente simile a quello indicato da Calamai (2003b) per il pisano. Due sono le differenze più notevoli; innanzitutto l‟elevato grado di chiusura della vocale [a], la quale si colloca quasi allo stesso livello delle vocali medio-basse sull‟asse verticale, mentre su

quello orizzontale essa risulta in linea con la varietà pisana. In secondo luogo, la vocale [ɛ] è caratterizzata da un valore di F2 decisamente inferiore rispetto a quanto riportato in Tabella 1 per il pisano, apparendo così estremamente centralizzata, come mostra anche la differenza tra F2-F1 la quale è in questo caso decisamente bassa, indicando un elevato grado di posteriorità; non sembrano comunque individuarsi effetti coarticolatori, dal momento che la deviazione standard non eccessivamente alta ci indica che i valori di F2 della vocale nelle singole realizzazioni non si discostano eccessivamente dalla media ottenuta.

Data questa situazione, emerge in Figura 4 uno spazio vocalico estremamente compresso, in particolare sull‟asse verticale, in cui i valori di F1 ricoprono un range di frequenza non più ampio dei 200 Hz dando luogo ad un‟inevitabile sovrapposizione di ampie parti delle aree occupate dalle tre vocali in esame.

Figura 4.4. Schema delle singole realizzazioni delle vocali [a] [ɛ] [ɔ] del soggetto G.S.

Si noti che il parlante in questione lavora da circa un anno presso Firenze, perciò questa particolare affinità con la varietà pisana sembrerebbe indicare che essa eserciti una certa influenza sul santacrocese come varietà in sé, indipendentemente da dinamiche sociali che riguardano i singoli parlanti.

Valutazione complessiva

Nel complesso, il sotto-gruppo lavoratori presenta delle caratteristiche miste. Per quanto riguarda infatti i valori di F1, la vocale [a] si avvicina a quanto indicato da Albano Leoni e Maturi (2002) per l‟italiano, mentre le due vocali medio-basse, pur presentando un discreto grado di apertura non raggiungono i valori indicati da Calamai (2003b) per il pisano, collocandosi a metà strada tra questa varietà e quella di italiano analizzata da

Ferrero (1972). I valori di F2 sono invece decisamente in linea con i dati relativi al pisano; la differenza più rilevante riguarda la vocale [ɛ], la quale nel sotto-gruppo lavoratori presenta un grado di arretramento ancora maggiore di quello registrato per tale varietà.

Un fatto interessante è senz‟altro rappresentato dalla totale mancanza di corrispondenza con i dati relativi al fiorentino riportati in Tabella 1, i quali indicavano la presenza di vocali medio-basse poco aperte e l‟assenza di un arretramento delle vocali [a] ed [ɛ] sull‟asse orizzontale.

Questi risultati sembrerebbero indicare che il microsistema costituito dal sotto-gruppo lavoratori non subisca alcuna influenza da parte della varietà fiorentina, mostrando piuttosto maggiore affinità con le caratteristiche del vocalismo pisano. Dei quattro soggetti considerati, due lavorano a S.Croce, uno lavora come abbiamo già detto a Firenze e l‟altro si sposta spesso anche al di fuori della regione; l‟eterogeneità del campione e la mancanza in questo caso di un contatto assiduo con i centri maggiori dell‟area linguistica pisana induce a pensare che effettivamente quest‟ultima possa costituire un valido modello linguistico per i parlanti dell‟area in questione. D‟altronde già Giannelli (1989: 280-281) aveva fatto notare che in una situazione linguistica quale quella toscana, nella quale pur non mancando tendenze di accostamento allo standard non si registrano segni di un modello generale di riferimento, gli elementi locali si mantengono decisamente molto forti e anzi risultano talora in fase espansiva; in particolare egli riporta come esempio del genere proprio l‟“abitudine di pronuncia pisano-livornese delle vocali che prevede il ricorso ad articolazioni più varie, uso di specifiche tonalità, allungamento”. Inoltre, lo stesso autore sottolinea il notevole “carico dialettale (apparentemente più) forte” che caratterizza la varietà fiorentina rispetto alle altre (Id. 278) e che potrebbe marcarla come più „rustica‟ agli occhi del parlante.

LAVORATORI

F1 DS F2 DS F2-F1

/a/ 713 40 1347 99 634 /ɛ/ 587 49 1722 104 1135 /ɔ/ 596 44 1056 125 460 Tabella 6. Valori formantici medi per il sotto-gruppo ‘lavoratori’.

4.1.2 Studenti UniPi