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Caratteristiche degli appostamenti fissi in relazione alla tipologia

Nel documento PIANO FAUNISTICO VENATORIO PISA 2012-15 (pagine 126-129)

5) PROPOSTE PER LA GESTIONE DELLE SPECIE FAUNISTICHE

5.2 Piccola fauna stanziale cacciabile

5.2.4 La Pernice Rossa

5.3.2.4 Caratteristiche degli appostamenti fissi in relazione alla tipologia

Risulta evidente che l'aumento degli appostamenti nella Provincia è imputabile sostanzialmente a questa tipologia. La possibilità di avere un capanno anche per gli opzionisti C ha evidentemente aperto la strada a ritornare a questa forma di attività venatoria a cacciatori che al momento della istituzione

delle opzioni di caccia vi avevano rinunciato. In diversi casi questo può avere comportato la realizzazione di appostamenti solo per occupare zone di transito preferenziale per alcune specie o luoghi specifici durante le pre-aperture.

b) Colombacci

Per questa tipologia di appostamenti l'aumento in realtà è relativo a prima del 2004 (l'opzione C consentiva fin dall'inizio la possibilità di cacciare in questi appostamenti) mentre proprio dal 2004-2005 l'andamento sembra essersi stabilizzato. È ipotizzabile che per questa tipologia, anche in considerazione della distanza di 700 metri a cui devono esser posti uno dall'altro, si sia raggiunto a livello provinciale la saturazione del territorio. Si opta pertanto per non concedere ulteriori autorizzazioni per questa tipologia nel periodo del PFVP.

c) Anatidi Trampolieri

Nella piana a sud di Pisa, nel Bientina e nella piana a sud del Lago e Padule di Massaciuccoli, tutte aree soggette a bonifica nei secoli scorsi, la permanenza di zone umide è assicurata da alcuni siti naturali o artificiali (piccole aree palustri, chiari di caccia, ex-cave allagate) e da una rete di canali e fossi, cui si aggiungono aree temporaneamente allagate nei periodi di maggior piovosità. I chiari di caccia agli acquatici hanno avuto e hanno tuttora il merito di aver preservato dalla bonifica habitat spesso compromessi nel resto del territorio e di essere aree di sosta per numerose specie migratrici durante la primavera nonché di nidificazione e/o di alimentazione per diverse specie.

A partire dagli anni '90 il numero degli appostamenti fissi per palmipedi e trampolieri è andato diminuendo passando dai 56 nel 1995 agli attuali 47.

Le cause della progressiva diminuzione dei chiari da caccia sono riconducibili a due principali fattori:

chiusura della caccia primaverile ed espansione delle aree urbane e produttive.

La superficie allagata dei chiari attualmente esistenti è stimabile in circa 75-80 ettari con un variabilità compresa tra 0,5 e 8 ha. A tale proposito risulterà di estrema importanza la localizzazione GIS oltre che dell'appostamento principale e degli eventuali complementari, anche della effettiva superficie allagata anche al fine del rispetto delle distanze da altri appostamenti (art. 79 comma 1 del DPGR 33/R/2011) e per il recupero dei capi feriti (art. 83 comma 2 del DPGR 33/R/2011).

Nel corso degli anni oltre a una diminuzione dei chiari si è assistito a una modifica nella loro gestione in conseguenza del mutato calendario venatorio. Nel passato il chiaro era utilizzato da fine agosto/settembre a marzo/aprile e la caccia durante la migrazione primaverile era molto importante e sentita forse anche più di quella autunnale; in questo periodo era infatti possibile effettuare altre forme di attività venatoria. Nel chiaro erano presenti zone emerse (prati umidi) per la caccia ai trampolieri in primavera. A fine agosto il chiaro era allagato naturalmente con le prime piogge oppure pompando acqua da fossi o pozzi mentre era svuotato/prosciugato in modo artificiale/naturale a partire da aprile/maggio; in questo modo era asciutto a giugno/luglio quando erano effettuate eventuali interventi di manutenzione (taglio vegetazione, fresatura, ecc.). Il ciclo della vegetazione acquatica era sostanzialmente rispettato e in molte parti del chiaro si venivano a formare associazioni vegetali tipiche dei prati umidi e luoghi idonei per la nidificazione di diverse specie di uccelli.

