5) PROPOSTE PER LA GESTIONE DELLE SPECIE FAUNISTICHE
5.4 Altra Fauna Protetta e specie problematiche
5.4.1 Linee di gestione per le specie alloctone
La perdita di biodiversità a causa delle specie aliene invasive, rappresenta uno dei maggiori problemi di conservazione mondiale. Le introduzioni di specie animali o vegetali sono spesso accidentali, legate alla crescita dei movimenti di merci, mezzi e di persone tra i vari continenti. Le problematiche legate alla introduzione di specie alloctone e il loro controllo sono perciò divenute priorità a livello internazionale, con l’emanazione di vari documenti e linee di azione volte alla prevenzione dei movimenti ed al controllo delle neo-popolazioni. Nel 2003 l'Unione Europea ha promosso la “Strategia Europea sulle Specie Invasive” (Genovesi e Shine, 2003) alla quale gli Stati membri devono rifarsi per la gestione delle specie aliene. Tale documento è stato aggiornato nel 2011, nell'VIII “Conferenza sulla gestione dei vertebrati invasivi” a Berlino, che ha confermato le linee di intervento per le specie aliene, anche in funzione degli enormi costi che devono essere affrontati per l'eradicazione o per la mitigazione dei danni. Anche in Toscana il “Piano d'azione regionale 2012/2020” per la conservazione della biodiversità, individua tra i principali elementi da contrastare, l'introduzione e la diffusione di specie alloctone.
Come sottolineato nel documento regionale, la prevenzione sarà uno dei passaggi chiave dal momento che, nonostante sia dimostrato che su circa 100 specie introdotte solo l'1% diventa invasiva, una volta naturalizzate, quasi mai è possibile rimuoverle definitivamente.
In linea con quanto proposto dall'Unione Europea, la strategia che la Provincia di Pisa intende promuovere col presente piano, prevede i passaggi di seguito riportati.
In base al principio di precauzione divieto di introduzione e detenzione di specie alloctone.
Monitoraggio e costruzione di un data base delle entità aliene presenti sul territorio, con la relativa localizzazione e stima della consistenza numerica.
Forte controllo numerico delle popolazioni introdotte laddove non sia possibile ricorrere alla eradicazione.
Eradicazione.
Coordinamento tra Enti per il controllo di specie alloctone delle quali è accertata l'invasività.
Realizzazione e diffusione di opuscoli relativi alle problematiche connesse alla diffusione delle specie aliene, anche in collaborazione con i diversi Servizi della Provincia, al fine di informare la popolazione, prevenire l'introduzione di ulteriori specie o esemplari di fauna e flora aliene e favorire l’accettazione delle azioni condotte per il controllo/eradicazione delle neo-popolazioni aliene..
La Provincia dovrà provvedere a realizzare un sistema informatico finalizzato alla creazione di un data base geo-referenziato, eventualmente accessibile anche al pubblico, con distinta modalità di accesso e accreditamento specifico per i tecnici (es. biologi o naturalisti) per le segnalazioni di specie aliene sul territorio provinciale, eventualmente anche in ambito floristico. La possibilità di inserire i dati in tempo reale permetterà di intervenire tempestivamente in caso di introduzione di nuove entità.
Tab. 5.4.1 Elenco delle specie di Mammiferi e Uccelli alloctoni accertate in provincia di Pisa e consistenza, provenienti da immissioni degli ultimi 50 anni circa
SPECIE NOME SCIENTIFICO LOCALIZZAZIONE STATO
Nutria Myocastor coypus Tutto il territorio provinciale
Presenza stabile con picchi di crescita a livello locale. Interventi di controllo in casi critici.
Silvilago Silvilagus floridanus Pianura di Bientina,
S.Giuliano, sponda sud Arno
Presenza costante di popolazioni affermate, limitate con interventi annuali di controllo e caccia
Cervo Cervus elaphus e. x scoticus
Tra la Sterza e Macchia Magona, Monterufoli, Ponte Ginori
Proveniente da ex allevamenti de “Il Frassinello” e “La Bandita” Comune di Montecatini V.C.: ibridi di varie provenienze europee e prob. extra-europee.
