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3. Politiche pubbliche per lo sviluppo e l’innovazione

3.5 Le fonti del finanziamento dell’imprenditoria innovativa

3.5.1 Capitale di rischio

Il regime giuridico relativo al capitale di rischio, imprenditoria sociale e investimento specializzato, introdotto dalla L. 18/2015, definisce l’investimento in capitale di rischio all’art. 3 come

“acquisizione, per un periodo di tempo limitato, di partecipazioni al capitale sociale o di obbligazioni emesse da un’impresa con un elevato potenziale di sviluppo al fine di trarne benefici una volta che il valore delle partecipazioni o delle obbligazioni sia cresciuto abbastanza.” Emerge una notevole differenza con il sistema di

finanziamento tradizionale, ove è richiesta la restituzione del capitale offerto con il pagamento di una certa somma a titolo di interessi.

La legge introduce un regime giuridico differenziato per i vari soggetti che investono in capitale di rischio, dei quali ne offre un elenco all’art.1. Tra queste figurano fondi, società di gestione dei fondi e persone fisiche. Per ciò che riguarda i fondi, la legge nello specifico fa riferimento oltre che ai fondi nazionali, ai fondi europei designati da EuVECA e ai fondi europei per l’imprenditoria sociale designati da EuSEF, rispettivamente ai sensi dei regolamenti (UE) n. 345/2017 e 346/2013.

Si tratta di operatori specializzati, il cui contributo, oltre che economico, si concretizza in esperienza, strategia e know how.

242“In the near future, crowdfunding will be a familiar concept to everyone and a

common tool to raise funds online for almost any purpose” in www.crowdfundinghub.eu.

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Per la finalità comparata che si pone la seguente trattazione, è interessante notare come la legge in questione prevede una definizione giuridica per ciascun soggetto anzidetto eccetto le persone fisiche o i c.d. business angel che rimangono sforniti di una specifica fattispecie giuridica.

3.5.1.1. La Partecipazione pubblica nei fondi di capitale di rischio e il suo rapporto con incubatori e business angel

Dato il quadro giuridico di riferimento relativo al capitale di rischio, torniamo a focalizzarci sul nostro oggetto di studio, soffermando la nostra attenzione sul modo in cui la pubblica autorità interagisce con esso.

Una forma di promozione e di sostegno che si è diffusa negli ultimi anni, è stata la creazione o la partecipazione pubblica nel capitale di rischio dei soggetti indicati all’art.1 L. 18/2015, la quale ha dato origine ad una nuova forma di partenariato.

L’economia della conoscenza ha condotto all’instaurarsi di un clima di collaborazione e cooperazione tra enti pubblici e privati che ha contribuito positivamente all’aumento del tasso di imprenditorialità e alla riduzione della mortalità delle startup.

È sorto un apposito soggetto pubblico che assume tali funzioni,

Portugal Ventures. Dal punto di vista giuridico è una società che

gestisce fondi di capitale di rischio collaborando sia con enti pubblici che privati. Opera come un normale venture capital, agendo però, non per fini di arricchimento personali ma per migliorare la competitività dell'economia portoghese. Privilegia, con tal fine, gli investimenti legati alla scienza della vita, tecnologie di informazioni,

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comunicazioni ed elettronica. I progetti devono avere fondamenta scientifiche e tecnologiche acquisite nei laboratori, centri di ricerca e università nazionali. Portugal venture è così impegnato nella trasposizione della conoscenza e ricerca portoghese in valore economico imprenditoriale.243

Un’altra forma di collaborazione vede protagonisti i business

angels nazionali e non. Questa volta ci si pone l’obiettivo di attrarre

capitale di rischio anche dall’estero. Portugal Venture e PME

Investimento244 si occupano di selezionare gli investitori che si candidano attraverso il portale Portugal Inovaçao Social con le quali co-investiranno traendo le proprie risorse da un fondo appositamente creato per l’iniziativa.245

Infine, non si può trascurare, nell’analisi di questa forma di partenariato pubblico-privato nel campo dell’innovazione, il contributo della PA nell’attività svolta degli incubatori.

Quest’ultimi rivestono in Portogallo un significato qualitativamente e quantitativamente importante. Utilizzando come criterio l’entità di gestione e l’obiettivo perseguito, è possibile individuarne quattro categorie: gli incubatori delle università che hanno come obiettivo quello di sostenere le spin-off; gli incubatori associati alle amministrazioni comunali o alle entità statali che hanno come obiettivo il sostegno dell’imprenditoria locale; gli incubatori

243 J. VIEIRA SANTOS, op. cit., p. 25.

244 Fondata nel 1989 come società per azioni, ha adottato la denominazione

SULPEDIP - Società per lo sviluppo industriale SA. Nel 1998 ha mutato il suo nome in piccole e medie imprese di investimento - Investment Company SA, nome attuale.

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gestiti da associazioni imprenditoriali e gli incubatori creati e gestiti da imprenditori, imprese o istituzioni finanziarie.

L’ingerenza delle pubbliche autorità, seppur in quantità variabile, è sempre presente. Abbiamo una gestione diretta negli incubatori di natura pubblica, che sono numerosi e presenti nelle città di maggiore rilevanza. Mentre la partecipazione pubblica nelle altre categorie si configura quale attività di sostegno. Basta pensare che nel programma di accelerazione Lisbon Challenge promosso da Beta

I (incubatore rientrante nella seconda categoria), figurano tra i

partner principali: la Camera municipal, la Presidenza della Repubblica portoghese, la Commissione Europea, il Governo portoghese e così via.

Tra gli incubatori pubblici assume maggiore rilevanza Startup

Lisboa, “il primo incubatore della città che in quattro anni ha visto crescere 200 imprese”.246 Nasce nel 2012, su iniziativa del Consiglio

Comunale con l’obiettivo di dare una spinta decisiva all’imprenditoria innovativa e raccoglie un notevole successo

(Ambition and leadership). I risultati sono, infatti, notevoli: “Startup Lisboa” ha dato una scossa all’ecosistema locale stimolando la

nascita di 15 acceleratori, circa 400 startup e 40 co-working space per un totale di circa 3.000 posti di lavoro creati; per non parlare poi della grande quantità di investitori, business angels e venture capital attirati in città. «All’inizio avevamo solo aziende portoghesi – racconta Bruno Gomes dell’area comunicazione di Startup Lisboa –

adesso ce ne sono tante straniere. Dopo quattro anni abbiamo quattro palazzi: due per le compagnie tech, uno per quelle commerciali e un altro adibito ad ostello per dare la possibilità a chi viene a lavorare qui di ambientarsi e cercare casa con calma».

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Startup Lisboa ha 46 partners e due banche municipali come

sponsor. Le aziende pagano una tassa simbolica per le spese e per i

servizi di consulenza, gli incontri, gli eventi e tutto quello che l’incubatore fa durante e dopo la permanenza delle imprese. 247