Diversamente oggi l'interesse venatorio è focalizzato sulla migrazione autunnale e in particolare sulle pre-aperture di settembre per la possibilità in questo periodo di cacciare i numerosi germani reali nati localmente; questi infatti costituiscono una parte consistente del carniere con il grosso degli abbattimenti che avviene proprio all'inizio della stagione venatoria. Come conseguenza la gestione in molti chiari è stata modificata con interventi che hanno lo scopo di ricreare ambienti idonei per gli

questo modo sono raggiunti due obbiettivi: il chiaro è pronto per la pre-apertura di settembre (superficie allagata con presenza di semi appetibili per gli anatidi) e per tutta l'estate i numerosi germani presenti (soggetti nati in zona) frequentano il chiaro. La perdita di semi appetibili provenienti da piante spontanee (queste in molti casi non riescono ad arrivare a seme causa il prosciugamento del chiaro) è sopperito da colture a perdere come il sorgo e/o da foraggiamento. Come conseguenza è alterato il ciclo della vegetazione acquatica con scomparsa di associazioni vegetali legate alle zone umide, è compromessa la riproduzione di anfibi e di insetti acquatici legati nel loro ciclo all'acqua, diminuiscono le zone idonee per la sosta dei trampolieri durante la migrazione primaverile e i luoghi di nidificazione per gli uccelli (anatidi, trampolieri, passeriformi di canneto). Da sottolineare invece che lo svuotamento repentino del chiaro determina una improvvisa disponibilità di cibo per alcuni giorni per numerose specie (ardeidi, trampolieri) dopo di che il chiaro non è più frequentato fino a quando non è nuovamente allagato.

La normativa vigente in Regione Toscana (art 63 comma 5 del DPGR 33/R/2011 impone che “La presenza dell'acqua all'interno dei laghi artificiali deve essere assicurata per almeno dieci mesi all'anno, fatti salvi eventuali fenomeni di evaporazione naturale e provvedimenti di enti territoriali che ne impongano il prosciugamento”. Tale enunciazione comporta la conseguenza che, non solo è difficile verificare quanto prescritto, cioè accertare che il chiaro è stato effettivamente prosciugato per oltre due mesi in un anno, ma non risulta vietato effettuare uno svuotamento del chiaro nei mesi di marzo-aprile o in qualsiasi altro periodo dell'anno. Altre normative regionali sono invece più stringenti come ad esempio quella della Regione Emilia-Romagna (art.52 comma 10 della LR 8/1994 e smi) dove “È fatto obbligo al titolare di autorizzazione di appostamento fisso in zona umida di mantenere durante tutto l’anno condizioni ambientali favorevoli alla sosta, al rifugio ed alla nidificazione delle specie selvatiche;

eventuali lavori di manutenzione straordinaria richiedenti l’asciutta devono essere autorizzati dalla Provincia”.

Sulla base di quanto sopra riportato si rilevano le seguenti principali criticità.

Punti critici nella gestione Motivi

Mancanza del perimetro geo-referenziato dell'effettiva area allagata

Assenza di regolamento provinciale che ne preveda la comunicazione da parte del titolare dell'appostamento Diminuzione del numero di appostamenti fissi

per palmipedi e trampolieri

Mutato interesse venatorio causa chiusura caccia primaverile e espansione aree urbane e industriali Tendenza a prosciugare il chiaro nei mesi di

febbraio-aprile e conseguente perdita di habitat per le specie migratrici durante la migrazione primaverile o come luogo di nidificazione

Interesse venatorio incentrato sulla caccia autunnale e in particolare sulle pre-aperture di settembre; assenza di una normativa regionale chiara e/o di un regolamento provinciale

Obbiettivi

Per gli appostamenti ai palmipedi e trampolieri risulta opportuno arrivare ad un percorso condiviso tra i titolari degli stessi, associazioni venatorie e ambientalisti e ATC per raggiungere i seguenti obbiettivi:

 Incentivare una gestione del chiaro che rispetti il più possibile un ciclo naturale della vegetazione tramite:

 incontri tra i gestori dei chiari al fine di mettere a confronto le diverse modalità di gestione attuate;

 individuare incentivi e/o disincentivi al fine di assicurare un ciclo naturale nella gestione dei chiari;

 Incentivare l'utilizzo di munizioni atossiche (vedere specifico paragrafo del Cap. 7 sulla sicurezza e inquinamento da piombo)

Una indicazione per la gestione dei chiari potrebbe essere la seguente:

Deve essere assicurata, come previsto dalla normativa regionale, per almeno 10 mesi la presenza di acqua su tutto il perimetro comunicato con la richiesta di autorizzazione/rinnovo.

A fine stagione venatoria può essere effettuato lo svuotamento del chiaro solamente per una parte

parte può essere svuotata solo dopo il 30 giugno.

La separazione delle due zone potrà essere realizzata tramite semplice arginello che durante la stagione venatoria può risultare coperto dall'acqua.

Deve essere garantito che nella fase di ri-allagamento artificiale a maggio/giugno l'acqua non superi la quota dell'arginello.

Nella quota del 40% non devono essere inclusi parti di chiaro che presentino, una volta vuotato la restante parte del 60%, profondità maggiori di 50 cm.

Ogni tre anni può essere fatta richiesta di anticipare lo svuotamento della quota del 40% al fine di effettuare interventi di manutenzione straordinaria o modifiche della perimetro del chiaro.

Nel documento PIANO FAUNISTICO VENATORIO PISA 2012-15 (pagine 126-129)