Popolazioni in forte espansione, seppur soggetta a controllo e caccia
Bengalino
comune Amandava amandava
Bientina e Bonifica di Vecchiano e Padule di Massaciuccoli
Nidificante; specie ormai naturalizzata e con presenza stabile nella Provincia Parrocchetto dal
collare Psittacula krameri Acquerta Riparbella e Miemo Nidificante da confermare; da verificare consistenza e stabilità
Francolino Francolinus francolinus Miemo
Presente un piccolissima popolazione probabilmente sostenuta nel tempo da individui fuggiti da allevamento Usignolo del
Giappone Leiothris lutea Monti Pisani, Bientina
Popolazione ormai naturalizzata e con presenza stabile nella Provincia dove probabilmente nidifica
Ghiandaia
azzurra Cyanopica cyanus Peccioli AAV Monti Recente segnalazione di due individui fuggiti da cattività
Nelle pagine a seguire sono riportate le linee di gestione previste per le principali specie alloctone invasive diffuse sul territorio provinciale.
Nutria (Myocastor coypus) Status: specie alloctona invasiva.
Distribuzione: la specie è diffusa su tutto il territorio provinciale laddove si presentino ambienti idonei, essenzialmente lungo tutti i corsi d'acqua e specchi lacustri o palustri.
Impatti: sono provate interazioni competitive con le specie ornitiche che nidificano in zone umide sia per danneggiamento diretto dei nidi e predazione delle uova, sia per il disturbo prolungato.
Sono stati accertati i danni più consistenti alle coltivazioni limitrofe ai corsi d'acqua, tra le quali le più colpite risultano mais, frumento, ortaggi e barbabietola da zucchero; in certi casi è stato rilevato il danneggiamento delle cortecce di piante arboree.
Fig. 5.4.1 : danni da Nutria alle colture agricole liquidati
€ 0
€ 500
€ 1.000
€ 1.500
€ 2.000
€ 2.500
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
ZRC OASI ATC14 ATC15 ZRV
Laddove la Nutria è presente con elevate densità si sono verificati danneggiamenti alle arginature di canali d’irrigazione, di scolo delle acque e di bacini artificiali. Lo scavo di tane ipogee può infatti compromettere la tenuta di queste infrastrutture, determinando un rischio di infiltrazioni e cedimenti che potrebbero portare ad esondazioni in occasione di ondate di piena.
Anche dal punto di vista sanitario ed epidemiologico la Nutria può costituire un fattore di rischio: è infatti potenzialmente responsabile della diffusione di alcuni parassiti tra i quali Fasciola epatica e le leptospire che possono essere diffusi nell’ambiente e trasmessi all’uomo. La presenza di leptospire, evidenziate in particolare nelle feci e nell’urina rilasciata nell’erba, può causare la trasmissione della leptospirosi ad altri animali selvatici ed al bestiame allevato. Va sottolineato che al momento non esistono casi di tal genere rilevati nel territorio provinciale.
Proposte: in base al PRAF (pag. 255 dell’allegato A alla Del. del Consiglio Regionale n.3/2012) l'obiettivo prioritario è l'eradicazione della specie. Si rende necessario un continuo monitoraggio dei siti di presenza, anche se la specie è ormai segnalata su tutto il territorio provinciale, per valutare la consistenza numerica dei nuclei e prevedere alle attività di controllo successivo.
La Provincia, va sottolineato, ha già proposto, dal 2009, ai Consorzi di Bonifica ed agli altri soggetti responsabili delle opere arginali uno specifico protocollo che prevede l’impiego della vigilanza volontaria venatoria, sia per il monitoraggio delle tane e dei possibili siti di rischio, sia per l’attuazione degli interventi di controllo diretto.
L'eradicazione dovrà essere perseguita partendo dalle aree laddove la specie si mantiene a densità basse, mentre nei casi in cui la specie ha raggiunto consistenze numeriche tali da non poter essere eradicata e prioritariamente nei siti in cui possono presentarsi danni a infrastrutture, si dovrà procederà al controllo numerico continuativo e all’adozione obbligatoria, da parte dei soggetti gestori delle opere, dei sistemi di prevenzione dei danni (reti di protezione nei rilevati arginali, modalità di ripristino e costruzione adeguate). Il piano di controllo ed eradicazione e le modalità di attuazione per il periodo di validità del PFVP sono definite nel Piano Pluriennale di Controllo redatto dalla Provincia ed approvato da ISPRA nel 2012.
A partire dalla data di approvazione del presente PFVP, i costi e le responsabilità per i danni da scavo alle opere pubbliche e la responsabilità per i problemi di sicurezza da questi causati in relazione alla presenza delle specie Nutria, Istrice, Tasso e Volpe, saranno di esclusiva competenza dei soggetti gestori delle opere stesse, nel caso in cui non siano stati formalizzati e messi in atto i protocolli di gestione ed intervento proposti dalla Provincia.
Silvilago (Silvilagus floridanus)
Status: specie alloctona, introdotta in provincia di Pisa intorno agli anni 80 a scopo venatorio. Fino al 2008 la Provincia di Pisa ha escluso l’abbattimento durante la stagione venatoria per disincentivare ulteriori immissioni illegali e ha invece attuato azioni di controllo, ai sensi dell’art. 37 L.R. 3/94, nelle aree di presenza. Successivamente, ai sensi di specifica modifica del Calendario Venatorio Regionale, la specie è stata inserita tra le specie cacciabili.
Distribuzione: inizialmente introdotta nella pianura di Bientina, a nord dell'Arno, la specie si è diffusa, sia per irradiazione naturale, sia per mano antropica, fino ad interessare ad est la Provincia di Firenze, a ovest il Comune di S. Giuliano e a superare, verso sud il fiume Arno. Esemplari sono segnalati anche nelle AdP 14-2 e 15-2.
Impatti: la specie potrebbe entrare in competizione con la lepre ma al momento non esistono dati che confermino questa ipotesi. In situazioni di elevata densità è stato rilevato un impatto negativo a carico di alcune colture agrarie, in particolare frumento e giovani piante di mais, pioppo e vite, colture diffuse nell'area interessata dal lagomorfo. D’inverno può inoltre produrre scortecciamenti in frutteti maturi (Chapman et al. 1982, Chapuis et al. 1985, Spagnesi e Toso 1999). Oltre ad essere un serbatoio epidemiologico per la mixomatosi, il Silvilago è stato riconosciuto anche come possibile serbatoio sia di RHDV (Rabbit Haemorrhagic Diseses Virus), letale per coniglio selvatico e domestico, sia di EBHS (European Brown Hare Syndrome) (Meneguz et al. 2000) che ha grosso impatto sulle popolazioni di Lepre europea e di Lepre italica.
Proposte: gli obiettivi gestionali fissati dalla Regione nel PRAF 2012-2015 consistono nell’eradicazione della specie.
Per raggiungere il risultato, con l’approvazione del presente Piano si dispone il divieto di immissione e detenzione nel territorio provinciale di soggetti vivi di tale specie. Sarà inoltre disposto il prelievo, sia in forma di controllo (art. 37 della L.R. 3/94), sia in forme di prelievo venatorio, in tutte le aree con presenza accertata della specie. La Provincia provvederà annualmente a delimitare, in sede di approvazione del Calendario Venatorio, le aree di caccia sulla specie, allo scopo di disincentivare le immissioni illegali a fini venatori conseguenti ad una eventuale apertura generalizzata della caccia su questo lagomorfo.
Nel caso in cui il Titolare di UdG (con particolare riferimento agli istituti faunistici privati) si rifiuti di effettuare tali interventi o proceda all'immissione di ulteriori esemplari, la Provincia oltre all'adozione diretta degli interventi di eradicazione ed a procedimenti sanzionatori e disciplinari, provvederà a dare inizio ai provvedimenti di revoca dell’autorizzazione.